La Guerra delle Black Hills del 1876-1877

A cura di Massimo Bencivenga

Con la Grande Guerra Sioux del 1876, nota anche come guerra per le Black Hills, si va ad intendere una serie di battaglie e negoziazioni occorse tra il 1876 ed il 1877 che coinvolsero i Sioux Lakota e i Cheyenne settentrionali contro gli Stati Uniti d’America.
Da quelle parti, una prima guerra tra Governo e Nativi si era già conclusa con il trattato di Fort Laramie (1868) che trasformò una parte del territorio Lakota in grande riserva Sioux, istituendo altresì un ampio “territorio non ceduto” in Wyoming e Montana, il Powder River Country, come territorio di caccia Cheyenne e Lakota, con restrizioni d’accesso a tutti i non nativi, eccezion fatta per gli ufficiali governativi. Leggi il resto

Il maggiore Frank North e gli scout Pawnee

A cura di Giacomo Ferrari


Frank North con il battaglione di scout Pawnee
Lo scrittore Addison E. Sheldon, nel suo libro “History and Stories of Nebraska”, scrive: “Noi pionieri del Nebraska abbiamo un grande debito di gratitudine verso gli scout Pawnee e il loro grande capo bianco, il maggiore Frank J. North. Nelle guerre indiane contro i Sioux e contro i Cheyenne sulla frontiera del Nebraska, dal 1864 al 1877, questi valorosi indiani, con il loro coraggio e la loro vigilanza, hanno difeso la nostra frontiera salvando la vita di centinaia di coloni”. Leggi il resto

Coda Chiazzata (Spotted Tail)

A cura di Cesare Bartoccioni

Coda Chiazzata
Destinato alla grandezza e ad una morte prematura, Spotted Tail (Coda Maculata), il Gran Capo dei Sioux Brulé (1), nacque nel 1823 sul White River nel Sud Dakota.
Sua sorella era la madre di Cavallo Pazzo, ed egli era cugino di primo grado di Conquering Bear (Orso Conquistatore), l’uomo nominato dal Governo degli Stati Uniti capo della tribù di Fort Laramie nel 1851.
Spotted Tail non era un capo ereditario ma aveva ricevuto tale riconoscimento in base alla sua abilità e carattere.
Il nome di Spotted Tail in lingua Sioux è Sinte-Galeska. Nel 1942 suo nipote, Stephen, raccontò la storia di come ricevette quell’insolito nome: “Da giovane stava cacciando lungo dei fiumi ed incontrò alcuni trappers bianchi. un procione e gli mostrò la coda dell’orso lavatore che aveva macchie nere ad anello, e gli mise il nome da tale coda chiamandolo Coda Maculata”. Leggi il resto

Nuvola Rossa (Red Cloud), capo dei Sioux

Nuvola Rossa, in virtù dei successi ottenuti in vari drammatici scontri con l’avanzata americana verso ovest, conquistò un posto di assoluto primo piano tra i capi Lakota del XIX secolo.
Sebbene i dettagli del suo primo periodo di vita ci siano sconosciuti, sappiamo che Nuvola Rossa nacque vicino alla biforcazione del Platte River, in prossimità di ciò che oggi è il North Platte, nel Nebraska.
Sua madre era una donna Oglala e suo padre, che morì quando Nuvola Rossa era giovinetto, era un Brulè.
Nuvola Rossa fu allevato nella tenda dello zio materno, il capo Vecchio Fumo (Smoke).
Gran parte della giovinezza di Nuvola Rossa trascorse facendo la guerra in special modo contro gli odiato vicini Crow e Pawnee, talvolta anche contro altri Oglala. Leggi il resto

I Wagluhe, Oglala che i bianchi chiamavano progrediti

A cura di Sergio Mura

Capo Vecchio Fumo
I Wagluhe, della grande famiglia dei Sioux Oglala, erano apprezzati e conosciuti dai bianchi fin da poco tempo dopo il “contatto” in quanto venivano ritenuti “progrediti” rispetto agli altri Sioux del loro raggruppamento. Questo perché effettivamente, dopo aver conosciuto la potenza dell’uomo bianco e dei soldati in particolare, avevano ricercato una via di pace e avevano cercato di apprendere il più possibile dai bianchi.
La gente Wagluhe era una delle sette tribù che componevano il raggruppamento d Lakota Oglala all’interno della grande famiglia dei Sioux. La tribù Wagluhe è nota anche come “Banda dei Mocassini”.
Gli Oglala erano divisi in sette distinte tribù che si incontravano e condividevano la lingua e gran parte di usi e costumi: Wagluhe, Ite Sica, Oyukpe, Wazaza, Tapisleca, Payabaya e Kiyaksa. Leggi il resto

Guerrieri Lakota

A cura di Isabella Squillari e Giuseppe santini

“Quando i guerrieri scoprirono un grande villaggio di tepee nei pressi di una piccola insenatura nella zona delle Grandi Pianure…” Inizia così il racconto, frutto di lontani ricordi, di uno degli uomini che partecipò all’azione guerresca che segue “…era in corso una grande danza e al centro dello spazio dove si svolgeva la cerimonia, si ergeva un piccolo palo sul quale sventolava una bandiera indiana”. All’uomo balenò nella mente un piano. Lui insieme ad alcuni compagni ben addestrati si sarebbero staccati dal gruppo principale e avrebbero attaccato di sorpresa gli abitanti del villaggio. Essi avrebbero caricato a cavallo, attraversando “quella porzione di villaggio che era la più lontana dal raduno dei danzatori” e avrebbero fatto qualsiasi cosa fosse stata necessaria per aggiudicarsi l’onore di conquistare il vessillo nemico. Leggi il resto