I Buffalo Soldiers
A cura di Cristina Uderzo
Truppe di soldati neri marciarono nelle linee dell’esercito di Washington per la causa dell’indipendenza. Prestarono servizio con Andrew Jackson a New Orleans nel 1815 per respingere gli invasori Inglesi. Ma fu con il loro primo e grandioso impiego durante la Guerra Civile che essi fecero il loro vero debutto nella Storia Americana.
I soldati di colore di cui vogliamo parlarvi in questo affascinante speciale sono i famosissimi Buffalo Soldiers, il cui nomignolo deriva dal buffo modo con cui li chiamarono i Cheyenne quando li videro per la prima volta.
Facendo senz’altro riferimento alla loro folta ed ispida capigliatura, i Cheyenne sottolinearono che guardandoli gli venivano in mente i bisonti.
I Buffalo Soldiers furono a tutti gli effetti croce e delizia per l’esercito americano perché se è vero che furono soldati indomiti, è altrettanto vero che neppure le file dell’Unione erano tanto disposte a reclutare soldati di colore in un tempo in cui il razzismo era piuttosto forte. Per questo motivo si pensò a reggimenti di soldati di colore comandati da ufficiali bianchi che, a loro volta, erano sempre ben disposti a scambiare il loro posto di comando con un altro a capo di soldati bianchi.
Il 10° Cavalleria di colore
Tutto iniziò quando le Batterie della Confederazione attaccarono Fort Sumpter, il 12 Aprile del 1861. I Neri erano impazienti di indossare le divise dell’Unione, ma non sarebbe stato facile.
Nel primo anniversario di Fort Sumpter, il Generale David Hunter organizzò un reggimento di soli soldati di colore.
Il Generale David Hunter
Ma la sua impresa fallì e il reggimento fu “licenziato senza uno scellino, per ordine del Dipartimento Militare”. Sette mesi dopo, il Colonnello T. W. Higginson del Massachusetts prese il comando del Primo Reggimento dei Volontari della South Carolina, il primo reggimento di schiavi radunati al servizio degli Stati Uniti.
Verso la fine della guerra, su 180.000 Neri che avevano prestato servizio nell’esercito, 33.380 morirono.
Certo, essi non avevano combattuto solo per l’Unione. Purtroppo poco è stato scritto sui neri che combatterono nell’esercito confederato, e per questo poco sappiamo delle ragioni che li spinsero a lottare per la Confederazione o dell’esito di questa impresa.
Un folto gruppo di Buffalo Soldiers
Sappiamo che i soldati neri combatterono coraggiosamente e la prima Medaglia d’Onore appartenne ad un soldato nero della Batteria Wagner, S.C. Questa è anche la battaglia principale mostrata in “Glory”; dalla messa in onda di questo film, i soldati neri sono stati spesso menzionati nei documentari, come ad esempio “Buffalo Soldiers”, ovvero i “Soldati-Bufali”, riscoperta dell’America raccontata da David Hartman.
Tutto questo ha scatenato un crescente interesse che ha creato un intero, nuovo gruppo d’interpreti nel campo della recitazione.
Un soldato-bisonte con la sua divisa completa
Molti hanno scelto di raffigurare il soldato nero accomunandolo con quello che si riferisce al periodo delle Guerre Indiane, il soldato-bufalo. Nel sud dell’Arizona, un film sui “soldati-bufali” è stato girato dalla Turner Production. Vi recita Danny Glover.
Poco dopo la fine della Guerra Civile, il 28 luglio del 1866, furono fatte delle previsioni sul destino di questi soldati che avrebbero dovuto prestare servizio nell’esercito regolare in tempo di pace.
Sei reggimenti, 2 della Cavalleria e 4 della Fanteria vennero legalizzati. Per 24 anni questi reggimenti compirono spedizioni nelle Grandi Pianure lungo il Rio Grande, il New Mexico, il Texas, l’Arizona, il Colorado e infine in Nord e Sud Dakota.
I doveri del Nono e Decimo Cavalleria includevano il controllo della posta, la scorta e/o la Sorveglianza delle diligenze, dei mandriani, degli operai della ferrovia e dei doganieri.
Questi soldati costruivano strade e linee telegrafiche, tracciavano mappe e esploravano.
Essi spesero la maggior parte del loro tempo a costruire il West e a renderlo sicuro per l’imminente espansione verso occidente dei coloni.
All’inizio c’erano solo ufficiali bianchi, e non neri, e l’esercito non voleva aver niente a che fare con questa questione.
Ancora una pattuglia di Buffalo Soldiers
Non era ancora chiaro come i soldati neri sarebbero rimasti nell’esercito in tempo di pace.
