Parole dei Nativi Americani

A cura di Andrea Galasso

Della saggezza degli uomini rossi si è detto tanto al punto che è una cosa che si da per scontata e che è stata persino banalizzata. In particolare, ciò che è grave, è che molto spesso capita di leggere frasi, interi discorsi attribuite a questo o a quell’indiano, capo o guerriero, senza che ciò sia vero. Si tratta di pura fantasia alla quale vorremmo provare a mettere un freno proponendo alcuni brani certamente attribuiti a Indiani d’America.
E’ importante invece crearsi un proprio convincimento documentandosi in prima persona e leggendo i testi che raccolgono le interviste rilasciate dai guerrieri indiani più conosciuti. E’ il modo migliore per cogliere la profondità e la bellezza di un modo di intendere la vita ed i rapporti con le cose e le persone che oggi sembra ricercato da tutti.
Di seguito trovate una nostra snella selezione di frasi attribuite ad alcuni tra i più famosi guerrieri, guide spirituali o capi indiani. Leggi il resto

Esploratori e guerrieri

Gli indiani vivevano in società ben organizzate in cui ciascuno aveva un ruolo prevalente. tra i guerrieri più abili vi erano gli esploratori.
Il loro compito, delicatissimo, era quello di precedere la spedizione e di intercettare il nemico, trovare una mandria di bisonti, individuare un eventuale pericolo o il luogo adatto dove porre l’accampamento. Al loro lavoro veniva affidata la sicurezza del gruppo. Erano abili a scoprire e identificare qualsiasi traccia, a spostarsi rapidamente senza essere visti o sentiti, con qualunque condizione atmosferica e in ogni momento della giornata. Presso i Crow l’esploratore era chiamato “lupo” poiché si tingeva il corpo di grigio e si ricopriva con una pelle di quell’animale.
Altri personaggi particolari con ruoli ben definiti sia in periodi di pace che nel momento della battaglia erano i giovani guerrieri scapoli che si univano in società, chiamate dei soldier.
Tra gli Oglala Sioux si ricorda quella dei “Portatori di casacca”, a cui appartenne Cavallo Pazzo, uno dei più abili guerrieri del popolo indiano; tra gli Cheyenne quella dei temibili “Soldati del Cane”; tra i Crow quella delle “Volpi”. Leggi il resto

La Guerra Civile di Luigi Palma di Cesnola

A cura di Sergio Mura

Il conte Luigi Palma di Cesnola nacque a Rivarolo Canavese nel 1832. Nel corso della sua vita si conquistò una buona fama di archeologo, ma è noto anche per essere stato ufficiale dell’esercito sardo. A noi appassionati di storia del west interessa particolarmente quello spicchio della sua vita spesa nei campi della Guerra Civile Americana. Luigi era figlio del conte Maurizio, noto carbonaro, morto in esilio nel 1852. La sua vita fu particolarmente intensa ed e ricca di sorpresa, ma significativo è che appena sedicenne andò volontario a combattere per la prima guerra d’indipendenza nelle campagne risorgimentali del 1848-1849. Fu allievo della scuola militare di Cherasco dove raggiunse il grado di capitano. Nel 1860 decise di dare una svolta alla sua vita e, ventottenne, lasciato l’esercito, decise di emigrare in America in cerca di fortuna. Arrivato a New York, Luigi Palma di Cesnola conobbe un periodo di difficile esistenza, vissuto in grande povertà e arrabattandosi come meglio poteva facendo lezioni private di italiano e francese. Leggi il resto

Le guerre indiane

A cura di Sergio Mura

Le numerosissime occasioni di conflitto ed i conflitti veri e propri che opposero indiani e coloni da un lato ed indiani e soldati dall’altro caratterizzano l’intera storia del west. Gli indiani, ad onor del vero, non persero mai l’occasione per combattersi anche tra loro, com’è ben noto a tutti gli studiosi e gli appassionati.
Le principali guerre indiane, quelle che maggiormente modificarono lo stile di vita delle tribù e persino i luoghi in cui esse vivevano, furono quelle tra indiani e le “giacche blu”.
Alcuni episodi particolarmente significativi, ed altri meno rilevanti, si registrarono fin dal periodo 1840-1865, ma la stragrande maggioranza dei conflitti nella zona oltre il Mississippi si verificò dopo la conclusione della guerra civile americana.
In quel momento, sistemate le beghe tra stati e la spinosa faccenda della schiavitù, immediatamente gli americani si ricordarono che restava in sospeso la “questione indiana” e che era necessario portarla ad una qualche conclusione. Leggi il resto

