Big Bend 1673-1674
A cura di Gianni Albertoli
Nell’aprile 1673, don Marcos, un leader Jumanos, comparve davanti al generale Echeberz y Subiça a Saltillo, il capo richiedeva alle autorità il permesso di stabilirsi in un pueblo. Don Marcos era accompagnato da suo fratello don Lacaro Agustin, e da un altro capo anche esso noto come don Marcos, e appartenente alla tribù Babane. Il generale spagnolo avrebbe richiesto l’aiuto di padre Juan Larios, ben noto conoscitore della lingua nativa Nahuatl; l’Echeberz y Subiça avrebbe poi invitato il capo Jumanos a portare la sua gente a discutere con le autorità. Il don Marcos dichiarava che vi erano tre gruppi al suo seguito e tutti volevano insediarsi in un pueblo, oltre ai suoi, vi erano i Babane e i Bobole, questi ultimi con i loro alleati e stanziati nella “Provincia del Coahuila e nella valle del bufalo”. Il generale dovette organizzare una riunione per valutare la fondatezza delle richieste, soprattutto le autorità militari ed ecclesiastiche si sarebbero dichiarate entusiaste della proposta. Leggi il resto
Tra gli indiani della Baja California
A cura di Gianni Albertoli
Come affermava il John P. Schmal, la storia degli indiani della Baja California è molto triste, le devastazioni e le malattie avrebbero accentuato la loro vita ai margini di qualsiasi contatto con le altre popolazioni del Messico e della California americana. Questi indiani, in particolare quelli del sud della penisola, sarebbero scomparsi velocemente dalla scena storica senza lasciare alcuna traccia. Nel 1532 il conquistatore Hernán Cortés inviava una spedizione nel territorio, era comandata dal cugino Diego Hurtado de Mendoza, il suo compito era quello di esplorare la penisola e le terre lungo le coste del Pacifico. Una seconda spedizione si ebbe il 29 ottobre 1533, questa avrebbe raggiunto le zone di Santiago e di Colima, ma risultò essere un disastroso fallimento che portò ad un ammutinamento e alla scoperta delle zone di La Paz. Nell’aprile 1535 fu lo stesso Cortés a guidare una terza spedizione, composta da tre navi che sbarcarono, il 3 maggio, sulle coste di La Paz; gli spagnoli avrebbero fondato una piccola colonia che trovò ben presto la forte ostilità dei nativi. Leggi il resto
Padre De Smet
A cura di Isabella Squillari
Peter John De Smet, missionario, nato a Termonde, Belgio, il 31 dicembre 1801; morto a St. Louis, Missouri, nel maggio 1872.
Svolse i suoi studi nel seminario episcopale di Mechlin, ed è in questo periodo che sentì di voler dedicare sé stesso alla conversione degli indiani d’America.
Quando il vescovo Nerinx visitò il Belgio in cerca di missionari, De Smet, insieme ad altri cinque studenti, si offrì volontario per accompagnarlo. Il governo diede ordine di fermarli ma essi riuscirono a sfuggire agli agenti che li cercavano e salparono da Amsterdam nel 1821. Dopo una breve sosta a Philadelphia, De Smet entrò come novizio tra i Gesuiti a Whitemarsh, nel Maryland.
Qui vestì l’abito dell’Ordine ma dopo due anni la missione venne chiusa; egli era quasi in procinto di ritornare in Belgio quando venne invitato dal vescovo Dubourg a Florissant, dove completò la sua educazione e prese i voti. Leggi il resto
Tierra de los Sumas
A cura di Armando Morganti
I Sumas e un missionario
Nelle zone di El Paso, lungo le rive del Rio Grande, vivevano gli indiani Sumas, una popolazione poco conosciuta che, nei secoli XVII-XVIII erano anche conosciuti come “Sume, Suna, Zuma”, gruppi che vagavano anche più a ovest fino al Chihuahua nord-occidentale e alla Sonora nord-orientale. Parecchi storici ritengono che molti Sumas vennero poi assorbiti da vari gruppi Apaches verso la fine del XVIII secolo.
Culturalmente i Sumas sembrano essere affini ai Jumanos ma il Forbes li ritiene linguisticamente appartenenti agli Athapaskan. Sembra anche probabile che questi indiani fossero anticamente conosciuti come “Caguates, Caguases, Caguazes”, dal nome di una popolazione che, nella seconda metà del XVI secolo, era stanziata proprio nelle terre di El Paso.
Come i Tanpachoas, questi Caguates parlavano un dialetto simile a quello degli Otomoacas (Amotomancos), una tribù affine ai Jumanos. Leggi il resto
Nelle terre dei Gueiquesale
A cura di Gianni Albertoli
Gli indiani Gueiquesale erano anche noti come Coetzale, Guiquesal, Gueiquechali, Guericochal, Guisole, Huisocal, Huyquetzal, Huicasique, Quetzal, Quesale, e altri nomi. I Gueiquesale, il cui nome veniva pronunciato come “guey-kay-sally”, erano un gruppo di bande e clan il cui territorio includeva la parte meridionale degli altopiani del Texas e del Canyonlands; questa popolazione era una delle tante che ebbero un ruolo soltanto secondario nella storia indiana. In effetti, la loro storia rappresentava quella di molti gruppi di nativi che in tempi antichi vagavano nei territori meridionali del Texas, giungendo fino alla totale estinzione. Sebbene questa popolazione abbia potuto vagare in immensi territori, negli antichi documenti spagnoli non sono menzionati almeno fino al 1670, quando questi indiani iniziarono a richiedere la protezione degli spagnoli contro le tribù nemiche. Gli Apache li stavano sempre più spiùgendo verso sud, in pratica li scacciavano dalle Pianure meridionali, anche perché erano pressati alle spalle dalle numerose bande Comanche. Leggi il resto
John Eliot
A cura di Margherita M. D. Bottino
Nel 1620 sbarcarono a Cape Cod, in Massachussets, i pellegrini inglesi provenienti da Plymouth a bordo della nave Mayflower. Questo sbarco segnò l’inizio di un mutamento radicale nella vita dei nativi americani. Un esempio su tutti è dato dagli indiani Massachussets: da 3000 che erano al tempo dei primi contatti con gli Europei (1614/1617), cessarono di esistere come popolo indipendente nel 1640, incorporati nei cosiddetti “Praying Villages”, i villaggi di preghiera.