Per di più il processo di reclutamento di ufficiali per questi nuovi reggimenti fu molto lento e entro il Febbraio del 1867 solo 11 ufficiali si presentarono a rapporto. Nell’attesa di un sufficiente numero di ufficiali, le truppe divennero rudi e indisciplinate.
Nel Marzo del1867, il Colonnello Edward Hatch ricevette gli ordini di trasferire il suo reggimento in Texas.
Vita da campo
Due compagnie, la L e la M stavano prendendo posizione a Brownsville, sul Rio Grande, mentre le rimanenti 10 compagnie si stavano accampando nei pressi di San Antonio dove i soldati sarebbero stati sottoposti a un ulteriore addestramento.
Ma gli ordini di marcia sarebbero arrivati presto. Hatch aveva al suo comando poco più che un’indisciplinata banda e la tappa fu teatro di violenze, trasformandosi in una vera tragedia.
In viaggio per Sant’Antonio si scatenò l’ammutinamento della compagnia K e fu soppresso solo con gran difficoltà. Quando la città fu raggiunta, non fu adunato nessun corteo per accogliere gli uomini neri in uniforme; dopotutto quello era stato territorio della Confederazione e gli screzi tra le truppe e i cittadini si svilupparono velocemente.
I contrasti con la polizia divennero un fatto quasi quotidiano. Un serio scontro era ormai solo questione di tempo.
Accadde il 9 Aprile quando pochi ufficiali si sforzarono di tenere sotto controllo i loro uomini. Scoppiò l’ammutinamento nelle compagnie A, E e K, e prima che l’ordine venisse ripristinato, il giovane Luogotenente Seth Griffin della Compagnia A incassò una ferita mortale e il Luogotenente Fred Smith della K fu costretto a sparare a due dei suoi soldati.
Un reparto del 6° Cavalleria
Il colonnello Hatch diede la colpa di tutto ciò alla carenza di ufficiali, mentre al Capitano W.W. Albert del Sesto Cavalleria fu assegnato il compito di far luce sulla vicenda.
Secondo il suo Rapporto molti degli uomini erano “troppo leggeri, di debole costituzione e troppo giovani”.
Egli dovette aggiungere che reclutatori imprudenti o indifferenti avevano assunto troppi uomini inadatti al servizio militare.
La lista delle reclute era copiosa, ma gli ufficiali erano scarsi.
I neri non vedevano l’ora di arruolarsi poiché l’esercito dava loro la possibilità di migliorarsi sia socialmente che economicamente, qualcosa di difficile da raggiungere in una società quasi chiusa nei loro confronti.
La guerra civile era finita, ma molti non conoscevano niente del mondo esterno, del mondo oltre la città o le piantagioni in cui avevano passato tutta la vita.
Non potevano tornare indietro, ora erano liberi, ma molti non avevano la possibilità o la capacità di tirare avanti da soli, non avevano un posto dove andare.
Truppe di colore all’attacco
Così molti pensarono che l’esercito sarebbe stata la loro nuova casa. Agli altri rimaneva l’avventura, spediti nel west per aiutare a domare l’irrefrenabile istinto selvaggio dei Nativi Americani.
Forse questo li avrebbe condotti al loro grande sogno, il sogno di costruire una nuova vita nella propria terra. Quelli che venivano accettati per un minimo di cinque anni, ricevevano la paga base di un soldato, 13 $ al mese più vitto, alloggio e uniforme. Loro sentivano di trovarsi sul cammino verso la tolleranza, poco conoscevano della fatica che avrebbero dovuto affrontare nel West.
La maggior parte iniziò con uniformi ed equipaggiamento scartati dai sopravvissuti di entrambi gli eserciti della Guerra Civile.
Le nuove reclute utilizzavano i compressori del cotone come alloggi, mangiavano carne bollita o trita, fave, pane di grano e occasionalmente patate dolci, melassa e caffè, non meglio delle cose cui erano abituati.
Più d’ogni altra cosa, il motivo maggiore che li induceva ad arruolarsi era la prospettiva di imparare a leggere e a scrivere. Intuivano che questo li avrebbe aiutati a capire l’uomo bianco e a guadagnarne il rispetto, e la conoscenza di quello che l’uomo bianco conosceva sarebbe stato utile per sopravvivere e prosperare.
Buffalo Soldiers nella Guerra Civile
A chi faceva parte della Cavalleria erano dati i cavalli migliori, ma non ai neri. Loro ricevevano i cavalli sciancati e deboli, scampati alla Guerra Civile.
Nonostante ciò essi impararono che talvolta il proprio cavallo può fare la differenza tra la vita e la morte. Impararono presto a prendersi cura dei propri cavalli, meglio di quanto potessero fare per loro stessi.
