La grande avventura di Lewis e Clark
A cura di Pietro Costantini
Mammut lanosi, lama peruviani, indiani dagli occhi blu che parlavano il celtico gallese. Nel 1803 il West, privo di mappatura, era definito da tali miti. La spedizione di Lewis e Clark in seguito sfatò simili speculazioni, compreso il mito e la speranza più diffusi: l’esistenza di un “passaggio a nordovest”. Tale passaggio – un fiume o una serie di fiumi connessi tra loro che attraversavano le montagne e raggiungevano l’Oceano Pacifico – avrebbe permesso di commerciare in modo più diretto con l’Oriente. Il presidente Thomas Jefferson credeva che la scoperta di un passaggio a nordovest avrebbe riempito di ricchezze il Nord America. Leggi il resto
Esploratori, viaggiatori e mountain-men
A cura di Domenico Rizzi
Mentre erano impegnati a debellare le sacche di resistenza indiana ancora attive negli Stati dell’Est, gli Americani stavano già creando le basi del loro futuro, spingendosi oltre il Mississippi.
Nel 1803 riuscirono ad acquistare la Louisiana – molto più estesa dell’omonimo Stato attuale – che dal delta del grande fiume si estendeva fino ai confini dell’Oregon britannico, delimitata a sud e ad ovest dai possedimenti spagnoli (Texas, Nuovo Messico, Arizona, Colorado meridionale, Utah, Nevada e California). I suoi abitanti erano 400.000 Indiani, in buona parte nomadi che cacciavano il bisonte, e circa 40.000 Bianchi per lo più di origine francese o spagnola, concentrati per l’ottanta per cento nell’area sud-orientale del territorio. Leggi il resto
Le mille ipotesi sull’avventurosa vita di John Colter
A cura di Gualtiero Fabbri
John Colter incontra gli indiani
John Colter nacque nel 1774 o nel 1775 ad Augusta County (Virginia) da Joseph Colter ed Ellen Shields e morì il 7 maggio 1812. Sulla data della morte esiste anche l’ipotesi del 22 novembre 1813. L’incertezza sulle date è strettamente collegata all’assenza, a tutt’oggi, di prove certe che avvalorino un’ipotesi piuttosto che un’altra.
Nel 1780 la famiglia si trasferisce in Kentuky nei pressi dell’odierna Maysville e qui, forse, Colter per un certo periodo ha servito nei Rangers di Simon Kenton. Leggi il resto
L’incontro tra i flathead e Lewis e Clark
A cura di Angelo D’Ambra
La spedizione di Lewis e Clark viene avvistata dagli indiani
Il ricordo dell’incontro tra i Salish/Flathead e Lewis e Clark, avvenuto il 5 settembre del 1805, è presente in diverse testimonianze.
Il sergente Ordway così ne serbò la memoria: “I nostri ufficiali usarono diverse lingue per interloquire con loro, ma riscontrarono enormi difficoltà…”. Sacagawea provò ad usare la lingua degli shoshoni, Hidatsa ebbe maggiore successo con una parlata molto simile a quella dei salish. In ogni caso anche la conversazione tra gli ufficiali e le guide era difficile perchè ogni frase doveva essere tradotta dall’inglese al francese e poi nelle lingue native. Leggi il resto
Lewis e Clark – Pillole di storia del west 2
Tutte le puntate: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8.
