Le lettere di George A. Custer dal territorio Sioux

A cura di Carla Marchetti


Custer venne inviato nel cuore del territorio dei Sioux per ben due volte, in occasione di altrettante missioni, entrambe abbastanza importanti. La prima, nel 1874, alla guida di una spedizione scientifica che si prefiggeva di tracciare la mappa di quei posti allora completamente sconosciuti alla quasi totalità dei bianchi e di verificare la voce circolante secondo la quale c’era l’oro nelle Black Hills, le colline sacre dei pellerossa.
La seconda, nel 1876, come parte di una grossa armata e per cercare e combattere le bande di Sioux che allora si riconoscevano in Toro Seduto, Cavallo Pazzo e altri capi di guerra che non intendevano sottomettersi all’uomo bianco cedendo le proprie terre e andando a rinchiudersi in una riserva, rinunciando per sempre alla propria cultura.
Dalle lettere di Custer scopriamo tante importanti cose che nei libri di storia vengono regolarmente trascurate e compresse all’interno di periodi sempre troppo vasti e sintetizzati al massimo; scopriamo la vita di tutti i giorni dei soldati e ufficiali americani, in guerra in un territorio sconosciuto eppure bellissimo; respiriamo le loro paure e le loro sensazioni, le difficoltà di tutti i giorni.


La spedizione di Custer del 1874

LE LETTERE DELLA SPEDIZIONE DEL 1874

Tredici miglia da Fort Lincoln, 3 luglio 1874.
Ieri è stata una dura giornata sui treni. Le piogge recenti avevano reso la terra così molle che i vagoni, appesantiti dal carico, affondavano nella melma fino all’asse delle ruote, e invece di raggiungere il campo per mezzogiorno, un battaglione non è arrivato che a notte. Ma abbiamo fatto un’ottima cena, e tutti ci sentivamo bene stamattina. Ho deciso di partire più tardi oggi, per permettere ai muli di pascolare. Ti mando per mezzo del portatore un giovane chiurlo, come compagno di gioco per l’oca selvatica. Se sopravvive, sarà meglio spuntargli le ali. Il suo cibo preferito sono le cavallette. La nostra mensa è un vero successo. Ieri sera, nonostante avessimo raggiunto il campo a un’ora tarda, Johnson, il nostro nuovo cuoco di colore, ci ha preparato biscotti caldi e stamattina abbiamo avuto dolci caldi e biscotti. Non arriveremo a più di venti o venticinque miglia dalla postazione stasera. Gli uomini sono già in piedi pronti e mi aspettano per smontare le tende, quindi ti devo salutare.

