Le guerre Sioux – 13

A cura di Pietro Costantini
Tutte le puntate dell’articolo: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16.

Mappa 17. Le colonne convergenti, 1 aprile – 9 giugno 1876
La Colonna di Gibbon proveniente da ovest fu la successiva ad essere messa in campo. Gibbon scelse di radunare le sue compagnie sparse per il territorio a Fort Ellis. Quando, il 1 aprile, cominciò la sua marcia da Fort Ellis, lo accompagnavano 4 compagnie del 2° Reggimento Cavalleria e 5 compagnie del 7° Reggimento Fanteria, per un totale di 450 uomini di truppa.
Dopo aver marciato lungo il fiume Yellowstone ed aver effettuato una breve sosta a Camp Supply per implementare i rifornimenti, Gibbon arrivò alla bocca del Tullock Creek il 20 aprile. Fu qui che i movimenti di Crook, che avvenivano molto più a sud, influenzarono le azioni di Gibbon. Poiché Crook aveva pianificato di non scendere in campo fino a metà maggio, Terry aveva ordinato a Gibbon di fermarsi finché i suoi spostamenti non fossero coordinati con le altre colonne. Così Gibbon aspettò al suo accampamento dal 21 aprile fino al 9 maggio. Durante questi 19 giorni, Gibbon aveva fatto uscire in ricognizione parecchie pattuglie, la maggior parte delle quali non aveva trovato tracce dei Sioux. Tuttavia il 16 maggio, nel tentativo di rintracciare dei Sioux che avevano rubato cavalli, il valente capo delle guide, tenente James H. Bradley, individuò l’ubicazione di un grande villaggio indiano sul fiume Tongue. Appresa la notizia della scoperta di Bradley, Gibbon ordinò ai suoi sottoposti di seguire il corso dello Yellowstone, attraversarlo per raggiungere la riva sud e attaccare il villaggio. Sfortunatamente, gli uomini di Gibbon non si dimostrarono all’altezza del compito di attraversare il fiume. Dopo un’ora di vani tentativi, Gibbon annullò sia lo spostamento che l’attacco. A seguito di questo tentativo fallito, Gibbon non riferì a Terry né la scoperta di Bradley, né il fallimento dell’attraversamento dello Yellowstone.
Nel frattempo, dal grande villaggio Sioux continuavano a partire gruppi di guerrieri che attaccavano il campo di Gibbon, fino al 23 maggio, quando ogni contatto con gli indiani ostili cessò di colpo. Di nuovo, fu l’intraprendente Bradley a trovare i Sioux, questa volta sul Rosebud Creek. E ancora una volta Gibbon non riferì né degli attacchi indiani, né della scoperta di Bradley dell’accampamento sul Rosebud.
Durante gli spostamenti di Gibbon, il tempo inclemente aveva ritardato la partenza della Colonna di Terry per la zona delle operazioni. Nel frattempo Terry si attivava per raccogliere rifornimenti e progettava trasporti via fiume per supportare la marcia via terra. Il percorso fluviale consisteva nel seguire il Missouri verso nord ovest, intercettare lo Yellowstone e seguirlo a sud ovest fino a fermarsi a Glendive Depot. Infine, il 17 maggio la colonna di Terry partì da Fort Abraham Lincoln. Essa consisteva di 12 compagnie del 7° Reggimento Cavalleria, sotto il comando di Custer, e 3 compagnie di fanteria. In totale la colonna di Terry contava 950 uomini. A causa della errata lettura di un messaggio di comunicazioni, Terry si aspettava di trovare gli Indiani lungo il Little Missouri, lontano dal punto ad est dove essi si trovavano effettivamente. Non trovando Indiani sul Little Missouri, Terry si spostò molto più a ovest, accampandosi il 3 giugno sul Beaver Creek. Qui ricevette un dispaccio di Gibbon, datato 27 maggio, che faceva vaghi riferimenti all’avvistamento di Indiani ostili, ma non dava specifici dettagli e accennava in modo scettico alla scoperta di Bradley solo in un poscritto.


