I molti miti da sfatare sulla battaglia di Little Big Horn
A cura di Renato Ruggeri
Al riguardo della grande battaglia svoltasi al Little Big Horn tra il 7° Cavalleria e la coalizione di indiani comprendente, tra gli altri, Sioux, Cheyenne e Arapaho, si sono dette e scritte molte cose. All’inizio, al tempo della battaglia, la stampa difettava di informazioni di prima mano e, comunque, viziava i resoconti con un’incredibile farcitura di emozioni e luoghi comuni. In seguito non sono stati fatti grandissimi passi avanti, se non abbastanza recentemente con un fitto intreccio di archeologia, studio delle fonti e il semplice ragionamento storico.
In tal senso, possiamo oggi ragionare in maniera abbastanza originale sugli eventi del Little Big Horn e della disfatta di Custer, arrivando a scalfire alcune certezze che hanno accompagnato gli ultimi 120 anni.
Di seguito vi proponiamo un articolo che è un misto di un saggio del notissimo storico Gregory Michno e di una lunga e articolata discussione portata avanti nel nostro forum ed elaborata da Renato Ruggeri.
Ai 10 miti da sfatare di cui si è iniziato a discutere, ne sono stati aggiunti degli altri, tutti interessantissimi.
Custer e tutti i suoi uomini furono uccisi
Il 7° Cavalleria contava, il 25 Giugno 1876, di 31 ufficiali, 586 soldati, 33 scout indiani e 20 civili. Non tutti morirono. Quando il fumo si diradò, 262 erano morti e 68 feriti, 6 dei quali perirono più tardi per le ferite riportate. Il battaglione di Custer, composto dalle compagnie C, E, F, I ed L, fu spazzato via, mentre la maggior parte delle altre compagnie, sotto il comando di Reno e Benteen, sopravvisse.

Gli attimi finali della battaglia
Su questo primo mito vi è poco da aggiungere. Il 7° non fu distrutto nella battaglia e buona parte dei suoi uomini scampò all’eccidio.
Custer disobbedì agli ordini
Molti nemici di Custer insistono sul fatto che violò gli ordini del Brigadiere Generale Alfred Terry. Dobbiamo solo leggere le istruzioni scritte per chiarire la situazione.
Terry scrisse di avere “così tanta fiducia nel suo zelo, abilità e energia da non imporgli ordini che avrebbero potuto ostacolare l’azione in vicinanza del nemico“.
Oltre agli ordini scritti, Terry entrò nella tenda di Custer prima che partisse per la marcia finale e gli disse “usa solo il tuo giudizio e fai quello che ritieni più giusto se incontrerai il sentiero“.
Custer, dunque, sembrerebbe non aver disobbedito agli ordini.
Il 2 Luglio, dopo la sconfitta, Terry dichiarò che Custer aveva attaccato troppo presto e aggiunse che ”se l’attacco fosse stato rimandato, non ho alcun dubbio che avremmo vinto”.
Ma ciò non corrisponde necessariamente a verità.
Il piano di Terry prevedeva una manovra a tenaglia. Il reggimento di Custer, la “Dakota Column”, più mobile e numerosa, avrebbe dovuto dirigersi a Sud, lungo il fiume Rosebud, e poi a ovest verso il Little Big Horn dove si pensava fossero gli ostili e colpirli.
La forza di Gibbon, la “Montana Column”, meno mobile (vi erano alcuni reparti di fanteria) e numerosa, avrebbe dovuto bloccare la fuga degli Indiani a nord. L’incudine e il martello. Agire in colonne separate e indipendenti era una tattica standard nella guerriglia contro gli indiani delle pianure. Ogni colonna era abbastanza forte da poter combattere gli indiani che venivano stranamente chiamati “ostili”, quando li avessero incontrati.
Ma la posizione del campo di Toro Seduto non era conosciuta ed era impossibile predeterminare un attacco simultaneo di due forze separate che stavano operando in un territorio impervio e mai praticato prima. Il piano, quindi, era flessibile, tanto che Terry, il 21 Giugno, scrisse a Sheridan: ”Spero solo che una delle due colonne trovi gli Indiani”.
