Colorado 1779: De Anza contro Cuerno Verde
A cura di Renato Ruggeri
De Anza ed I Comanche
La mattina del 3 settembre 1779, ai piedi delle Montagne Rocciose, il capitano Spagnolo Juan Bautista de Anza e il capo Comanche Cuerno Verde si incontrarono in un combattimento mortale per decidere il destino di un secolo di rivalità tra i due popoli. Anza era il rampollo di una famiglia Spagnola con una lunga e onorevole storia al servizio della Corona. Cuerno Verde aveva ereditato dal padre il particolare copricapo sormontato da un corno di bisonte dipinto di verde, ma anche il suo odio profondo verso gli Spagnoli. Leggi il resto
Gli indiani Yuma e l’esplorazione di Alarcon
A cura di Gianni Albertoli
Alarcon e gli Yuman
Il giorno dopo, “di buon mattino, venne in mezzo a loro un capo chiamato Naguachato, e volle che venissi a terra perché aveva una grande scorta di viveri da darmi”. L’Alarcon ricordava, “Poiché mi sentivo al sicuro, l’ho fatto senza dubitare. Immediatamente venne un vecchio con panini (torte) di mais, e alcune piccole zucche e, chiamandomi a gran voce, faceva molti gesti con il suo corpo e le braccia, poi mi si avvicinò”. Il capo si rivolse alla sua gente e disse loro “Sagueyca”, gli indiani risposero con “grande voce Hu”, poi offrì al “Sole” tutto quello che aveva, “e anche un po’ di più a me anche se poi mi diede tutto il resto”, e facendo così “a tutti quelli che erano con me”. Leggi il resto
I Comanche, i Lipan e le missioni Spagnole
A cura di Renato Ruggeri
Nei primi anni del 1750 i Lipan, incapaci di arrestare l’avanzata Comanche, chiesero aiuto agli Spagnoli, promettendo in cambio la conversione al cristianesimo e di adeguarsi a una vita sedentaria. Gli Spagnoli accettarono per diversi motivi. I missionari provavano il sincero desiderio di diffondere il cristianesimo tra gli “indios barbaros”, mentre per gli ufficiali civili e militari lo scopo era diverso. La costruzione di missioni nel territorio Lipan avrebbe fatto diminuire i problemi con gli indiani lungo il basso Rio Grande, salvaguardando anche i nascenti villaggi a Nord del fiume e favorito l’estensione del dominio imperiale. Un’alleanza Spagna-Apaches avrebbe, inoltre, contrastato la penetrazione Francese in Texas e sarebbe servita come scudo contro gli attacchi dei Comanches e dei Nortenos (Wichitas e Hasinais), loro alleati. Leggi il resto
Osage, il popolo venuto dalle stelle (1800-1872)
A cura di Pietro Costantini
Blackheart
All’inizio del XIX secolo gli Osage dovettero affrontare, oltre il we- lu-ska (il “piccolo popolo” dei germi) portato dai Francesi e dagli Spagnoli, l’invasione degli Americani, da loro inizialmente chiamati sia “Folte Sopracciglia” sia “Lunghi Coltelli”, dato che i Piccoli non avevano ancora deciso cosa fossero in realtà. Leggi il resto
Gli indiani della Yosemite Valley
A cura di Armando Morganti
Gli inizi della vita umana nella Yosemite Valley sono ancor oggi avvolti nel mistero, ma da tempi immemorabili “nella valle di Ahwahnee” vivevano gli indiani Ahwahneechees, i quali, nella splendida vallata si sentivano al sicuro dagli attacchi nemici e la loro proverbiale bellicosità li rendevano particolarmente temuti dalle popolazioni vicine. Leggi il resto
La Missione perduta di San Sabà
A cura di Pietro Costantini
Un guerriero Lipan Apache
All’inizio del ‘700 gli Spagnoli costruirono una serie di missioni e forti in modo da dare supporto ai coloni spagnoli, convertire le tribù ben disposte e fortificare il confine con la colonia francese del Territorio della Louisiana. I missionari spagnoli ebbero qualche successo con alcune tribù sedentarie del sud ovest, ma ebbero problemi con le frequenti incursioni di Apaches e Comanches. Ciò accadeva con tale frequenza che nel Texas spagnolo e nel Nuovo Messico le incursioni erano diventate parte della vita coloniale spagnola. Leggi il resto
La Guerra Yamasee (1715 – 1717)
A cura di Pietro Costantini
“The Yamasee Indians in South Carolina” di Chester B. DePratter
La Guerra Yamasee fu uno dei conflitti più distruttivi e dirompenti dell’America coloniale. Fu una delle sfide più serie che gli Indiani americani lanciarono alla dominazione europea. Per oltre un anno la colonia della South Carolina fronteggiò la possibilità di essere annientata. Venne ucciso circa il 7% della cittadinanza bianca del territorio, rendendo questa guerra una seria aspirante al titolo di guerra più sanguinosa della storia americana in termini percentuali di popolazione uccisa. Leggi il resto
Gli indiani e il sentiero di guerra
A cura di Sergio Mura
Ai primi uomini bianchi che misero i piedi sul suolo americano, gli indiani dovettero certamente sembrare un qualcosa appena più in là dell’uomo primitivo. Non è una nostra opinione, ma una certezza derivante dalla lettura dei diari e delle relazioni del tempo. Agli europei che arrivavano in America interessava solo evidenziare tutto ciò che ai nativi mancava, trascurando deliberatamente tutto quel che erano in grado di esprimere attraverso la loro ricca cultura, molto incentrata sull’essere parte integrante della natura.
Erano tempi in cui gli indiani non possedevano cavalli, anche perchè non vi erano cavalli in tutto il continente. Leggi il resto
Nella terra dei Cacaxtle
A cura di Gianni Albertoli
Nel vasto territorio desertico del Messico nord-orientale e del Texas meridionale vi erano originariamente stanziati numerosi gruppi nativi di cacciatori-raccoglitori. Con l’arrivo dei primi spagnoli, a partire dall’inizio del XVI secolo, la fragile economia di questi indiani venne letteralmente sconvolta; la popolazione nativa iniziò a declinare e le varie identità etniche vennero distrutte. Molti di questi gruppi sono però rimasti nelle fonti storiche dell’epoca ma, nonostante l’impegno di numerosi studiosi, le notizie sono piuttosto scarse e, alcune volte, anche completamente errate. Leggi il resto
Il lungo viaggio di Estevanico
A cura di Pietro Costantini
Estevanico
Una delle più grandi odissee della storia americana iniziò nella piccola città di Azamor, sulla costa occidentale del Marocco, all’inizio del XVI secolo. Il giovane, che aveva trascorso i suoi primi anni di vita guardando le rive dell’Atlantico, poteva non avere alcun sentore del bizzarro futuro che il fato aveva in serbo per lui: un viaggio attraverso quel grande oceano fino alle terre di genti che non avevano alcuna conoscenza dell’Islam in cui era nato. In quelle terre sarebbe morto con un nome cristiano in una città che si credeva contenesse favolose ricchezze. Leggi il resto