Le colonne dei soldati convergono verso il punto d’incontro

A causa del dispaccio, Terry girò verso sud sul Beaver Creek e decise di spostarsi ad ovest, verso il fiume Powder. Per facilitarsi i successivi spostamenti, diede disposizioni alla sua base di Glendive Depot di mandare un’imbarcazione con rifornimenti alla bocca del fiume Powder.
Il 7 giugno, verso sera, Terry raggiunse il Powder e il giorno dopo discese il fiume fino allo Yellowstone, nella speranza di consultarsi con Gibbon. Egli fu piacevolmente sorpreso di trovare sul fiume parecchie guide delle forze di Gibbon. Qui finalmente apprese le notizie che Gibbon fino a quel momento non aveva riportato. Terry prese ora personalmente il controllo di entrambe le colonne. Nel frattempo, a Fort Fetterman Crook assumeva il comando diretto della spedizione sul Bighorn e lo Yellowstone. Crook aveva raccolto una forza impressionante dal suo Dipartimento del Platte. Il 29 maggio, partendo da Fort Fetterman, la colonna di 1.051 uomini consisteva di 15 compagnie dal 2° e 3° Cavalleria, 5 compagnie dal 4° e 9° Fanteria, 250 muli e 106 carri. Grouard, l’esperta guida che aveva già lavorato con Crook in campagne precedenti, cavalcò davanti alla colonna per reclutare guide e guerrieri Crow. Il 2 giugno, nonostante il tempo avverso, Crook spinse le sue truppe a nord, verso il sito di Fort Reno, confidando grandemente di riscattare il precedente fallimento di Reynolds sul fiume Powder. A questo punto, Sheridan poteva finalmente dire che tutte e tre le colonne erano sul campo.

Mappa 18. L’avanzata di Crook sul Rosebud

Quando Crook arrivò alle rovine di Fort Reno, Grouard e le guide erano assenti. Molti dei guerrieri Crow si erano rifiutati di servire sotto l’esercito e solo dopo lunghi negoziati l’offerta di Grouard di sostanziose ricompense li avrebbe convinti alla fine a unirsi alle truppe di Crook. Il giorno dopo l’arrivo a Reno, la colonna di Crook si diresse a nord senza gli Indiani alleati e la sera del 5 giugno si accampò sul sito abbandonato di Fort Kearny. Mancando la mano esperta di Gouard nell’esplorazione, la spedizione perse presto l’orientamento. Il 6 giugno, scambiando le sorgenti del Prairie Dog Creek con quelle del Little Goose Creek, Crook condusse la colonna lungo il corso d’acqua sbagliato. Il giorno dopo le truppe di Crook raggiunsero la confluenza del Prairie Dog Creek con il fiume Tongue, dove si accamparono per i successivi 4 giorni. A questo punto molti prospettori delle Colline Nere chiesero il permesso di viaggiare assieme alla colonna di Crook. Nel giro di una settimana il contingente di civili aggregati alle truppe crebbe fino a 80 uomini.
Il 9 giugno guerrieri Sioux o Cheyenne fecero un’incursione contro l’accampamento sul Tongue. Quattro compagnie della cavalleria di Crook respinsero rapidamente gli attaccanti. Sebbene le perdite di Crook fossero insignificanti, l’attacco dimostrava che gli Indiani si trovavano in zona ed erano pronti ad attaccare. Infine, il giorno 11 giugno, Crook condusse la colonna per 11 miglia indietro lungo il Prairie Dog Creek, poi per 7 miglia verso la destinazione originale, al punto d’incontro dei due Goose Creek (Big e Little) – l’attuale Sheridan, in Wyoming – dove stabilì un accampamento permanente.


