Carlisle Indian School: “Uccidi l’indiano, salva l’uomo”

A cura di Sergio Mura

Studenti indiani a Carlisle, prima e dopo l’ingresso
Erano trascorsi appena due anni dalla terribile tragedia di Wounded Knee (dicembre 1890) quando il capitano Richard Henry Pratt, fondatore della Carlisle Indian Industrial School della Pennsylvania, fu invitato a partecipare alla diciannovesima conferenza nazionale della “Carità e della correzione”. Leggi il resto

Gufo Grazioso (Pretty Owl), moglie di Nuvola Rossa

A cura di Anna Maria Paoluzzi

Pretty Owl, conosciuta anche come Good Road
“Quando eravamo giovani, ero gelosissima di lui.”
I nomi, talvolta persino accompagnati da immagini, di grandi capi Lakota come Nuvola Rossa, Toro Seduto, Gall e John Grass, risultano familiari anche all’immaginario dell’ascoltatore meno interessato alla storia dei Nativi Americani.
Le loro gesta più note hanno ormai raggiunto anche un’ampia cerchia di lettori, aiutate anche dalle grande produzioni cinematografiche western degli ultimi decenni. Film e fumetti western sono però anche parzialmente responsabili dello spazio ristretto concesso alle donne Native, viste perlopiù come strumento di conforto e sollazzo dei guerrieri dopo la battaglia o improbabili protagoniste passive di rocambolesche storie d’amore con bianchi ora ostili, ora amici. Leggi il resto

Gli indiani e i loro cani

A cura di Sergio Mura

Parliamo dei cani in uso presso gli indiani prima che si diffondesse il cavallo. I cani chiamati Hare o “cani degli indiani”, qualunque fosse la loro provenienza – dai gruppi tribali dell’Alaska fino alla punta più a sud del Sud-America – si assomigliavano sostanzialmente tutti.
Erano cani di taglia media, quindi non particolarmente grandi (avrebbero richiesto più cure e sarebbero stati troppo pesanti), né troppo piccoli (non sarebbero stati adatti al traino e al trasporto delle masserizie che gli indiani gli caricavano). Leggi il resto

Il massacro della famiglia Hungate (11-6-1864)

A cura di Renato Ruggeri

Il drammatico assalto alla casa degli Hungate
Nathan Hungate, originario della McDonough County, Illinois, aveva 29 anni e sua moglie, Ellen Eliza Decker, originaria della Pennsylvania, 25.
I due si erano sposati nella Cass County, Territorio del Nebraska, il 21 gennaio 1861. La loro figlia più grande, Laura, nata nell’autunno del 1861, non aveva ancora 3 anni quando fu uccisa. La più piccola, Florence,
aveva poco meno di 5 mesi.
Gli Hungate erano giunti in Colorado da due mesi. Nathan era stato assunto all’inizio della primavera da Isaac Van Wormer, il proprietario del ranch assalito e bruciato nel pomeriggio dell’11 giugno 1864. Leggi il resto

Misticismo indiano


Generalmente nei racconti sugli indiani, e soprattutto nelle fiction, gli aspetti religiosi sono messi in secondo piano.
Gli indiani vengono presentati certamente con le loro credenze religiose, ma queste sembrano non interferire poi troppo con le loro azioni, quasi che essi fossero un popolo “laico”.
In realtà, come per tutte le culture primitive, le credenze religiose (qualcuno potrebbe dire superstizioni, ma si tratta di punti di vista) sono sempre di fondamentale importanza.L’indiano, come molti altri primitivi, ritiene di essere in continuo contatto con il mondo degli spiriti ai quali parla e che gli parlano.
Il contatto avviene attraverso uomini che hanno ricevuti dei doni particolari. Leggi il resto

La grande galleria dei Nativi Americani

A cura di Anna Maria Paoluzzi


I Nativi Americani hanno conquistato il nostro cuore da decenni. Lo hanno fatto con la forza della loro determinazione, con la loro indomita resistenza, con la bellezza e la ricchezza delle loro tradizioni, con tutta la loro drammatica eppur avvincente storia. Sono stati i padroni incontrastati del Nord America praticamente da sempre e fino all’arrivo dell’Uomo Bianco. Da quel momento nulla è stato più come prima, né per i bianchi né tantomeno per gli indiani. Tribù sparite nel nulla, altre decimate, culture intere annientate e altre asservite… Leggi il resto