Prospect Valley, Dakota. Venti miglia dal confine del Montana, 15 luglio.
Facciamo una sosta di un giorno in questo posto delizioso, per far riposare gli animali e dare agli uomini la possibilità di lavarsi i vestiti. Comincerò col dire che tutto è ed è stato perfettamente soddisfacente. Tutti quanti – ufficiali, uomini e civili – sono nelle migliori condizioni di corpo e spirito. Abbiamo marciato attraverso un paese estremamente interessante. Ci troviamo ora nella più bella vallata che abbiamo visto finora e ci siamo accampati sulle rive di un piccolo affluente del Little Missouri, più o meno a cinque miglia da quel fiume. Questo posto ci è sembrato talmente bello quando lo abbiamo visto la prima volta che ho istruito l’ufficiale ingegnere, che sta disegnando la carta della regione, di chiamarlo Prospect Valley (Valle Panoramica). Tre giorni fa abbiamo raggiunto la caverna di cui ci aveva parlato, prima della partenza, l’Indiano soprannominato “Oca”. E’ risultata essere profonda circa quindici metri, e come ci aveva descritto, le pareti e il soffitto sono coperti di iscrizioni e disegni. Ci sono anche impronte di mani e piedi sulla roccia. Penso che sia opera di Indiani di tempi remoti, benché non riesca a spiegarmi in modo soddisfacente perché vi si trovino disegni di navi. “Bos” (il fratello minore), benché questa sia la sua prima spedizione. si comporta come se fosse cresciuto in queste pianure. Uno degli ufficiali dice che ‘deve avercelo nel sangue’. E’ costretto a fare tutte le esperienze dei ‘novellini’. Tutti gli fanno scherzi, ma è di umore così positivo che non lo disturbano per nulla. So che tu avresti preso le sue difese contro di noi, se lo avessi visto, tutte le sere appena raggiunto il campo, tirar fuori dalla tasca dei sassi e metterli a bagno nel suo catino per lavarsi. Glieli aveva dati Tom, che gli aveva assicurato che erano pietre spugna e che si sarebbero ammorbidite se lasciate nell’acqua per un certo tempo. Dopo alcune notti di pratica fiduciosa, gli è venuto in mente di essere stato nuovamente la vittima di una burla, e le ha tranquillamente abbandonate per terra, senza dire una sola parola. Non c’è proprio bisogno che ti affanni a prendere le armi in sua difesa, pareggerà il conto con noi alla fine. Fin dall’inizio è stato molto contento del suo mulo, e me ne parlava ripetutamente in tono lodevole. E’ un buon animale, per essere un mulo, ma, nel suo carattere, è la perseveranza a trionfare sulla rapidità. Un giorno non ho saputo resistere a sfruttare le caratteristiche della regione per giocare un tiro a “Bos”. Il territorio era ondulato e sai come sempre si ha l’impressione che, una volta raggiunta la costa della collina di fronte, si potrà sicuramente spaziare con la vista per miglia, e come si possa continuare a pensare per l’intera giornata di salite e discese che il crinale successivo finalmente spalanchi la visuale su una vasta estensione di terra. “Bos” cavalcava al mio fianco e io ho trovato una scusa per andare avanti; ho portato “Vic” al galoppo lento oltre il crinale e quando sono scomparso dall’altra parte, l’ho spronato e mi sono precipitato giù per la discesa. Quando “Bos” è riapparso, io stavo avanzando lentamente su verso il crinale successivo e ho cominciato a chiamarlo. Ha spinto il suo mulo, gli ha gridato, e muoveva le braccia e le gambe per incitarlo a un’andatura più veloce. Quando si è fatto più vicino, io sono sparito di nuovo dietro un altro crinale e ho tirato le redini di “Vic” soltanto quando sapevo che “Bos” sarebbe riapparso. Allora, quando avevo riportato il mio cavallo al passo, lo chiamo, “Com’è che non vieni avanti?” E lui, convinto che il mio cavallo avesse mantenuto per tutto il tempo la stessa andatura, non riusciva a capire come aveva fatto ad allontanarmi così rapidamente da lui. Ho continuato per un bel po’ finche non ha capito lo scherzo e sono dovuto tornare indietro a raggiungerlo e adattare il passo di “Vic” a quello del suo esausto mulo. Non abbiamo visto Indiani, né segni di Indiani dal momento in cui abbiamo lasciato Lincoln fino all’altro ieri, quando circa una ventina furono avvistati vicino alla colonna. Sono fuggiti non appena osservati. Ieri siamo arrivati al luogo dove hanno dormito. L’ufficiale della retroguardia ne ha visti circa venticinque che seguivano la nostra pista. Gli Indiani hanno lanciato segnali di fumo tutt’intorno a noi ieri pomeriggio, e alcuni di loro sono stati visti che ci osservavano quando avevamo appena raggiunto il campo, ma non c’è stata alcuna manifestazione di ostilità. Le nostre guide indiane dicono che i segnali hanno forse lo scopo di avvertire il villaggio della nostra posizione, perché si tengano lontani da noi… Ci aspettiamo di raggiungere la base delle Black Hills in circa tre giorni. Il professor Winchell e il signor Grinnel hanno scoperto ieri i resti fossili di un animale appartenente a qualche razza estinta che, in vita, doveva superare in dimensioni il più grosso degli elefanti. Sto mettendo insieme il mio zoo per quest’anno. Ho un serpente a sonagli – per Agnes (si trattava di una giovane ospite, il cui orrore per i serpenti il Generale Custer conosceva bene) – due conigli selvatici, ancora piccoli, un’aquila e quattro gufi. Avevo anche due bei tassi, ma per disgrazia sono morti soffocati.
Queste sono le prima righe che ho scritto dall’ultima lettera, cioè da quasi quindici giorni, e non puoi immaginare quanto la mia mano e il mio braccio siano già stanchi. Non ho fatto alcun tentativo di scrivere durante la marcia, il poco tempo che mi rimaneva dopo che avevamo raggiunto il campo lo lasciavo al riposo e al sonno. Il generale Sandy è molto compiaciuto del VII Cavalleria; dice che nessun reggimento regge al confronto, eccetto forse il IV. Da quando abbiamo lasciato Lincoln, nessuno ha giocato a carte e nessun ufficiale si è ubriacato. La nostra mensa è decisamente un successo gratificante. Johnson non è solo un eccellente cuoco, è anche molto veloce. Facciamo colazione alle quattro tutte le mattine. Tutti i giorni invito alcuni ufficiali a cenare con noi. Mi ricordo dei tuoi desideri e cavalco alla testa della colonna, mantenendomi dentro le linee per tutto il tempo, benché sia per me una grande rinuncia non andarmene fuori a cacciare. Mi sento proprio come una giovinetta che ama moltissimo il ballo e che si trova ad una festa elegante ma, essendo raffreddata, ha avuto dall’ansiosa madre l’assoluta proibizione di fare qualsiasi cosa a parte guardarsi intorno. Ho ricevuto gli ordini dai miei ufficiali comandanti prima di partire e ho intenzione di provare a osservare stretta obbedienza (questo riferimento all’ufficiale in capo si riferiva alla moglie, la cui autorità era solo relativa a istruzioni precauzionali che riguardavano la sua incolumità e salute. La reiterata richiesta era che non lasciasse mai la colonna da solo). …Quando siamo alla ricerca della strada a volte mi trovo un miglio o due più avanti del comando, ma ho sempre settanta o ottanta uomini con me, e da oggi ho intenzione di prendere due compagnie in più. Non intendo spingermi oltre la vista e la portata di voce della colonna principale. C’è sempre un’avanguardia, e sentinelle indiane di fronte e sui fianchi. Ho ammazzato sei antilopi alla testa del comando. Ma pensa! L’altro ieri era già passato un quinto del tempo, e quando riceverai questa lettera un terzo del tempo della nostra separazione sarà già passato. Non saremo di ritorno più tardi di quanto avevamo previsto quando abbiamo lasciato Fort Lincoln. Mentre scrivo sono circondato dai cani: “Cardigan” sta dormendo sul bordo del mio letto, “Tuck” alla testa e “Blücher” qui vicino. Non sono sicuro di poter mandare indietro altri esploratori. Questa lettera la portano due Rees (Arikara), Bull Bear e Skunk’s Head. Bloody Knife se la cava benissimo in questo viaggio. Non c’è nessun uomo nel rapporto degli ammalati in tutto il comando – un fatto che l’ufficiale medico considera senza precedenti. Domani ci muoveremo verso la vallata del Little Missouri e probabilmente seguiremo quel fiume fino all Colline Nere. Puoi avere un’idea di quanto sia bella la regione che abbiamo attraversato dal fatto che i nostri muli e le mandrie di buoi stanno effettivamente meglio da quando abbiamo lasciato Lincoln. Abbiamo viaggiato per duecento ventisette miglia e mezzo, e in linea retta siamo a centosettanta miglia da Lincoln. Devo fermarmi adesso e scrivere il mio rapporto ufficiale.

