Ombre Rosse sulla Nuova Olanda
A cura di Pietro Costantini
Fin dal 1606 gli Olandesi esplorarono il fiume San Lorenzo in cerca di pellicce, sfidando il monopolio francese; in quell’area la nave Witteleeuw catturò due vascelli francesi e saccheggiò olio di balena, fucili e altre ricchezze da navi portoghesi e spagnole. In seguito presero avvio in America imprese più legittime: il 26 luglio 1610 Arnout Vogels di Amsterdam inviò con brevetto la nave de Hoope in risposta alle scoperte di Henry di Hudson che, solo l’anno prima, era stato al soldo degli Olandesi. Vogels si occupava anche del commercio delle pellicce con la Russia, ma gli era stato negato l’accesso alla Nuova Francia. Tentò perciò di superare il monopolio francese commerciando con gli Indiani direttamente risalendo il fiume Hudson appena scoperto e tramite due mercanti francesi che potevano commerciare con la Nuova Francia. Così iniziò la concorrenza e la cooperazione franco-olandese in Nord America nel commercio delle pellicce.
Lambert van Tweenhvysen fondò delle compagnie commerciali per ottenere le preziose pellicce di castoro e di lontra, mentre Adriaen Block non solo commerciava pellicce, ma produceva anche importanti lavori cartografici lungo la costa della Nuova Inghilterra.
La spedizione di Adriaen Block per stabilire commerci con Mohawk e Mohican
Commerciare con il Nord America era rischioso. Le imprese potevano portare grandi profitti, ma anche disastri finanziari: solo le grandi compagnie azionarie avevano fondi per costruire fortificazioni e fondare colonie permanenti. Invece di avere un trading post mobile composto da una sola nave che cominciava a barattare con gli indiani, appena il ghiaccio si rompeva e partiva appena era carica di pellicce, era preferibile fondare una colonia permanente con impiegati tutto l’anno, che poteva estendere le esplorazioni per tutta l’estate e l’autunno e così contattare tribù remote. Compagnie così grandi erano in grado anche di assicurarsi un monopolio dal governo olandese per limitare i rischi e aumentare i profitti. Il primo gennaio del 1615 fu concesso un monopolio fino al 31 dicembre 1617 alla Compagnia della Nuova Olanda e nel 1618 il commercio con la Colonia fu dichiarato aperto; la concorrenza tra la suddetta Compagnia e gli indipendenti fu assai vivace. Il 3 giugno 1621 fu registrata la WIC (Compagnia delle Indie Occidentali), che per i tempi era un ente formidabile. Fondata all’inizio per tormentare gli Spagnoli con la pirateria, la compagnia fu attiva per qualche anno anche in Brasile e ottenne un monopolio per commerciare con tutto il Nord America. Anche se era finanziata su scala molto maggiore delle altre, la WIC dovette far fronte agli stessi quattro problemi basilari del commercio della Nuova Olanda: 1) stabilire rotte regolari con la Nuova Olanda; 2) contattare più tribù possibili; 3)indurle a cacciare; 4) tentare di vendere le pellicce sul mercato europeo.
La ragione d’essere della compagnia in Nord America era il commercio e non la colonizzazione o la costruzione di un impero. Da questo punto di vista l’attività olandese era simile a quella francese, ma era in completo contrasto con la politica inglese in Nuova Inghilterra e specialmente in Virginia, dove furono fatti seri tentativi di stabilire colonie permanenti.
Mappa degli insediamenti europei al 1650
È difficile sapere se la Compagnia fece molti profitti, dato che: scadente amministrazione locale, costanti intrusioni, sconfinamenti britannici e i molti conflitti con gli Indiani lungo il basso Hudson, rendevano la gestione costosa. Nel 1639 i cattivi risultati provocarono l’abbandono del monopolio della WIC, ma le merci continuavano a essere trasportate sulle sue navi. Anche se i grossi insediamenti non erano tra le mire della WIC, tuttavia era necessaria qualche forma di trading post. Fin dal 1614 la Compagnia della Nuova Olanda stabilì un forte commerciale su un’isola del fiume Hudson, parecchie leghe a sud della foce del Mohawk, dove confluisce con l’Hudson. Fu chiamato Fort van Nassoven e non era un granché: un piccolo ridotto circondato da un terrapieno e protetto da due pezzi di ghisa e 11 cannoni leggeri con una guarnigione di 10 – 12 uomini. L’isola, comunque, era soggetta ad allagamenti e presto fu costruito un nuovo forte chiamato Oranjie, oggi Albany [la capitale dello Stato di New York]. Per il 1622-24 alcune famiglie Olandesi e vallone si erano stabilite attorno al forte.
