I Nativi nella Guerra di Rivoluzione Americana – 10

A cura di Pietro Costantini
Tutte le puntate: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11.

L’assedio di Bryan Station
I combattimenti continuavano lungo la frontiera occidentale. Con l’aiuto della guarnigione inglese di Fort Detroit, gli Indiani che abitavano a nord del fiume Ohio raddoppiavano i loro sforzi per scacciare i coloni americani fuori dal territorio della West Virginia (che oggi comprende Kentucky e West Virginia). Nel luglio 1782, si tenne un incontro nei villaggi Shawnee vicini alle sorgenti del fiume Mad, nel Territorio dell’Ohio, cui presero parte Shawnee, Delaware, Mingo, Wyandot, Miami, Ottawa, Ojibwa e Potawatomi. Il risultato fu che 150 rangers inglesi, al comando del capitano William Caldwell e circa 1100 guerrieri indiani coordinati dai lealisti della Pennsylvania Alexander McKee, Simon Girty e Matthew Elliot stabilirono di attaccare Wheeling, sul corso superiore dell’Ohio.
Si trattava di una delle armate più grandi lanciate contro gli insediamenti ribelli americani durante la guerra. La spedizione però venne annullata quando le guide riferirono che un’armata comandata da George Rogers Clark, che gli Indiani temevano più di ogni altro comandante dei ribelli, stava per invadere l’Ohio dal Kentucky. L’esercito di Caldwell ritornò sul fiume Mad per fronteggiare l’invasione, ma l’attacco non avvenne mai. Infatti Clark aveva una grande flotta di natanti che pattugliavano il fiume Ohio, ma non aveva nessun piano d’invasione. Molti guerrieri indiani tornarono a casa.
Caldwell ed altri 50 lealisti, sostenuti da 300 indiani, attraversarono l’Ohio entrando in Kentucky. L’intenzione era quella di cogliere di sorpresa e distruggere l’insediamento di Bryan Station, ma i coloni li scoprirono e si rifugiarono dietro la palizzata.
Bryan Station era uno dei primi insediamenti fortificati colonici a Lexington, nel Kentucky. Era stato fondato negli anni 1775-76 dai fratelli Morgan, James, William e Joseph Bryan, provenienti dalla North Carolina, a breve distanza da una sorgente che forniva al posto l’acqua potabile. Gli occupanti di questo parallelogramma di una quarantina di capanne di tronchi avevano resistito a molti attacchi da parte degli Indiani. Il più importante si era verificato nell’agosto 1782, quando ci fu l’assedio da parte di un totale di 4-500 uomini, fra Wyandot, Shawnee e rangers canadesi, tutti sotto il comando del capitano William Caldwell e di Simon Girty. Poiché gli attaccanti che stavano circondando l’abitato non avevano capito che la presenza della loro armata era conosciuta dai difensori, questi, per far sì che un cambio di abitudini non segnalasse al nemico che i difensori stavano in guardia contro la forza d’assedio nascosta nei dintorni, continuarono a mandare le donne fuori dal forte per procurare acqua e altre risorse. Lo storico Ranck asserisce che tutti gli scrittori contemporanei riportano quest’impressione: «Per gli uomini andare alla sorgente avrebbe significato fare esattamente ciò che gli Indiani desideravano e destinare la guarnigione alla distruzione. Se ci fossero andate le donne, secondo le loro abitudini di ogni mattina, il nemico si sarebbe tranquillizzato nell’illusione che la sua presenza in forze non fosse stata scoperta, e non avrebbe aperto il fuoco per assicurarsi il completo successo dei suoi piani. Il proposito degli assediati era molto speranzoso nel successo, tuttavia era noto che gli Indiani erano creature impulsive, difficili da controllare e nelle uccisioni non facevano distinzioni di sesso.


Le donne di Bryan Station

Non avevano alcun riguardo nell’attaccare donne, come avevano fatto due anni prima nelle vicine Stazioni di Ruddell e di Martin, dove anche donne e bambini erano stati massacrati. Quindi il coraggio delle donne di Bryan Station era davvero ammirevole. Al momento dell’assedio gli uomini della milizia non avevano capito quanti Indiani ci fossero ad aspettarli fuori dal forte o se questi Indiani avessero l’appoggio delle truppe inglesi e in caso di attacco effettivo si sarebbero trovati impreparati.» Gli uomini di Caldwell e McKee assediarono Bryan Station il 15 agosto 1782, uccidendo tutto il bestiame dei coloni e distruggendone i raccolti, ma si ritirarono dopo due giorni, quando seppero che stavano arrivando le milizie del Kentucky.