Campo presso Harney’s Peak, 2 agosto 1874.
Mi piacerebbe che tu mi potessi vedere in questo momento mentre mi appresto a scriverti. Prima di tutto devo dirti che non posso scriverti una lettera molto lunga – e non perché non avrei da dirti una montagna di cose, ma per ragioni che ti spiegherò brevemente. Di sera, dopo che abbiamo raggiunto il campo, sono troppo occupato e ho troppo lavoro da sbrigare per trovare il tempo di scrivere. Dopo cena di solito prendo una scorta e vado a esplorare un poco la strada per il giorno dopo. Quando rientro sono pronto per coricarmi in fretta nel mio comodo letto (solo la grande stanchezza e la determinazione a interpretare ogni cosa al meglio potevano averlo spinto a descrivere il suo letto come confortevole. Durante il primo giorno di marcia dal forte, un soldato distratto si era dimenticato le tre coperture che servivano a isolare il giaciglio dall’umidità in caso di pioggia. Durante tutta l’estate, a causa di questa dimenticanza, il materasso venne steso ogni notte sulla nuda terra che era irregolare e spesso bagnata). Ci svegliamo regolarmente alle tre meno un quarto, quindi è necessario andare a letto il più presto possibile. Oggi è il giorno delle lettere. Charlie Reynolds parte domattina per Fort Laramie con la posta. Voglio esplorare venticinque o trenta miglia in quella direzione, e Reynold verrà con me. Mi porto cinque compagnie. Altre due compagnie sono partite questa mattina in un’altra direzione e staranno via tre giorni; come vedi i nostri uomini sono sempre in movimento. Sarò fuori per tre giorni; il giorno successivo ci volgeremo a nord e cominceremo la nostra marcia di ritorno a casa. Non devo dimenticarmi di spiegare l’altra ragione per cui non posso mandarti la solita lettera di trenta pagine circa questa volta – una di quelle che Tom chiama i miei ‘piccoli messaggi’ per te, sono stato occupato per i miei doveri di ufficiale fino alle dieci oggi, e poi ho cominciato il mio rapporto. Sono stato interrotto tante volte che alla fine sono stato costretto a scrivere a chiare lettere “Occupato” su un foglio e appuntarlo davanti alla tenda; ho assicurato l’apertura con i legacci e mi sono chiuso dentro finché non ho terminato le ventidue pagine del mio rapporto. Manca un quarto all’una. La prima colazione è alle quattro, e “Stivali e Selle” suonerà alle cinque. Vorrei essere più dettagliato nella mia descrizione della spedizione, che è stata superiore a tutte quelle precedenti, e, in quanto a successo, ha superato tutte le più ottimistiche previsioni. Non osavo sperare di poter avere con me il mio carro, e qui mi ha seguito ovunque. Abbiamo scoperto una regione ricca e bella. Non abbiamo avuto scontri con gli Indiani e non ne avremo. Abbiamo trovato senza dubbio l’oro, e probabilmente altri metalli preziosi. Stiamo tutti bene e lo siamo stati per tutto il viaggio. Il mio rapporto, che vedrai, conterrà molto di quello che ti avrei scritto in una lettera.