A Custer non venne dato alcun ordine preciso, ma egli fu lasciato libero di scegliere in base alla situazione, la qual cosa fece, con disastrosi risultati, il 25 Giugno 1876.
Custer non diede ascolto ai suoi scout
Anche usando il binocolo dal Crow’s Nest, Custer aveva problemi a vedere chiaramente il villaggio nella vallata, dato che era distante circa 15 miglia.
I suoi scout gli dissero che un grosso villaggio era lì. Custer credette loro, ma voleva aspettare un giorno in più, fino alla mattina del 26 Giugno, per attaccare. Disse a Faccia Mezzo Gialla: “Voglio aspettare fino a quando arriva il buio.poi marceremo“. Lo scout Crow replicò: “Questi Sioux hanno visto il fuoco del nostro campo” e perciò suggerì di attaccare subito.
Custer voleva ancora aspettare. Un altro Crow ,White Man Runs Him, disse: “Il piano non è buono, i Sioux hanno già localizzato i tuoi soldati”. Stella Rossa, un Arikara, era concorde con il Crow e ritenne che Custer dovesse attaccare quel giorno e catturare i cavalli dei Lakota. Poco tempo dopo i soldati scoprirono degli indiani che stavano rovistando in alcune provviste che erano cadute sul sentiero. Custer pensò di conseguenza che i suoi scout avessero ragione, seguì i loro consigli e attaccò immediatamente.
Custer, dunque, diede ascolto agli scout.

In visita al Crow’s Nest anni dopo la battaglia
Quella che segue è una versione che ci sembra plausibile su ciò che accadde sul Crow’s Nest, il quale era un punto panoramico da cui si poteva scrutare l’intera vallata.
La sera del 24 Giugno Custer decide di inviare alcuni uomini a Crow’s Nest. Vi arrivano tra le 2 e le 3. Molti dei cavalieri, esausti, si mettono a dormire, ma due scout Crow, Hairy Moccasin e White Man Runs Him, si arrampicano sul punto più alto. Nella prima pallida luce, i due uomini studiano con attenzione la vallata. A nord-ovest vedono quella che sembra una vasta zona di erba bruciata. E’ la grande mandria di cavalli degli ostili. Vedono poi il fumo dei primi fuochi mattutini.
I due Crow svegliano gli Arikara e, subito dopo, il Tenente Charles Varnum. Al sorgere del sole (4.15 circa) l’intero gruppo si ritrova a scrutare l’orizzonte in cerca del campo nemico. Varnum non riesce a vedere la mandria, dato che ha gli occhi infiammati dalla mancanza di sonno, dalla polvere e dal sole. ”Guarda come fossero vermi che strisciano nell’erba” gli suggerisce un Arikara.
Alle 5 gli uomini del Crow’s Nest vedono il fumo alzarsi nella direzione opposta, distante circa otto miglia dall’accampamento dei soldati. Varnum scrive una nota che consegna a Forked Horn. Il vecchio Indiano invia Stella Rossa e Toro da Custer con il messaggio.
Subito dopo gli uomini vedono, a circa un miglio di distanza, due Sioux che si muovono verso l’accampamento dei soldati. Varnum, Charley Reynolds, Boyer e 2 scout Crow cercano di intercettarli, ma falliscono. Vedono, però, altri sette Sioux che si dirigono a est, verso Custer. Gli indiani scompaiono abbastanza rapidamente dalla vista. Varnum però crede che siano andati a allertare il villaggio. Sono in realtà Oglala in cerca di cavalli rubati che stanno facendo ritorno all’agenzia di Nuvola Rossa.
