Schierati contro il loro stesso sangue

A cura di Marcello Floris

Custer e i suoi scout indiani
Le guerre indiane per la conquista dell’Ovest hanno certamente avuto delle specificità proprie, diverse da quelle a loro contemporanee tradizionalmente studiate sui libri di scuola. Diverse soprattutto dai conflitti del vecchio continente.
Un solo dato è davvero significativo: durante tutte le guerre indiane dal 1775 al 1890 morirono circa cinquantamila indiani, meno uomini di quanti ne morivano spesso in una sola battaglia durante la prima guerra mondiale. Combattimenti mordi e fuggi in uno sterminato campo di battaglia grande decine di volte l’Italia. Conflitti senza dichiarazioni di guerra e senza armistizi: privi, insomma, di molti dei connotati salienti delle guerre occidentali. Leggi il resto

La carica del Colonnello Sumner contro i Cheyenne

A cura di Marco Vecchioni e di Sergio Mura

L’episodio di cui parliamo in questo articolo segue e si colloca subito dopo la conferenza di pace seguita al massacro di Ash Hollow, in cui, nell’estate del 1855, un reparto militare forte di 1.300 uomini, partito da Fort Leavenworth nel kansas e comandato dal generale Harney, aveva distrutto un campo di Lakota Sichangu alla confluenza dei due rami del fiume Platte, uccidendo 86 pellirosse.
Nella primavera del 1856 una controversia tra alcuni coloni ed una banda di Cheyenne, a causa di uno dei tanti cavalli che vagavano nelle praterie, si era conclusa nel sangue.
Un reparto di soldati aveva attaccato un gruppo di indiani della stessa tribù, che peraltro era del tutto estranea alla faccenda di cui veniva accusata. Leggi il resto

I Buffalo Soldiers

A cura di Cristina Uderzo

Truppe di soldati neri marciarono nelle linee dell’esercito di Washington per la causa dell’indipendenza. Prestarono servizio con Andrew Jackson a New Orleans nel 1815 per respingere gli invasori Inglesi. Ma fu con il loro primo e grandioso impiego durante la Guerra Civile che essi fecero il loro vero debutto nella Storia Americana.
I soldati di colore di cui vogliamo parlarvi in questo affascinante speciale sono i famosissimi Buffalo Soldiers, il cui nomignolo deriva dal buffo modo con cui li chiamarono i Cheyenne quando li videro per la prima volta.
Facendo senz’altro riferimento alla loro folta ed ispida capigliatura, i Cheyenne sottolinearono che guardandoli gli venivano in mente i bisonti.
I Buffalo Soldiers furono a tutti gli effetti croce e delizia per l’esercito americano perché se è vero che furono soldati indomiti, è altrettanto vero che neppure le file dell’Unione erano tanto disposte a reclutare soldati di colore Leggi il resto

Meridiano di sangue: la storia di John Glanton

A cura di Mario Raciti

John Glanton
Di John Joel Glanton, assassino e cacciatore di scalpi, e della sua vita si sa poco o nulla. La sua figura ha acquistato curiosità da quando il famoso romanziere Cormac McCarthy lo rese co-protagonista del bellissimo romanzo “Meridiano di sangue”, a sua volta basato sulle memorie di Samuel Chamberlain, un soldato vagabondo dell’Unione che combattè contro il Messico e che, dice lui, conobbe Glanton.
Nei suoi resoconti, intitolati “My confessions”, Chamberlain descrive così John Glanton: “Ad un tavolo piccolo due uomini si giocavano a carte le bevute. Uno di essi, che giocava tranquillamente la sua mano con un’aria timida e mite, contrastante con il suo aspetto di desperado, era basso e atticciato, con il viso abbronzato dal sole quasi quanto quello di un Indiano, gli occhi profondamente infossati e macchiati di sangue, i capelli neri e incolti che gli pendevano sulle spalle a treccioline, come tanti serpentelli. Leggi il resto

Wovoka il profeta

Con lui si diffonde la Ghost Dance e si arriva fino al massacro di Wounded Knee

Un’immagine di Wovoka
Conosciuto come il Messia tra i suoi seguaci, Wovoka era il mistico Paiute le cui teorie religiose diffusero la Ghost Dance tra le molte tribù indiane dell’ovest americano.
Wovoka nacque nell’ovest del Nevada, in quella che ora è la contea di Esmeralda nel 1856 circa.
Poco si sa del primo periodo della sua vita, ma è certo che a 14 anni circa perse il padre e che fu successivamente cresciuto dalla famiglia di David Wilson, un allevatore bianco.
Wovoka prese allora il nome di Jack Wilson con il quale era generalmente conosciuto dai vicini bianchi ed indiani e lavorò nel ranch dei Wilson sino all’età adulta.
Imparò a parlare l’inglese ed apparentemente ebbe un certo numero di contatti con la religione cristiana.
A circa 30 anni Wovoka cominciò a subire l’influsso religioso della Ghost Dance. Egli stesso, oltretutto, aveva una ricca tradizione mistica a cui appellarsi. Leggi il resto