3 Agosto 1874
P.S.- …Abbiamo marciato per quaranta miglia oggi, in direzione sud da Harney Peak e ora siamo accampati presso la biforcazione sud del fiume Cheyenne, circa a novanta miglia da Fort Laramie. Reynolds (l’esploratore menzionato nel capitolo XXVI. Era durante questo viaggio verso Fort Laramie, mentre portava i messaggi e la posta, che si trovò in gravi difficoltà e pericolo) sta per lasciarci. Ora ce ne stiamo tutti seduti, o distesi intorno al fuoco del campo, e scriviamo le parole conclusive delle nostre lettere…
Ti devo salutare. Ancora qualche giorno e saremo a casa, perché ci muoveremo verso nord alle cinque di mattina.

Bear Butte (Collina dell’Orso), Dakota, 15 agosto.
Anche se saremo presto a casa, devo mandarti qualche riga per mezzo del messo che porta i dispacci ufficiali. Non posso dirti quanto sono stato occupato, e quanto ho lavorato costantemente per il successo di questa spedizione. Mi sono sforzato di essere molte altre cose oltre all’ufficiale di comando – soprattutto una guida – fin da quando la spedizione è cominciata. Ora che sono entrato nelle Colline Nere e le ho attraversate, ho la soddisfazione di sapere che tutta l’impresa è stata un successo, oltre le più ottimistiche previsioni. Penso che gli ufficiali miei superiori saranno sorpresi e compiaciuti della quantità e dell’accuratezza delle nostre esplorazioni. Il fotografo che ci accompagna ha anche realizzato una serie completa di magnifiche vedute stereoscopiche dei panorami delle Colline Nere, perciò non tenterò neppure di descrivere questa bellissima regione prima di rivederla con te con l’aiuto delle fotografie. Te ne mando una che mostra come finalmente ho ammazzato un grisly dopo una caccia e una gara molto eccitante… Abbiamo costituito il drappello dei cacciatori e insieme a me nel gruppo ci sono il colonnello Ludlow, Bloody Knife, e il soldato Noonan. L’orso era alto due metri e mezzo. Ho i suoi artigli.
Gli esploratori sono sui loro ponies e aspettano la posta, e devo sbrigarmi. Sarebbe stato magnifico che tu avessi potuto vedere tutto quello che abbiamo visto quest’estate, e che avessimo potuto condividere il piacere di questa bellissima terra. Ma non importa, verrai l’estate prossima, perché tutti speriamo di ritornarci…
Non si sono più visti Indiani recentemente, ma ho intenzione di stare attento fino alla fine del viaggio


Il Generale Custer e i suoi scout

LE LETTERE DELLA SPEDIZIONE DEL 1876

Quarantasei miglia da Fort Lincoln, 20 Maggio 1876, 9.15 di sera.
E’ stato appena deciso di rimandare indietro degli esploratori a Lincoln. Partiranno da qui con la prima luce e rimarranno là trentasei ore, riportandoci i dispacci e la posta. Stiamo facendogli fare i “pappagalli” alla spedizione. Ora sta piovendo, piove da quando siamo partiti. Le strade sono paurosamente malandate. Eccoci qua sul Little Muddy dopo quattro giorni di marcia e a solo quarantasei miglia da casa. Tutti sono più o meno disgustati eccetto me, io provo il sollievo di non dover sopportare la responsabilità di questi ritardi. Gli elementi sembrano avercela con noi, ma la stagione umida e le strade cattive devono sempre essere messi in conto in questa regione nei mesi di maggio e giugno. Non abbiamo visto segni di indiani finora, e non ce ne aspettiamo ancora per qualche giorno. Sono stato molto prudente, abbastanza da soddisfarti. Non vado da nessuna parte senza portarmi dietro una scorta. Mi comporto come se gli indiani fossero sempre vicini. La mensa è abbondante. Io e Tom mangiamo cipolle fritte a colazione e a cena, e cipolle crude a pranzo! (Tom era il fratello del Generale. Tutti e due approfittarono della loro prima assenza da casa per servirsi della loro verdura preferita. Le cipolle erano permesse alla nostra tavola, ma dopo averne un po’ abusato, si trovarono messi da parte dagli altri e non ne furono lieti). Gli esploratori che avevamo lasciato a Lincoln si sono uniti a noi ieri mattina verso le 10 con la posta. Desidero che tu sappia quanto è stato bello avere le tue lettere. Me ne devi mandare ancora con gli esploratori che manderemo domani. Mentre cominciavo a scrivere questa lettera, abbiamo deciso che essi partano subito, perché so che è meglio che lascino il campo di notte; così li abbiamo mandati a sellare i cavalli immediatamente e quindi devo terminare brevemente questa lettera. Questa sera ho detto che se fossi sicuro che la spedizione non procederà nei prossimi giorni più di quanto ha fatto in quelli appena trascorsi, sarei felice di portare i dispacci a Lincoln e ritornare, soltanto per la gioia di andare a casa per poche ore.

