I Revolver della Winchester

A cura di Gian Carlo Benedetti

Winchester Swing-Out Cylinder
Il marchio Winchester evoca un arma lunga a leva e solo pochi sono a conoscenza di progetti della rinomata ditta per accedere al mercato dei revolvers i cui risultati pur innovativi non fuono coronati dal meritato successo. Questo fatto va inquadarato in una “guerra commerciale”, peraltro già iniziata sulla concorrenza nelle doppiette, con la rivale per eccellenza Colt MfG conclusasi con un accordo o “gentlemen’s agreement”.
Il tutto ebbe luogo dal 1869 alla scadenza del prorogato bevetto nr. 12648 del 3 aprile 1855 di Rollin White (1817-1892) concernente la foratura delle camere del tamburo dei revolvers trasformandoli a retrocarica.
In realtà il brevetto riguardava le cartucce di carta ma si rivelò lungimirante allorchè entrarono in uso le cartucce metalliche dapprima rimfire e poi centerfire.
Rollin White era un dipendente di Samuel Colt cui offrì lo sfruttamento della propria invenzione da questi miopmemente rifiutato. Il brevetto fu allora acquisito dalla Smith & Wesson che, sino alla sua scadenza, fu l’unica ditta a poter disporre della preziosa innovazione che cambiò la storia del revolver. Nella cessione si era accollato incautamente l’onere di perseguire in giudizio a sue spese coloro che lo avessero infranto.
Alla naturale scadenza del 3 aprile 1869 White presentò istanza per una ulteriore progoga (la quarta) del brevetto che però gli fu rifiutata pare su input dello stesso U. S. Grant adducendo la corretta valutazione che avrebbe impedito ulterriormente lo sviluppo delle armi corte.
All’epoca infatti le moderne armi lunghe erano rigorosamente a retrocarica, alcune persino a ripetizione manuale tra cui le carabine Spencer e Winchester 1866, mentre i revolvers erano ancora quelli ad avancarica del tamburo della CW anche se poi vi furono maldestri tentativi di aggirare legalmente il brevetto con complicate cartucce metalliche come le “Lip Fire” di Ethan Allen, “Teat Fire” di D. Moore & D. Williamson o quelle di Alexander Thuer ed ancora i revolvers “Side Loading” di F. P. Slocum.
Scaduto il brevetto vi fu una corsa delle ditte alla trasformazione delle cap&ball a retrocarica con le c. d. “Conversioni” tra cui vale rammentare i brevetti di C. Richards e W. Mason per la Colt. Solo nel 1872 questa produsse un modello nato a retrocarica ma sempre con l’arcaico telaio aperto (Open Top) presto estromesso dal mercato dalla nascita della mitica SAA 1873.
Per inciso il 1873 fu un anno di grazia per gli “armigeri”. Nacquero infatti tre iconiche armi con loro specifiche munizioni tutti pilastri della conquista del West: la Colt S.A.A. 1873 cal. 45, il Winchester ’73 cal. 44 W.C.F. (44-40) ed il fucile Springfield 1873 cal. 45-70 Government.


Il brevetto di Rollin White che cambiò la storia dei revolver

Nel 1869/70 anche l’oculato imprenditore Oliver F. Winchester che nel frattempo aveva salvato dal fallimento e consolidato la ditta grazie alle vendite della carabina “Yellow Boy” modello 1866 intese partecipare alla spartizione della “torta” delle commesse visto che i vari eserciti, U. S. Army in primis,
intendevano ammodernare l’armamento individuale.


La tomba di Rollin White

Pur avendo ceduto il brevetto alla S&W nel 1861 si era riservato di produrre anche in proprio e fabbricò 4300 esemplari del suo revolver “Rollin White Arms” che cedette alla S&W per la commercializzazione.
Nel 1864 il White chiuse la ditta e cedette i macchinari alla “Lowell Arms Co.” che a sua volta produsse circa 7500 revolvers in violazione del brevetto prima della sentenza interdittiva. Processi furono da lui intentati anche contro la Manhattan Arms, Allen & Wheelock, Merwin & Bray, National Arms Co. ed altre sempre per illegale produzione di revolvers a retrocarica. Si dissanguò in innumerevoli defatiganti cause poiché il suo sistema era il più copiato.
Le uniche ditte che avrebbero potuto violarlo impunenmente di certo erano quelle del Sud il cui ultimo timore era una citazione in giudizio ma queste non possedevano una tecnologià all’altezza, L’unica confederata che evase il brevetto fu nel 1861 la “Thomas W. Cofer” della Virginia con meno di 140 pezzi prodotti.
O. F. Winchester si era assicurato la collaborazione di due valenti tecnici sottraendoli alla S&W, William W. Wetmore e Charles S. Wells, incaricandoli di progettare un revolver superiore alla Colt e S&W. Nel 1872 fu partorito un progetto elegante e filante che ricordava la Nr, 3 della S&W ma non era basculante. Si caricava tramite la solita finestra laterale (loading port) e l’estrazione avveniva tramite una leva posta sul lato destro della cartella che, abbassata manualmente (pur ser definita “automatica”), ingaggiava tramite un asta unghiata il fondello della cartuccia arretrandolo. Il punto dolente era proprio questo delicato meccanismo che non garantiva un sicuro funzionamneto ed inoltre non era affatto più rapido del sistema in uso sulla Colt SAA peraltro più affidabile.


