Summit Springs: la fine dei Dog Soldiers

A cura di Marco Vecchioni

Il massacro del Sand Creek, del Novembre 1864, non era mai stato dimenticato dai Dog Soldiers, i Soldati del Cane, la più bellicosa e meglio organizzata delle bande guerriere degli Cheyenne meridionali, guidata dal capo Toro Alto.
La notizia del massacro del Washita rinfocolò ulteriormente il loro odio nei confronti dei bianchi e, nei mesi di maggio e giugno del 1869, essi ripresero la guerriglia nel Kansas, spingendo le incursioni sino al corso del Platte, minacciando il Nebraska meridionale.
In quei mesi non passò giorno senza che gli insediamenti venissero attaccati, con la consueta serie di uccisioni, incendi e razzie di persone e di beni.
Una ventina di coloni pagarono con la vita il massacro del Washita, mentre due donne e un bambino rimasero nelle mani dei Dog Soldiers.
Le sole forze militari presenti nella regione erano gli squadroni del 5° cavalleria al comando del maggiore Carr che avevano svernato a Fort Wallace e che il 10 maggio, alla prima notizia degli attacchi indiani, lasciarono il presidio ponendosi al loro inseguimento.
Il primo scontro avvenne il 15 maggio, sul Beaver Creek, e si concluse praticamente con un nulla di fatto.
Il Maggiore E. Carr
Tra i bianchi rimase leggermente ferito anche Buffalo Bill, che comandava un gruppo di scout bianchi reclutati da Carr a Fort Wallace durante l’inverno.
Al termine della scaramuccia i Soldati del Cane ed i Sioux del capo Due Colpi si divisero in piccole bande per frazionare gli inseguitori e si diressero verso nord, sino a raggiungere il Fiume Repubblican ove attaccarono e distrussero due stazioni della linea ferroviaria.
Il maggiore Carr rinunciò momentaneamente ad inseguirli e raggiunse Fort McPerson, alla confluenza tra i due bracci settentrionale e meridionale del Platte, ove riorganizzò i propri reparti ed arruolò una compagnia di esploratori indiani del noto “Pawnee Battalion“, ben lieti di combattere contro i loro avversari con l’appoggio dei soldati.
Il 1 Luglio la caccia riprese ed i Pawnee individuarono ben presto una grossa pista indiana diretta a nord. Gli squadroni la seguirono per più giorni. La sera dell’8 luglio alcuni giovani guerrieri cheyenne che avevano individuato i soldati ed il loro accampamento, tentarono di razziarne i cavalli, riuscendovi solo in parte. Toro Alto e Due Colpi, constatata l’entità delle forze che li inseguivano, decisero di sottrarsi alla caccia portandosi a nord del Platte, per ricongiungersi con gli Cheyenne settentrionali e con gli Oglala di Nuvola Rossa.
La sera del 10 luglio gli indiani raggiunsero il South Platte, ma lo trovarono in piena e quindi difficile da guadare.
Bull Bear, un capo dei Dog Soldiers
Sopraggiunsero piccoli gruppi di guerrieri in retroguardia, comunicando che i soldati erano sulle loro tracce e stavano avvicinandosi.
Due Colpi preferì affrontare i rischi dell’attraversamento del fiume e, la sera stessa, i Lakota passarono dall’altra parte.
Toro Alto, inspiegabilmente, decise di non guadare il fiume, preferendo aspettare che il livello e la forza del corso d’acqua diminuissero.
I Dog Soldiers eressero il campo in una località chiamata Summit Springs, nel Colorado nord – orientale, formata da un gruppo di sorgenti da cui nasce un torrente chiamato White Butte Creek, che dopo pochi chilometri si getta nel Platte.
La decisione di Toro Alto si rivelò infausta.
Il giorno dopo fu una giornata nebbiosa, con visibilità scarsa e temperatura molto elevata. Verso mezzogiorno gli esploratori Pawnee individuarono il campo, dove gli occupanti stavano mangiando o riposando.


Una carica a Summit Springs

A causa della foschia nessuno di loro aveva potuto scorgere i segnali di pericolo fatti da due loro vedette che segnalavano l’arrivo della cavalleria.
Carr diede l’ordine di attaccare immediatamente.
Gli indiani, pur colti di sorpresa, non cedettero ed il combattimento si accese subito violento.
Mentre donne e bambini fuggivano in direzioni diverse i guerrieri contrastavano l’azione dei soldati e dei Pawnee.
Un Dog Soldier
Tra le tende apparve una donna bianca che correva verso di loro, seguita da alcuni indiani che le sparavano contro.
Era la signora Weichell, un’emigrante di origine tedesca, una delle due donne catturate nel Kansas.
Rimase uccisa, raggiunta dai colpi dei pellirosse.
Nello stesso momento, poco più lontano, apparve una seconda donna bianca, inseguita da vicino da un guerriero che la raggiunse e la colpì con il suo tomahawk, senza però ucciderla.
Un soldato abbattè il Cheyenne, raggiunse la donna e vide poco più in là un bambino bianco che era stato ucciso poco prima dal guerriero.
La donna era la signora Allerdice, la seconda delle prigioniere del Kansas.
Un gruppo di Soldati del Cane rimasti appiedati, guidato da Toro Alto, si rifugiò in una piccola gola che sovrastava l’accampamento e lì il combattimento fu senza quartiere.


La mappa dello scontro
Tutti i guerrieri Cheyenne compreso il loro capo rimasero uccisi; solo alcune donne e bambini furono presi prigionieri.
Alla fine della giornata gli squadroni di Carr avevano ucciso 52 indiani e ne avevano catturati altri 117. Il bottino fu ingente: più di 400 animali tra cavalli e muli, 84 tende e quasi un migliaio di pelli di bisonte. Furono rinvenuti 1500 dollari, che il maggiore Carr consegnò alla signora Allerdice.
Gran parte del merito della vittoria andava agli scout Pawnee che avevano ben saputo guidare i soldati.
Il colpo inferto ai Soldati del Cane fu durissimo: essi non si sarebbero mai più ripresi come banda guerriera organizzata.
Nel corso di quell’anno, nel Nord – Ovest, non vi furono più avvenimenti degni di rilievo.


Un bellissimo ritratto di Dog Soldier

Il decennio appena trascorso, anziché realizzare una soluzione accettabile della questione indiana l’aveva inasprita in una lunga catena di reciproche violenze, lasciandola al punto di sempre.

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