Dal Little Missouri, 30 maggio, 10 di sera.
Mi sono deciso a sedermi, anche se sono le dieci di sera, e scriverti, nonostante abbia avuto una tremenda giornata di lavoro. Ho fatto colazione alle quattro, sono montato in sella alle cinque e da quell’ora fino alle 6 di sera ho cavalcato per cinquanta miglia attraverso una regione impervia, sconosciuta a tutti, e con solo me stesso come guida. Ci siamo fermati qui per un giorno per indagare sulla verità di certe voci che tu e tutti noi da tempo abbiamo sentito, circa il fatto che Indiani ostili si fossero radunati sulle rive del Little Missouri, con l’intenzione di darci battaglia qui. Avevo suggerito al generale Terry di mandare un forte drappello di esploratori al fiume per scoprire tutto quanto era possibile accertare. Ha lasciato il problema a me, ed io ho preso quattro compagnie di cavalleria e una parte degli esploratori, e alle cinque siamo partiti. La vallata del fiume è larga in media un miglio, ed è fiancheggiata da entrambe le parti da inattraversabili Bad Lands. Il fiume è tortuoso in modo indescrivibile. Per farla breve, abbiamo marciato per cinquanta miglia e siamo rientrati prima del buio, e abbiamo concluso al di là di ogni dubbio che tutte quelle storie su grandi contingenti di Indiani da queste parti sono semplicemente stupidaggini. Nessuno di loro è stato qui da sei mesi, neppure il più piccolo drappello di cacciatori. Abbiamo portato con noi muli da soma per trasportare il mangime per i cavalli. Quando abbiamo pranzato, tutti gli ufficiali si sono riuniti e siamo stati molto bene. Pensa, il Little Missouri è così tortuoso e le Bad Lands sono così impercorribili che in cinquanta miglia di marcia abbiamo guadato il fiume trentaquattro (34) volte. Il fondale è fatto di sabbie mobili. Molti cavalli sono caduti, spesso trascinando nell’acqua il loro cavaliere, ma eravamo tutti allegri, e tutti ridevano delle disavventure degli altri. Il generale Terry ha appena lasciato la mia tenda e quando gli detto che non era il caso che se ne andasse così presto, ha detto “Oh, ti devo lasciare perché sarai stanco e vorrai andare a letto.” Non gli ho detto che mi sarei messo a scriverti prima di dormire. Bloody Knife (Coltello Insanguinato) mi guarda sempre stupito perché non mi stanco mai e dice che nessun altro potrebbe cavalcare tutta la notte e non dormire mai. So che mi addormenterò subito non appena mi sarò coricato; ma di fatto non mi sento più affaticato di quando sono montato a cavallo stamattina. Quello che ti sto per dire, tienilo per te. But – è venuto a cercarmi l’altro giorno, e mi ha domandato di essere assegnato alla nostra postazione l’inverno prossimo. Dice che vuole far parte di una guarnigione dove gli ordini siano fatti rispettare e soprattutto desidera provare che lui è, e desidera essere, un uomo, ed è convinto che potrebbe far meglio di quanto ha fatto se fosse ai miei comandi. Dice che l’atmosfera stessa della sua postazione sembra piena di ostilità verso di lui. Ho un piano con cui credo di poter realizzare il suo trasferimento, e credo che tu approverai (Erano molto in ansia per l’ufficiale a cui si riferisce Custer, e desideravano salvarlo da se stesso, ndr). Gli esploratori ci hanno raggiunto in fretta e sono stato felice di avere le mie lettere.
… Abbiamo lasciato l’accampamento intorno alle otto. Dopo aver avanzato per qualche miglio, Tom, “Bos” ed io abbiamo preso alcuni uomini e ci siamo avviati per una strada vicina attraverso la campagna, sapendo che avremmo intercettato la colonna più avanti. E’ la seconda volta che lascio il comando principale e in entrambe le occasioni hanno perso la strada, quindi vedi che il mio “bernoccolo dell’orientamento” si rivela piuttosto utile da queste parti. Abbiamo raggiunto questo accampamento circa tre quarti d’ora dopo che avevano lasciato la colonna, ma quest’ultima si è persa e, mentre noi siamo arrivati qui alle 9, tutti gli altri non hanno raggiunto questo posto prima delle due. Quando si sono resi conto di essersi persi, gli ufficiali si sono riuniti alla testa della colonna per consultarsi e cercare di trovare la strada giusta. Oggi, mentre ero con Tom e “Bos”, abbiamo cavalcato attraverso una regione piena di collinette, dove era facile perdersi. “Bos” si è fermato per qualche istante mentre cavalcavamo giù per un dirupo, ed è smontato per togliere un sasso dal ferro del suo pony. Io lo osservavo, e ho detto a Tom, “Andiamo dietro la collina alle spalle di “Bos”, dove non può vederci e quando riprende la marcia faremo fuoco vicino a lui.” Appena ci siamo tolti di vista, tutto il gruppo ha girato al galoppo la collina alle spalle di “Bos”, e ci siamo nascosti. Tom ed io ci siamo arrampicati sulla cima e sbirciavamo attraverso le frasche senza essere visti. Di certo “Bos” ha pensato di essersi perso, dato che non riusciva vederci da nessuna parte nella direzione dove si aspettava di trovarci. Tom ed io lo osservavamo e quando cominciava ad essere veramente perplesso su dove potevamo essere finiti, io ho fatto fuoco con il mio fucile, mandando un proiettile a fischiare sopra la sua testa. Mi sono nascosto per un momento e quando ho guardato di nuovo verso di lui “Bos” stava dirigendo il cavallo verso il comando, a miglia di distanza. Ho fatto fuoco di nuovo nella sua direzione, e così ha fatto Tom, e “Bos” via, scappava attraverso la pianura, sicuramente convinto che i Sioux lo stessero inseguendo. Tom ed io siamo montati a cavallo e presto lo abbiamo superato. Dovrà sentir parlare di questa storia ancora per un bel po’. Oggi Charlie Reynolds ha ucciso due pecore con le corna e mi ha dato la più bella delle due teste. Ce l’ho nella tenda ora e spero di poterla conservare, anche se non ho con me le polveri per imbalsamare. Mi diverto soprattutto con “Bos” e Tom. Pranziamo insieme tutti i giorni… Ho deciso che quando parto per spedizioni come questa tu devi venire con me. Probabilmente ce l’avresti fatta…

