Le guerre Sioux – 15
A cura di Pietro Costantini
Tutte le puntate dell’articolo: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16.
La Battaglia di Little Bighorn
Dopo aver ricevuto le istruzioni e lasciato Custer per l’ultima volta, Reno attraversò ancora il Reno Creek, approdando sulla sponda sinistra e seguì la corrente fino alla confluenza con il Little Bighorn, dove si fermò per breve tempo per abbeverare i cavalli. Cinque minuti dopo il battaglione di Reno guadò il Little Bighorn e si schierò in linea attraverso la valle. Per la prima volta Reno poteva vedere il limitare di quello che appariva come un enorme villaggio indiano.
Alle 15,03 Reno ordinò agli uomini di avanzare nella valle. Mentre i cavalli acceleravano in trotto veloce, parecchi ufficiali e uomini delle linea che avanzava potevano vedere le truppe del battaglione di Custer sulle alture ad est, oltre il Little Bighorn. Potevano anche osservare un nugolo di guerrieri indiani che si stavano radunando all’estremità sud del villaggio. Nello stesso momento, le guide indiane di Reno, che inizialmente formavano il fianco sinistro della linea d’attacco, girarono ad ovest verso la mandria dei pony indiani, che stava su un pianoro sopra il Little Bighorn. Il loro compito era di mettere in fuga quanti più cavalli indiani possibile, in modo da prevenire la fuga dei nemici. Alle 15,13 gli uomini della linea in carica videro ancora soldati sulla cresta della collina al di là del Little Bighorn. Parecchi uomini di Reno testimoniarono più tardi che poterono chiaramente vedere Custer che faceva ondeggiare cappello in direzione della linea dei cavalieri alla carica nella valle.
Mappa 27. Battaglia di Little Bighorn: l’attacco di Reno nella valle
In pochi minuti Reno si rese conto che, senza un supporto immediato, la sua truppa di 135 uomini non avrebbe potuto effettuare una carica attraverso il villaggio e sperare di sopravvivere.
Alle 15,18 Reno fermò l’avanzata e ordinò di smontare e formare una linea di battaglia. Una quarantina di uomini furono scelti per tenere i cavalli. Mentre i cavalli venivano messi al sicuro entro un boschetto sul fianco destro della linea, i restanti 95 uomini coprirono lo spazio che nella valle arrivava a una bassa altura posta ad ovest. Nel giro di pochi minuti, l’intera linea si trovava sotto la pressione di centinaia di guerrieri che spuntavano fuori dal villaggio.
Nel frattempo, dall’altra parte del fiume, Custer stava fronteggiando una situazione che imponeva un cambiamento del piano d’azione. Dagli ordini che aveva impartito a Reno, sembra che Custer originariamente intendesse portare rinforzo alla carica di Reno nella valle. Essendo stato informato che gli Indiani combattevano invece che scappare, potrebbe aver pensato che fosse necessario aiutare Reno attaccando il villaggio Sioux da una posizione differente. Mentre sperava che da un momento all’altro giungesse alla vista l’unità di Benteen al galoppo, l’urgenza della situazione non ammetteva un’ulteriore attesa. Di conseguenza Custer svoltò col battaglione verso nord ovest per seguire la linea delle alture sulla riva destra del Little Bighorn. In apparenza stava cercando un accesso al fiume più lontano a valle, al fine di portare un attacco di fianco al villaggio. Le truppe di Custer risalirono la cresta di Reno Hill, dove egli riuscì a dare la prima occhiata all’intera valle. Poteva vedere l’unità di Reno che stava ancora caricando e anche il limite meridionale del più grande villaggio indiano che un veterano dell’esercito avesse mai visto. Infatti il villaggio conteneva più di 1.000 tende ed era occupato da 7.120 persone, inclusi approssimativamente 1.800 guerrieri. La vista di così tanti nemici combattenti convinse Custer che aveva immediatamente bisogno dell’apporto di Benteen e delle munizioni della carovana dei rifornimenti.
