Felice Pedroni & co., la corsa italiana all’oro in Alaska

A cura di Massimo Turchi

Nel 1894, due anni prima della scoperta dell’oro nel Klondike, Felice Pedroni e i fratelli Giovanni e Francesco Dalla Costa d’origine trevigiana si trasferirono nello Yukon (Canada) percorrendo quello stesso tragitto che migliaia di persone avrebbero intrapreso nel 1897 e tumultuosamente nel 1898. Arrivati a Forty Mile (cittadina a poche miglia a Nord di Dawson) la comitiva si sciolse e Pedroni rimase da solo a imparare le tecniche di ricerca. Ma chi era Felice Pedroni? Leggi il resto

Buffalo Bill in Italia

A cura di Lorenzo Barruscotto

Tutti conoscono il nome di Buffalo Bill, perfino chi non è esperto o appassionato di West lo ha sentito nominare e lo identifica come una delle principali figure emblematiche dell’epopea della Frontiera.
Forse però non tutti sanno che il suo Wild West Show, nato nel 1883, uno spettacolo di rappresentazioni western dove si potevano ammirare cowboys che domavano cavalli selvaggi, indiani che assalivano diligenze, ricostruzioni di battaglie e tanto altro, è anche sbarcato in Europa, nel Vecchio Mondo, toccando numerose tappe e diversi Paesi, tra cui anche l’Italia.
Furono non poche le città della Penisola ad essere colpite dalla “febbre del West” e se ne hanno documentazioni grazie a giornali locali dell’epoca, fotografie, manifesti nonché dichiarazioni riportate da spettatori e testimoni. Leggi il resto

Sei soldati italiani sui sentieri di Custer

A cura di Cesare Fiumi

Si chiamavano Martini, Di Rudio, Vinatieri, Lombardi, Casella e Devoto. Sopravvissero tutti alla battaglia di Little Big Horn e tra loro c’era anche un conte. “Dove va il Reggimento? Verso l’Inferno o verso la Gloria, dipende dai punti di vista”… Quando George Armstrong Custer pronuncia la storica frase uscendo da Fort Lincoln, ha il viso di Errol Flynn e una sceneggiatura gonfia di eroismo. Siamo alla vigilia della battaglia del Little Big Horn, lo scontro più discusso del West, e in qualche modo il Custer del regista Raoul Walsh doveva mostrarsi all’altezza, anche letteraria, di Toro Seduto, che quel mattino del 25 giugno 1876, rivolto ai guerrieri suoi e di Cavallo Pazzo, aveva ripetuto – lui, per davvero – la famosa frase: “Oggi è un buon giorno per morire”. Leggi il resto

Balla coi Sioux: Beltrami, un italiano alle sorgenti del Mississippi

A cura di Giuseppe Culicchia
«I Sioux sul piede di guerra», titolavano i giornali pochi mesi fa, riferendosi naturalmente non al 140° anniversario della battaglia di Little Big Horn ma alla lotta dei nativi americani – o per meglio dire di quel che ne resta oggi – contro il progetto della Energy Transfer Crude Oil, la compagnia responsabile del progetto dell’oleodotto destinato ad attraversare il North Dakota. Ma nel momento in cui alla parola Sioux tutti noi cresciuti coi film di John Ford pensiamo appunto a Toro Seduto, al generale – in realtà tenente-colonnello – George Armstrong Custer e all’ultima battaglia del suo Settimo Cavalleria, ricordandoci che il trombettiere di quello squadrone era l’italiano Giovanni John Martini, unico sopravvissuto perché mandato a chiedere rinforzi, non sappiamo che un altro italiano ebbe coi Sioux tutt’altro tipo di esperienze. Si chiamava Giacomo Costantino Beltrami, nato nel 1779 a Bergamo, magistrato, scrittore, carbonaro, massone iscritto al Grande Oriente d’Italia, nonché soldato agli ordini di Napoleone e quindi esule al tempo della Restaurazione. Leggi il resto

Gli italiani alla conquista del West

La bella copertina del libro di Grassia
Ancora west nelle nostre librerie! Un nuovo libro è appena sbarcato nei negozi e online nelle ormai consuete edizioni cartacea e digitale. Stavolta l’argomento è di quelli succulenti per noi abitanti dello stivale più famoso del mondo… Un argomento di cui noi di Farwest.it siamo particolarmente attenti promotori e divulgatori: gli italiani nel west.
Ma quanti erano? Che cosa facevano? Perché si trovavano lì? I quesiti intorno al nodo ben rappresentato dal titolo di questo libro possono essere tanti e il bravo Luigi Grassia, autore del volume, ha provato a fornire una risposta più precisa e attendibile possibile, oltre che un quadro storico veramente interessante e variegato.
D’altra parte l’incipit è ampiamente provocatorio: L’America? L’abbiamo inventata noi italiani, e non solo con Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci. Leggi il resto