l’avanzata di Crook verso il Rosebud

Gli ufficiali e la truppa erano soddisfatti dell’abbondanza di cacciagione e di pescato nella zona, e Crook passò a preparare la fase finale della campagna. Il 14 giugno Grouard arrivò con 261 guerrieri Shoshone e Crow che si aggregarono alla spedizione. Basandosi sulle informazioni di Gouard, Crook ordinò a tutta la sua armata di prepararsi ad una rapida marcia. Ciascun uomo doveva portare solo una coperta, 100 munizioni (rounds of ammunition) e 4 razioni giornaliere. La carovana di carri sarebbe rimasta a Goose Creek e la fanteria sarebbe montata sui muli da carico. Gli uomini della fanteria, molti dei quali non avevano mai cavalcato, ebbero solo un giorno di tempo per l’addestramento sui muli riluttanti, con gran divertimento dei cavalieri che stavano a guardare. Alle 6 del 16 giugno Crook conduceva le sue truppe, con più di 1.300 fra soldati, Indiani e civili, fuori dell’accampamento di Goose Creek. Le 15 compagnie di fanteria montate su muli organizzate in due piccoli battaglioni erano alla testa della colonna principale. La cavalleria del tenente colonnello William B. Royall seguiva la fanteria. Le sue 15 compagnie erano suddivise in 4 battaglioni, ciascuno comandato da un capitano senior: Anson Mills, Guy Henry e Frederick Van Vliet del 3° Cavalleria e Henry Noyes del 2° Cavalleria. Il contingente civile, organizzato in un battaglione ausiliario, detto “Packers and Miners” (Imballatori e Minatori), teneva la retroguardia. Gli Shoshone e i Crow si muovevano in testa e di fianco alla colonna.


Le truppe di Crook attraversano il Goose Creek

Guadato il Tongue a circa 6 miglia a nord, la colonna procedette seguendo il fiume fino al tardo pomeriggio, quando voltò ad ovest per attraversare lo spartiacque e raggiungere le sorgenti del Rosebud Creek. Alle 19, gli elementi di testa della colonna raggiunsero una piccola area paludosa, vicino alla sorgente del Rosebud, e lì venne impiantato il bivacco.

Mappa 19. Battaglia del Rosebud: attacco di Sioux e Cheyenne

Il 17 giugno alla Colonna di Crook venne data la sveglia alle 3, e alle 6 si ebbe l’ordine di partenza, con direzione nord seguendo il ramo meridionale del Rosebud Creek. Toccò ancora alla fanteria tenere la testa, ma ben presto fu superata dalla cavalleria, che si muoveva più velocemente. L’atmosfera festosa che era prevalsa fino all’arrivo delle guide indiane, il 15 giugno, adesso era completamente sparita. Gli scout Crow e Shoshone erano particolarmente in apprensione. Sebbene la colonna non avesse ancora incontrato alcuna traccia di Indiani, le guide sembravano sentire la loro presenza. Dal canto loro, i soldati sembravano affaticati dalla marcia di 35 miglia del giorno precedente e dalla sveglia anticipata di quel mattino, particolarmente la fanteria che montava i muli. Alle 8 Crook fermò uomini e animali per una sosta di riposo. Le guide Crow riferirono di presenza di Sioux e raccomandarono che Crook tenesse la colonna nascosta nella valle finché l’area non fosse stata bene esaminata. Benché fosse ben addentro in territorio ostile, Crook non diede speciali disposizioni per la difesa e posizionò solo alcune vedette sulle colline a nord. Le truppe si fermarono semplicemente nel loro ordine di marcia e approfittarono dell’opportunità per preparare il caffè del mattino. I battaglioni di Mills e Noyes stavano in testa alla colonna, seguiti dal battaglione del capitano Frederick Van Vliet e dal battaglione di fanteria del maggiore Alexander Chamber; poi seguivano il battaglione del capitano Guy V. Henry e una compagnia di civili “Packers and Miners”, che stava in retroguardia.
Un certo numero di Crow e Shoshone si era portato molto avanti alla colonne per cercare il villaggio indiano; fortunatamente per i soldati, gli Indiani alleati che stavano con la colonna erano rimasti in allerta mentre la truppa riposava. Diversi minuti dopo l’arresto della marcia, i soldati del campo udirono il fragore di colpi d’arma da fuoco intermittenti provenire dalle alture a nord. Inizialmente il rumore venne interpretato come niente di più che quello degli spari delle guide contro dei bisonti. Mentre l’intensità degli spari cresceva, una guida fece irruzione nell’accampamento al grido di: “Lakota! Lakota!” La battaglia del Rosebud era cominciata.


La battaglia del Rosebud

Il maggiore George Randall, con i suoi ausiliari Crow e Shoshone, corse rapidamente a rinforzare l’esile linea delle sentinelle posizionata a nord del campo. Alle 8,30 i Sioux e Cheyenne stavano combattendo accanitamente contro gli Indiani di Randall. Pesantemente sovrastati in numero e supportati solo da poche sentinelle dell’esercito, i guerrieri Crow e Shoshone venivano lentamente respinti verso l’accampamento, ma la loro resistenza nella ritirata diede a Crook il tempo di schierare i suoi uomini.


