Il west di Mario Raciti – recensione del Piccolo Prontuario del Vecchio West

A cura di Domenico Rizzi
La stupenda copertina del libro
Fra le innumerevoli pubblicazioni riguardanti il West e le sue storie, per fortuna ogni tanto qualcuno si prende la briga di studiare e approfondire l’ambiente, le abitudini, le tradizioni e tutti quei particolari che solitamente sfuggono agli storici impegnati a rievocare battaglie e massacri.
Mario Raciti, che studia la storia della Frontiera americana da almeno vent’anni ed è un prezioso collaboratore di Farwest.it, dopo avere pubblicato di recente “Piombo, polvere e sangue. La violenza nella storia del West 1848-1900” ha realizzato nel 2023 questo “Piccolo Prontuario del Vecchio West” suddiviso in tre parti, che, come recita il sottotitolo, è una “miscellanea di curiosità, aneddoti, fatti e dati della Frontiera americana ad uso di curiosi e scrittori.” Già, perché concordo pienamente con l’autore che il western non corrisponda del tutto alla finzione cinematografica che conosciamo, con la cavalleria americana che fa strage di Indiani servendosi del Winchester o di altre armi a ripetizione peraltro mai avute in dotazione in quel periodo e neppure la successione di duelli e sparatorie più volte rirproposta dai cineasti del genere con una credibilità non sempre sufficiente.
Nel West vi erano anche le persone comuni, la gente tranquilla e laboriosa con le sue abitudini, i modi di fare e di dire che spesso il cinema ha ignorato o peggio travisato.
Naturalmente un interessante scorcio è dedicato all’esercito dell’epoca, le Giacche Blu, spesso impegnate in conflitti con i nativi: l’autore descrive le gerarchie militari, i gradi di ufficiali e sottufficiali – riprodotti anche graficamente nell’opera – le uniformi dei vari corpi a piedi e a cavallo, la consistenza degli organici prima, durante e dopo la Guerra Civile e naturalmente l’armamento delle truppe. Come anticipato, quest’ultimo era decisamente inadeguato per affrontare le bande di Indiani ostili e consistette fin quasi alla fine del secolo in fucili monocolpo (prima ad avancarica e poi a caricamento posteriore) e Colt a 6 colpi, mentre l’uso delle mitragliere (Gatling o Maxim) contro i Pellirosse fu, sottolinea Raciti, praticamente irrilevante. La disamina delle armi da fuoco prosegue poi descrivendo quelle in uso fra i civili e le forze di polizia, le carabine più comunemente impiegate, i vari modelli di revolver e il modo di portarli indosso, con o senza cinturoni e fondine.

Parlando di formazioni militari e paramilitari, l’autore estende opportunamente l’analisi alle Giubbe Rosse canadesi – protagoniste anch’esse di molte pellicole western – ai famigerati Rurales, la polizia di frontiera messicana, e ai Ranger del Texas e dell’Arizona, guardiani dei confini e tutori dell’ordine pubblico nei territori di giurisdizione. Importanti sono anche le delucidazioni relative alle cariche locali e federali degli uomini che portavano una stella di latta, dagli sceriffi ai marshal, riguardo ai quali la filmografia western – soprattutto gli infedeli doppiaggi eseguiti spesso in Italia – ha fatto spesso confusione. Per citare un esempio classico, basta menzionare una sequenza del famosissimo “Mezzogiorno di fuoco” diretto nel 1952 da Fred Zinneman, nel quale Will Kane (Gary Cooper) viene chiamato “sceriffo”, mentre la scritta che campeggia fuori dal suo ufficio riporta la scritta “marshal”. La differenza ce la spiega appunto il nostro autore.
Molto interessanti le particolarità e le curiosità riportate sui pionieri, i carri utilizzati per la grande emigrazione verso Oregon e California, l’alimentazione di base degli emigranti, come pure le descrizioni di saloon e bische, dei ristoranti cittadini con i loro menù, i servizi offerti agli ospiti e i relativi prezzi delle consumazioni e delle camere di alberghi e locande. In proposito, Raciti riproduce nel suo libro diverse locandine esposte all’epoca in città divenute molto note nel West, quali Tucson e Nogales – scritte talvolta in lingua inglese e spagnola trattandosi di insediamenti della fascia di confine fra Stati Uniti e Messico – oppure riguardanti località del Wyoming, del Dakota o del Montana, che conobbero il soggiorno o il passaggio di personaggi celebri quali Wild Bill Hickok, Seth Bullock, Wyatt Earp e Calamity Jane. L’indagine si allarga fino a comprendere i giochi di carte che si svolgevano ai tavoli dei saloon, componente essenziale di tutte le città sorte nelle aree occidentali e causa sovente di risse e scontri a fuoco; ai prezzi di un bagno caldo in un hotel, o delle prestazioni di un barbiere, fino al ballo con una saloon girl, che non era sempre gratuito. Il libro contiene anche un capitolo dedicato all’abbigliamento “intimo” femminile, una biancheria che a quel tempo era assai scomoda e ingombrante da portare, ma imposta dalla tradizione e dalla rigida morale vittoriana imperante.
Per scrupolo di completezza l’opera si sofferma sulla moneta in circolazione, sui prezzi del vestiario e di altri articoli e sulle modalità delle transazioni, che talvolta non richiedevano il pagamento in denaro, essendo ancora in uso l’antica abitudine agli scambi. Raciti elenca poi gli stipendi generalmente corrisposti a sceriffi e marshal, militari o semplici conduttori di mandrie, puntualizzando che 1 dollaro del 1876 equivaleva a 28 dollari attuali e che un operaio delle ferrovie ne percepiva 35 al mese, suppergiù come un cowboy, ma certamente meno di un marshal cittadino della fama di Hickok, che superava i 200 mensili.
La terza parte del libro contiene un ricco glossario dei termini con il loro significato – un’aggiunta senz’altro molto pratica per chi legge sia libri di storia che romanzi o racconti western; quanti sanno cosa siano una stampede, uno slicker o un charapejo? – mentre in appendice sono elencate diverse tribù indiane con la loro dislocazione nei vari Stati dell’Ovest. Per concludere, sono riepilogate le figure professionali più comuni nelle città di Frontiera e le attività lecite e illecite che vi si svolgevano abitualmente, dal commercio regolare al traffico di whisky fino alla prostituzione, relegata nei postriboli non sempre autorizzati. Per fornire ulteriori elementi a chi volesse cimentarsi con la difficile arte di scrivere sul West, Raciti offre anche un assetto standard dei centri abitati, con gli edifici generalmente presenti nella cerchia urbana (municipio, chiesa, scuola, botteghe) o al suo esterno (pascoli, accampamenti, stazioni di sosta delle diligenze e via dicendo) tracciando a grandi linee la struttura del presidio militare comunemente definito “forte”.
Dunque, “Piccolo Prontuario del Vecchio West” è una lettura consigliata a tutti gli appassionati di storia e cultura western e soprattutto a chi dell’argomento ha una conoscenza approssimativa, incompleta o errata, formatasi esclusivamente sul cinema e sui fumetti che, come si è detto, spesso non sono troppo fedeli alla realtà.
Considerato anche il modico prezzo del libro – 14 euro – vale senz’altro la pena di acquistarlo, per poterlo rileggere o consultare a proprio piacimento.

TITOLO: Piccolo prontuario del vecchio West
AUTORE: Mario Raciti
EDITORE: Amazon Printing
RILEGATURA: Brossura leggera
PAGINE: 267
PREZZO: 14,56 €

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