White Man Runs Him
Custer intanto legge il messaggio e lascia il campo con l’interprete Frank Gerard, Coltello Insanguinato e tre Arikara, Bob-Tailed Bull, Stella Rossa e Little Brave e raggiunge il Crow’s Nest circa alle 9. Salgono in cima, ma Custer non vede nulla, malgrado Boyer gli assicuri che nella vallata ci siano più indiani di quanti ne abbia visti in tutta la vita. Gerard dice di vedere la mandria, una larga macchia scura. Custer decide dunque di credere agli scout, ma pensa che il campo non sia stato allertato. Ma White Man Runs Him lo contraddice: “I Sioux ci hanno scoperto, sono buoni scout, hanno visto il fumo del nostro accampamento“. Custer risponde arrabbiato: “Ti dico un’altra volta che non ci hanno visto; voglio aspettare fino a quando sarà buio e poi marceremo“. Vuole colpire il villaggio all’alba del 26 con la stessa tattica del Washita, ma gli scout sono contrari.
Alle 10 Custer, Varnum e il gruppo lasciano Crow’s Nest. Nel frattempo una banda di Northern Cheyenne (guidata da Piccolo Lupo) che si sta recando al campo di Toro seduto per cacciare, trova alcune provviste cadute lungo il sentiero, ha una breve scaramuccia con i soldati e fugge, ma arriverà al campo in ritardo per dare l’allarme.
A questo punto Custer decide di attaccare, pensando che gli Indiani sarebbero fuggiti. La decisione fu dettata da circostanze improvvise e non da un piano prestabilito e i consigli degli scout contribuirono a determinarla.
Il villaggio era immenso
Tradizionalmente il villaggio sul Little Big Horn è stato dipinto come il più grande che si sia mai visto nel West. Un villaggio che fu descritto come lungo 6 miglia e largo 1 miglio. In realtà era lungo un miglio e mezzo e largo un quarto di miglio. Conteneva circa 1.200 tende e, forse, 2.000 guerrieri. Custer non fu un pazzo ad attaccare anche se è innegabile che fece un azzardo.
Gli indiani stessi ci hanno aiutato a comprendere e valutare l’ampiezza del villaggio. Pretty White Buffalo disse che i campi dei Cheyenne e dei Sans Arc era all’estremità inferiore del villaggio, di fronte al Medicine Tail Crossing. Two Moon raccontò che il villaggio si estendeva dal campo Hunkpapa a Shoulder Blade Creek fino al campo Cheyenne a Medicine Tail. Per Wooden Leg, il campo Cheyenne era un po’ più a monte e di fronte a Medicine Tail Coule, e dall’altra parte vi era il campo Hunkpapa, appena a nord-est della presente Garry Owen Station. Un soldato di nome Wolf disegnò il campo con il suo limite a nord di fronte a Medicine Tail. La mappa di Fears Nothing mostra l’intero villaggio da Medicine Tail, a Nord, a Shoulder Blade Creek a Sud. Standing Bear e Flying Hawk disegnarono mappe che mostravano il limite nord del campo a sud del Medicine Tail Creek.
Gli Indiani ci indicano anche che il campo era lungo, al massimo, un miglio e mezzo. Era un grande villaggio, ma non era lungo diverse miglia e in base a classiche considerazioni dell’esercito americano sul comportamento degli indiani, non sembrava inconquistabile.

Il villaggio indiano era molto grande e fitto di tende
Il villaggio sul Little Big Horn conteneva, probabilmente, circa 2.000 guerrieri in età da combattimento e 8.000 persone non combattenti. Vi erano al suo interno tutte le tribù Lakota, alcune Nakota e Dakota e un centinaio di tende degli Cheyenne Settentrionali.
I loro leaders erano Strada Grande, Cavallo Pazzo e Capo Coltello per gli Oglala, Toro Seduto, Re Corvo, Gall e Pioggia In Faccia per gli Hunkpapa, Hollow Horn Bear e Piccolo Falco per i Brulè, Lame Deer, Hump e White Bull per I Miniconjou, Spotted Eagle e Red Bear per i Sans Arc, Runs the Enemy dei Two Kettles, Scabby Head e Kill Eagle dei Blackfeet.

