La nascita del mito Western nell’Ottocento: La frontiera americana – 4

A cura di Noemi Sammarco
Tutte le puntate: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16.


Il cowboy, ovvero l’uomo americano

L’eroe principale del nuovo mito della fondazione americana diventa il cowboy, la personificazione del nuovo americano. La figura del cowboy non è affatto una figura metastorica come molti credono, ma è legata a un’attività lavorativa molto specifica e poco gratificante diffusasi negli Stati Uniti in un lasso di tempo piuttosto breve, dalla fine della Guerra civile fino al durissimo inverno tra 1887 e 1888: insomma, poco più di vent’anni. Nella mitologia western quegli anni si sono dilatati a dismisura dando origine a migliaia di testi romanzeschi e cinematografici, raccontandoci di eroi che hanno attraversato il paese in sella a un cavallo ininterrottamente, dall’infanzia alla senilità (1). Leggi il resto

Alcune pillole sul vecchio west


Nel corso del tempo, gli appassionati o semplici curiosi di storia e storie del west hanno orientato le proprie ricerche verso questo o quel tema, in base ai propri gusti personali e, talvolta, in base agli stimoli forniti dalla lettura di un libro o di un fumetto, dalla visione di un film o da una chiacchierata con altri appassionati su un forum (come il nostro!). Le curiosità dimostrate sono tante e possono trovare ampia soddisfazione tra le moltissime pagine di questo sito.
Stavolta ne abbiamo raccolto alcune in questo piccolissimo approfondimento. Leggi il resto

La nascita del mito Western nell’Ottocento: La frontiera americana – 2

A cura di Noemi Sammarco
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Theodore Roosevelt, il presidente cowboy

Tra gli artefici del mito della frontiera americana ve ne furono alcuni destinati ad occupare la massima carica pubblica del Paese. Andrew Jackson aveva partecipato, con l’uniforme di capitano della milizia dell’Illinois, alla guerra contro i Sauk e Fox di Falco Nero. Abraham Lincoln poteva vantare, una serie di sfolgoranti vittorie contro i Creek del mezzosangue Aquila Rossa, più conosciuto con il suo nome inglese di William Weatherford. Leggi il resto

La nascita del mito Western nell’Ottocento: La frontiera americana – 1

A cura di Noemi Sammarco
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Introduzione e la frontiera americana

Il West è talmente radicato nell’immaginario comune occidentale che se vediamo un cappello Stetson, un cinturone con una Colt, o un paio di stivali, la nostra mente penserà sicuramente ad un cowboy. Nell’immaginario americano rappresentava anche un ideale: territori ancora da esplorare, dove la legge e l’ordine sociale non sono ancora arrivati e per poterle affermarli bisognava lottare contro gli indiani e le aspre condizioni ambientali. Leggi il resto

Bestiame e marchi

A cura di Aquila Solitaria


Longhorn sulle piste del Texas

L’uomo alleva bestiame da migliaia di anni, ma è stato il boom demografico del XIX secolo in Europa e in America a trasformare l’allevamento del bestiame in un’industria. La richiesta di carni a buon prezzo ha incoraggiato la diffusione nelle grandi praterie di tutto il mondo dell’allevamento in ranch, divenuto un settore di primaria importanza negli Stati Uniti e in Canada, Brasile, Argentina e Australia. Prima dell’arrivo dei colonizzatori europei, che portarono il bestiame con sé, in nessuno di questi Paesi esistevano mandrie. Originariamente il bestiame europeo era resistente, ma magro. Leggi il resto

Vita da cowboy

A cura di Luciano Guglielmi

Non c’è nulla al mondo di più inseparabile di un Cowboy dal Cavallo, poi naturalmente, anche dall’oggetto del suo lavoro cioè i bovini, ma anche dai suoi cani, aiutanti fedeli.
Così era nel mito quando si è formata questa professione, così è ancora oggi nelle grandi e alte praterie di Wyoming, Montana, Idaho, Utah e Colorado, i cosiddetti Stati delle Rocky Mountain.
Al tempo del mito, lo stato dei Cowboys è il Texas che assieme al New Messico, dopo la Civil War, detiene il primato della produzione di bovini. Seguito a ruota dall’unione di Nevada, Oregon e California, dove operano i Buckaroos, i primi grandi allevatori di bovini del Nord America.
Il ventennio che va dal 1865 al 1885, vede le figure del Cowboy e del Buckaroo, divenire un mito, soprattutto per i grandi Cattle Drive, gli spostamenti delle mandrie, dalle pianure d’allevamento ai centri mercantili delle grandi aree di consumo. Leggi il resto