Il revolver Wetmore – Wells a singola azione

Il revolver Wetmore – Wells a singola azione, con castello fisso a sei colpi nella nuova cartuccia sperimentale calibro 40-50 progettata dal Wells. Si nota la leva e la sottile barretta mobile dell’estrattore che un eventuale incollaggio della cartuccia poteva facilmente rompere dato anche il non eccelso standard nella lega dei bossoli e della polvere nera dell’epoca.
E’ inferiore a quello coevo più semplice della Colt e neppure lontanamente paragonabile a quello simultaneo della S&W Nr. 3 “hinged frame”.
La creazione ex novo di una cartuccia non deve stupire in quanto appannaggio di quasi tutti gli inventori di armi. Basta ricordare che una data arma di solito si compra solo una volta mentre la scorta delle sue cartucce va rinnovata periodicamente.


Disegno dal brevetto Wetmore-Wells. Ne furono prodotti pare sette esemplari anche nel calibro 38-50 ma il progetto non fu ritenuto competitivo anche se l’arma fu presentata alla Fiera del 1876.

La Winchester non abbandonò il progetto, anzi cercò di migliorarlo. Constatando l’improponibilità dell’estrattore di Wells la ditta affiancò ai due progettisti un altro ottimo tecnico, Stephen W. Wood, il quale aveva brevettato un diverso sistema in avanti coi tempi e che in futuro sarebbe stato universalmente adottato da tutte le maggiori ditte.
Concerneva il tamburo basculante (swing out) su un castello fisso che associava velocità di manipolazione delle cartucce con la solidità della struttura. Sembra che al progetto abbia partecipato, sconoscesi con quale apporto ma di certo secondario, anche il famoso tecnico tedesco Hugo Borchardt che soggiornò per lunghi anni negli USA, precisamente dal 1860 al 1881.
Si tratta nientemeno che del creatore di una delle prime semiauto veramente funzionante (Borchardt 1893) con un calibro moderno da cui nacque la mitica Parabellum Luger il cui meccanismo dello snodo a ginocchio, secondo alcuni, fu ispirato da quello dell’Henry – Winchester che opera similmente seppure ruotando alla rovescia.


Hugo Borchardt (1844-1924) che migliorò anche il fucile Sharps


La Wetmore-Wood

La Wetmore-Wood a sei colpi calibro 44-40 (44 WCF) con tamburo basculante dal lato destro ed espulsione simultanea dei bossoli tramite un estrattore a stella comandato dall’asta sottocanna deputata anche all’apertura come tutti i revolvers moderni.
L’arma, tecnicamente avanti di almeno venti anni sulla concorrenza, fu offerta dapprima alla Marina USA che la rifiutò ed all’Impero Ottomano già in affari con la ditta avendo acquistato i Musket Winchester 1866 poi sapientemente usati nella battaglia di Plevna (1877) contro la fanteria russa. L’ingente contratto per 30 mila revolvers con i turchi secondo lo storico H. Houze fu stilato ma non andò in porto e solo pochi esemplari furono prodotti e consegnati. Il modello Wetmore-Wood 1876 fu migliorato l’anno dopo con aggiunta della cartella circolare rimovibile di accesso al meccanismo sul lato sinistro del fusto (Modello 1877). Tutti i revolvers del contratto ottomano sono di questo modello.


