Le guerre indiane nell’Ovest (1840-1890)
A cura di Sergio Amendolia
“Lassù morì il sogno di un popolo” pronunciò amaramente Alce nero parlando dell’eccidio avvenuto il 29 dicembre 1890 sulle rive del torrente Wounded Knee in South Dakota, ove quasi 300 tra uomini, donne e bambini Sioux perirono sotto le armi del 7° cavalleria, quel medesimo reggimento che quasi quindici anni prima, agli ordini di Custer, era stato praticamente annientato a Little Big Horn da una coalizione di tribù composta in buona parte proprio da guerrieri Sioux. Leggi il resto
Comanche, i signori delle praterie
Guerrieri Comanche
Comancheria. Con questo termine si intende iI punto di partenza, la provenienza del popolo Comanche, una tribù di nativi americani piuttosto nota e bellicosa che dominò per decenni i territori su cui si trovava. La Comancheria è un territorio che comprende attualmente la parte orientale del Nuovo Messico, quella sud-orientale del Colorado e Kansas, tutto l’Oklahoma e molto del nord-ovest e sud-ovest del Texas. Gli storici hanno buon motivo di ritenere che questo popolo bellicoso abbia raggiunto all’apice della sua presenza le 20.000 persone. Oggi, invece, i Comanche sono circa 10.000; la metà del “popolo” vive in Oklahoma (soprattutto a Lawton) e l’altra metà è distribuita tra Texas, California e New Mexico. I Comanche parlano una lingua Uto-Azteca che gli studiosi dicono essere anche un dialetto Shoshone. Leggi il resto
La guerra dei Cayuse
A cura di Sergio Mura
Un guerriero Cayuse
Il cosiddetto “Massacro dei Whitman”, avvenuto il 29 novembre del 1847, fu la causa principale dello scoppio della terribile Guerra dei Cayuse, un susseguirsi di episodi sanguinosi e scontri selvaggi tra il popolo dei Cayuse e il Governo Americano e i coloni bianchi. Questo lungo periodo durò 7 lunghissimi anni.
Tutto iniziò nel 1836 con l’arrivo dei coniugi Whitman, Marcus e Narcissa, nelle terre dei Cayuse, a circa 7 miglia da Walla Walla (attuale stato di Washington). Leggi il resto
Le mogli per corrispondenza
A cura di Mauser
Indubbiamente quello di sposarsi dopo aver creato un minimo di relazione con la futura sposa è un aspetto della vita normale, per cui il fenomeno di cui parliamo in questo articolo era spesso collegato alla fascia medio-bassa della popolazione.
Privi delle doti necessarie a intrattenere una signora o per mancanza di queste, alcuni uomini iniziarono a ordinare le spose ad amici e conoscenti in trasferta fuori città come noi ordiniamo cartoline e souvenirs agli amici in vacanza. «Trovami una moglie disponibile ed io me la sposo!» era pressappoco la richiesta.
Questi amici fuori sede, chiamiamoli così, intrallazzavano presso le loro conoscenze della città di destinazione, si informavano se una qualche fanciulla fosse stata disponibile, dopodichè prendevano accordi con la di lei famiglia circa il mantenimento, la dote e la forma legale del matrimonio. Leggi il resto
Tom Horn, un killer d’eccezione
A cura di Omari Vicari
I grandi allevamenti di bestiame intesi come modo e stile di vita cozzavano con l’idea dell’ordine che piano piano stava prendendo il sopravvento nel west. Era la civiltà che arrivava e il west che se ne andava.
Un mondo antico spazzato via da quello nuovo, un mondo che ha fatto sognare milioni di persone perché in quel mondo c’erano i nostri sogni e i nostri eroi. Leggi il resto
Pionieri, soldati e indiani
A cura di Domenico Rizzi
Indiani all’attacco di una carovana di pionieri
La storia della conquista del West è stata talmente modificata o travisata dal cinema, dalla letteratura, dalla stampa e dai fumetti che diventa sempre più difficile separare la verità dal falso. A questa considerazione non sfuggono ovviamente né gli eventi storici, né i personaggi che ne furono protagonisti.