La costruzione delle sod house e la vita dei coloni

A cura di Sergio Mura

Una tipica, umile sod house
Gli indiani che popolavano il west vivevano spesso nelle infinite praterie dove c’era una cronica scarsità di alberi. Per costruire le loro capanne utilizzavano zolle di terra o di terra mista ad erba. Ne risultavano alloggiamenti robusti e stabili, freschi nelle estati torride e tiepidi nel gelido inverno.
I coloni americani che raggiunsero le praterie e le abitarono dopo i nativi usavano gli stessi poveri materiali disponibili in quei luoghi per edificare le loro casette rettangolari, le “sod house”. Quegli agricoltori realizzavano delle semplici zolle di terra erbosa che venivano estratte dal terreno umido per le piogge utilizzando delle zappe metalliche.
Una sod house è quindi una casetta rettangolare con pareti costruite con zolle di terra o torba, posate in strati orizzontali; non mancavano ovviamente alcune piccole finestre e un tetto, anch’esso ricoperto di zolle di terra o di paglia. Case simili erano assai comuni tra quelle edificate dai coloni delle grandi pianure. D’altra parte le più classiche alternative erano ababstanza improponibili in quei luoghi per via della grande penuria di alberi e persino di pietre. Leggi il resto

L’educazione del guerriero

A cura di Gaetano Della Pepa

Gli indiani dovevano le loro particolari doti di disciplina, abnegazione, resistenza e coraggio all’educazione che ricevevano, tutta improntata a far acquisire la padronanza di sé. Sin dalla più tenera infanzia il fanciullo indiano veniva allenato a controllarsi, a sottomettere il corpo, i sensi e la mente alle prove più dure, per renderli quanto più inaccessibili alla debolezza e questa salutare influenza agiva su di lui sin dalla culla e non in senso figurativo, ma realmente. Com’è noto, le culle indiane consistevano in un’asse di legno sulla quale era stesa una pelle di daino.
Qui il piccolo, il papoose, era legato e tale rimaneva sia al riparo della tenda, sia sul dorso della madre intenta alle sue quotidiane faccende o sulla groppa del cavallo in mezzo alla schiera in marcia durante lo spostamento del campo. Leggi il resto

Un bambino di nome Lento

A cura di Ferruccio Gianola

Il piccolo Toro Seduto
Le informazioni intorno alla data e al luogo di nascita di Toro Seduto sono piuttosto incerte. Lui stesso affermava di essere nato sul Missouri, ma soltanto perché qualcuno della sua banda glielo aveva detto. Insomma sui dati precisi rimangono dubbi.
In teoria gli anni che vanno dal 1831 al 1837 possono essere tutti collegati alla sua nascita, come possono essere buoni tutti i luoghi affacciati sulle sponde meridionali del Grand River, oppure molto più a sudest, sul Willow Creek. Gli studiosi e gli storici, tuttavia, tendono ad affibbiare a Many Caches e al 1831, il luogo e la data più probabile.
Ora, secondo questi resoconti storici, doveva essere il mese di marzo quando il leggendario guerriero venne al mondo.
Suo padre era il capo di un tiyospaye Hunkpapa, si chiamava Toro Seduto e con il consiglio di sua moglie La-Sua-Porta-Sacra, decisero di chiamare il neonato Tasso Balzante: nome che sarebbe stato sostituito più avanti da un altro più adatto, quando il bambino avrebbe mostrato che tipo d’uomo era. Leggi il resto

Donne indiane

Donne indiane
Negli anni Settanta dell’Ottocento, durante un ricevimento di indiani alla Casa Bianca, il capitano dell’esercito americano Clinton Poole, colpito dal contrasto tra le donne bianche presenti alla cerimonia e quelle pellerossa, osservò: “Le prime sono flessuose e aggraziate, dalle forme eleganti, dai lineamenti sottili, degne compagne dei loro uomini; le seconde goffe e pesanti, dai tratti rozzi e sciupati dal lavoro; serve e schiave dei loro mariti.” Erano le considerazioni non astiose di un uomo del XIX secolo che, generalmente, potevano rispettare una concezione ed una percezione allora piuttosto diffuse.
Questo stereotipo era molto radicato tra le genti bianche di quell’epoca. I bianchi consideravano le indiane come “bestie da soma alla mercé di quei mostri disumani dei loro mariti.” Leggi il resto

Pagina successiva »