John Colter

A cura di Domenico Rizzi

John ColterEra nato nei pressi di Staunton, in Virginia, intorno al 1775, figlio di Joseph Colter (o Coulter) ed Elllen Shields, che dopo pochi anni si trasferirono vicino a Mayville, nel Kentucky.
John, questo era il suo nome di battesimo, sognava soltanto la vita libera nella Wilderness, l’immensa regione selvaggia che dai Monti Appalachiani si estendeva fino alle Montagne Rocciose. Non si sa con precisione come avesse trascorso la sua adolescenza e la giovinezza, ma è presumibile che si fosse occupato della caccia agli animali da pelliccia come tantissimi trapper dell’epoca. Di sicuro, John aveva imparato a fare a pugni, a sparare con un fucile Hawken o Kentucky e a maneggiare asce e coltelli come tutti gli uomini della Vecchia Frontiera.
La grande occasione di emergere dall’anonimato gli si presentò nell’autunno del 1803, quando il capitano Meriwether Lewis e il tenente William Clark accettarono l’incarico del presidente Thomas Jefferson di esplorare la Grande Louisiana fino all’Oceano Pacifico. Il governo americano aveva appena acquistato l’estesa regione di 828.000 miglia quadrate, pagandola 15 milioni di dollari alla Francia di Napoleone e molta gente insinuava che il tanto sbandierato affare non avesse un valore tanto elevato. Leggi il resto

Spedizioni ed esplorazioni nel Nord-America

A cura di Luana Leonini

L’ esplorazione del continente americano, in quanto tale, non si sviluppò solo in seguito al Rinascimento, ma ebbe un suo proprio sviluppo, in quanto le notizie provenienti dal Nord America e sui suoi abitanti, rivoluzionarono la visione del mondo da parte degli europei. Per le generazioni successive, che soffrivano per la sovrappopolazione, per la povertà e le persecuzioni religiose in Europa, l’America del Nord divenne un simbolo di speranza e di vita nuova.
Come risultato, tutti questi avvenimenti, più o meno giustificati (dagli interessati), avvenivano a spese delle popolazioni indigene del Nord America.
Tutte le spedizioni effettuate dalle maggiori potenze erano guidate da esploratori che non erano cittadini di quelle nazioni: Colombo, che navigò per la Spagna nel 1492, era italiano; Caboto, al servizio dell’Inghilterra, era anch’esso italiano come il Verrazzano che navigava al servizio della Francia. Nel 1524 l’inglese Hudson esplorava per conto dell’Olanda, nel 1741 il danese Bering era al servizio della Russia. Leggi il resto

Kit Carson

A cura di Sergio Mura

Kit Carson
Entrato a far parte della mitologia popolare persino da vivo, Kit Carson fu un trapper, scout, agente indiano, soldato e autentica leggenda del West.
Nato alla vigilia di Natale del 1809, Carson passò la maggior parte della sua prima infanzia a Boone’s Lick, nel Missouri.
Suo padre morì quando lui aveva appena 9 anni e la necessità di lavorare impedì al giovane Kit di studiare.
Divenne pertanto apprendista di un mastro sellaio a 14 anni, ma lasciò la casa per trasferirsi a Santa Fe, nella zona del New Mexico nel 1826.
Dal 1828 al 1831 Carson si appoggiò a Taos, New Mexico, come campo base per continue spedizioni di caccia al fine di procurare pelli da vendere e questa attività lo portò spesso nel West, fino alla California.
Più tardi, nel corso degli anni 30 del secolo scorso la sua vita da trapper lo condusse molte volte nelle Montagne Rocciose e attraverso tutto l’ovest americano. Per un certo periodo, nei primi anni 40, lavorò come cacciatore alle dipendenze di William Bent a Forte Bent. Leggi il resto

I trapper ed i “rendezvous”

A cura di Gualtiero Fabbri

Sui leggendari “trapper” o mountain men americani del primo ottocento si può trovare scritto: “Questo era il modo di vivere libero e semplice, in cui l’uomo aveva tutto il proprio tempo a disposizione, e (non vi era) nessuno che potesse negarglielo. Acquistava così un corpo che sentiva familiare ogni cosa che gli era attorno, la terra e il cielo, il bufalo e il castoro e la gialla luna di notte. Era meglio che essere circondato da mura, meglio che respirare aria viziata, o sentirsi come un topo in gabbia…”
Meno disincantato e per nulla “new-age” quest’altro parere: “Costantemente esposti a pericoli di ogni genere, non conoscono la paura, e considerano la vita umana alla stregua di quella animale e non si fanno scrupoli nel por fine ad entrambe, così come non esitano a mettere a repentaglio la propria.” Leggi il resto

Sulle orme di Jim Bridger

A cura di Luciano Guglielmi

Jim Bridger, nasce nei dintorni di Richmond Virginia il 17 Marzo 1804, pensate la Lewis e Clark era al debutto. La sua famiglia era di origine Inglese, ma si trattava di una discendenza di antichi emigranti del primo periodo coloniale.
Jim cresce in ambiente pionieristico e parla disinvoltamente l’Inglese ed il Francese, si trasferisce giovanissimo, in cerca di occupazione, a Ovest.
Nel 1822 risponde al manifesto di chiamata di William Ashley, “100 Giovani Uomini Intraprendenti”, si arruola aveva 17 anni, era il più giovane della brigata. Sarà l’inizio della sua vita tra le montagne, egli è riconosciuto come il massimo esploratore delle Rocky Mountain dal Colorado al Canada.
Il suo Biografo Grenville Dodge lo ha descritto come “Un uomo molto socievole. Di persona era più di un metro e ottanta, dritto come una freccia, agile, scarno e potente d’ossatura, occhi grigi, capelli castani abbondanti anche in età avanzata, l’espressione mite e gradevoli maniere. Fu ospitale e generoso, ed era sempre fidato e rispettato.” Leggi il resto

Drummond Stewart ed il primo rendezvous “moderno”

A cura di Gualtiero Fabbri e di Giuseppe Santini

William Drummond Stewart
I rendezvous dei cacciatori presenti sul suolo nordamericano nella prima metà del secolo XIX furono degli appuntamenti, delle “chiamate a raccolta”, concordate poiché avessero luogo in ben precise località e in un momento stabilito. Furono una serie di 16 riunioni per scambi commerciali, avvenute nel periodo che va dal 1825 al 1840, tra i mercanti ed i cacciatori di pellicce nella zona delle Montagne Rocciose, un vasto territorio a quei tempi ancora sconosciuto, indicato nelle mappe di allora come “il grande deserto americano”. I rendezvous terminarono in conseguenza della quasi totale scomparsa dei castori dai bacini delle Rocky Mountains e del crollo del prezzo di queste pellicce sia all’Est che in Europa.
In seguito, la raccolta delle pellicce e gli approvvigionamenti per i cacciatori, avvennero per lo più tramite punti di scambio fortificati, allestiti accompagnando lo spostarsi dei margini della “civiltà”. Preferibilmente sulle sponde dei grandi fiumi, dove i cacciatori potevano recarsi alla spicciolata in qualsiasi periodo dell’anno. Leggi il resto

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