Una fedele compagna: la colt

Anche gli uomini del pascolo, come del resto tutti gli uomini che vivevano nella prateria portavano la Colt, anche se cercavano di usarla il meno possibile, soprattutto i cowboy durante le lunghe marce verso il Nord, con le mandrie agitate e alle quali bastava un nonnulla per imbizzarrire. Sembra, addirittura, che molti di loro fossero dei pessimi tiratori.
La Colt «Six-Shooter» (Sei colpi) si diffuse sul territorio delle Grandi Pianure con estrema facilità per la sua maneggevolezza. Fu inventata nel 1835 da Samuel Colt (all’epoca solo sedicenne).
La storia di questo revolver è strettamente legata ai Ranger del Texas che per primi la adottarono, pare già nel 1839, e che contribuirono notevolmente alla sua diffusione.
Era la pistola ideale per chi doveva usarla stando a cavallo, data la sua estrema maneggevolezza. La si poteva considerare come sei pistole messe insieme. Durante la guerra contro il Messico, finita nel 1848, i Ranger del Texas convinsero il comandante delle truppe americane ad adottarla per tutti i soldati statunitensi.
Anche se non dotato di spiccate capacità da pistolero, il cowboy era un individuo estremamente coraggioso. Un codardo non trovava posto nel mondo del bestiame, poiché un momento di incertezza o di paura poteva significare la perdita della vita per sé e per gli altri.
Il cowboy era sempre pronto ad aiutare un amico o chiunque si trovasse in difficoltà; rispettava le poche donne che conosceva e le proteggeva a costo della sua stessa vita.
Il paese del bestiame era essenzialmente un posto da uomini, dato il rigore e le difficoltà della vita. Le donne erano poche, per cui un uomo si sentiva in dovere di prendersene cura.
La mancanza di donne contribuì al fatto che la maggior parte dei cowboy non fosse sposata, anche se ciò era causato principalmente dalla giovane età degli uomini che tendevano ad accasarsi solo dopo aver rinunciato alla vita del pascolo o essere riusciti a mettersi in affari per proprio conto.
Il cowboy doveva avere un fisico robusto per poter affrontare il rigore dell’esistenza sulla prateria. Non vi erano medicine che curassero le malattie che potevano essere contratte, così si usavano i rimedi più disparati, forse maggiormente dannosi del male stesso. Potevano essere somministrati il linimento per i cavalli, o il «rimedio universale per il fegato» o il «Pain Killer» (l’assassino dei malanni). Per quanto riguardava i problemi dei denti era sufficiente recarsi dal più vicino maniscalco.

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