Lewis e Clark in un punto di osservazione
Con l’’acquisizione del vasto territorio della Louisiana, rilevato dalla Francia nel 1803, la superficie degli Stati Uniti raddoppiò e ciò costituì a un tempo una opportunità e una sfida. Tutto quel territorio attendeva di essere sfruttato, ma ancora nessuno sapeva esattamente che cosa serbasse. Non c’erano mappe né rilevamenti topografici, ma solo alcuni resoconti alquanto frammentari e imprecisi provenienti da quei pochi uomini bianchi che erano penetrati in alcune parti di quel territorio quasi totalmente “selvaggio”. Leggi il resto
Capo Seattle
A cura di Paolo Andreucci e Big Jake
Capo Seattle nacque forse nel 1786. Il suo nome era in origine See-Yahtlh almeno per la sua gente. Il suo padre era un celebre leader e capo di guerra. Ma sua madre era una schiava, al punto che lui stesso è stato considerato di “nascita bassa”. Nel periodo della sua nascita, la zona di Puget Sound fu sconvolta dal vaiolo, malattia portata dall’uomo bianco che gli venne contagiata ancor prima che potessero vedere un solo uomo bianco. Ebbero però occasione di vederne le grandi navi di passaggio in una delle rade del posto. Gli indiani unirono questi segni in una conferma che la fine del mondo era arrivata e, sicuramente, con l’avanzata dei bianchi, il loro mondo volgeva effettivamente al termine. Leggi il resto
I misteri di Lewis & Clark
A cura di Gian Mario Mollar
Lewis e Clark incontrano gli indiani
Agli inizi dell’Ottocento, il West americano era ancora un mistero.
Prima della grande esplorazione di Meriwether Louis e William Clark del 1804-1806, erano pochi quelli che si erano avventurati a ovest del fiume Mississippi e molto spesso ne erano tornati con racconti incredibili e meravigliosi.
A partire dal Cinquecento e nel Seicento, i primi ad avventurarvisi furono soldati ed esploratori spagnoli. Celebri conquistadores, tra cui Cabeza de Vaca, si erano spinti ad ovest costeggiando il Golfo del Messico e si erano poi addentrati nel continente sconosciuto. Leggi il resto
Le guerre indiane dal 1680 al 1840 – 15
A cura di Domenico Rizzi
Tutte le puntate: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19.
LA NUOVA FRONTIERA
Mentre gli Stati Uniti ponevano fine alla dominazione spagnola in Florida e i Seminole arretravano verso l’interno della regione, la Vecchia Frontiera si trasferiva sempre più ad occidente.
Il West dei primi decenni dell’Ottocento – Kentucky, Tennessee, Ohio, Louisiana, Indiana, Illinois, Mississippi, Alabama e Missouri – era passato, nel periodo 1810-1820, da 1 milione a 2.200.000 abitanti, rappresentando il 23% della popolazione USA, salita complessivamente ad oltre 9 milioni e mezzo di persone. Dalla conquista dell’indipendenza, nel 1783, la popolazione americana di razza bianca aveva registrato un aumento di 6.800.000 unità, quella nera di 1.270.000, costituendo, con 1.771.000 individui, oltre il 18% degli abitanti degli Stati Uniti. Leggi il resto
Le guerre indiane dal 1680 al 1840 – 9
A cura di Domenico Rizzi
Tutte le puntate: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19.
BATTAGLIA A FALLEN TIMBERS
Il contingente statunitense continuò la sua avanzata nell’Ohio, sostenuto da pezzi di artiglieria e facendo marciare la cavalleria al centro e i fanti sui lati. Ai propri ufficiali, Wayne disse senza mezzi termini che non avrebbe tollerato né ripiegamenti, né indecisioni tattiche e li invitò a condurre una manovra “a tenaglia” sui fianchi, cercando di chiudere l’avversario in una morsa. Leggi il resto
Lo spirito della frontiera
A cura di Domenico Rizzi
Quando il capitano John Smith, eroe di mille avventure vere o inventate nella tormentata Europa del XVII secolo, approdò alle coste della Virginia nel 1607, i colonialisti inglesi non potevano certo immaginare le conseguenze politico-sociali che l’impresa avrebbe avuto nel lungo periodo. La spedizione mirava, come le altre che l’avevano preceduta senza successo, ad impossessarsi di una porzione di suolo americano per contrastare l’invadenza degli Spagnoli – già saldamente insediati del Messico, nel Centro e Sud America – e dei Francesi, che dalle fredde regioni canadesi minacciavano di allargare, grazie ai loro intrepidi esploratori e “voyageurs”, le aree più ricche di cacciagione del nuovo continente.
Il manipolo di avventurieri che aveva posto una seria ipoteca sul possesso dell’odierna Virginia, fu seguito da altri arrivi nel breve volgere di qualche anno e nel 1620 i Padri Pellegrini sbarcarono a Cape Cod, nel Massachussets, per fondarvi altre colonie. Leggi il resto