Uno di questi villaggi di preghiera fu Natick, costruito in seguito all’appello fatto da John Eliot presso la Corte Generale affinché i nativi convertiti potessero vivere assieme all’interno di una città. Leggi il resto
La guerra infiamma il Rogue River e l’Oregon
A cura di Sergio Mura
Indiano Rogue River
Fino al 1840, i coloni che entrarono nel territorio dell’Oregon non furono molti e solo in seguito il flusso si fece inarrestabile. Il cambiamento di passo fu causato, almeno in parte dal lungo viaggio, compiuto nel 1824 dai reverendi Jason e Daniel Lee da Fort Indipendence (nel Missouri) fino alla zona dell’attuale Salem ove venne stabilita una missione.
Subito dopo, altri missionari seguirono le loro orme. Il Dottor Marcus Whitman e altri missionari arrivarono nel 1838. Furono proprio questi missionari ad avere un effetto profondo sullo sviluppo degli insediamenti e la successiva crescita del Territorio dell’Oregon.
Nel 1838, il reverendo Jason Lee tornò verso la parte orientale degli Stati Uniti con una petizione firmata da 27 coloni di lingua inglese e 9 di lingua francese di lingua francese per chiedere agli Stati Uniti di essere protetti. Leggi il resto
I frati nella storia della conquista del nuovo mondo
A cura di Domenico Rizzi
Dopo che Hernàn Cortès ebbe abbattuto il regno degli Aztechi nel 1520, la Spagna proseguì nella conquista dei territori che formano oggi l’America Latina, inviando nel Nuovo Mondo un numero sempre maggiore di colonizzatori. Lo stesso Cortès, espugnata Tenochtitlan nell’agosto 1521, si spinse in seguito verso nord, assoggettando nuove regioni alla corona di Spagna e nel 1535 piantò la sua bandiera in California. Nel 1574 gli Spagnoli presenti nel Nord, Centro e Sud America ammontavano già a 220.000 persone. Al loro seguito, vi furono fin dagli inizi centinaia di missionari cattolici e lo stesso Cristoforo Colombo si era fatto accompagnare nella sua seconda traversata da Fra’ Bernardo Boil e da altri religiosi.
Nel 1559 il Messico ospitava 380 Francescani, 210 Domenicani e 212 Agostiniani, che avevano creato oltre 150 missioni, spingendosi anche molto a settentrione del fiume Rio Grande, nelle regioni che corrispondono oggi agli Stati della California, del Texas, del New Mexico e dell’Arizona.
I primi frati di San Francesco erano sbarcati a Vera Cruz nel 1524. Leggi il resto
El Orcoquisac
A cura di Armando Morganti
El Orcoquisac era un avamposto spagnolo (1765-71) localizzato a nord dell’odierna Wallisville, a est del fiume Trinity, nella parte settentrionale dell’odierna Chambers County (Texas). L’insediamento comprendeva il Presidio di San Augustin de Ahumada e la Missione di Nuestra Señora de la Luz. Nel territorio circostante vivevano gruppi sparsi di indiani Bidai ed Orcoquisac, questi ultimi meglio noti come “Akokisa” (“Arkokisac”), ma vi si potevano trovare anche resti di piccole popolazioni in via di estinzione come i Patiri e gli “indiani Doxsas”, forse da identificare con i Deadoses. Tutti questi gruppi erano costantemente allettati dalle grosse opportunità commerciali che venivano proposte loro dai traders francesi del basso Mississippi a partire dal 1720. Leggi il resto
Padre Kino, l’apostolo a cavallo
A cura di Enrico Emiltri
La statua di Padre Kino
Il cattolicesimo, si sa, non gode di buona fama negli Stati Uniti, innanzitutto perché ricorda le lunghe persecuzioni cui furono soggetti i protestanti (costretti ad emigrare in massa oltreoceano), poi per le strette connessioni con il colonialismo europeo (specie spagnolo), infine perché legato all’idea stessa di mafia (soprattutto irlandese ed italiana): eppure, sono molti i cattolici cui gli USA devono molto, quali, per es., Rodolfo Valentino, Fiorello La Guardia, Joe Di Maggio, i fratelli Kennedy, Mel Gibson e, da ultimo, Arnold Schwarzenegger.
Tra questi personaggi positivi vi è anche un missionario gesuita trentino, Padre Eusebio Francesco Chini, passato alla Storia come Padre Kino. La sua storia si snoda nei confini del vecchio west, anche se ne anticipa lungamente i tempi con la sua azione. Leggi il resto