Cheyenne, il popolo eletto


Il grande e famoso popolo dei nativi Cheyenne è una popolazione indiana dell’area delle Grandi Pianure, situate nell’America Settentrionale. La Nazione Cheyenne si compone di due tribù unite, quella dei Só’taa’e (conosciuti come Sutai) e dei Tsé-tsêhéstâhese (al singolare: Tsêhéstáno; conosciuti come Tsitsistas). La popolazione totale, composta di 6.591 individui, si ritrova oggi nei 2 stati federali statunitensi dell’Oklahoma e del Montana.
I Cheyenne sono parte del grande guppo linguistico nordamericano degli algonchini, assieme con le tribù degli Abenachi, Piedi Neri, Mohegan, Mohicani, Cree, Fox, Arapaho, Kickapoo, Lenape (o Delaware), Passamaquoddy, Miami, Micmac, Narragansett, Ojibway, Ottawa, Pequot, Potawatomi e Shawnee. Sulla origine del loro nome, vi sono varie interpretazioni, tra le quali, quella più accreditata presso gli etnologi è di “piccoli rossi-parlanti”, oppure altri ritengono che Cheyenne derivi dalla parola francese “chien” (cane).un’altra versione dice che il significato del termine cheyenne sia ” il popolo degli uomini” come loro si riferivano a se stessi.
Durante il XVII ed il XVIII secolo si spostarono dalla regione dei Grandi Laghi, per raggiungere le odierne terre del Minnesota e del Nord Dakota, con lo scopo di stabilizzarsi. Alcune delle loro caratteristiche culturali furono influenzate dal contatto con alcune nazioni indiane, quali gli Hidatsa e i Mandan.
Intorno alla fine del XVIII secolo, con l’acquisizione del cavallo, i Cheyenne abbandonarono la loro vita stanziale, per lo più agricola, adottando uno stile di vita nomade, convertendo la loro alimentazione, inizialmente basata sui frutti della terra e sul pesce, in una dieta formata da carne di bisonte e cibi vegetali. In questo periodo i Cheyenne emigrarono verso le terre del Colorado, e del Sud Dakota.


Cavalieri Cheyenne

I Cheyenne furono al centro di alcune delle guerre indiane più note, visto che dalla seconda metà del XIX secolo i loro territori vennero attraversati dall’esercito statunitense. Il governo americano, intorno al 1860 ordinò ai Cheyenne di trasferirsi in una piccola riserva situata nel Colorado, ma i nativi rifiutarono. Questo fatto scatenò una prima caccia ai Cheyenne, i quali invece volevano trattare la pace e inviarono una delegazione guidata da Orso Magro, che però fu accolto a colpi di fucile. Dato che Pentola Nera perseguiva la pace, in pieno accordò con i governativi, si accampò lungo il fiume Sand Creek. Nonostante nell’accampamento sventolasse la bandiera americana, il 29 novembre 1864 l’esercito statunitense li attaccò, massacrandone circa trecento, di cui solo settantacinque, però, erano guerrieri. Questo fatto è passato alla storia come “Massacro di Sand Creek”.


Un rituale di un medicine man

Mentre fremevano le trattative tra gli statunitensi e i Cheyenne ed altre nazioni di nativi americani, e veniva firmato l’accordo di “Medicine Lodge”, che avrebbe dovuto garantire il passaggio degli emigranti sulle terre degli indiani, ma che in pratica, non fu mai rispettato, riprese la caccia alle tribù Cheyenne. Il tenente colonnello George Armstrong Custer, ne incrociò una lungo il fiume Washita, riuscendo facilmente a vincere lo scontro, nel quale perse la vita Pentola Nera oltre a un centinaio di nativi. I pochi superstiti si arresero e furono chiusi nelle riserve. Un gruppo di Cheyenne giudati da Due Lune continuò invece la guerra ai visi pallidi e furono tra i protagonisti della celeberrima Battaglia di Little Bighorn, nella quale fu annientato l’intero contingente del tenente colonnello George Armstrong Custer.
Big Head
Dopo questa battaglia, si intensificò la caccia ai Cheyenne, i quali, seguendo l’esempio di Cavallo pazzo si arresero in buon numero, intorno all’anno 1877. In seguito vennero spediti nelle riserve, anche se dopo poco tempo, molti di loro evasero dalle riserve per ritornare, provvisoriamente ai loro luoghi di origine.
I Cheyenne cambiarono radicalmente il loro stile di vita con l’introduzione del cavallo, divenendo così un popolo nomade, dopo che a lungo erano stati dediti all’agricoltura, e alla coltivazione di mais e di piselli. In questo periodo anche i loro riti religiosi di tipo animista-sciamanico subirono l’influenza del loro stile di vita e nei loro racconti apparve frequentemente il mito della Terra Madre che governa la creazione e la fertilità, oltre ai miti escatologici riguardanti l’oltretomba e a quelli degli eroi e dei fanciulli prodigiosi. Tra questi ultimi vi è il mito del saggio profeta, che insegna la religione con i riti sacri, plasma le istituzioni e scandisce l’ordine sociale.
La nazione Cheyenne, diversamente da altri nativi americani, è stata storicamente compatta e unita, sotto il governo centrale denominato “Consiglio del quarantaquattro”, che fu sviluppato al tempo del raggiungimento delle Grandi Pianure da parte delle tribù.?
Gli antropologi discutono se nel loro sistema a clan, la matrilinearità, che prevede l’acquisizione, per i figli, del nome materno anziché di quello paterno, sia stata insita sin nelle origini oppure sia stata elaborata in epoche più recenti.

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