Fiume Powder, circa venti miglia dalla foce, 9 giugno, 1876
… Ci troviamo ora in una regione che non era mai stata visitata prima da uomini bianchi. Reynolds, che era al comando, l’altro giorno si è perso e il Generale Terry non sapeva come trovare una strada da O’Fallon’s Creek attraverso il fiume Powder. Gli ho detto che pensavo di poter guidare la colonna. Ha acconsentito, così Tom, “Bos,” ed io siamo partiti, con la compagnia D e esploratori di scorta, e abbiamo portato il comando a questo punto, lungo quella che sembra l’unica strada praticabile per diverse miglia da entrambe le rive, attraverso la peggiore specie di Bad Lands. Il generale non credeva possibile trovare una strada qui in mezzo. Quando, dopo un duro giorno di lavoro, siamo arrivati a questo fiume per una buona strada agevole e percorrendo trentadue miglia in un giorno, era molto contento ed è venuto a congratularsi con me. Ieri ho terminato un articolo per Galaxy, che partirà con la prossima posta; come vedi, non me ne sto completamente in ozio. L’altro ieri ho cavalcato per quasi cinquanta miglia, ieri mattina mi sono alzato, e mi sono messo a lavorare al mio articolo, deciso a terminarlo prima di notte, come ho fatto, fra costanti interruzioni. Ora è quasi mezzanotte, e devo andare a letto, perché la sveglia è alle tre. Come piccola dimostrazione che non mi curo granché del mio aspetto, non mi sono guardato allo specchio né ho osservato il riflesso del mio bel (?) viso, compresa la crescita di baffi rossicci, da quando mi sono specchiato a Lincoln. (Questo riferimento al colore della sua barba, che lasciava crescere solo durante le campagne, serviva a rammentare un fatto sul quale eravamo da tempo d’accordo: che benché Tiziano avrebbe potuto trovare bella quella tinta, noi non la apprezzavamo affatto, ndr).
… Questa mattina abbiamo lasciato il campo sul fiume Powder, io facevo da guida. La spedizione ha cominciato a farsi strada attraverso Bad Lands sconosciute verso la foce del fiume. Il Generale Terry era molto ansioso per questo spostamento, perché temeva che non avremmo potuto passare con i carri. Era già stato alla foce del fiume con la cavalleria e sia lui che quelli che erano con lui dicevano che i carri non sarebbero riusciti ad arrivare neppure dopo un mese di cammino, e le Bad Lands sembravano sempre più impraticabili. E’ venuto nella mia tenda prima dell’alba e mi ha chiesto se volevo provare a trovare la strada. Sembra convinto che io abbia un dono particolare per queste cose e sperava che avremmo potuto arrivare a dieci miglia dalla foce oggi stesso. Quello che rendeva ancora più critica la nostra situazione è che agli uomini era rimasta solo la razione di cibo per un giorno. Sono partito con la compagnia e gli esploratori e ci siamo “immersi coraggiosamente”. Una compagnia era già stata mandata a cercare la strada il giorno prima e il fatto che non fossero ritornati in giornata accresceva la nostra inquietudine. Pensavo che probabilmente si erano persi e avevano dormito nelle Bad Lands. Infatti li abbiamo incontrati verso le 10. Dopo aver attraversato un tratto veramente terribile, finalmente mi sono imbattuto in una bella strada lungo un altopiano, e invece di guidare il comando solo fino a dieci miglia da qui, siamo arrivati tutti, compreso il convoglio dei carri. Se guardi la cartina sulla mia scrivania, troverai la foce del fiume Powder e la nostra attuale posizione sullo Yellowstone, quasi diritto a ovest di Lincoln. Segui lo Yellowstone per un breve tratto e il primo corso d’acqua che incontri è il fiume Tongue, verso il quale ci muoveremo dopo un riposo di tre o quattro giorni. Là ci raggiungeranno sei compagnie del reggimento che sono ora assenti in esplorazione, e allora io sceglierò le nove compagnie che verranno con me…
Il battello a vapore Far West parte per Fort Buford domani….Dato che mi sono alzato alle tre, e ho camminato duramente tutto il giorno, devo affrettarmi a letto per riposarmi un po’ e sonnecchiare.