La battaglia di Blue Licks

Caldwell aveva perso 5 indiani ed ebbe 2 feriti durante il breve assedio. La milizia giunse a Bryan Station il 18 agosto. Tra loro c’erano 47 uomini della contea di Fayette e 135 della contea di Lincoln. L’ufficiale più alto in grado, il colonnello John Todd della contea di Fayette, era al comando. Ad aiutarlo c’erano due tenenti colonnello, Stephen Trigg della contea di Lincoln e Daniel Boone di quella di Fayette. Benjamin Logan, colonnello della milizia di Lincoln, stava reclutando uomini e non era ancora arrivato.
Le milizie avrebbero potuto inseguire subito il nemico, per impedirgli di fuggire, o aspettare l’arrivo di Logan con i rinforzi. Daniel Boone avrebbe voluto aspettare. Logan era a solo un giorno di distanza, ma il maggiore Hugh McGary mise fretta a Boone per inseguire gli Indiani. McGary convinse gli altri che sarebbero stati codardi se non li avessero inseguiti e Boone fu obbligato a partire. I volontari del Kentucky scelsero di inseguire in nemico, che aveva 60 km di vantaggio. Partirono a cavallo lungo un vecchio sentiero di caccia al bisonte prima di accamparsi al tramonto.
Il mattino del 19 agosto le milizie del Kentucky raggiunsero il Licking nei pressi di una sorgente con depositi di sale nota come Lower Blue Licks. Alcuni ricognitori indiani furono visti guardare da oltre il fiume. Dietro i ricognitori c’era una collina attorno alla quale il fiume girava. Il colonnello Todd convocò un consiglio chiedendo a Daniel Boone, l’esploratore più esperto, cosa pensava. Boone disse che stava diventando molto sospettoso a causa del percorso scontato che gli Indiani stavano seguendo. Pensava che gli Indiani li stessero attirando in un’imboscata.
Hugh McGary, ansioso di non mostrarsi codardo, chiese di attaccare immediatamente. Quando nessuno lo ascoltò, montò a cavallo e attraversò il guado. Gridò: “Chi non è un vigliacco, mi segua”. Gli uomini lo seguirono subito, così come gli ufficiali, che speravano di ristabilire l’ordine fra le truppe. Boone ripeté “Verremo uccisi tutti” ed attraversò il fiume.


Mappa della battaglia di Blue Licks

Molti uomini smontarono da cavallo e formarono una linea molto estesa. Avanzarono sulla collina, con Todd e McGary al centro, Trigg sulla destra e Boone a sinistra. Come sospettato da Boone, gli uomini di Caldwell stavano aspettando sull’altra riva, nascosti. Quando la milizia del Kentucky raggiunse la cima gli Indiani aprirono il fuoco da corta distanza con precisione micidiale. Dopo soli cinque minuti il centro e la destra degli uomini del Kentucky furono falcidiati. Solo il gruppo di Boone a sinistra riuscì ad avanzare. Todd e Trigg, facili bersagli a cavallo, furono colpiti a morte.
I Kentuckiani iniziarono a fuggire giù dalla collina, combattendo corpo a corpo con altri Indiani che li avevano aggirati. McGary raggiunse la compagnia di Boone dicendogli che ormai era circondato e che tutti si stavano ritirando. Boone ordinò ai suoi uomini di ritirarsi. Bloccò un cavallo senza cavaliere ed ordinò al figlio ventitreenne Israel Boone di montare. Si mise poi a cercare un cavallo per sé. Israel cadde subito a terra, colpito alla nuca. Boone capì che il figlio era morto, salì sul cavallo e si unì alla ritirata.
Nonostante non abbia preso parte alla battaglia, George Rogers Clark, da ufficiale anziano della milizia, fu criticato duramente in Kentucky per aver permesso ai Britannici di attraversare il fiume causando il disastro di Blue Licks. Per vendicarsi Clark organizzò un raid punitivo oltre l’Ohio nel novembre 1782. Il suo gruppo era composto da oltre 1000 uomini, compresi Benjamin Logan e Daniel Boone. Gli uomini del Kentucky distrussero cinque villaggi Shawnee disabitati sul fiume Great Miami nell’ultima grande offensiva della guerra di indipendenza. Non ci furono battaglie, dato che gli Shawnee si avevano abbandonato le loro abitazioni e si erano rifugiati nei villaggi del Mad River.

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