Curiosità sui Nativi d’America

A cura di Paolo Scanabucci

È inutile negarlo: molti sono cresciuti con i film western sin da piccoli. In quei film i cowboy erano sostanzialmente sempre presenti, ma non così era per i nativi americani. E si deve ammettere che un film western perdeva un pò della sua pur forte attrattiva senza i pellerossa.
Nel tempo, tantissimi hanno approfondito i loro studi sui Nativi americani, scoprendo che la loro storia è anche molto ben documentata. Esistono però fatti e curiosità sui primi americani di cui non tutti sono al corrente. Perciò vi proponiamo questa raccolta di “curiosità” che per i più appassionati sarà un piacevole ripasso e per ognuno di noi un tuffo nella formidabile storia dei Nativi d’America e del loro rapporto con i “bianchi”. Leggi il resto

La battaglia e il massacro del fiume Washita (27 Novembre 1868)

A cura di Sergio Mura e Giuseppe Santini

Arrivò infine il tempo in cui i pionieri iniziarono a desiderare le terre popolate dagli indiani. Le desiderarono talmente tanto che le prime scintille di guerra scatenarono un incendio le cui conseguenze apparvero immediatamente incalcolabili.
Fatti e fatterelli si susseguirono accrescendo la diffidenza tra i due popoli, le recriminazioni, le lagnanze, al punto che il Governo Americano decise di indire una delle tante conferenze di pace che nella zona delle Grandi Pianure si alternavano periodicamente senza riscuotere grandi consensi, né grandi risultati.
Nell’ottobre del 1867 gli indiani si incontrarono con i commissari governativi, prima a Fort Laramie e poi a Medicine Lodge Creek, per discutere dell’assetto da dare alle terre reclamate a gran voce dai bianchi ma difese con archi e frecce dagli indiani. Leggi il resto

L’avanzata dei Sioux a ovest del Missouri

A cura di Gianni Albertoli

Nelle terre a ovest del Missouri gli americani vi trovarono i Tetons, i quali rappresentavano più della metà dell’intera nazione Sioux, ed erano a loro volta divisi in sette gruppi, alcuni dei quali abbastanza grandi da essere considerati delle sottotribù di notevoli dimensioni. Il gruppo centrale era rappresentato dagli Yankton e dagli Yanktonai, vicini occidentali degli “Issati” o “Santee”. I Mdewakanton erano noti da tempo ai bianchi avendo avuto contatti diretti con i francesi che esplorarono le terre dell’Upper Mississippi. Leggi il resto

Il lungo esilio di Toro Seduto in Canada

A cura di Isabella Squillari

Toro Seduto si incontra con le Giubbe Rosse in Canada
I Mounties canadesi, chiamati originariamente North-West Mounted Police, esistevano da meno di tre anni quando, il 25 giugno 1876, i Sioux di Toro Seduto uccisero o ferirono più della metà del 7° Cavalleria del tenente colonnello George Armstrong Custer durante la battaglia di Little Bighorn. Toro Seduto non ricoprì un ruolo particolarmente significativo in quella circostanza, ma il capo Hunkpapa era famoso per essere un leader saggio e potente, che voleva essere libero di girovagare e cacciare i bisonti. L’estate successiva Toro Seduto arrivò in Canada come profugo e in questa occasione i Mounties ebbero con lui un rapporto stretto e talvolta pericoloso per circa quattro anni. Leggi il resto

Tra gli indiani Manahoac

A cura di Gianni Albertoli

Agli inizi del XVII secolo la gran parte delle aree pedemontane della Virginia erano occupate da alcune tribù Siouan. I villaggi dei Monacan erano siti lungo le sponde dei fiumi James e Rivanna, dominando le aree limitrofe e contrastando le avanzate delle popolazioni algonchine; nelle terre poste più a nord, lungo il corso del Rappahannock River e del suo affluente Rapidan, vi erano alcuni insediamenti che andavano a formare la confederazione dei Manahoac. Leggi il resto

Padre De Smet

A cura di Isabella Squillari

Padre De Smet incontra gli indiani Flathead per la prima volta
Peter John De Smet, missionario, nato a Termonde, Belgio, il 31 dicembre 1801; morto a St. Louis, Missouri, nel maggio 1872. Svolse i suoi studi nel seminario episcopale di Mechlin, ed è in questo periodo che sentì di voler dedicare sé stesso alla conversione degli indiani d’America.
Quando il vescovo Nerinx visitò il Belgio in cerca di missionari, De Smet, insieme ad altri cinque studenti, si offrì volontario per accompagnarlo. Il governo diede ordine di fermarli ma essi riuscirono a sfuggire agli agenti che li cercavano e salparono da Amsterdam nel 1821. Dopo una breve sosta a Philadelphia, De Smet entrò come novizio tra i Gesuiti a Whitemarsh, nel Maryland. Leggi il resto

La grande nazione Arapaho

A cura di Marco Fiore

La prima fotografia degli Arapaho (1859) – clicca per INGRANDIRE
Gli Arapaho sono una tribù di nativi americani, la quale viveva originariamente nelle pianure del Colorado e del Wyoming, alleati in maniera più o meno ferrea con gli Cheyenne, i Lakota e i Dakota. La lingua Arapaho, Heenetiit, è di origine algonchina, simile a quella dei Gros Ventre, considerati come una prima propaggine degli Arapaho.
Le prime tribù Arapaho erano stanziate nella regione dei Grandi Laghi e praticavano l’agricoltura, nello specifico coltivavano il mais. Leggi il resto

L’ultimo grido degli Yaqui

A cura di Josephine Basile
Guerrieri Yaqui con un prigioniero
Avremmo saputo poco della vera sorte degli Yaqui – schiavizzati e deportati ancora nel xx secolo – se non fosse stato per John Kenneth Turner (1879-1948), un coraggioso ed onesto giornalista nato in Oregon, che volle vedere con i propri occhi gli ultimi scorci della loro triste odissea, che per la verità durava da secoli, fin da quando il feroce conquistador Diego de Guzman, nel 1533, giunse sul Rio Yaqui in cerca di schiavi.
Ma gli Yaqui diedero battaglia e il suo tentativo fallì. Guzman rimase impressionato dalla fierezza di questi Indios, così come i suoi soldati, che affermarono di non aver mai visto, in nessun luogo della Nuova Spagna, guerrieri così valorosi sul campo di battaglia. Leggi il resto

Curiosità sulla storia del west

A cura di Domenico Rizzi

Le molte curiosità generate dallo studio della storia del west restano spesso insoddisfatte per via della difficoltà a reperire documenti o ad approfondire le fonti. E anche quando si riesce a mettere le mani su quelli, è comunque difficile discernere tra verità, leggenda, falso storico ed esagerazioni. Gli stessi storici mostrano spesso di arrivare a ricostruzioni completamente diverse, pur partendo da basi identiche. Leggi il resto

Il linguaggio dei segni e altri sistemi di comunicazione nelle grandi pianure

A cura di Gian Carlo Benedetti, da un libro di Jacob P. Dunn del 1886

Un esempio di comunicazione con i segni
Nonostante i frequenti contatti tra le tribù delle grandi pianure, suggellati anche da alleanze come quelle tra Sioux, Cheyenne ed Arapaho, ogni gruppo era geloso della propria lingua e raramente imparava il linguaggio degli altri. Il loro universale mezzo di comunicazione era il linguaggio dei segni, portato dagli indiani ad un livello rimarchevole. La peculiarità di tale linguaggio è probabilmente dovuta alla lingua degli Arapahoes, dura e gutturale quindi molto difficile da comprendere e parlare. Leggi il resto

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