… Mi sono alzato presto stamattina, senza aspettare che mi chiamassero per la colazione, per poter scrivere la mia lettera. Il livello dello Yellowstone è molto alto, i battelli a vapore carichi al massimo possono risalirlo per un po’ fino alla foce del Big Horn. Volevo mandarti una lettera perché tu la leggessi e mi rispondessi, ma poi ho pensato che forse tu avevi trovato l’occasione di risalire il fiume nella Josephine. I nostri rifornimenti per la mensa – cipolle, patate e mele secche -sono appena arrivati con quel battello. “Tuck” (Era il cane preferito di Custer, ndr) mi viene sempre vicino quando scrivo e poggia la testa sullo scrittoio, spingendomi la mano con il lungo naso, finché non acconsento a fermarmi e darle retta. Lei, Swift, Lady e Kaiser dormono nella mia tenda. Non devi essere in ansia che io lasci la colonna con una piccola scorta; non vado quasi più a caccia. (Questa lettera era rovinata e cancellata, ma fortunatamente la moglie di Custer la ricevette grazie a quelli che hanno passato la notte svegli ad asciugare la posta, ndr).
… Ho paura che la mia ultima lettera, scritta dalla foce del fiume Powder, non fosse in buone condizioni quando l’hai ricevuta. La posta è stata spedita con una barca a remi dall’accampamento a Budford, affidata a un sergente e tre o quattro uomini del 6° fanteria. Proprio mentre si stavano spingendo al largo dal Far West, la barca si è rovesciata, e la posta e i soldati sono stati gettati nella rapida corrente; il sergente è annegato e non è stato più visto. La posta è stata recuperata dopo essere stata nell’acqua per cinque o dieci minuti. Il capitano Marsh e alcuni altri sono stati svegli tutta la notte ad asciugarla sulla stufa. Mi hanno detto che la mia lettera per te è partita bene, e anche il mio articolo per il Galaxy. Quest’ultimo era stato riconosciuto da un giovane reporter e operatore telegrafico che era venuto sul treno con noi da St. Paul, e questi si è dato molta pena ad asciugarlo.
Giovedì mattina ho lasciato la foce del fiume Powder con sei compagnie del 7°, la batteria di Gatling, gli esploratori e i muli da soma, lasciando indietro tutti i nostri carri e dirigendo il cammino verso questo punto, a una distanza di meno di quaranta miglia. Il Generale Terry e i suoi attendenti ci seguono con il battello a vapore. Siamo arrivati qui in un giorno e un quarto di cammino. Il battello è arrivato ieri sera. Agli ufficiali è stato ordinato di non portarsi dietro le tende. Ora sono coricati sotto i sovrateloni delle tende o sotto le tende da riparo. Quando ce ne andremo da qui mi porterò dietro solo un telone. Ce la passiamo molto bene. Questa mattina abbiamo mangiato uno splendido piatto di pesci fritti, che Tom, “Bos,” ed io abbiamo pescato ieri sera a pochi passi dalla mia tenda. L’altro giorno, durante la nostra marcia dal fiume Powder, ho ucciso un’antilope . Quella notte, mentre stavamo intorno al fuoco e mentre Hughes ci preparava il caffè, ho arrostito le costolette alla maniera indiana, e devo dire che erano squisite. Abbiamo dormito all’aria aperta, intorno al fuoco, io e Tom sotto un telone, “Bos” e Autie Reed dalla parte opposta. Tom bersagliava “Bos” di rametti e zolle di terra quando si è messo a dormire. Non so che cosa farebbe se non avesse “Bos” da prendere di mira…
Ieri Tom ed io abbiamo visto un’oca selvatica volare piuttosto alta sopra le nostre teste. Eravamo in mezzo ai cespugli e non potevamo vederci. Nessuno dei due sapeva che l’altro aveva intenzione di sparare. Abbiamo sparato tutti e due contemporaneamente, e l’oca è caduta giù, stecchita. Non credi che sia niente male per un colpo con il fucile?
Nella nostra avanzata abbiamo attraversato alcuni villaggi indiani piuttosto vasti – piuttosto quel che resta di villaggi occupati dagli indiani l’inverno scorso. Ero alla testa della colonna mentre ne abbiamo attraversato uno a cavallo, e improvvisamente mi trovo davanti un teschio umano in mezzo ai resti di un fuoco. Mi sono fermato per esaminarlo, e ho trovato lì vicino l’uniforme di un soldato. Evidentemente era un’uniforme di cavalleria, dato che sui bottoni della giacca c’era la “C”, e il mantello aveva il cordone giallo delle uniformi di cavalleria. Il teschio era consumato dalle intemperie, e certo era lì da parecchi mesi. Tutte le circostanze indicavano che il teschio era di qualche povero mortale che era stato prigioniero nelle mani dei selvaggi, e che senza dubbio era stato torturato a morte, probabilmente bruciato.
Ci aspettiamo che la Josephine arrivi in un giorno o due. Spero che mi porti una tua bella lettera, altrimenti non mi curo molto del suo arrivo – a meno che, per buona sorte, tu non dovessi essere a bordo; potresti benissimo essere qui… Spero di cominciare un altro articolo per Galaxy, se mi sento in vena.

