La Guerra delle Black Hills del 1876-1877

A cura di Massimo Bencivenga

Con la Grande Guerra Sioux del 1876, nota anche come guerra per le Black Hills, si va ad intendere una serie di battaglie e negoziazioni occorse tra il 1876 ed il 1877 che coinvolsero i Sioux Lakota e i Cheyenne settentrionali contro gli Stati Uniti d’America.
Da quelle parti, una prima guerra tra Governo e Nativi si era già conclusa con il trattato di Fort Laramie (1868) che trasformò una parte del territorio Lakota in grande riserva Sioux, istituendo altresì un ampio “territorio non ceduto” in Wyoming e Montana, il Powder River Country, come territorio di caccia Cheyenne e Lakota, con restrizioni d’accesso a tutti i non nativi, eccezion fatta per gli ufficiali governativi. Leggi il resto

Sei soldati italiani sui sentieri di Custer

A cura di Cesare Fiumi

Si chiamavano Martini, Di Rudio, Vinatieri, Lombardi, Casella e Devoto. Sopravvissero tutti alla battaglia di Little Big Horn e tra loro c’era anche un conte. “Dove va il Reggimento? Verso l’Inferno o verso la Gloria, dipende dai punti di vista”… Quando George Armstrong Custer pronuncia la storica frase uscendo da Fort Lincoln, ha il viso di Errol Flynn e una sceneggiatura gonfia di eroismo. Siamo alla vigilia della battaglia del Little Big Horn, lo scontro più discusso del West, e in qualche modo il Custer del regista Raoul Walsh doveva mostrarsi all’altezza, anche letteraria, di Toro Seduto, che quel mattino del 25 giugno 1876, rivolto ai guerrieri suoi e di Cavallo Pazzo, aveva ripetuto – lui, per davvero – la famosa frase: “Oggi è un buon giorno per morire”. Leggi il resto

La battaglia del fiume Little Big horn – 25 giugno 1876

A cura di Sergio Mura

La fase finale della battaglia di Little Bighorn
Il 25 giugno del 1876, nei pressi e lungo il fiume Little Bighorn, nel territorio statunitense del Montana, si svolse quella che è probabilmente la più conosciuta, studiata e famosa battaglia combattuta tra l’esercito degli Stati Uniti e una coalizione di indiani Sioux, Cheyenne e Arapaho. Essa va inserita nel contesto drammatico e più generale delle Guerre indiane, combattute a partire dal Settecento e fin tutto l’Ottocento tra i nativi americani e i coloni prima e successivamente tra i nativi americani e l’esercito statunitense poi. Leggi il resto

Le lettere di George A. Custer dal territorio Sioux

A cura di Carla Marchetti

Custer venne inviato nel cuore del territorio dei Sioux per ben tre volte, in occasione di altrettante missioni, tutte abbastanza importanti. La prima, nel 1873, come scorta ai tecnici incaricati dalla Northern Pacific Railroad di studiare e mappare i luoghi su cui si sarebbe voluta far passare la ferrovia, seguendo il corso del fiume Yellowstone. La seconda, nel 1874, alla guida di una spedizione scientifica che si prefiggeva di tracciare la mappa di quei posti allora completamente sconosciuti alla quasi totalità dei bianchi e di verificare la voce circolante secondo la quale c’era l’oro nelle Black Hills, le colline sacre dei pellerossa. Leggi il resto

La battaglia e il massacro del fiume Washita (27 Novembre 1868)

A cura di Sergio Mura e Giuseppe Santini

Arrivò infine il tempo in cui i pionieri iniziarono a desiderare le terre popolate dagli indiani. Le desiderarono talmente tanto che le prime scintille di guerra scatenarono un incendio le cui conseguenze apparvero immediatamente incalcolabili.
Fatti e fatterelli si susseguirono accrescendo la diffidenza tra i due popoli, le recriminazioni, le lagnanze, al punto che il Governo Americano decise di indire una delle tante conferenze di pace che nella zona delle Grandi Pianure si alternavano periodicamente senza riscuotere grandi consensi, né grandi risultati.
Nell’ottobre del 1867 gli indiani si incontrarono con i commissari governativi, prima a Fort Laramie e poi a Medicine Lodge Creek, per discutere dell’assetto da dare alle terre reclamate a gran voce dai bianchi ma difese con archi e frecce dagli indiani. Leggi il resto

