Bass Reeves, un vice-sceriffo nero
A cura di Paolo Secondini
Bass Reeves
Bass Reeves nacque in una fattoria a Crawford County, nello Stato dell’Arkansas, nel luglio del 1838. Schiavo nero, ebbe il cognome del suo proprietario, il ricco possidente terriero e uomo politico George Reeves, con il quale fu in ottimi rapporti, tanto da diventarne confidente e guardia del corpo.
Non si hanno notizie sicure circa l’improvvisa rottura di Bass con il proprio padrone. Secondo alcuni si dovette a un violento litigio fra i due, durante il quale lo schiavo colpì con un pugno il volto di Reeves. Dopodiché si diede alla fuga, per non incorrere in una severa punizione: in questo caso anche la morte.
Secondo altri, invece, Bass, nel pieno svolgimento della guerra di Secessione, tentò di raggiungere il Nord, dove – aveva saputo – non esisteva la schiavitù, essendo stata abolita da tempo.
Ma dopo un cammino estenuante, si fermò nel vasto Territorio Indiano (l’attuale Oklahoma). Qui incontrò diverse tribù di nativi americani, tra le quali quella dei seminole e dei creek. Presso quest’ultimi visse per parecchi mesi, apprendendone lingua, usi e costumi.
Terminata la guerra, egli fece ritorno in Arkansas, e si stabilì vicino a Van Buren. Dopo avere ottenuto un discreto appezzamento di terreno, si creò una famiglia. Sposò infatti una texana, tale Nellie Jennie, dalla quale ebbe una prole numerosa: cinque maschi e altrettanto femmine.
Un ritratto di Bass Reeves
Si dedicò soprattutto alla coltivazione dei campi e, in parte, all’allevamento del bestiame. Per difendere il proprio podere da ladri e malintenzionati, acquistò, esercitandosi regolarmente nel tiro con il fucile e la pistola, una grande abilità, tanto da essere considerato uno dei più veloci e precisi tiratori del West.
Nel marzo del 1875, giunse in Arkansas, con esattezza a Fort Smith, il nuovo giudice distrettuale Isaac Charles Parker. Tra i suoi primi provvedimenti ci fu la nomina, a sceriffo della contea, di James Fagan, il quale ricevette l’incarico di nominare, a sua volta, duecento vicesceriffi. Ne occorrevano tanti, infatti, per riordinare giuridicamente un territorio vasto e infestato da bande di fuorilegge, che assaltavano treni e diligenze, razziavano mandrie di buoi e di cavalli, rapinavano negozi, banche e uffici postali; fuorilegge spietati e sanguinari: vero e proprio terrore della popolazione civile.
Tra questi vicesceriffi ci fu anche Bass Reeves, fortemente voluto da Fagan non solo perché era un abile tiratore, in grado, quindi, di cavarsela in ogni circostanza, ma anche perché conosceva assai bene gli indiani (dediti, come i bianchi, ad azioni criminose) ed era pertanto la persona più adatta a occuparsi o trattare con loro.
Fisicamente alto (circa un metro e ottanta), robusto e dotato di forza straordinaria, Bass fu anche intelligente ed ebbe un carattere mite, bonario, grazie al quale fu sempre cordiale e rispettoso con tutti, in particolare con le persone di buonsenso.
La mappa del Territorio Indiano
Al contrario fu duro e intransigente con i banditi, come d’altronde bisognava essere per svolgere al meglio il proprio difficile mestiere.
Affrontò i furfanti con grande coraggio e determinazione, senza mai esitare, neppure quando c’era da mettere mano alle armi. Essendo un uomo avveduto, cercò, quando era sulle tracce di un malvivente, di non correre inutili rischi. Ci riuscì quasi sempre in quanto, una volta intuite le mosse del fuorilegge e studiato il terreno su cui doveva affrontarlo, fu facile escogitare dei piani precisi, che gli avrebbero sicuramente permesso di acciuffarlo.
Uno dei suoi più grandi successi fu l’uccisione, purtroppo inevitabile, del pericoloso bandito Bob Dozier (che nessun sceriffo, per quanto esperto e valoroso, era mai riuscito a catturare), dopo una lunga sparatoria all’interno di un canyon, durante la quale lo stesso Bass fu ferito a un braccio.
Rischiò invece di morire in un altro terribile scontro a fuoco, che lo vide contrapposto a un rissoso e prepotente cowboy, tale Jim Webb, anche lui abile tiratore con il fucile e la pistola.
Ancora un ritratto
La carriera di Reeves, come vicesceriffo, durò per ben trentadue anni, durante i quali arrestò moltissimi criminali, circa tremila. Due di questi, in modo particolare, gli diedero del filo da torcere: il primo fu il seminole Greenlaf, che aveva sulla coscienza sette omicidi; il secondo, il cherokee Ned Christie, astuto e sprezzante d’ogni pericolo.
Bass uccise in tutto quattordici banditi per legittima difesa, e soltanto per uno fu costretto a subire un processo (di cui fu giudice proprio Isaac Charles Parker), al termine del quale fu assolto con formula piena.
Tra i criminali da lui arrestati ci fu anche uno dei suoi figli, Benjamin Reeves, accusato di avere assassinato sua moglie, la quale, approfittando del fatto che lui era lontano per lavoro, lo tradì con un altro uomo.
Fedele fino in fondo al proprio dovere di uomo di legge, Bass non esitò a catturare suo figlio (dopo il processo e la condanna, sarà rinchiuso nel penitenziario di Leavenworth, nel Kansas), per quanto il suo cuore di padre fosse, comprensibilmente, colmo di dolore.
Primo vicesceriffo nero della storia americana, Brass Reeves morì a Muskogee, nello Stato dell’Oklahoma, il 12 gennaio 1910, dopo più di due mesi di malattia.