Era la primavera e l’estate del 1867, il Nono e Decimo Cavalleria intrapresero un viaggio che li avrebbe condotti a due decadi d’incessante servizio nelle Grandi Pianure, nelle montagne e nel deserto del New Mexico e dell’Arizona.
Il 9° Cavalleria
Arrivando a Fort Stockton e Fort Davis, trovarono con stupore i forti ridotti in rovina e bisognosi di una completa ricostruzione.
Così i dettagli del lavoro vennero fissati subito, tagliando tronchi, alzando muri, costruendo le fognature, tirando su caserme e recinti. Con tanto lavoro da fare rimaneva poco tempo per il malumore.
Poi, alla fine di Ottobre un gruppo di Kickapoos ostili seminò per la prima volta il sangue tra i Buffalo Soldiers; fecero un’imboscata e uccisero il Caporale Emanuel Wright e il soldato semplice E.T. Jones della Compagnia D, mentre stavano scortando la posta da Campo Hudson a Fort Stockton.
Nel Dicembre un moto di resistenza di Kickapoos, Lipans, Messicani e qualche bianco rinnegato portò quasi 900 persone ad attaccare il bivacco del Capitano William Frohock e la Compagnia K a Fort Lancaster, 75 miglia a ovest di Fort Stockton.
Questa era la prima opportunità per i Buffalo Soldiers di sfidare il nemico faccia a faccia.
Il tutto sfociò in uno sregolato combattimento di tre ore, che lasciò la Compagnia K in possesso del campo; la loro vittoria portò a venti morti e un vasto numero di feriti tra i nemici, ma anche loro subirono la perdita di tre Capi Guardie.
I soldati Andrew Trimble, William Scarpe e Ely Boyer furono presi di sorpresa, circondati e trascinati via. Li dettero per dispersi e presunti morti.
Questa battaglia fu una prova alla virtù del duro lavoro, della disciplina e del senso del dovere. Questo dimostrò al Nono Reggimento ed all’esercito in genere che i Buffalo Soldiers erano dei veri soldati.
Buffalo Soldiers in battaglia
Nel 1880, dopo anni di servizio, la maggior parte degli Apache furono portati nelle riserve a San Carlo e Fort Apache, ma i ribelli rimanevano ancora in libertà.
Con le gravi sommosse dell’81-82, il Generale Crook ritornò in Arizona e ripristinò la pace, ma 500 Chiricahua e “fuorilegge” Warm Springs, compreso lo stesso Nana, si nascosero tra le montagne del Messico settentrionale, pronti a lanciarsi in razzie e rapine in Arizona.
Nel Marzo del 1883, una piccola banda di questi indiani comandati da Chato si scagliò come un uragano nel sud del Nuovo Messico e in Arizona. Numerosi Ranch vennero saccheggiati e bruciati. In soli sei giorni, 25 persone furono uccise e un ragazzo fu catturato. Poi, come spettri, gli Apache scomparvero nella frontiera, lasciando i cittadini e le truppe in uno stato di shock.
Il Generale Crook reagì velocemente radunando una possente forza, tra cui un vasto corpo di guide Apache, per attraversare il Messico e invadere la Sierra Madre. In una spedizione di tre settimane, Crook costrinse alla resa i Chiricahua irriducibili. Fra questi Chato, Geronimo, Nachez, Loco, Benito, Mangus e i loro seguaci, così come Nana e i suoi Apache Warm Springs che accettarono di marciare diretti alle riserve di San Carlos, dove sarebbero dovuti rimanere sotto il controllo dell’esercito.
Parata di Buffalo Soldiers
Nel 1886 a Fort Apache, il Luogotenente Colonnello Wade mandò più di metà dei Buffalo Soldiers delle Compagnie del Decimo ad arrestare e trasportare più di 400 Apache tra uomini, donne e bambini, a Holbrook, in Arizona, dove furono poi convogliati a Fort Marion. Un capo ostile, Mangus, e la sua banda rimasero in libertà una volta separati da Geronimo.
Il 18 Settembre un distaccamento della Compagnia H, sotto il comando del Capitano Charles Cooper, trovò una via nelle White Mountains e proseguì per più di 40 miglia sopra un terreno accidentato, diretto a un piccolo accampamento di Apache. Dopo un inseguimento di 15 miglia le truppe misero in difficoltà gli Indiani e li costrinsero ad arrendersi. Ora il capitolo era finito con l’ultimo ribelle- Mangus, 2 guerrieri, 8 donne e bambini.
L’Arizona era finalmente giunta alla pace e parte del merito andava ascritto ai Buffalo Soldiers…