Il massacro delle Cypress Hills

A cura di Paolo Scanabucci

L’attacco al campo indiano
Nel Dicembre del 1874 il vice commissario James MacLeod entrò in Montana dal Canada per fare piena luce su un tragico fatto di cronaca: il massacro delle Cypress Hills.
Immigrato di origine scozzese (era nato infatti a Drynoch nell’isola di Skye), aveva ottenuto dal governo americano il permesso di entrare in territorio USA per investigare su un episodio che aveva visto coinvolti una tribù di Assiniboine, dei cacciatori americani di bisonti e lupi e alcuni commercianti di whisky americani e canadesi. Erano presenti anche degli agenti di commercio Metis, cioè discendenti da matrimoni tra nativi e franco-canadesi; attualmente sono uno dei tre popoli riconosciuti dalla Costituzione del Canada. Leggi il resto

I miti da sfatare sul massacro del Sand Creek

A cura di Renato Ruggeri

L’attacco al campo sul fiume Sand Creek
Sul famosissimo massacro del Sand Creek, talvolta definito anche battaglia del Sand Creek, sono stati spesi fiumi di inchiostro e, talvolta, da questo mare di parole ci si è allargati a vere e proprie mistificazioni o esagerazioni. Dalla testimonianza di Silas Soule e altri del tempo, è comunque emersa una drammatica verità che nessuna ulteriore ricostruzione a posteriori potrà mai cancellare: si è trattato di un massacro dai risvolti talvolta sadici. Negli Stati Uniti, però, alcuni studiosi – anche di notevole fama – si sono dedicati per lungo tempo a riordinare i fatti per quel che è stato possibile e senza la pretesa di arrivare alla verità assoluta. Leggi il resto

Il massacro Webster

A cura di Gian Carlo Benedetti

L’attacco alla carovana
L’anno 1839 nella frontiera del Texas, ritenuta la più selvaggia del Far West, si presentava un poco meno problematico per i coloni del settore occidentale, anche se non vanno taciuti i massacri della famiglia Morgan avvenuto il primo gennaio e quello dei Campbell il 23 successivo. Ciò poiché gli Shawnes erano stati sconfitti, ucciso in battaglia il vecchio capo Bowles, costretti a lasciare le loro terre per il preciso disegno politico di Mirabeau Lamarr Presidente della neonata Repubblica dal primo dicembre 1838 che, sconfessando l’operato pacifista filo-indiano del predecessore Sam Houston, prevedeva l’allontanamento, con le buone ma soprattutto le cattive, di tutte le tribù stanziali. Leggi il resto

Il massacro dei Wiyot

A cura di Paolo Scanabucci

Parlando di nativi americani l’immaginario collettivo spesso li associa non solo a suggestivi usi e costumi e a struggenti canti tribali ma anche a incredibili ingiustizie subite ad opera dei bianchi. Quando pensi che quello che hai letto su qualche rivista specializzata sia l’estrema brutalità inflitta al popolo rosso, ecco che salta fuori l’ennesimo reportage di inaudita crudeltà contro i nativi americani che ti fa ribollire il sangue. E’ proprio ciò che si prova dopo aver appreso la tragica storia di una sfortunata comunità di indiani Wiyot. Leggi il resto

La feroce mattanza di Torreón

A cura di Giampaolo Galli

Soldati messicani a Torreon
All’alba del 15 maggio 1911, le truppe rivoluzionarie di Francisco Madero, facevano irruzione nella città di Torreón, abbandonata nella notte dall’esercito federale di Porfirio Diaz.
La selvaggia carneficina che ne seguì, fu una delle pagine più cruente della storia messicana, una macchia indelebile per gli ideali di giustizia, progresso e uguaglianza sociale, promossi dagli stessi artefici della Rivoluzione.
Verso la fine dell’800, sotto la guida del presidente dittatore Porfirio Diaz, il Messico fu protagonista di un intenso sviluppo economico, che portò a una massiccia immigrazione di manodopera dai paesi confinanti, dall’Europa e dall’Asia. Leggi il resto

