La Hudson’s Bay Company

A cura di Angelo D’Ambra

Commercio di pellicce ad un posto di scambio della compagnia
L’Inghilterra, dopo il trattato di Saint-Germain-en-Laye, si era ritrovata padrona del commercio di pellicce del New England. L’intera regione della Baia di Fundy era sotto il controllo britannico. Molto, ma poco, rispetto alle entrate che le pellicce canadesi garantivano alla Francia. La vera ascesa degli inglesi era iniziata con la fondazione della Hudson’s Bay Company.
Intorno al 1654, il francese Sieur Des Groseilliers e suo cognato Pierre-Esprit Radisson s’erano spinti nel Wisconsin in cerca di pellicce autonomamente, senza alcun permesso da parte delle autorità della Nuova Francia. I due coureurs des bois erano stati ammoniti dal governo per essersi avventurati nella regione dei Grandi Laghi senza autorizzazioni e le loro pellicce furono sequestrate. Fu così che Groseilliers e Radisson passarono al servizio della corona britannica.


Lo storico stemma della Hudson’s Bay Company

Si recarono nel New England, trovarono un sostegno finanziario e per due volte tentarono di raggiungere la Baia di Hudson senza successo. Ciononostante le loro idee attirarono l’attenzione del re che li invitò a corte nel 1665. Nel 1668 Groseilliers e Radisson salparono dall’Inghilterra a bordo di due navi, la Eaglet, con Radisson a bordo, e la Nonsuch, con Groseilliers. La Eaglet fu travolta da una tempesta atlantica e fu costretta a tornare a Plymouth, ma la Nonsuch riuscì ad entrare nella baia di James, contattando i cree e raccogliendo un bel carico di pelli di castoro. L’anno seguente fu fondata la Hudson’s Bay Company (HBC). I francesi restarono stizziti da quella mossa di Londra perché i territori attribuiti alla compagnia erano ritenuti di propria sovranità, così le diverse postazioni lì situate divennero preda di attacchi e saccheggi.
Il 2 maggio 1670, il re Carlo II d’Inghilterra concesse una carta reale alla compagnia che le garantiva il monopolio del commercio di pellicce su tutti i fiumi che sfociavano nella baia, un immenso territorio che divenne noto come Terra di Rupert, comprendente circa il 40% dell’attuale Canada e parti significative del Minnesota e del Nord Dakota.
Dal 1670 in poi, la compagnia inviò due o tre navi mercantili ogni anno, dominando il mercato. Il castoro fu acquistato principalmente per il commercio di cappelli, mentre le pellicce pregiate andarono nei Paesi Bassi e in Germania. Nel frattempo, anche nelle colonie meridionali inglesi qualcuno iniziò ad interessarsi alle pellicce e, intorno al 1670, fu istituito un commercio di pelle di daino, basato su Charleston, nella Carolina del Sud. I commercianti inglesi consegnavano teste d’ascia, coltelli, punteruoli, ami da pesca, stoffe di vario tipo e colore, coperte di lana, camicie di lino, bollitori, gioielli, perle di vetro, moschetti, munizioni e polvere e i nativi erano ben lieti di scambiare tutto per le loro pellicce.


Un fortino della compagnia di pellicce

In realtà i governi francesi avevano creduto poco nel mercato delle pelli. A partire dal 1681, Colbert aveva sì concesso le “congee”, licenze di commercio che permettevano a tre uomini in possesso di canoa – i voyageurs – di associarsi per commerciare pellicce con gli indiani lungo i corsi d’acqua canadesi, poi aveva fondato la Compagnie de la Baie du Nord, ma solo per provare a limitare un fenomeno che coinvolgeva la stragrande maggioranza dei coloni. Il primo ministro di Luigi XIV avrebbe voluto che la colonia prosperasse con manifatture e coltivazioni, invece le quantità di pelli di castoro che si riversavano a Montreal crebbero oltremodo. Come estrema misura Colbert decise di sospendere le attività, nel 1696, e fece abbandonare le postazioni commerciali. I coloni protestarono perché quelli erano gli anni della lotta contro gli inglesi e i loro alleati irochesi, dunque abbandonare le postazioni commerciali significava abbandonare i loro alleati ojibwa, potawatomi e choctaw che così si sarebbero alleati agli inglesi e lasciare la strada libera alle postazioni commerciali britanniche istituite nella baia di Hudson dal 1670. Colbert fu costretto a revocare i suoi ordini.


All’interno di un posto di scambio

Tra il 1715 e la guerra dei sette anni (1756-1763), che consegnò il Canada alla Gran Bretagna, il commercio di pellicce si espanse notevolmente ma sostanzialmente fu legato ad un’esigenza geopolitica, la scoperta di un percorso verso il Pacifico. La corona francese incaricò diversi esploratori e alti ufficiali, come Pierre Gaultier de Varennes e de La Vérendrye, per scoprire la rotta. Fu dato loro il comando di vaste regioni occidentali con il diritto esclusivo al commercio di pellicce, i cui profitti permettevano di pagare le spese per mantenere le loro postazioni e le esplorazioni lungo i fiumi Missouri e Saskatchewan. Nel 1756, quando la guerra con l’Inghilterra pose fine all’esplorazione, i francesi avevano raggiunto le pendici delle Montagne Rocciose. La guerra tra piedi neri e cree aveva impedito ulteriori progressi. Pochi anni ancora e la Francia fu estromessa dal commercio delle pelli.
Il dominio della scena fu preso allora dalla Hudson’s Bay Company. Il potere che questa società assunse fu enorme. Già lo statuto, datato 2 maggio 1670, le concedeva la proprietà di un’area immensa con giurisdizione sia negli affari civili che militari, ma col tempo tutto ciò si tramutò nell’autorità di fare leggi, governare e muovere guerra ai nativi. Di fatti la HBC divenne un vero e proprio stato nello stato. Non mancarono rivali capace di dar filo da torcere.

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