La carica di Reno e dei suoi soldati
Distaccò il sergente Daniel Kanipe perché cercasse McDougall, comandante dei carri dei rifornimenti, con il messaggio di spostare in fretta la carovana passando fuori pista: «Se perdete dei pacchi, non fermatevi a raccoglierli, lasciateli perdere. Fate presto. C’è un grande campo indiano.» C’era un post scriptum per Benteen, se fosse rintracciato: «Corri qui». Ma non aveva il tempo di aspettare Benteen e i carri; doveva continuare il suo percorso verso nord ovest. Appena oltre Reno Hill, discese nella gola di Cedar, sempre cercando di guadagnare l’accesso al fiume e sperando che il suo avvicinamento non fosse scorto dagli Indiani.
Fermando gli uomini ad una curvatura del canalone, Custer cavalcò sull’altipiano che sovrastava la valle (probabilmente a Weir Point) con molte guide, tra cui Mitch Boyer e lo scout Crow Curly. Dall’altopiano, la piccola pattuglia poté vedere che le truppe di Reno erano smontate da cavallo e si erano disposte in linea. Se Reno fosse riuscito a tenere la posizione, gli uomini di Custer avrebbero avuto abbastanza tempo per agganciare il nemico. Dall’altopiano Custer aveva anche potuto vedere che la gola del Cedar Coulee si congiungeva con un altro canalone (Medicine Tail Coulee), che gli avrebbe finalmente dato l’accesso al fiume. E’ molto probabile che dall’altopiano Custer scorgesse anche la nuvola di polvere del battaglione di Benteen e dei carri da rifornimento che scendevano lungo il Reno Creek. Lascò Curly e Boyer a Weir Point a seguire la battaglia di Reno e poi raggiunse i suoi uomini. Dopo aver mandato il trombettiere John Martin con un altro messaggio per Benteen, sollecitando l’invio dei pacchi di munizioni, fece scendere gli uomini giù per il Medicine Tail Coulee per attaccare.
Mappa 28. Battaglia di Little Bighorn: la perdita dell’iniziativa
Nella valle le truppe di Reno erano in sotto numero per cinque a uno. Sotto la minaccia di essere preso di fianco e sopraffatto sulla sua sinistra, alle 15,33 Reno ordinò alla linea della truppa di ritirarsi nel boschetto. Fra gli alberi, Reno tentò di formare una recinzione di difesa usando un argine come fortificazione naturale. Però quest’area era troppo grande per essere sicura per il suo piccolo distaccamento.
In meno di mezz’ora, i guerrieri avevano traversato la boscaglia e minacciavano di circondare gli uomini di Reno. Il bosco era una buona posizione difensiva, ma la preoccupazione più grande di Reno era che alcune sue compagnie erano rimaste a corto di munizioni e l’unico possibile rifornimento rimasto si trovava nel treno di carri, da qualche parte nella retroguardia. Reno arrivò presto alla decisione che era necessario abbandonare la posizione nel bosco e trovare il resto del reggimento.
Nel Cedar Coulee Custer era all’oscuro del deteriorarsi della situazione per Reno. La sua principale preoccupazione era di portare il suo battaglione fuori dall’altopiano e portarlo a supportare Reno nella battaglia. E’ più che probabile che egli intendesse attaccare il villaggio dal Medicine Tail Coulee; la tattica consolidata dell’esercito nella frontiera era di attaccare un villaggio da molteplici direzioni in modo da causare sorpresa e panico. Erano le 15,50 quando Custer ricevette un aggiornamento attendibile dal suo fratello più giovane, Boston Custer. Boston aveva abbandonato il suo posto presso il convoglio e corso avanti per raggiungere il fratello nel combattimento. Il giovane fratello potrebbe aver informato Custer che la pista dietro le truppe era libera e confermare che Benteen aveva raggiunto la pista percorsa da Custer. Boston potrebbe anche essersi reso conto che Reno era impegnato in maniera pesante nella valle, a conferma per Custer che c’era ancora il tempo per piombare sul fianco del villaggio.
Mappa 29. Battaglia di Little Bighorn: disastro nella valle
Nella valle la situazione di Reno era critica. Gli Indiani minacciavano di circondare il suo distaccamento e ben presto incendiarono gli alberi. Reno reagì ordinando agli uomini di montare a cavallo e spostarsi contro corrente a monte, dove avrebbero potuto guadare e raggiungere l’altopiano sulla riva est. Alle 15,53 Reno condusse la ritirata fuori dal bosco, ma l’azione degenerò rapidamente in una rotta. Molti uomini non ricevettero l’ordine o non erano in grado di retrocedere e furono lasciati nella boscaglia a sparare stesi in piccole buche o a nascondersi finché non potessero fuggire.
