Il revolver Remington 1875

A cura di Gian Carlo Benedetti

La “E. Remington”, ditta produttrice di armi sin dal 1816 fu fondata da Eliphalet Remington ingegnoso fabbro. Nel 1856 associò i figli Philo e Samuel cambiando il nome in “E. Remington & Sons” con sede a Ilion (New Yok). Aveva iniziato a produrre canne di fucile e poi delle ottime armi sia lunghe che corte grazie all’apporto di ottimi inventori, tra cui Leonard Geiger, William Eliot, Fordice Beals e Joseph Rider.
Durante la Guerra Civile (1861 – 65) aveva fornito all’esercito nordista degli ottimi revolver (modelli 1858 Beals, 1861 e New Model 1863) ad avancarica del tamburo (cap&ball) nei classici cal. 44 (Army) con 115.563 esemplari e .36 (Navy) con 12.561, tra cui alcune con la moderna doppia azione brevettata da J. Rider.
Erano tutte armi con castello solido, a differenza dei coevi e più venduti rivali della Colt con il castello aperto, dei quali erano più solidi e da molti combattenti preferiti. La fine della Guerra Civile con il surplus di armi in circolazione unita alla cessazione delle commesse belliche generò problemi in tutte le ditte del settore.
La scadenza nel 1869 del brevetto di Rolling White in possesso della Smith & Wesson, concernente la retrocarica del tamburo, comportò una corsa alla conversione dei modelli già esistenti alla retrocarica con la diffusione cartuccia metallica a polvere nera, dapprima “rimfire” (percussione anulare) e quindi “centerfire” (a percussione centrale).
La Remington convertì le sue vecchie .44 nel calibro 46 Rimfire ma la Colt nello stesso periodo era molto più commercialmente aggressiva e venduta, grazie alle conversioni Richards, Richards-Mason e quindi la nuova Open Top.
Le prove militari per l’adozione di un’arma corta a rotazione del 1872 (ripetute nel 1876) dell’US Army sancirono la vittoria della mitica Colt 1873 cal. 45 che altro non era che il progetto della Open Top 1872 ma con il castello chiuso (solid frame) a somiglianza dei revolvers che la Remington produceva ormai da anni.
Questo ritardo della Remington nella progettazione di un nuovo revolver a retrocarica la penalizzò escludendola dalle commesse militari statunitensi.
Soltanto nel 1874 la ditta presentò il nuovo revolver a singola azione, chiamato inizialmente “Modello Nr. 3 del 1874” poi ribattezzato “Model 1875 Nr. 3 Improved Army or Frontier Model”, vari anni dopo mutato in “New Model Army 1875”.
La Remington & Sons modello 1875, con la sua caratteristica vela sotto la canna, a somiglianza dei gloriosi modelli cap&ball da cui derivava, fu prodotta dal 1874 al 1888 nei calibri 44 Remington Centerfire, 44 WCF (alias 44-40) e 45 Colt: quest’ultimo con il tamburo leggermente più lungo. Le canne tonde erano di 7 pollici e mezzo (od 8 come scritto nei cataloghi) con tardi esemplari di 5 pollici e tre/quarti, tamburi scanalati (fluted) ed impugnature in noce a due valve, con anello porta correggiolo stile militare. Indovinata caratteristica era la forgiatura del gruppo castello – calciatura in un unico blocco a differenza della rivale Colt, assai meno solida, che lo produceva in due pezzi assemblati mediante viti. La guardia del grilletto ha una sola vite di ritenzione.
Il telaio in acciaio era azzurrato o nichelato e non tartarugato (case hardened,
carbocementato) come sulle Colt e repliche moderne. Il funzionamento dipendeva dalla molla principale a lamina (main spring) sita nel calcio, con i classici quattro click dello scatto concettualmente simili alla Colt ma con leveraggi leggermente diversi. I percussori dei modelli sotto i 12 mila erano rettangolari poi divenuti conici (cone hammer). La produzione più antica non ha la mezza monta di sicurezza, anche se per tutte le S.A dell’epoca è più saggio mantenere il cane abbattuto su una camera vuota. I mirini saldati erano inizialmente a palo, poi divenuti a pinna e con due tipi di grilletto. Nel corso della produzione vi sono state naturalmente piccole migliorie.
Le operazioni ed il maneggio sono identici alla Colt 73.
L’esatta quantità prodotta del revolver non è nota ed è stimata intorno ai 25/30 mila esemplari. Le matricole dopo 12 mila ripartono da uno.
Il revolver era ottimo per l’epoca e per nulla inferiore alla coeva Colt della quale era più solido ma l’esercito USA ormai aveva già adottato la Colt 1873 e non intendeva acquisire un’arma identica. Va precisato che la successiva acquisizione. come secondaria ordinanza corta, del più moderno ma delicato revolver S&W Nr. 3 modificato nel 1875 dal Magg. George Schofield, derivò da raccomandazioni politiche e non da scelta ragionata: altolocate pressioni di cui evidentemente difettava la Remington.
Il Dipartimento degli Interni nel 1883 acquistò 639 revolvers Remington 75 cal. 44 per la dotazione della Polizia Indiana delle Riserve, tutte “nickel plated” poiché i nativi avevano fama di non pulire spesso le loro armi.