Illinois 1812, il massacro di Fort Dearborn

A cura di Renato Ruggeri

La mattina di sabato 15 agosto 1812 una forza composta da circa 500 guerrieri, in gran parte Potawatomi, assalì un gruppo di soldati, miliziani e civili che stavano evacuando Fort Dearborn, costruito sul luogo dove, oggi, sorge la grande metropoli di Chicago ma che, a quel tempo, era nominalmente il Territorio dell’Illinois ma, a tutti gli effetti, ” Indian Country” o “ Wilderness”. La battaglia che ne seguì è conosciuta come “il massacro di Fort Dearborn”.
Nel corso del 1600 i Potawatomi furono scacciati dallo loro patria ancestrale nel Michigan centro-meridionale e spinti a ovest dagli Irochesi durante le guerre del castoro, una serie di conflitti che causarono un massiccio spostamento di tribù Indiane e provocò lo spopolamento di un vasto territorio compreso tra i Grandi Laghi e il fiume Ohio, un’area che oggi chiamiamo Indiana, Ohio, Michigan e Illinois, in parte. Leggi il resto

Gli indiani Paiute all’assalto dei cinesi

A cura di Renato Ruggeri
Uno dei più grandi massacri di cinesi negli Stati Uniti fu compiuto dagli Indiani. Si tratta della serie di attacchi verificatisi nel 1866, tra il 19 e il 21 maggio, tra Oregon e Idaho.
I protagonisti di questa serie di massacri furono, almeno in buona parte, i Paiutes, guidati dal loro capo, il famoso Pony Blanket (Egan). era nato tra i Cayuse, ma venne adottato da una famiglia Paiute dopo che i genitori erano stati uccisi. In seguito all’adozione, crescendo sposò una donna Paiute e guidò in più occasione i guerrieri di quel raggruppamento in episodi guerreschi. Gli indiani erano allora armati con alcuni fucili Henry, moschetti e persino Colt. Leggi il resto

Silas Soule, un coraggioso al Sand Creek

A cura di Ermanno Bartoli
Silas Soule, capitano e maggiore dell’esercito degli Stati Uniti, sincero abolizionista fin dalla più giovane età, al seguito di una folta pattuglia di volontari irregolari del Colorado comandata dal colonnello John Chivington prese parte al sanguinoso assalto al campo dei Cheyenne di Pentola Nera al Sand Creek (29 novembre 1864), ma in aperto contrasto con colui che fino a quel tempo gli fu amico ordinò ai suoi uomini di attraversare velocemente l’accampamento senza sparare. Il fatto che il capitano Soule non si fosse tirato indietro, magari passando il comando a un altro, fu di enorme importanza perché in quell’assalto ci fossero almeno dei superstiti. Leggi il resto

Pistoleri, indiani, oro e argento nel sud-ovest

A cura di Angelo D’ambra

Ovviamente l’afflusso di bianchi nel sud-ovest per cercare oro e la loro caccia indiscriminata al bufalo portarono scompiglio nelle vite dei nativi che, per aver cibo, iniziarono ad attaccare le carovane di coloni.
Con il Trattato di Fort Laramie del 1851, in cambio dell’accettazione di un sicuro passaggio per le carovane dirette a ovest e della possibilità di costruire strade e presidi dell’esercito nella regione, i cheyenne e gli arapaho avevano ricevuto un vasto territorio compreso tra i contrafforti orientali delle Montagne Rocciose ed i fiumi North Platte e Arkansas, zona comprendente la porzione orientale dell’odierno Colorado, allora parte del Territorio del Kansas. Leggi il resto

Il massacro di Camp Grant

A cura di Pietro Costantini

Un dipinto che mostra il massacro di Camp Grant
Il primo popolo moderno ad abitare l’attuale Arizona meridionale fu quello degli O’odham. Essi sono divisi in due branche principali: gli Akimel O’odham, o popolo del fiume, e i Tohono O’odham, il popolo del deserto. Non erano genti nomadi. Erano coloni che si stanziavano lungo il corso dei fiumi, praticavano l’agricoltura e vivevano in piccoli villaggi. Gli Akimel O’odham risiedevano lungo il Gila e deviavano l’acqua del fiume mediante canali d’irrigazione come i loro antenati, gli Hohokam. I Tohono O’odham ed i loro immediati progenitori, i Sobaipuri, avevano colonizzato le zone lungo i fiumi San Pedro e Santa Cruz, che scorrevano verso nord, dal Messico all’Arizona. Leggi il resto

« Pagina precedentePagina successiva »