Quelli che uscirono dagli alberi furono costretti ad attraversare il Little Bighorn in uno stretto, profondo guado che li costrinse a stringersi in gruppo. Intanto gli Indiani spingevano vigorosamente l’attacco, infliggendo gravi perdite ai soldati presi dal panico, ansiosi di raggiungere la salvezza al di là del fiume. Alle 16,10 i primi soldati raggiunsero la collina che più tardi avrebbe portato il nome di Reno. Più di 40 morti e 13 feriti fra le truppe di Reno attestavano del sanguinoso combattimento nella valle. Diciassette fra ufficiali e soldati erano rimasti temporaneamente nascosti tra gli alberi ad ovest del fiume.
Curly e Boyer, le guide che Custer aveva lasciato indietro sull’altipiano, testimoniarono della disastrosa ritirata di Reno. Comprendendo l’importanza di questa informazione, i due scouts discesero dal Weir Point per congiungersi alla colonna di Custer. Custer, apprendendo da Boyer e Curly che le truppe di Reno si trovavano in seria difficoltà, si rese conto che doveva agire immediatamente. Volendo apparentemente distogliere gli Indiani dall’estremità del villaggio a lui più vicina, Custer divise il suo battaglione in due parti: le Compagnie E e F (76 uomini), sotto il comando del capitano George W. Yates e le C, I e L (134 uomini), sotto il capitano Myles W. Keogh. Inviò gli uomini di Yates per il Medicine Tail Coulee al guado, perché facessero un finto attacco al villaggio. Custer condusse il resto della forza sul lato nord di Medicine Tail Coulee, raggiungendo Luce Ridge. Da qui, le tre compagnie di Keogh avrebbero potuto supportare Yates, se si fosse trovato in serie difficoltà e, nello stesso tempo, Custer avrebbe potuto attendere il battaglione di Benteen e il convoglio dei carri.
La ritirata di Reno e dei suoi
Yates condusse la carica verso il fiume e colse di sorpresa il villaggio. Appena gli Indiani si ripresero dalla sorpresa, la truppa di Yates riuscì velocemente a essere in grado di sparare attraverso il fiume, relativamente senza opposizione. Tuttavia presto gli Indiani si radunarono e alcuni cominciarono a premere su Yates frontalmente, mentre altri risalivano Medicine Tail Coulee. Dalla loro posizione a Luce Ridge, gli uomini di Custer aprirono un fuoco serrato contro i guerrieri in avanzata.
Mappa 30. Battaglia di Little Bighorn: l’avanzata di Weir e Reno Hill
Avendo patito perdite gravose nella valle, Reno aveva ritirato i suoi uomini sulle alture della riva orientale del Little Bighorn. I Sioux li inseguirono per un po’, ma alle 16,30 la maggior parte dei guerrieri aveva perso il contatto con Reno e si era spostata a dare man forte a quelli che combattevano contro le truppe di Custer. Presto il battaglione di Benteen con il convoglio raggiunsero Reno in cima alle alture. Da qui potevano udire una serrata e continua sparatoria provenire da nord. Mentre Reno e Benteen ponderavano sulla prossima mossa da fare, il capitano Thomas B. Weir iniziò, con la maggior parte della truppa, un’ avanzata verso un punto sopraelevato ad un miglio verso nord ovest. Benché questa sporgenza (che ora porta il nome di Weir Point) offrisse una vista eccellente del territorio sottostante, gli uomini della cavalleria capirono ben poco di cosa stava per succedere a Custer. Ad ovest potevano vedere la valle del Little Bighorn piena di tepee.
A nord, colline distanti avvolti dalla foschia a causa delle occasionali galoppate degli Indiani che cavalcavano e sparavano sollevando nugoli di polvere. Essi non capirono subito che in quel momento erano testimoni della distruzione di Custer (vedi successiva mappa 31).