Mappa 20. Battaglia del Rosebud: contrattacco di Crook

Reagendo all’attacco indiano, Crook inviò le sue forze ad occupare l’altopiano a nord e a sud del Rosebud Creek. Egli ordinò a Van Vliet di occupare le alture che sorgevano a sud con le Compagnie C e G del 3° Cavalleria. Van Vliet giunse in cima alla collina giusto in tempo per respingere una piccola banda di Sioux che si stava avvicinando da est. A nord, le truppe di Chambers (Compagnie D e F del 4° Fanteria e C, G e H del 9° Fanteria) e di Noyes con tre delle sue compagnie (Compagnie B, E e I del 2° Cavalleria) formarono una linea di combattimento appiedata ed avanzarono verso i Sioux. L’avanzata era lenta a causa del tiro che subivano ai fianchi dagli Indiani che occupavano il terreno sopraelevato posto a nord est. Per accelerare l’avanzata, Crook diede ordine a Mills di caricare questo gruppo di ostili con una parte del suo battaglione (le Compagnie A, E e M del 3° Cavalleria). Il tenente colonnello William Royall, secondo in comando di Crook, supportò Mills con altre tre compagnie (B, I e L del 3° Cavalleria). La carica a cavallo di Mills obbligò gli Indiani a ritirarsi a nord est lungo il crinale, e a non fermarsi finché non ebbero raggiunto la cresta successiva (oggi si chiama Crook’s Ridge). Qui Mills riordinò rapidamente le sue compagnie e le guidò in un’altra carica, respingendo gli Indiani a nord ovest ancora verso il colle successivo (Conical Hill). Mills si stava preparando a sloggiare gli Indiani da Conical Hill, quando ricevette l’ordina da Crook di cessare l’avanzata e assumere una posizione difensiva.


Il contrattacco di Crook e dei suoi soldati

Royall, dopo aver appoggiato la carica iniziale di Mills, si spostò verso il lato occidentale del campo di battaglia, per opporsi agli Indiani che stavano attaccando il retro dell’accampamento di Crook. Le sue truppe consistevano del battaglione ridotto di Henry (Campagnie D e F del 3° Cavalleria) e delle tre compagnie spostate dal lato est del campo. Royall avanzò rapidamente lungo il crinale a nord ovest, fermando infine la sua avanzata vicino alla sorgente del Kollmar Creek.

Mappa 21. Battaglia del Rosebud: il dilemma di Crook

Chambers e Noyes spostarono le loro truppe in avanti e si congiunsero presto a Mills, sulla sommità dell’altura. La maggior parte degli uomini di Crook, raggiunti anche dai Packers and Miners, occupavano ora il Crokk’s Ridge. Avendo stabilito là il proprio quartier generale, approssimativamente alle 9,30, Crook studiava le sue prossime mosse. La sua preoccupazione più impellente era che il distaccamento di Royall si trovava ad un miglio dal corpo principale dell’armata, trovandosi così in pericolo di essere tagliato fuori e distrutto. Avendo capito questa vulnerabilità e mettendo in mostra le loro superbe capacità di mobilità, i guerrieri Sioux e Cheyenne spostarono il loro impegno principale verso ovest e concentrarono i loro attacchi contro le truppe di Royall. Crook, accortosi del pericolo, aveva intenzione di far ritirare Royall sul Crook’s Ridge. Tuttavia, l’ordine consegnato a Royall gli dava disposizioni di allungarsi sulla sua destra fino a connettersi con il resto delle truppe a Crook’s Ridge. In risposta, Royall mandò solo la Compagnia B a raggiungere Crook. Questa sola compagnia non poteva coprire la distanza di un miglio. Invece l’azione riduceva significativamente le forze a disposizione di Royall per difendere la sua posizione molto esposta. Egli avrebbe dovuto far ritirare tutte e cinque le sue compagnie. Più tardi Royall difese la sua decisione dichiarando che la pesante pressione degli Indiani avrebbe reso troppo rischioso far ritirare l’intera truppa a sua disposizione. In aggiunta al pericolo in cui si trovava Royall, Crook doveva fronteggiare un problema significativo. Le sue cariche iniziali avevano assicurato la conquista di terreno importante, ma avevano danneggiato pochissimo le forze indiane.