Una fedele compagna: la colt

Anche gli uomini del pascolo, come del resto tutti gli uomini che vivevano nella prateria portavano la Colt, anche se cercavano di usarla il meno possibile, soprattutto i cowboy durante le lunghe marce verso il Nord, con le mandrie agitate e alle quali bastava un nonnulla per imbizzarrire. Sembra, addirittura, che molti di loro fossero dei pessimi tiratori.
La Colt «Six-Shooter» (Sei colpi) si diffuse sul territorio delle Grandi Pianure con estrema facilità per la sua maneggevolezza. Fu inventata nel 1835 da Samuel Colt (all’epoca solo sedicenne).
La storia di questo revolver è strettamente legata ai Ranger del Texas che per primi la adottarono, pare già nel 1839, e che contribuirono notevolmente alla sua diffusione.
Era la pistola ideale per chi doveva usarla stando a cavallo, data la sua estrema maneggevolezza. La si poteva considerare come sei pistole messe insieme. Durante la guerra contro il Messico, finita nel 1848, i Ranger del Texas convinsero il comandante delle truppe americane ad adottarla per tutti i soldati statunitensi. Leggi il resto

Il cappello del cow-boy

A cura di Luciano Guglielmi

Tra i vari tipi di cappello che mantengono viva la storia del west, c’è un copricapo che è diventato una sorta di mito, esso è il tipico cappello che dalla fine del mito è divenuto l’emblema del cow-boy. Il design originale viene attribuito a John Batterson Stetson, il fabbricante di cappelli che per primo, alla metà degli anni Sessanta dell’Ottocento, ideò e successivamente mise in commercio il “Boss of the plan”, il capostipite del modello di cappello che oggi viene identificato come il tipico cappello da cowboy. Leggi il resto

Lo spirito della frontiera

A cura di Domenico Rizzi

Quando il capitano John Smith, eroe di mille avventure vere o inventate nella tormentata Europa del XVII secolo, approdò alle coste della Virginia nel 1607, i colonialisti inglesi non potevano certo immaginare le conseguenze politico-sociali che l’impresa avrebbe avuto nel lungo periodo. La spedizione mirava, come le altre che l’avevano preceduta senza successo, ad impossessarsi di una porzione di suolo americano per contrastare l’invadenza degli Spagnoli – già saldamente insediati del Messico, nel Centro e Sud America – e dei Francesi, che dalle fredde regioni canadesi minacciavano di allargare, grazie ai loro intrepidi esploratori e “voyageurs”, le aree più ricche di cacciagione del nuovo continente.
Il manipolo di avventurieri che aveva posto una seria ipoteca sul possesso dell’odierna Virginia, fu seguito da altri arrivi nel breve volgere di qualche anno e nel 1620 i Padri Pellegrini sbarcarono a Cape Cod, nel Massachussets, per fondarvi altre colonie. Leggi il resto

Foto del Wild West Show di Buffalo Bill

Un grazie a Hin Tamaheca e a Wikipedia

La storia del Wild West Show nasce nel 1873. Si dice che quell’anno Ned Buntline, un famoso scrittore che aveva dedicato a Buffalo Bill diversi racconti che narravano le sue – anche improbabili – gesta, gli chiese di interpretare una versione teatrale delle sue storie. Buffalo Bill non si fece pregare e accettò di fare l’attore per undici stagioni consecutive. Nel 1883 creò il Buffalo Bill Wild West Show, uno spettacolo circense in cui venivano ricreate rappresentazioni western, fra cui la battaglia di Little Bighorn, dove perse la vita il Generale Custer. Fra i protagonisti dello spettacolo, a cui partecipavano veri cowboy e pellerossa, ci furono il leggendario capo Sioux Toro Seduto, Calamity Jane e Wild Bill Hickock. Fu un successo negli Stati Uniti ed in Europa per più di vent’anni e fu una delle attrazioni principali a Londra durante il Giubileo d’Oro della Regina Vittoria nel 1889 e all’Esposizione Mondiale di Chicago del 1893. Leggi il resto

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