Una delle 50 Remington mod. 1875 cal. 44 -40 in dotazione alla Polizia Indiana della Riserva di Pine Ridge

L’Egittò ordinò 10 mila di questi revolvers ma siccome si era rivelato un pessimo pagatore la maggior parte non furono consegnate. L’Egitto infatti non aveva nel frattempo pagato una grossa fornitura di fucili Remington Rolling Block ponendo la ditta in grave crisi finanziaria e di liquidità che alla fine la condusse al fallimento.. Alcuni esemplari, stimati in circa 500, furono venduti all’Esercito del Messico ed altri alla sua Polizia.
Vi sono dei rari esemplari molto belli incisi e con guancette in materiali pregiati come quello sotto raffigurato, matricola 7629 cal. 45 Colt.
Nel catalogo del 1878 la versione di lusso costava ben 48 dollari invece dei 18 della normale brunita e 18,75 della nickelata.


La Remington nickelata

La ’75 fu abbastanza usata nel Far West: la più famosa di queste, in cal. 44, fu consegnata da Frank James al momento della resa dopo la morte del famoso fratello, un’altra con calcio in avorio apparteneva allo “scout dei due Continenti” Frederick Russel Burnham che lo portò sia nel Far West che in Africa.
Nel 1888 la “Remington & Sons” dichiarò fallimento, assunse il nuovo nome di “Remington Arms”, finì sotto il controllo indiretto della “Winchester Repeating Arms”. Continuò la produzione della ’75 con piccole varianti cosmetiche, accorciata la canna, tolta la caratteristica vela e senza l’anello sotto il calcio, conosciuta come Remington Modello 1888 e 1890. Si tratta di armi rare (l’esistenza della 1888 di transizione era ignota ai collezionisti sino a pochi anni fa), costruite in meno di mille esemplari per la dannazione dei futuri collezionisti. Molti si sono oggi domandati come mai venisse immesso nel mercato nel 1890 un nuovo modello di single action ormai obsoleto. La spiegazione è probabilmente da ricercare nella guerra commerciale fra i due colossi armieri dei revolvers Colt MfG e delle carabine Winchester R.A.C.. Entrambe erano prima sconfinate nel settore altrui: poichè la Colt produceva le carabine a pompa Lightining la Winchester presentò un innovativo revolver. Addivennero ad un “gentlemen’s agreement” per restare ognuna nel suo settore. La Winchester pensò quindi di poter legalmente aggirare il patto di non concorrenza facendo produrre la Mod. 1890 col nome glorioso della controllata Remington per sfruttare la crescente popolarità della best seller Colt SAA senza però riuscire neppure a scalfirla e rischiando pure azioni legali. Questo spiegherebbe l’esiguo numero prodotto e la sua brusca cessazione dopo solo circa mille esemplari.


Catalogo del 1878 della Eliphalet Remington & Sons della modello 1875 nel calibro proprietario 44 CF, inferiore come prestazioni al 45 Colt e 44 – 40


Esplicazione delle varianti del cane e percussore che permettono di distinguere parte della produzione


Una Remington Mod. 1890. Si nota la mancanza della “vela” sotto la canna tipica dei revolver della ditta. La vela nelle “cap & ball” serviva a rinforzare la leva di caricamento (calcatoio) mentre la sua funzione nelle retrocarica, oltre che distintivo di famiglia, serve solo a facilitare il reinserimento nelle fondine militari dell’epoca.


Polizia tribale Shoshone armata con Remington 1875 nickel plated


Sopra: in “Open Range” (2003) nella fondina “reverse draw” di Boss Spearman (Robert Duvall).


Nella serie Deadwood (2004 – 2006) in mano al marshal Seth Bullock (Timothy Oliphant)


In “Posse” del 1993


In mano al sempre sorridente Manolito Montoya (Harry Darrow) nella bellissima serie “Ai Confini dell’Arizona” (High Chaparral dal 1967 al 71). Questa sopra non è una replica.

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