Un Ligure contro Toro Seduto

A cura di Sergio Mura

“Feci la prima telefonata alla parrocchia di S. Stefano d’Aveto, ma non ebbi risposta, provai allora con quella di Borzonasca dove purtroppo non risultò essere nato nessun Agostino Luigi, ma il parroco mi assicurò che i Devoto erano originari di quei luoghi e che nei pressi di Caregli esiste una borgata chiama “Devoti”. Il giorno seguente telefonai al parroco di Temossi, dove speravo di avere una conferma, ma anche lì la risposta fu negativa. Stavo ormai perdendomi d’animo, ma provai a fare l’ultimo tentativo presso la parrocchia di Mezzanego, dove dall’elenco risultavano iscritti solo cinque Devoto. Il parroco don Olivieri, mi disse subito che sarebbe stato difficile trovare il mio personaggio presso la sua parrocchia, dato che il cognome è originario di Borzonasca, ma dietro mia insistenza accettò di controllare; per fortuna, dopo una rapida ricerca negli archivi egli mi confermò invece che aveva trovato quello che cercavo, Agostino Luigi Devoto era nato a Borgonovo di Mezzanego il 27 febbraio 1851, da Giuseppe fu Agostino e Cassinelli Angela fu Luigi.” Leggi il resto

Custer, sconfitto anche dal fango della corruzione

A cura di Domenico Quirico

Custer e sua moglie, Libbie
Sullo sfondo c’erano una tangentopoli della Frontiera con nomi eccellenti compreso il presidente, e la battaglia per la Casa Bianca combattuta cento anni fa come oggi a colpi di immagine, giornali compiacenti e soprattutto scandali.
Quel mattino del 25 giugno del 1876 le giacche blu del 7° Cavalleria che galoppavano verso il Little Big Horn non sapevano che la battaglia era gia’ iniziata da un pezzo. E non tra le colline nere sacre agli sioux, ma nei corridoi dei palazzi del potere a Washington.
Erano tempi inquieti per l’America che sembrava aver imboccato la strada di un boom economico senza fine. In Borsa i titoli, soprattutto quelli delle società ferroviarie come la Union Pacific e la Northern Pacific salivano alle stelle, arricchendo legioni di “yuppies” avidi e spregiudicati. Leggi il resto

Le Guerre Indiane nelle Grandi Pianure 1840-1890

A cura di Sergio Mura

Questo volume è il secondo della serie firmata da Domenico e dedicata al tragico ed interessantissimo periodo storico delle Guerre Indiane. Il periodo che passa sotto la lente d’ingrandimento dell’analisi storica di Domenico Rizzi e di fatto il più popolare della storia del West americano, quello delle guerre sostenute nella seconda metà dell’Ottocento dalle tribù indiane delle grandi pianure contro l’esercito dalle giubbe blu e contro la massa dei colonizzatori. La storia narrata prende avvio dal periodo successivo alla grande “migrazione” verso Ovest imposta alle sfortunate tribù dell’Est dopo la sconfitta militare. Laddove da decenni e decenni il pubblico si divide senza posa tra sostenitori della causa degli indiani e promotori delle esigenze della civilizzazione, l’autore traccia un quadro quanto più realistico ed imparziale possibile delle cruente battaglie che opposero le bellicose e potenti tribù dei Sioux, Cheyenne, Arapaho, Comanche, Kiowa e Nez Percè alla cavalleria americana, culminate nel 1876 con la distruzione del Settimo Cavalleria del generale Custer al Little Big Horn. Leggi il resto

Le Guerre Indiane della Vecchia Frontiera 1607-1838

A cura di Sergio Mura

Le “guerre indiane” della vecchia frontiera sono l’oggetto dell’approfondita trattazione del nostro Domenico Rizzi in questo libro di dimensioni generose e ricchissimo di immagini anche molto preziose. E leggere Domenico Rizzi che descrive i fatti è un piacere notevole! Questa monografia di storia militare abbraccia un periodo storico di
oltre 230 anni, dallo sbarco dei primi colonizzatori inglesi di John Smith in Virginia alla deportazione in massa delle tribù indiane verso l’Oklahoma.
Attraverso questo lungo cammino, l’autore traccia le biografie dei più famosi condottieri pellirosse – Powhatan, Metacomet, Pontiac, Piccola Tartaruga, Tecumseh, Aquila Rossa, Falco Nero, Osceola – e le vicende dei popoli Algonchini, Irochesi, Muskogee e Natchez che lottarono strenuamente contro Francesi, Inglesi, Spagnoli e Americani per la difesa dei loro territori.
Ma, come suggerisce il titolo, non si parla solo dei grandi condottieri, ma anche e sopratutto delle battaglie che hanno insanguinato quegli oltre due secoli di storia dell’America del Nord. Leggi il resto

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