Gli Italiani nella guerra civile americana

A cura di Emanuele Cassani di Associazione Lupo della Steppa

Gli italiani parteciparono alla guerra civile americana in entrambi gli schieramenti. Entrambi si ispirarono a Garibaldi.
All’inizio della guerra civile americana, si calcola che circa 11.000 americani avevano dichiarato di essere nati in Italia.
La maggior parte erano sbarcati a New York per congiungersi con i numerosi connazionali. Lì avevano le loro scuole e i loro giornali. Leggi il resto

Truppe italiane nella Guerra Civile Americana

A cura di Pietro Costantini

L’origine della presenza di numerosi soldati del disciolto Esercito delle Due Sicilie nelle file confederate è riconducibile alla relazione tra Chatham Roberdeau Wheat e Giuseppe Garibaldi.
Il primo, un ex-capitano dello US Army e avventuriero, originario della Virginia, aveva conosciuto Garibaldi a New York nel 1850. Dieci anni dopo aveva partecipato alla campagna per l’unificazione italiana, con azioni militari come le battaglie del Volturno e del Garigliano, e l’assedio di Capua, col grado di generale conferitogli da Garibaldi; qui era stato raggiunto dalle notizie riguardanti l’imminente conflitto civile nella madrepatria. Il reclutamento iniziò con l’arrivo a Napoli di Roberdeau Wheat il 14 ottobre 1860 a bordo della nave “Emperor”, assieme ai 650 uomini della legione britannica.
Nell’esercito confederato.
Il Gen. Wheat aveva come aiutante il Capitano Bradford Smith Hoskiss, veterano dell’esercito britannico. Alla notizia dell’elezione di Lincoln a presidente negli Stati Uniti, Wheat, come sostenitore dell’altro candidato Breckinridge, era cosciente che se fosse avvenuta la secessione degli Stati del Sud, come preannunziata, la guerra civile sarebbe divenuta una concreta possibilità. Leggi il resto

La Guerra Civile di Luigi Palma di Cesnola

A cura di Sergio Mura

Il conte Luigi Palma di Cesnola nacque a Rivarolo Canavese nel 1832. Nel corso della sua vita si conquistò una buona fama di archeologo, ma è noto anche per essere stato ufficiale dell’esercito sardo. A noi appassionati di storia del west interessa particolarmente quello spicchio della sua vita spesa nei campi della Guerra Civile Americana. Luigi era figlio del conte Maurizio, noto carbonaro, morto in esilio nel 1852. La sua vita fu particolarmente intensa ed e ricca di sorpresa, ma significativo è che appena sedicenne andò volontario a combattere per la prima guerra d’indipendenza nelle campagne risorgimentali del 1848-1849. Fu allievo della scuola militare di Cherasco dove raggiunse il grado di capitano. Nel 1860 decise di dare una svolta alla sua vita e, ventottenne, lasciato l’esercito, decise di emigrare in America in cerca di fortuna. Arrivato a New York, Luigi Palma di Cesnola conobbe un periodo di difficile esistenza, vissuto in grande povertà e arrabattandosi come meglio poteva facendo lezioni private di italiano e francese. Leggi il resto

Enrico Tonti, emigrato italiano, esploratore francese

A cura di Pietro Costantini

Enrico Tonti
Enrico Tonti è un personaggio quasi sconosciuto in Italia. Eppure fu uno dei più importanti pionieri del Nord America, a cavallo dei secoli XVII e XVIII. Nacque nel 1649 o 1650 a Gaeta (anche se alcuni lo dicono nato in Francia). Era figlio di Lorenzo Tonti, banchiere e governatore di Gaeta, uomo di fiducia del principe romano Ludovisi e cospiratore con lo stesso contro il regno di Napoli, governato dal duca d’Arcos, vicerè di Spagna. Dopo il fallimento della conseguente rivolta popolare, guidata da Masaniello, Lorenzo Tonti si rifugiò (intorno agli anni dal 1647 al 1650) presso il cardinale Mazzarino in Francia, ove ricevette un titolo nobiliare ed un prestigioso incarico di alta finanza.
Purtroppo, forse per il fallimento di un suo progetto precursore delle assicurazioni sulla vita, finì in carcere alla Bastiglia nel 1669, e ne uscì dopo otto anni.
Morì in miseria a Parigi nel 1695. Leggi il resto