Charles Autobees, trapper, commerciante e mountain man


Un ritratto di Charles Autobees
Charles Autobees, noto anche come Charles Urtebise o Ortivis, fu una figura eccezionale della frontiera americana durante la seconda metà del XIX secolo. Nato nel 1812, Autobees è stato un trapper, avventuriero e cacciatore coraggioso, che ha contribuito a esplorare e mappare le terre selvagge dell’Ovest americano. La sua vita straordinaria, caratterizzata da avventure, sfide e connessione con la natura, ha lasciato un’impronta duratura nella storia dell’esplorazione e nella cultura della frontiera. Autobees nasce nel 1821 a St. Louis, nel Missouri, da Francis Autobees e Sarah T. Tate. Leggi il resto

Jedediah Strong Smith, uno dei trapper più famosi

A cura di Angelo D’Ambra

Jedediah Smith nelle Badlands
Jedediah Strong Smith era nato a Bainbridge, nello stato New York, il 6 gennaio 1799. La sua famiglia si era trasferita nella contea di Erie, in Pennsylvania, e Smith, tredicenne, aveva preso a lavorare su un mercantile del Lago Erie. Qui forse sentì i racconti della frontiera narrati dai commercianti che tornavano a Montreal e così maturò il desiderio d’avventura che l’avrebbe poi guidato per tutta la vita. È altresì probabile che sia stato il medico di famiglia, Titus G. V. Simons, a far nascere questo amore per una vita nella natura incontaminata dando all’adolescente il libro della spedizione di Meriwether Lewis e William Clark. Vuole, infatti, la leggenda che Smith abbia portato questo diario in tutti i suoi viaggi. Leggi il resto

I trapper contro gli Arikara

A cura di Angelo D’Ambra

L’attacco ai trapper
Nella storia del commercio delle pellicce un posto di riguardo spetta a due veterani della guerra del 1812. il generale William Ashley e il maggiore Andrew Henry. Insieme, a St. Louis, nel 1822, fecero pubblicare uno strano annuncio sulla “Missouri Gazette”. Cercavano cercavano “cento giovani intraprendenti” per esplorare le Montagne Rocciose e cacciare castori. Il sovrintendente degli affari indiani, nientedimeno che William Clark, aveva concesso loro la licenza per commerciare con i nativi americani nell’Alto Missouri e li incoraggiava attivamente a competere con il potente commercio di pellicce britannico. Leggi il resto

Una terribile avventura per Jedediah Strong Smith

A cura di Angelo D’Ambra

Ai primi d’autunno del 1823 un piccolo gruppo di bianchi s’aggirava, armi in pugno, nella valle del Powder. Si stavano inoltrando verso lo Yellowstone per stabilire un accampamento invernale alla foce del Big Horn. Intanto era la caccia la loro principale occupazione. Dovevano individuare le colonie di castori e catturare quanti più esemplari da pelliccia possibile. Battevano torrenti, seguivano tracce, fissavano trappole di sera ed al mattino erano tutte piene. I pomeriggi, poi, li trascorrevano a scuoiare gli animali e preparare le pelli. Quando le montagne del Big Horn furono in vista il gruppo si divise. Si diedero appuntamento sullo Yellowstone, poi il grosso di essi, capeggiato da Thomas Fitzpatrick, continuò a risalire la valle, lungo il confine orientale del territorio della tribù indiana dei corvi, mentre in cinque seguirono l’esperto trapper Jedediah Strong Smith verso ovest, intenzionati a piazzare trappole nei tratti superiori del Tongue e del Rosebud. Leggi il resto

La leggenda dei trapper

A cura di Angelo D’Ambra

Le imprese dei trapper divennero leggendarie storie di fatica, pericolo e privazione. Molti di questi uomini sfuggivano alla legge, molti avevano un’indole avventurosa, molti erano sedotti dalle avvincenti storie illustrate dai pochissimi ai quali la fortuna aveva sorriso. Si stima che mille trapper vagassero nell’Ovest americano dal 1820 al 1830, l’epoca d’oro del commercio di pellicce delle Montagne Rocciose. Avevano solo attrezzature essenziali, trappole, fucili, pistole, corni di polvere da sparo, coltelli per scuoiatura, accette per tagliare legna da ardere, qualcuno la compagnia di una squaw. Leggi il resto

I trapper, cacciatori, esploratori e commercianti

A cura di Paolo Scanabucci

Il trapper
Il lato piu’ romantico del West è senz’altro rappresentato dal pistolero solitario, dal giustiziere senza paura, spesso in bilico tra bene e male, ma alla fine orientato decisamente al bene ed al salvataggio dei “buoni”.
C’è però un altro personaggio del West che, nell’immaginario collettivo, fa una notevole concorrenza al pistolero: è l’uomo che, rifiutando di diventare un colonizzatore, preferiva una vita errabonda, alla stregua degli stessi nativi americani, spesso vestito come un guerriero sempre pronto al combattimento e lottando non poco per vivere o per sopravvivere. Leggi il resto

Dai coureurs des bois ai trapper

A cura di Angelo D’Ambra

I coureurs des bois
In Europa il manto dei castori era estremamente ricercato e apprezzato. La moda dei cappelli aveva portato, all’alba del XVI secolo, all’estinzione di questi animali e, tuttavia, la domanda di pellicce restava alta. Fu il Nuovo Mondo a rispondere ai mercati e così prese inizio quella “corsa alle pellicce” che finì col rappresentare una delle più energiche spinte all’esplorazione ed alla colonizzazione del Nord America. Una vicenda che solcò tre secoli e consegnò alla storia cacciatori animati da fiero spirito d’avventura, abituati a vivere all’aria aperta, in dispregio agli agi, usi a guadagnarsi da vivere in un solo modo: piazzare trappole. Leggi il resto

Jedediah Smith, scopritore di piste e trapper

A cura di Sergio Mura

Il grande Jedediah Smith è rimasto giustamente nella memoria della storia del west come il più famoso scopritore di piste, trapper, guida e persino buon partner di ben due aziende commerciali impegnate nel commercio e nei traffici collegati alle pellicce.
Fu grazie a queste peculiarità che Jedediah Smith ebbe modo e opportunità di esplorare lande che ai suoi tempi erano perlopiù sconosciute, oltreché considerate pericolose, nello Utah e più in generale nel West. Leggi il resto

Le armi dei trapper

A cura di Gualtiero Fabbri

“Il trapper girava sempre con in mano il suo fucile, stesse seduto sull’uscio di una capanna, o si spostasse di pochi metri, dalla sua tenda al fuoco del vicino, scendesse al ruscello per l’acqua del caffè o per esigenze primarie, il fucile era sempre con lui, l’arma riposava tra le braccia del suo padrone tutte le notti, sia che fosse da solo all’addiaccio nel bosco, o tra amici al sicuro in un campo sorvegliato da sentinelle. Leggi il resto

Le cronache dei 16 rendezvous dei trapper

A cura di Gualtiero Fabbri

Nella prima metà dell’ottocento, ad ogni estate, ai piedi delle Montagne rocciose si tenevano i grandi rendezvous, appuntamenti dove si incontravano i trapper e i commercianti, e nei quali venivano scambiate le pelli pregiate con i rifornimenti per la successiva stagione di caccia, con beni voluttuari e con denaro, anche se quest’ultimo spesso restava nelle tasche dei cacciatori giusto il tempo della grande kermesse… I rendezvous, che erano stati concepiti come una “piazza” per rifornire i cacciatori e ritirare le pellicce, non potevano, poi, non trasformarsi in una grande festa. Leggi il resto

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