La morte del marshal Dallas Stoudenmire

A cura di Omar Vicari

Segue da Quattro morti ammazzati in cinque secondi!

Dallas Stoudenmire
In seguito alla sparatoria del 14 aprile 1881 a El Paso nella quale trovarono la morte quattro persone nell’arco di soli cinque secondi per opera di Dallas Stoudenmire, i fratelli Manning, suoi nemici giurati, tentarono di eliminare il marshal assoldando Bill Johnson, una sorta di ubriacone che preferiva passare il tempo nei saloon della città. Questi, la sera del 17 aprile 1882 tentò un’imboscata ai danni di Stoudenmire mentre costui, assieme al cognato Doc Cummings, faceva il giro di ronda. Leggi il resto

La vita del monaco-pistolero

A cura di Luca Barbieri


In un precedente articolo, “La scienza nei duelli del Far West”, mi ero occupato della parte per così dire “fisica” dello scontro a fuoco tra due o più gunfighters; in questo articolo, invece, intendo occuparmi di quella “metafisica”, intesa come spirituale, mistica.
Nel libro “Storia dei pistoleri” ho inventato l’esistenza di una Fratellanza dei Pistoleri, una sorta di confraternita dedita all’insanguinata religione della Colt, con tanto di totem ricavato sulle fattezze del Josey Wales di Eastwoodiana memoria, di liturgie, e di prove da superare per essere accettati dal gruppo. Leggi il resto

Sparatoria di San Valentino a Stoneville

A cura di Sergio Mura da un articolo di Les Kruger

Il bandito George Axelby era temutissimo dalle sue parti perché con la sua banda si era distinto per violenza e rapacità. Ma era famoso anche per avere la bocca troppo grande, ossia per non saper tacere. Invece di limitarsi ad agire, preferiva spesso dare aria alla sua bocca, combinando più di un pasticcio. A dire il vero, a causa del suo viziaccio di parlare troppo, Axelby aveva rischiato la pelle in più di un’occasione.
Prima parlava e poi iniziava a sparare.
Nel febbraio del 1884 Axelby era venuto a sapere che il suo compare di rapine, un tale Jesse Pruden, era stato arrestato a Miles City, nel Territorio del Montana, e che da lì sarebbe stato presto trasferito a Spearfish, nel Territorio del Dakota, per essere processato per numerosi atti criminali.
Invece di agire – giusto o sbagliato che fosse, per carità – Axelby fece ciò che sapeva fare meglio: si mise a fare grandi annunci. Disse in giro che lui e la sua gang avrebbero impedito a chiunque di condannare e incarcerare il suo amico Pruden e che per lui avrebbero combattuto fino all’ultimo uomo. Leggi il resto

Hyde Park Gunfight: una terribile sparatoria a Newton

A cura di Sergio Mura

Tra le moltissime sparatorie che hanno caratterizzato il west violento delle cittadine di frontiera senza legge né ordine, alcune hanno colpito la fantasia degli studiosi e degli appassionati, almeno quanto hanno ferito la collettività nel momento stesso in cui i fatti si sono verificati. Tra questi scontri a fuoco, dal mazzo estraiamo quell’incredibile sparatoria che è stata successivamente chiamata “Hyde Park Gunfight” o “Massacro di Newton”.
I fatti si svolsero il 20 agosto del 1871 a Newton, una cittadina del Kansas che tutto si sarebbe aspettato, meno che un caos come quello che si sarebbe svolto in quella data, con un prezzo di sangue molto più alto di altri scontri assai famosi quali la “Dalton Gang gunfight at Coffeyville” in Kansas o la “Gunfight at the O.K. Corral” a Tombstone in Arizona. Leggi il resto

Ipotesi sulla fine di Butch Cassidy e Sundance Kid

A cura di Omar Vicari


Butch Cassidy e Sundance Kid – clicca per INGRANDIRE
Nel 1908, Cassidy e Longbaugh rapinarono la miniera di Aramayo. I due uomini, senza Etta, tornata tempo prima negli Stati Uniti, scapparono sulle montagne con un bottino di 15.000 dollari boliviani e con alcuni muli della compagnia mineraria. Arrivati a San Vicente alcuni giorni dopo, il marchio dei muli venne riconosciuto, sembra, da un graduato del locale posto di polizia che non ci mise molto a collegare i muli con la rapina alla miniera di Aramayo. Leggi il resto