Il dilemma di Crook

Gli assalti delle giacche blu disperdevano invariabilmente gli Indiani, ma non li tenevano lontani. Dopo essere retrocessi, i guerrieri Sioux e Cheyenne ritornavano a sparare contro i soldati da lunga distanza. Occasionalmente singoli guerrieri o piccoli gruppi di Indiani dimostravano il loro valore caricando e scambiando scariche a breve distanza con le truppe; quando erano pressati, gli Indiani si allontanavano velocemente con i loro agili ponies. Crook capì ben presto che le sue cariche non erano risolutive.
Ricercando un modo per sconfiggere i suoi sfuggenti avversari, Crook ritornò al suo originale piano di campagna. Poiché gli Indiani avevano combattuto con tenacità senza precedenti, si poteva dedurne che lo facessero per difendere le famiglie che stavano in un villaggio nelle vicinanze. Così Crook decise di avanzare nella valle del Rosebud, dove sperava di trovare l’accampamento nemico e costringere gli Indiani a fermarsi a combattere in campo aperto. Alle 10,30 circa Crook ordinò a Mills e Noyes di ritirare le loro truppe dalle alture e prepararsi ad un attacco contro il villaggio indiano che presumeva essere da qualche parte a nord sul Rosebud. Per rimpiazzare gli effettivi di cavalleria, Crook richiamò il battaglione di Van Vliet dalla riva sud del Rosebud.

Mappa 22. Battaglia del Rosebud: la ricerca del villaggio

Ad un miglio a ovest, la situazione di Royall continuava a deteriorarsi. Royall tentò di ritirarsi attraverso il Kollmar Creek, ma venne respinto da pesanti scariche di fucileria. Allora si ritirò dalla parte di sud est, lungo il crinale, cercando una posizione più difendibile.


La ricerca del villaggio

Nel tentativo di isolare ulteriormente e sopraffare le truppe di Royall, un grosso gruppo di Indiani caricò coraggiosamente dal basso della valle del Kollmar Creek, avanzando fino al Rosebud. Il fortuito arrivo degli uomini di Van Vliet bloccò l’avanzata degli Indiani.
Crook ordinò allora alle guide Crow e Shoshone di caricare sul fianco i guerrieri in ritirata, gettando gli ostili in grande confusione.
Preoccupato dal fuoco degli Indiani sulla Conical Hill e dalla necessità di coprire il movimento di Mills nella valle del Rosebud, Crook ordinò che la fanteria di Chambers respingesse i Sioux indietro. I soldati prontamente provocarono il ritiro del nemico, ma con poca utilità. Si trattava della ripetizione del solito vecchio schema: i soldati potevano respingere i Sioux a volontà, ma non potevano costringerli in una posizione fissa, tale da poterli distruggere.
Alle 11,30 circa Crook mandò un altro messaggio a Royall disponendo il suo ritiro sul Crook’s Rodge. Tuttavia decise di non aspettare il ritorno di Royall e diede disposizioni a Mills di eseguire la ricerca del villaggio. Egli poteva solo sperare che l’avanzata di Mills nella valle potesse avere successo.

Map 23. Battaglia del Rosebud: la fine della battaglia

L’avanzata di Mills verso il supposto villaggio indiano non fece nulla per eliminare gli Indiani. L’assunzione di Crook circa la presenza di un accampamento indiano si rivelò totalmente falsa; nelle vicinanze non c’era nessun accampamento. La conseguenza più importante dell’azione di Mills fu di lasciare Crook senza forze sufficienti per portare aiuto a Royall e alle sue truppe sotto forte pressione del nemico. Mentre Mills percorreva il Rusebud, la situazione di Royall continuava a peggiorare. Verso le 11,30 Royall si ritirò una seconda volta verso sud est, per assumere una nuova posizione difensiva. Da qui lui sperava di condurre i suoi uomini attraversando il Kollmar Creek e di ricongiungersi con Crook.