Un Wetmore – Wood Modello 1877

Un Wetmore – Wood Modello 1877 con tamburo basculato. L’arma è veramente moderna ed avrebbe meritato maggior fortuna. Questa innovazione fu poi adottata a partire dal 1892 sulle nuove Colt Army & Navy cal 38 Long.
Fu prodotta dal 1876 al 1879 per il mercato civile e militare ma in numeri assai limitati.
Il problema della sfortuna commerciale va forse ascritto al tardivo ingresso nel settore ed alla carenza di agganci militari della ditta poiché nel frattempo la Colt MfG si era aggiudicata la commessa militare USA nel 1873 mentre la S&W aveva rifornito dal 1875 lo Zar e persino il Giappone e l’Australia. Le Commissioni militari erano permeabili alle raccomandazioni politiche come evidenzia l’adozione quale inutile seconda arma corta USA della S&W Nr. 3 grazie ai buoni uffici del potente fratello del Magg. George Schofield che ne aveva migliorato lo sgancio di apertura.
Va infine precisato che alcune nazioni autocratiche ed arretrate del vecchio mondo si rivelarono ottimi ordinanti ma pessimi pagatori mettendo in crisi finanziaria rinomate ditte americane: questo fatto può forse spiegare i sopravvenuti problemi contrattuali della Winchester circa il consistente ordine della Sublime Porta.
I revolvers Wetmore-Wells e Wetmore-Wood furono presentatti ufficialmente alla Fiera del Centenario dell’Indipendenza tenutasi nel 1876 a Philadelphia con elogi tecnici ma scarsa futura possibilità commerciale a causa del mercato ormai saturo.
La Winchester si era resa conto del fallimento e le armi non furono prodotte nei numeri sperati. Nel 1883 la Colt MfG iniziò la produzione dell’ottima carabina a leva ideata da Andrew Burgess e stava per immettere nel mercato (dal 1884)
un altro fucile a pompa (slide action) la cui cadenza di tiro era stupefacente tanto da meritare il nome di Colt Lightining (Rifle), da non confondere con l’omonimo revolver a doppia azione Mod. 1877 nel cal. 38 L.C.
Queste due carabine, specie la Lever di Burgess più solida del Winchester ’73, costituivano un grave vulnus per la Winchester proprio nel suo mercato elettivo. Per correre ai ripari fu immediatamente assunto l’ing. William Mason soffiato alla Colt MfG affiancandolo a Stephen Wood per progettare un nuovo competitivo revolver.
Mason non era un armaiolo qualunque ma, titolare di vari brevetti, aveva sviluppato le conversioni a retrocarica e la dopppia azione della Colt ed è giustamente ritenuto il padre della Peacemaker.
William Mason (1837 – 1916)
I due si misero all’opera creando rapidamente un revolver a tamburo, sei colpi, castello fisso e doppia azione denominato Mod. 1883.
Inspiegabilmente non fu sfruttato il progetto del tamburo basculante che era il vero asso nella manica e tanta fortuna avrebbe conseguito in futuro per optare su un arma convenzionale, pur elegante e solida, ma per nulla innovativa.
Di William Mason va aggiunto che presso la Winchester ebbe pure il compito di rivedere nientemeno che i progetti di John M. Browning per renderli compatibili con la produzione industriale di massa poiché il genio mormone da Ogden (Utah) li inviava intagliati nel legno. Questo fece ritenere al volitivo direttore Thomas G. Bennet di poter fare a meno dell’opera del Browning, decisione che avrebbe poi amaramente rimpianto.


Il prototipo della Mod. 1883 a sei colpi calibro 45 Colt della quale si nota la somiglianza con la Colt D.A. 1878 nell’impugnatura e castello e la classica vela sottocanna della Remington 1875.


La sua canna è addiritttura marcata Remington & Sons.


La “M” sul grilletto a doppia azione forse sta per “Mason”.

Questo progetto, pur onesto e solido, a mio avviso fu solo assemblato “ad horas” sfruttando i vecchi know-hows di W. Mason sulla doppia azione già montati sulle Colts ed il gruppo canna/estrattore che S. Wood aveva realizzato sulla Remington 75. Pare quindi che lo scopo ultimo della M. 1883 non fosse la sua produzione commerciale quanto piuttosto la repentina creazione di uno spauracchio per indurre a più miti consigli la troppo attiva rivale Colt.
Ormai Samuel Colt e Oliver F. Winchester, che non si erano mai amati, erano defunti da tempo e la dirigenza di entrambi i colossi armieri aveva compreso che le incuesioni nell’altrui settore erano deleterie per gli affari.
Nell’anno successivo 1884 fu siglato tra la WRAC e la Colt MfG un accordo di non concorrenza (gentlemen’s agreement) i cui precisi termini non furono resi noti ma la Colt pochi mesi dopo cessò la produzione del lever di Burgess dopo solo 6403 esemplari mentre la Winchester archiviò ogni progetto di arma corta. Non va genericamente dedotto che quivi si fosse segretamente spartita la produzione delle armi corte (riservata alla Colt) e delle lunghe (alla Winchester). La Colt infatti continuò a produrre la carabina Lightining sino al 1904 oltre che le sue famose doppiette Mod. 1878 a cani esterni e 1883 a cani interni ritenute tra le migliori americane dell’epoca, all’altezza delle rinomate Parker Bros Gun e degli shotguns inglesi di fascia media di importazione.


Winchester 1873 e Colt-Burgess 1883


Colt Lightining Rifle prodotto dal 1884 al 1904 nella varianti Small, Medium e Large Frame in poco meno di 90 mila esemplari. Non riuscì però a scalzare la predilezione tutta nordamericana per le azioni a leva.

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