Il grande villaggio
I capi Cheyenne erano Two Moons, Old Bear, Ice Bear, Brave Wolf e Lame White Man, un valoroso Cheyenne Meridionale che era vissuto per lungo tempo con i suoi fratelli settentrionali.
Toro seduto preparò una trappola
E’ stato detto che gli indiani sapevano che Custer stava arrivando e gli tesero una trappola. Ciò non sembra corrispondere a verità. Pretty White Buffalo disse che nessuno si aspettava un attacco. “Ho visto il mio popolo prepararsi per la battaglia molte volte e questo è quello che so, i Sioux, quella mattina, non pensavano di combattere“.
Toro Seduto
Moving Robe stava scavando rape selvatiche con altre donne ad alcune miglia dal campo quando osservò una nuvola di polvere oltre le colline a est. Vide un guerriero a cavallo che si avvicinava gridando che i soldati erano lontani solo poche miglia e che le donne, i bambini e gli anziani dovevano raggiungere le colline nella direzione opposta. Antelope Woman stava lavandosi nell’acqua come molti altri. Gli uomini, le donne e i bambini erano nell’acqua e non si aspettavano una battaglia. Molti stavano giocando o pescando lungo la riva.
Low Dog disse che il sole era circa a mezzogiorno e stava ancora dormendo nella sua tenda quando fu svegliato dalle grida dei soldati, ma pensò fosse un falso allarme. “Non pensavo fosse possibile che i bianchi ci attaccassero“.
Dopo colazione, White Bull lasciò la sua tenda e andò a prendersi cura dei cavalli, senza pensare a un pericolo imminente. Quando sentì un grido d’allarme, salì su una collina e vide i soldati che si avvicinavano. Saltò sul cavallo migliore e ricondusse i pony al villaggio.
Wooden Leg era stato a una danza la notte prima e dormì fino a tardi quella mattina. Insieme al fratello Yellow Hair andò al fiume e trovò molti indiani che sguazzavano nell’acqua. I due si sdraiarono sotto l’ombra di un albero e si appisolarono. Subito dopo un anziano arrivò e gridò: “I soldati sono qui, giovani andate a combatterli“.
Pioggia In Faccia ammise che i soldati arrivarono nella valle senza che ci fosse un allarme. “Fu una sorpresa“, disse.
Toro Seduto, il capo che alcuni dicono che avrebbe preparato l’imboscata, si trovò in mezzo alla confusione. Quando i soldati attaccarono,l a sua giovane moglie, Four Robes, fu così spaventata che afferrò uno solo dei due gemelli e corse verso le colline. Quando le chiesero dove fosse il secondo bambino realizzò che l’aveva lasciato indietro e corse alla tenda per recuperarlo. In seguito il bambino fu chiamato “Colui che venne abbandonato”.
E’ chiaro, stando alle reazioni indiane, che Custer sorprese il campo. Non ci fu un’imboscata. L’avvicinamento al campo fu coronato dal successo. Pur attaccando in pieno giorno, sorprese il villaggio.
Anche su questo punto c’è poco da aggiungere, Gall ebbe due mogli e tre figli uccisi nelle prime fasi della battaglia, a riprova della completa sorpresa in cui vennero colti gli Indiani.
La tattica di Custer era sbagliata
E’ stato detto che Custer, stupidamente, divise la sua forza e lasciò che il reggimento venisse sconfitto in parti separate. Ma inviare una parte delle forze a impegnare il nemico di fronte e mandarne un’altra parte a circondare il fianco, è una tattica standard degli eserciti.
Mentre Reno attaccava il lato sud del villaggio, Custer marciò a nord, sul fianco, lungo i crinali del fiume. Gli indiani, dopo la sorpresa iniziale, contrattaccarono Reno e lo inseguirono sulla riva est.
Quando si arrampicarono sul crinale ebbero un’altra sorpresa. Custer era già oltre loro, un miglio e mezzo a nord, più vicino al villaggio degli stessi Indiani.