Procedendo con un certo ordine e limitando il discorso al West tradizionale, comprendente i territori che dalla linea del fiume Mississippi si estendono fino alle coste dell’oceano Pacifico (in precedenza si indicavano con tale nome tutte le regioni ad occidente dei monti Allegheny e Appalachi) si può stabilire come data di inizio della conquista l’acquisto della “Grande Louisiana”, ceduta agli Stati Uniti dalla Francia napoleonica nel 1803. Leggi il resto
Rifugiati e migranti (1680-1750)
A cura di Gianni Albertoli
Dopo la grande rivolta dei Pueblo (1680), come riportava il Lance R. Blyth, molti rifugiati si spinsero nelle aree del Presidio di Janos (1686); nello stesso periodo gli Apaches continuavano a spostarsi dalle grandi Pianure meridionali verso le terre del Río Grande ed anche in direzione di Janos all’inizio del VII secolo. Il risultato era scontato e nuovi scontri si sarebbero protratti contro le comunità spagnole. Gli Apaches si dedicavano alla cattura di adulti di etnia spagnola, specialmente donne ma, indiscutibilmente, preferivano catturare giovani ragazzi-ragazze per incrementare la loro popolazione. Il risultato era chiaro, le due comunità si “imbastardivano” fra loro, ma tale fatto non avrebbe portato alla pace, infatti, sotto il sole di fine estate un triste corteo sfiduciato si faceva strada nel “paraje” (campeggio) di La Salineta, tre leghe a nord di El Paso. Leggi il resto
Sopravvivere nel west
A cura di Mario Raciti
Nel vecchio West, la sopravvivenza era il primo pensiero che svegliava ogni mattina ogni uomo e donna della Frontiera. Chi viveva nei ranch e nelle fattorie isolate aveva il peso di tutto ciò che succedeva sulle proprie spalle. Chi invece abitava nelle rozze cittadine del West aveva a disposizione “servizi” un po’ meno primitivi ma sempre e comunque assolutamente insufficienti. Vigeva quindi la regola del “chi fa da sé, fa per tre”. Come nel caso della signora Barbara Jones, abitante nel Territorio del New Mexico nel 1870, la quale, un giorno, vide spuntare uno dei suoi dieci figli con un profondo taglio alla palpebra. Leggi il resto
La guerra della Contea di Johnson
A cura di Omar Vicari
Il 25 giugno 1876, giorno del massacro di Custer al Little Big Horn, è una data di fondamentale importanza nella storia degli Stati Uniti d’America.
A parte la riluttanza dell’intera nazione ad accettare la cruda realtà, l’annientamento cioè di circa 260 cavalleggeri col loro generale, l’evento costrinse il Congresso degli Stati Uniti a risolvere una volta per tutte la questione indiana. Gli scontri successivi avrebbero portato alla definitiva sconfitta della nazione Sioux, alla scomparsa di personaggi come Cavallo Pazzo e al trasferimento nelle riserve dei pochi sopravvissuti. Leggi il resto
Malattie e morte lungo le piste dei pionieri
A cura di Matteo Pastore
“Oggi non ci siamo mossi. I nostri malati non sono in grado di continuare. La malattia sulla rotta è allarmante, viene ritenuta fatale”. Così scrisse Lydian Allen Rudd nel 1852.
L’assistenza sanitaria nella frontiera era una scienza imperfetta a metà del XIX° secolo e il tasso di mortalità era a livelli altissimi. Molti bambini giungevano al termine del viaggio con meno famigliari o parenti rispetto a quelli con cui erano partiti.
Le malattie e gravi ferite erano, per un grande margine, la causa di morte di nove pionieri su dieci. Le difficoltà metereologiche, dieta sbilanciata ed esaurimento psicofisico rendevano i viaggiatori vulnerabili malattie infettive come colera, dissenteria, rosolia, tubercolosi, febbre tifoide e parotite che si trasmettevano molto velocemente negli accampamenti dei carri. Leggi il resto