Il linguaggio dei segni e altri sistemi di comunicazione nelle grandi pianure

A cura di Gian Carlo Benedetti, da un libro di Jacob P. Dunn del 1886

Un esempio di comunicazione con i segni
Nonostante i frequenti contatti tra le tribù delle grandi pianure, suggellati anche da alleanze come quelle tra Sioux, Cheyenne ed Arapaho, ogni gruppo era geloso della propria lingua e raramente imparava il linguaggio degli altri. Il loro universale mezzo di comunicazione era il linguaggio dei segni, portato dagli indiani ad un livello rimarchevole. La peculiarità di tale linguaggio è probabilmente dovuta alla lingua degli Arapahoes, dura e gutturale quindi molto difficile da comprendere e parlare. Leggi il resto

Segnali di fumo

A cura di Matteo Pastore

I segnali di fumo erano usati da molte culture, tra cui i nativi americani, come mezzo per comunicare rapidamente sulle lunghe distanze. I messaggi inviati tramite questi segnali erano trasmessi per mezzo di colonne o sbuffi intermittenti di nuvole di fumo.
Ogni tribù aveva il proprio sistema per fare il fuoco. Una volta appiccato si poteva ottenere la quantità, densità e colore di fumo desiderato controllando il materiale che bruciava.
Una coperta bagnata veniva usata per coprire il fuoco e quando veniva rilasciata si poteva ottenere una colonna di fumo nero visibile a distanza di molti chilometri. Leggi il resto

Gli indiani e le comunicazioni


I segnali di fumo

Apparivano dal nulla e si trovavano di fronte, senza sapere altro che le proprie intenzioni nei confronti dell’altro. E spesso non parlavano la stessa lingua. Gli indiani avevano bisogno di comunicare, di farsi capire da chi non apparteneva alla stessa banda o alla stessa tribù. Un incontro casuale lungo una pista o in una foresta poteva anche finire in tragedia se non si chiarivano gli intenti velocemente.
Ogni tribù parlava la propria lingua che poteva essere compresa solo dai membri di quella tribù. Leggi il resto