Il trombettiere di Custer e la verità su Little Big Horn

A cura di Raffaele Di Stasio

Giovanni Martini e il Tenente W. Cooke
La neve cadeva nell’oscurità e le strade di Brooklyn, bianche e irrequiete, si affollarono di ricordi. Dietro i vetri della finestra Giovanni aspettava i suoi con gli occhi stretti, pronto a domarne i sussulti che ancora scuotevano il suo animo esausto.
“Arrivano,” pensò Giovanni, “mo arrivano…”.
Non gliene erano rimasti molti di ricordi, ma sapeva che quei pochi sarebbero spuntati da un momento all’altro, magari camuffati da persone comuni, come quei tre che giusto in quel momento attraversavano la strada ridendo, stringendosi nelle braccia per il freddo. E se così fosse stato, se quei tre giù in strada fossero stati davvero i suoi ricordi, allora Giovanni si disse che quella sera sarebbe arrivata pure la resa dei conti con la memoria, una catarsi incagliata che non cessava di assillarlo e da più di quarant’anni gli portava gente in casa, ceffi ottusi e arroganti che facevano sempre la stessa domanda… Leggi il resto

La scoperta della fine di Custer

A cura di Cesare Bracchi

La tremenda scoperta
Sulla battaglia di Little Big Horn si ormai detto e scritto di tutto, analizzando nei minimi dettagli ogni singola fase dell’evento.
Tuttavia, c’è un momento che non presenta nessuna valenza dal punto di vista militare né lascia spazio a interpretazioni fantasiose o misteriose, che però merita di essere proposto all’interesse degli appassionati.
Si tratta del momento in cui l’esercito scoprì l’esito della battaglia e la conseguente disfatta di Custer e del 7° Cavalleria. Leggi il resto

John Martin, lo “scampato al Little Big Horn”

A cura di Marian Cecchi

John Martin (Giovanni Martini) riceve il biglietto da Cooke
Le tre e mezzo del pomeriggio del 25 giugno del 1876, nella zona del Little Big Horn.
Scopo della missione: rintracciare i Sioux e dar loro una “severa lezione” per l’allontanamento abusivo dalle riserve. Il capitano Benteen, comandante del 1° gruppo squadroni del 7° reggimento cavalleria, mentre stava ripensando, dubbioso, agli ordini del “generale” Custer, che gli erano sembrati improvvisati e cervellotici, sentì il suo primo sergente che lo chiamava: “Signore! Guardate là avanti!”. Leggi il resto

I molti miti da sfatare sulla battaglia di Little Big Horn

A cura di Renato Ruggeri

Al riguardo della grande battaglia svoltasi al Little Big Horn tra il 7° Cavalleria e la coalizione di indiani comprendente, tra gli altri, Sioux, Cheyenne e Arapaho, si sono dette e scritte molte cose. All’inizio, al tempo della battaglia, la stampa difettava di informazioni di prima mano e, comunque, viziava i resoconti con un’incredibile farcitura di emozioni e luoghi comuni. In seguito non sono stati fatti grandissimi passi avanti, se non abbastanza recentemente con un fitto intreccio di archeologia, studio delle fonti e il semplice ragionamento storico. Leggi il resto

Gall (Pizi)

A cura di Carla Marchetti

Gall (c. 1840-1894) fu un grande capo Hunkpapa-Sioux ed ebbe un ruolo di primo piano nella lunga guerra dei Lakota contro gli Stati Uniti, ma quando il suo popolo fu infine confinato nelle riserve, egli lo incoraggiò ad accettare l’assimilazione.
Gall, che in inglese significa fiele, deve il suo insolito soprannome al fatto che, orfano e affamato, fu capace di cibarsi del fiele di un animale che un suo vicino aveva ucciso.
Egli conquistò fama come guerriero Lakota durante le campagne di Nuvola Rossa, ma, scontento del Trattato di Fort Laramie del 1868 che aveva posto fine alle ostilità, si alleò con Toro Seduto e altri indiani che si erano rifiutati di rimanere confinati nel territorio loro assegnato. Leggi il resto

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