O.K. Corral 1881

A cura di Sergio Mura

Ci sono argomenti ed eventi sui quali non si è scritto abbastanza e non si letto a sufficienza. La famosissima sparatoria all’OK Corral, accaduta il 26 ottobre del 1881, poco dopo le 14.30, a Tomstone in Arizona, è certamente uno di quei fatti storici per i quali ogni nuovo libro aggiunge un nuovo tassello che aiuta a comprendere cosa realmente accadde.
Quando poi la penna è quella ben ispirata del nostro Domenico Rizzi, allora la festa è doppia!
La sfida all’O.K. Corral – in una stretta striscia di terreno non ancora assegnata nota come “lotto 2”, nel 17° blocco, non molto distante dall’ingresso posteriore del corral di Tombstone – è passata alla storia come uno dei più sbrigativi regolamenti di conti fra gli uomini che rappresentavano la legge e una banda che spadroneggiava in una contea dell’Arizona e nei territori del Messico.
A sostenerla furono da un lato i tre fratelli Virgil, Wyatt e Morgan Earp, ai quali era stata formalmente conferita l’autorità per mantenere l’ordine cittadino, coadiuvati dal gambler Doc Holliday; dall’altro, il gruppo formato da Ike e Billy Clanton, dai loro amici Frank e Tom Mc Lowry e dal gregario Billy Claiborne, che miravano a conservare la propria supremazia nel turbolento centro di Tombstone. Leggi il resto

Duello tra prostitute o lite tra sbandati?

A cura di Paolo Scanabucci

La scena ci è stata consegnata da uno scrittore che l’ha descritta nel suo libro attingendo alle fonti del tempo e si svolge a Denver, nel Colorado, e la data è il 24 agosto del 1877. Un’insolita brigata sta partecipando ad una festa piuttosto allegra, si potrebbe dire “selvaggia”, ai margini della città.
Il West è spesso popolato da personaggi strani e questo party sembra riunirli tutti o quasi intorno ad un evento molto particolare che è quello che ci accingiamo a narrarvi. Citiamo, tra i tanti convenuti, una certa Mattie Silks, una prostituta che dirige un bordello, e anche il suo mantenuto, un certo Corteze Thomson (e non Thompson come viene per errore citato da alcuni scrittori), un aitante giocatore d’azzardo ed esperto corridore.
E’ un festino di quelli che si direbbero “a luci rosse”? Per certi versi sembrerebbe proprio di sì… L’alcool scorre a fiumi e i convenuti si abbandonano a divertimenti licenziosi. Leggi il resto

Gunfighters, pistoleros, pistoleri… Chi erano davvero?

A cura di Sergio Mura

Un pistolero
Violenti frutti di un’epoca violenta, i pistoleri erano persone temutissime che della violenza facevano l’essenza del loro esprimersi. Essere temuti non significa essere rispettati e solo di rado, infatti, i pistoleri del “wild west” erano anche rispettati, almeno nel significato nobile del termine.
Passavano e la gente si scansava, guardavano la gente e tutti abbassavano lo sguardo, ottenevano sempre la ragione e pochi osavano fargli pagare il conto. Ma non era per amicizia o spirito di brigata… era per pura e semplice paura!
Quelle mani sempre nervose e troppo vicine al calcio delle pistole bastavano a indorare qualunque pillola e a rendere mansueti i cittadini del west, almeno quelli che conoscevano i pistoleri e non intendevano assolutamente contribuire alla loro diabolica fama. Leggi il resto

Cherokee Bill

A cura di Giacomo Ferrari

Cherokee Bill
Crawford Goldsby fu il più famoso bandito che vagò nel Territorio Indiano, sebbene quando morì non avesse ancora compiuto vent’anni.
Per un periodo di due anni, nell’ultima decade del XIX secolo, egli creò un regime di terrore nel Territorio Indiano con furti e omicidi. Poiché era molto famoso, molte leggende furono create intorno a lui.
Alcuni biografi di Cherokee Bill affermano che egli iniziò le imprese che lo resero famoso come malvivente, dopo aver compiuto diciotto anni, altri invece sostengono che egli abbia ucciso la sua prima vittima all’età di dodici anni. I biografi sono discordi anche nel definire il tempo in cui venne chiamato “Cherokee Bill”. Secondo alcuni fu Bill Cook a dare a Crawford il nomignolo “Cherokee Bill”. Leggi il resto

La grande fuga di Billy the Kid

A cura di Sergio Mura. Da un lavoro di Barbara Tucker Peterson

Nella storia della frontiera americana abbiamo eroici esempi di persone o gruppi che hanno affrontato il proprio destino senza scappargli. E’ il caso di Davy Crockett ed i volontari texani ad Alamo, George Armstrong Custer ed il 7° Cavalleria al Little Big Horn e Capo Giuseppe ed i suoi Nez Perce nella corsa verso il Canada. Nel caso di Billy The Kid la storia del west fa eccezione: lui fuggì.
Eccome se fuggì! Scappava dal palazzo di giustizia della Contea di Lincoln.
La Lincoln County War, sul finire degli anni ’70 del XIX secolo, aveva catapultato Billy The Kid all’attenzione di tutta la nazione, ma solo la fuga dall’aula di giustizia di aprile del 1881 gli aveva assicurato – e per sempre! – un posto in vetta alla speciale graduatoria dei banditi.
Il fatto che appena tre mesi dopo venne ucciso da Pat Garrett a Fort Sumner, consolidò la sua sinistra fama.
E, insieme ad essa, anche quella dell’uomo di legge, di Pat Garrett che, francamente, senza Billy The Kid e la sua grande fuga, forse non sarebbe mai stato noto. Leggi il resto

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