Alle 17,10 il grosso della sparatoria cessò. Ora nuvole di polvere sovrastavano tutta l’area, in quanto Sioux e Cheyenne stavano convergendo verso quel che rimaneva del 7° Cavalleria. A quanto pare né Reno né Benteen provvidero ad assumere la direzione generale delle operazioni; i comandanti di compagnia decisero in modo autonomo di abbandonare la posizione sulle alture. Il tenente Edward Godfrey, comandante della Compagnia K, si accorse del pericolo costituito da una ritirata disordinata e, di propria iniziativa, si pose alla retroguardia. Alle 18,10 Reno e Benteen avevano portato i loro battaglioni sulle alture più arretrate e avevano formato un perimetro difensivo. I feriti e gli animali vennero radunati in una depressione circolare al centro della posizione. Gli Indiani circondarono rapidamente le Giacche Blu e cominciarono un tiro da lunga distanza contro gli uomini di Reno. Pur essendo esasperante, il fuoco degli Indiani causò poche perdite, mentre la potenza di fuoco dei difensori fermò ogni carica nemica. Infine l’oscurità fermò il combattimento. Erano le 21. Mentre gli Indiani si ritiravano nel villaggio per celebrare la grande vittoria, le truppe rafforzavano la postazione con ripari improvvisati.
La battaglia a Reno Hill continuò per i due giorni successivi. Il 26 gli Indiani continuarono il loro tiro in distanza, inframmezzandolo con occasionali attacchi diretti. Questa volta il fuoco dei guerrieri inflisse perdite molto più elevate (il 26 giugno il gruppo sulla collina ebbe 48 uomini fra uccisi e feriti, contro gli 11 in totale del giorno 25). L’aumento dell’intensità di fuoco da parte degli Indiani persuase Benteen a condurre alcuni limitati contrattacchi. Scorgendo un grossa banda di guerrieri che si stava ammassando all’estremità sud della sua posizione, egli condusse la Compagnia H in una carica che disperse rapidamente gli attaccanti. Benteen persuase allora Reno a ordinare un’avanzata generale in tutte le direzioni. Questo attacco riuscì a spingere indietro gli Indiani e procurò un po’ di respiro dall’asfissiante fuoco nemico, ma il sollievo fu solo temporaneo. Quando il sole fu alto nel cielo e il giorno divenne più caldo, la mancanza d’acqua divenne un serio problema, specialmente per i feriti che giacevano senza riparo sotto il cocente sole del Montana. Dietro pressante richiesta del dottor Henry R. Porter, il solo medico sopravvissuto del 7° Cavalleria, Benteen cercò volontari che andassero a procurare l’acqua. Coperto da tiratori scelti, un gruppo di soldati si avviò discendendo il canalone che oggi si chiama Water Carriers’ Ravine, raggiunse il fiume e riuscì a prendere l’acqua da portare ai feriti.
Nel tardo pomeriggio i Sioux e gli Cheyenne sembravano aver perso interesse alla battaglia. Frustrati dalla loro incapacità a finire le Giacche Blu e apparentemente soddisfatti di quanto avevano già realizzato, cominciarono a ritirarsi. Mentre alcuni guerrieri tenevano impegnati i soldati, gli Indiani nella valle levavano l’accampamento e mettevano a fuoco l’erba della prateria per ostacolare l’inseguimento. Circa alle 19 gli uomini di Reno videro l’enorme tribù dirigersi a monte del fiume, verso un nuovo accampamento fra i monti Big Horn. Sebbene non più molestato in seguito al ritiro degli Indiani, Reno si fermò sulla sua posizione sulla collina tutta la notte del 26. La mattina seguente arrivò la colonna di Terry e Reno e Benteen vennero informati della fine di Custer.
Mappa 31. Battaglia di Little Bighorn: Custer’s Last Stand
Mentre Yates si ritirava risalendo il Deep Coulee, Custer capiva che era necessario riunire le sue forze. Perciò lasciò Luce Ridge e attraversò Nye-Cartwright Ridge e Deep Coulee per attestarsi in un punto vicino a Calhoun Hill. Dopo che le cinque compagnie si furono riunite a Calhoun Hill, la pressione degli Indiani si intensificò. A questo punto Boyer convinse Curly ad abbandonare le truppe ormai condannate, mentre lui sarebbe rimasto con Custer. Dopo la partenza di Curly, le descrizioni della battaglia di Custer sono necessariamente congetture.
