Le cronache dei 16 rendezvous dei trapper

A cura di Gualtiero Fabbri

Nella prima metà dell’ottocento, ad ogni estate, ai piedi delle Montagne rocciose si tenevano i grandi rendezvous, appuntamenti dove si incontravano i trapper e i commercianti, e nei quali venivano scambiate le pelli pregiate con i rifornimenti per la successiva stagione di caccia, con beni voluttuari e con denaro, anche se quest’ultimo spesso restava nelle tasche dei cacciatori giusto il tempo della grande kermesse… I rendezvous, che erano stati concepiti come una “piazza” per rifornire i cacciatori e ritirare le pellicce, non potevano, poi, non trasformarsi in una grande festa. Leggi il resto

Joe Meek

A cura di Sergio Mura

Lafayette Joseph “Joe” Meek nacque nel 1810 e lì morì nel 1875 alla veneranda età di 65 anni, assolutamente non pochi in considerazione dei tempi in cui visse e dell’alto tenore di rischiosità della sua stessa vita. Joe Meek fu principalmente un cacciatore, ma con l’avanzare degli anni finì per adattarsi ad altri importanti mestieri, come quello di chi amministra la legge nelle lande della frontiera o come quello del politico. Già, perché Joe Meek fu anche rappresentante delle genti del Territorio dell’Oregon quando questo divenne tale, nell’ambito degli Stati Uniti. Ma come ebbe inizio l’avventura di Meek?
Nel modo più semplice e normale per i suoi tempi, ossia da pioniere.
In qualità di semplice pioniere, Meek lavorò a lungo nel commercio delle pellicce prima di stabilirsi nella Tualatin Valley. Lì, dopo un bel po’ di anni, giocò un ruolo di primo piano al Champoeg Meetings del 1843 dove venne stato eletto sceriffo. Leggi il resto

I trapper ed i “rendezvous”

A cura di Gualtiero Fabbri

Sui leggendari “trapper” o mountain men americani del primo ottocento si può trovare scritto: “Questo era il modo di vivere libero e semplice, in cui l’uomo aveva tutto il proprio tempo a disposizione, e (non vi era) nessuno che potesse negarglielo. Acquistava così un corpo che sentiva familiare ogni cosa che gli era attorno, la terra e il cielo, il bufalo e il castoro e la gialla luna di notte. Era meglio che essere circondato da mura, meglio che respirare aria viziata, o sentirsi come un topo in gabbia…”
Meno disincantato e per nulla “new-age” quest’altro parere: “Costantemente esposti a pericoli di ogni genere, non conoscono la paura, e considerano la vita umana alla stregua di quella animale e non si fanno scrupoli nel por fine ad entrambe, così come non esitano a mettere a repentaglio la propria.” Leggi il resto