Un mito chiamato Geronimo

A cura di Vittorio Zucconi

Geronimo in un bel quadro
Se “Colui che Sbadiglia” potesse vedere il proprio nome cucito oggi, cento anni dopo la sua morte, sulla manica di un reggimento di parà americani, il 501°, potrebbe sorridere, forse di amarezza e forse di orgoglio.
Proprio lui, “Colui che Sbadiglia” soprannominato Geronimo, l’ultimo dei guerrieri Apache, il più indomito capo delle bande degli indiani del Sud Ovest che cinquemila giubbe blu a cavallo e cinquecento mercenari con artiglieria dovettero inseguire per cinque mesi e per tremila chilometri tra i canyon dell’ Arizona e del Messico prima di catturarlo con appena trentacinque guerrieri superstiti, è divenuto il grido di battaglia dell’ esercito che lo annientò.
“Geronimo”, era l’urlo lanciato dai parà per darsi coraggio quando si lanciavano sulla Normandia, non potendo gridare, o pronunciare, il suo vero nome, “Goyathlay”, colui che sbadiglia, scelto dalla madre quando lo mise al mondo nel canyon di No-dohyon, alle foci del fiume Gila, e notò quanto quel neonato sbadigliasse. Leggi il resto

L’utilità del bisonte

A cura di Gaetano Della Pepa

Link dello speciale sui bisonti e gli indiani: 1) I bisonti, 2) Gli indiani e la conoscenza del bisonte, 3) Gli indiani a caccia del bisonte, 4) L’utilità del bisonte, 5) I mantelli di pelle di bisonte, 6) Ritualità della caccia al bisonte

bisonte americanoUna volta un vecchio indiano disse che tutto ciò di cui il suo popolo necessitava per una vita felice era il bisonte: esso dava tutto agli indiani eccetto l’acqua ed i pali per le tende. Con il bisonte, il popolo rosso della prateria trovava appagamento a tutte le sue necessità. Era il dono che il Grande Spirito aveva dato agli indiani.
Dell’animale si utilizzava tutto. Gli etnologi e gli antropologi hanno rinvenuto e catalogato almeno ottanta oggetti derivanti dall’utilizzo della carcassa del bisonte. Si va dal vestiario, agli oggetti per la capanna, alle armi, ai giocattoli, agli strumenti di lavoro ed agli oggetti magici. Le donne erano velocissime ed espertissime nel loro lavoro. Leggi il resto

L’avventura del West (mostra itinerante)

A cura della Fondazione Giuseppe Lazzareschi

ZZ1E519FB1“L’avventura del West”, una mostra per raccontare la storia dei pionieri, dei cercatori d’oro, dei Pellerossa e la Guerra di Secessione americana, al Palazzo di Vetro di Porcari (LU) dal 26 ottobre al 24 gennaio 2015.
Era il 1786 quando Daniel Boone, esploratore americano, giunse nelle grandi pianure dell’ovest, miraggio delle generazioni di quel tempo, attraverso il passo di Cumberland sui monti Appalchi a bordo del “canestoga“, caratteristico carro dalla copertura in tela bianca sorretto da centine in ferro e trainato da cavalli. Esattamente 100 anni dopo, nel 1886, il Congresso Americano annunciò che le frontiere degli Stati Uniti coincidevano con le coste dell’Oceano Pacifico: così nacque il West.
Tutta la sua storia sarà raccontata dal 26 ottobre 2014 al 24 gennaio 2015 nella mostra “L’avventura del West” al Palazzo di Vetro della Fondazione Giuseppe Lazzareschi di Porcari (LU) con il Patrocinio del Comune di Porcari e la collaborazione scientifica dell’Associazione “Il Paese dei Balocchi” di Calenzano (FI). Leggi il resto