Spedizione del 1874 nelle Black Hills
White Bull salì sul crinale e vide qualcosa di molto importante e disse: “Mentre eravamo in piedi sulla collina, vedemmo un’altra truppa muoversi da est verso nord, dove il villaggio si stava muovendo“.
One Bull trovò un posto vantaggioso sulle colline e vide molte truppe che venivano da sud, guidando quello che sembrava un treno di muli. Ma un problema più grande erano le truppe a nord. I soldati erano oltre gli indiani e stavano dirigendosi verso l’altro lato del campo.
American Horse era nella valle quando i superstiti di Reno scalavano la collina. Quando tornò verso il fiume sentì una voce che diceva che altre giacche azzurre stavano muovendosi per attaccare il villaggio più in basso, il popolo stesso di American Horse. Voltò subito il cavallo e si diresse a nord.
Runs the Enemy notò due indiani che agitavano coperte sul crinale a est. Li sentì chiaramente gridare che i soldati stavano venendo e stavano per catturare le donne e i bambini. Continuò sulla cresta ed ebbe una visione scioccante. Quando guardò lungo la linea delle colline, i soldati sembravano riempire un’intera collina. “Sembrava fossero migliaia e che noi saremmo stati sicuramente sconfitti.”
Short Bull era impegnato a scacciare Reno dalla valle. Non aveva notato Custer fino a quando arrivò Cavallo Pazzo.
“Troppo tardi, hai perso lo scontro!“, gli disse Short Bull.
“Mi spiace di aver perso questo scontro“, rise Cavallo Pazzo, “ma un buon combattimento si sta preparando sulle colline.”
Short Bull guardò dove indicava Cavallo Pazzo. Vide per la prima volta Custer. “Mi sembravano un milione“, disse.
“La battaglia più grossa deve ancora cominciare, e non la perderemo!“, disse Cavallo Pazzo.
Molti Indiani che inseguivano Reno sulle colline realizzarono che vi erano già altri soldati a nord, tra il villaggio e i guerrieri. Lungo il crinale sopra Medicine Tail Coulee, lontano meno di due miglia, vi era il battaglione di Custer. Fu uno shock! Custer li aveva sorpresi non una, ma due volte. La sua tattica stava facendo il suo dovere.
Questo è forse il punto più controverso.
Per molte persone il mito potrebbe essere quello opposto, la tattica di Custer fu giusta.
Maggiore Marcus Reno
Nel corso dei decenni, molti sono gli errori che gli storici hanno attribuito al Generale. Aver diviso, per esempio, il suo reggimento. A Reno furono affidate tre compagnie e la maggior parte degli scout (175 uomini), a Benteen tre compagnie (125 uomini). Una compagnia e 6 uomini da ciascuna delle altre (circa 135 uomini) furono assegnati alla protezione del convoglio dei rifornimenti e a compiti di retroguardia, mentre Custer tenne sotto il suo comando solo 5 compagnie, circa 210 uomini. Benteen fu poi inviato a sinistra della forza principale, in una manovra che lo allontanò da Custer di diverse miglia e lo fece diventare una forza di riserva.
La stessa scelta dei 2 ufficiali non si rivelò particolarmente azzeccata. Reno fu in stato d’ebbrezza per quasi tutto il corso della battaglia e Benteen si rifiutò di obbedire al famoso messaggio “Come on. Big village. Be quick. Bring packs”.
Una volta arrivato a Weir Point, Custer divise ulteriormente le sue compagnie, una fu inviata al fiume, altre 3 furono dislocate sulla Calhoun Hill e disperse su una vasta area e questo frazionamento fu, probabilmente, un vantaggio per gli indiani.
Inoltre sorprendere anche 2 volte il nemico non è garanzia di vittoria. Custer poteva vincere e fu abbandonato o sbagliò tattica e condannò a morte i suoi uomini? Sono interrogativi e dilemmi che dureranno ancora per molto.
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