Foce del fiume Rosebud, 21 giugno 1876
… Osserva la mia cartina e troverai la nostra attuale posizione lungo lo Yellowstone a metà strada fra il fiume Tongue e il Big Horn. Il gruppo degli esploratori è ritornato. Hanno visto la pista e l’accampamento deserto di un villaggio di trecentottanta (380) tende. La pista era vecchia di circa una settimana. Gli esploratori hanno riferito che avrebbero potuto raggiungere il villaggio in un giorno e mezzo. Ora sto per riprendere la pista nel punto dove il gruppo degli esploratori è tornato indietro. Temo che il fatto che non siano riusciti a seguire gli indiani abbia messo a repentaglio i nostri piani, fornendo al villaggio un avvertimento della nostra presenza. Pensa al prezioso tempo perduto! Ma ho la speranza di conseguire dei grandi risultati. Mi muoverò direttamente verso la valle del Rosebud. Il comando del generale Gibbon e del generale Terry, con i battelli a vapore, risaliranno il Big Horn fin dove le barche possono arrivare. Preferisco le campagne con i muli da soma invece dei carri, trascurando le comodità. Non mi porto tende e non ne sento la necessità. Ora ho con me alcuni esploratori Crow, che hanno familiarità con la regione. Sono uomini di bellissimo aspetto, molto più avvenenti e più indiani di qualsiasi altro abbia mai visto, e così simpatici e atletici; non c’è niente in loro del cupo e silenzioso uomo rosso. Si sono messi formalmente al mio servizio, dopo il solito colloquio. Nel loro discorso hanno detto di aver sentito che io non ho mai abbandonato una pista; e che, quando ho finito il cibo, ho mangiato il mulo. Che io sono il tipo d’uomo al cui comando vogliono combattere; hanno voglia anche loro di mangiare mulo.
Manderò sei esploratori Ree al fiume Powder con la posta; da lì proseguirà con altri esploratori fino a Fort Buford…

22 giugno, 11 del mattino.
… Ho solo alcuni istanti per scrivere, dato che partiamo a mezzogiorno, e devo impartire gli ordini all’esploratore… Non essere in ansia per me. Rimarrai sorpresa di come io mi attenga strettamente alle tue istruzioni, riguardo al rimanere con la colonna. Spero di avere un bel resoconto da farti con la prossima posta…. Un successo ci riporterà presto a Lincoln…
Trascrivo per te un passo dell’ordine ufficiale del generale Terry, perché so quanto ti facciano piacere le espressioni di apprezzamento e fiducia come queste che seguono: “Naturalmente è impossibile darvi istruzioni definitive riguardo a questa manovra; ma anche se non fosse impossibile, il comandante del Dipartimento ripone troppa fiducia nel vostro zelo, energia e abilità da voler imporvi ordini precisi che potrebbero ostacolare la vostra azione quando sarete a stretto contatto con il nemico.”

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