Tuttavia i racconti di Richard A. Fox, John S. Gray, e Gregory F. Michno offrono ipotesi ragionevoli sul combattimento da questo momento in poi e sono sostenuti dall’evidenza pratica: il posizionamento dei corpi, il luogo di ritrovamento dei reperti, le testimonianze degli Indiani e il terreno.
Una delle teorie più plausibili è che Custer continuasse le operazioni offensive ma ritardò a dare una spinta decisiva per attendere l’arrivo di Benteen (vedi mappa A). Per supportare questa manovra, egli posizionò l’ala di Keogh (Compagnie C, I e L) a Calhoun Hill come retroguardia. L’ala di Yates (Compagnie E e F) allora manovrò verso nord per minacciare i non combattenti indiani che erano raccolti presso Squaw Creek. I movimenti di Custer inizialmente non trovarono seria opposizione da parte dei Sioux o dei loro alleati; infatti i guerrieri stavano spostando la linea di combattimento da sud, contro gli uomini di Reno, che erano fuggiti, a nord dell’accampamento, contro la nuova minaccia che si stava profilando. Calhoun Hill era una buona posizione difensiva. Da una posizione dominante, il fuoco dei soldati controllava il movimento degli Indiani che risalivano la Deep Ravine. La compagnia del tenente James Calhoun (cognato di Custer) ed almeno un plotone della Compagnia C ebbero una schermaglia con gli Indiani che durò circa 45 minuti. Il terreno circostante era molto scosceso e dava agli indiani una miriade di nicchie e ripari dai quali lanciare i loro attacchi. La montante pressione sui soldati alla fine sopraffece la retroguardia e costrinse i sopravvissuti a lasciare la collina, verso l’unica direzione ragionevole, a nord ovest, sul crinale che oggi è chiamato Custer Ridge. La Compagnia I di Keigh occupò una posizione di supporto a retroguardia della Compagnia L e fu probabilmente sopraffatta prima di avere il tempo di schierarsi (vedi mappa B).
Intanto le altre due compagnie di Custer continuavano l’attacco nelle vicinanze del North Ford (il guado a nord – vedi mappa A). Custer probabilmente mirava a circondare un grande numero di Indiani non combattenti, il che avrebbe provocato il tornare indietro da parte dei guerrieri per il pericolo che potevano correre donne e bambini. Sebbene all’inizio il numero dei guerrieri che fronteggiavano il battaglione di Yates non fosse significativo, risulta dai racconti indiani che essi fossero aggressivi in modo inusuale. Invece di combattere in retroguardia per tenere le loro famiglie fuori dalla mischia, essi manovrarono contro il battaglione di Yates. E’ più che probabile che Custer decidesse che queste due piccole compagnie erano insufficienti a sovrastare il gran numero dei non combattenti, quindi ripiegò per congiungersi con l’ala di Keogh per aspettare Benteen.
Mappa B
Nel retrocedere da Cemetery Ridge verso Custer’s Hill, l’ala di Yates combatté in una serie di azioni di retroguardia contro la pressione che aumentava man mano che sempre più guerrieri abbandonavano lo scontro contro Reno e si spostavano a nord per contrastare Custer. La caduta della posizione di Calhoun Hill causò la disintegrazione dell’ala di Yates. La maggior parte dei restanti soldati delle Compagnie E e F si ritirarono su Last Stand Hill (vedi mappa B).
Custer’s Last Stand – dipinto di Edgar Samuel Paxton
Un piccolo numero si sopravvissuti dell’ala di Keogh si unì a loro, ma non erano certo sufficienti a fronteggiare una tale massa di attaccanti. Quando gli Indiani sciamarono contro la piccola forza di Custer, l’intensa pressione da loro esercitata costrinse alcuni degli uomini a ritirarsi a sud ovest verso Deep Ravine, formando quella che venne chiamata la linea di battaglia sud. Da qui i pochi uomini rimanenti fuggirono sparpagliandosi e restarono tagliati fuori e abbattuti a uno a uno, finché nessuno restò vivo. La battaglia di Custer era finita.