La fine della battaglia del Rosebud Creek

Nel frattempo, Sioux e Cheyenne lo assalivano da tre parti, con attacchi sempre più impetuosi. Osservando la situazione dal suo quartier generale, Crook si rendeva conto che Royall avebbe avuto bisogno di aiuto per districarsi da quella situazione. Di conseguenza mandò ordine a Mills di annullare la sua missione originale per dirigersi ad ovest e piombare sulla retroguardia degli Indiani che pressavano Royall. Erano circa le 12,30, quando Royall decise che non poteva aspettare più a lungo e cominciò a ritirare le sue truppe nella gola del Kollmar, dove sarebbero montate a cavallo. Da qui i suoi uomini avrebbero dovuto correre attraverso una grandine di colpi prima di raggiungere la sicurezza relativa della posizione di Crook. Quando cominciarono la loro corsa, le guide Crow e gli Shoshone contrattaccarono il nemico che inseguiva, alleggerendo di molto la pressione sugli uomini di Royall. Anche due compagnie di fanteria lasciarono la posizione principale per predisporre un fuoco di copertura dal lato nord est della gola.
A dispetto di questi aiuti poderosi, Le truppe di Royall subirono gravi perdite. Quasi l’80% delle perdite totali dell’esercito (che ammontarono a 10 morti e 21 feriti) nella battaglia del Rosebud provenivano dalle quattro compagnie del 3° Cavalleria di Royall (9 morti e 15 feriti).
Mentre gli ultimi uomini di Royall si districavano dagli attacchi indiani, Mills riceveva le nuove istruzioni di Crook. Poiché la truppa di Mills aveva respinto un piccolo gruppo di Sioux vicino all’ansa del Rosebud, questo lo aveva apparentemente indotto a credere che nelle vicinanze ci fosse un villaggio indiano. Egli avrebbe voluto continuare l’attacco contro questo supposto villaggio, ma obbedì agli ordini. Passò al di là del canyon e procedette ad ovest, in direzione di Conical Hill. Mills arrivò troppo tardi per supportare il ritiro di Royall, ma la sua inaspettata apparizione sul fianco degli Indiani fece sì che Sioux e Cheyenne si sganciassero e si ritirassero. Concentrando ora le sue unità a cavallo, Crook le condusse sul Rosebud in cerca dell’inesistente villaggio indiano. Tuttavia le guide si rifiutarono di entrare nello stretto canyon, obbligando Crook a rinunciare all’inseguimento.
La battaglia di Rosebud era finita. Secondo gli standard della guerra indiana, per i Nativi era stato un combattimento estremamente lungo e sanguinoso.
Mai prima d’allora gli Indiani delle Pianure avevano combattuto con una tale ferocia, e mai prima d’allora avevano mostrato una tale disposizione ad accettare perdite.
I Sioux e Cheyenne avevano lasciato 13 morti sul terreno; successivamente Cavallo Pazzo affermò che gli Indiani avevano riportato 36 morti e 63 feriti. Il sacrificio non fu vano. Preoccupato per i feriti, a corto di provviste e scosso per la foga degli Indiani, Crook ritornò al suo accampamento sul Goose Creek. Gli alleati Shoshone se ne andarono ben presto, quando compresero che Crook non aveva intenzione di continuare a combattere.


Attacco sul Rosebud – Charles Stanley

Il rapporto di Crook sulla battaglia, datato 19 giugno, raggiunse il quartier generale di Sheridan il 23 giugno (molto velocemente, se si considerano i limiti di comunicazione del tempo). Nel suo messaggio, Crook rivendicava la vittoria, considerando che aveva mantenuto il possesso del campo di battaglia, ma riconosceva che gli erano venute a mancare le risorse per continuare, senza rimpinguare le provviste e senza rinforzi. Aveva sottovalutato il numero degli Indiani che avevano attaccato la sua colonna, ma constatava che erano abbastanza forti e determinati per combattere per parecchie ore contro i suoi 1.300 uomini. Sheridan inoltrò il messaggio a Terry nella stessa giornata. Sfortunatamente l’allarme di Crook sulla determinazione degli Indiani a combattere non raggiunse Terry fino al 30 giugno, 5 giorni dopo la battaglia di Little Bighorn. Crook e le sue truppe si fermarono a Goose Creek per 7 settimane, aspettando rinforzi. Non giocarono alcun ruolo nei fatidici avvenimenti di Little Bighorn.

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