Nel 1630 Kiliaen van Rensselaer comperò un’area intorno a Fort Oranije e la chiamò Rensselaerwyck, ma benché ne fosse il proprietario, non venne mai di persona nel suo possedimento, lo fece controllare da suoi parenti cercando di sviluppare una colonia agricola con un reddito aggiuntivo dal commercio delle pellicce.
Fort Oranije (Fort Orange)
Il dominio crebbe lentamente e van Rensselaer ne diede la colpa alla politica della WIC. Come direttore della compagnia, van Rensselaer aveva sperato in una generosità più cospicua da parte della Compagnia, ma quando egli comprò l’area, la Direzione della WIC si era dimostrata favorevole a quelli che volevano rafforzare il monopolio, e van Rensselaer aveva dovuto accettare un accordo molto meno generoso in termini di libero commercio. Con il passare del tempo Rensselaerwyick ricevette più coloni, ma se Nuova Amsterdam (New York) meritava il soprannome di “tana di talpa”, l’insediamento intorno a Fort Oranije era ancora più piccolo.
Nel 1646 padre Isaac Jogues, che gli Olandesi avevano riscattato dai Mohawk, scrisse che Fort Oranije non era nient’altro che “un miserabile piccolo forte di tronchi con 4 o 5 pezzi di cannoni di Breteuile e altrettanti cannoni girevoli”. Raccontò inoltre che la colonia di van Rensselaer era composta da «cento persone, che risiedono lungo il fiume, come trovano più conveniente. Tutte le loro case sono semplicemente fatte di assi di legno e tetto di paglia e ancora non c’è alcuna opera in muratura, tranne i camini. Le foreste forniscono grandi pini, da cui traggono assi con le loro segherie. Il commercio è libero per tutti e questo rende le cose a buon mercato per gli Indiani, perché ogni Olandese cerca di fare un’offerta migliore di quella del suo vicino ed è contento purché possa ricavarci un piccolo profitto».
Il marchio commerciale di Kiliaen van Rensselaer
Altri coloni vivevano isolati nelle loro fattorie, sparpagliate nell’immenso possedimento collinoso e nel 1635 solo cinque fattorie erano state aperte. Scarsi risultati commerciali, provocati dalle molte guerre indiane nei decenni 1630 e 1640, annate di raccolti miseri e alluvioni disastrose, oltre all’incertezza della proprietà dopo la conquista britannica della Nuova Olanda nel 1664, tennero lontano dalla prosperità la famiglia di van Rensselaer in Nordamerica e solo dagli anni 1740 la famiglia se la cavò meglio.
Il resto dei coloni era assai meno agiato di van Rensselaer. Durante il XVII secolo la colonia olandese intorno a Fort Oranije era piccola e poco prospera; l’insediamento sull’alto Hudson era lontano da Nuova Amsterdam, sia fisicamente che politicamente, dato che gli interessi del commercio delle pellicce confliggevano spesso con gli scopi più agricoli dei coloni lungo il basso
Hudson. Anche quando la colonia cambiò di mano nel 1664, si modificarono solo i nomi delle città, e i rapporti politici restarono gli stessi.
I rapporti tra Indiani e Olandesi erano realistici: ciascuna parte sapeva di aver bisogno dell’altra. Gli Olandesi intorno a Fort Oranije erano venuti soprattutto per commerciare e benché Kiliaen van Rensselaer avesse comprato il suo dominio dai Mahican sconfitti nel 1630, non fu fino al 1661 che Arent van Corlaer comprò effettivamente la terra dei Mohawk.
Il commercio era il legame che teneva insieme Irochesi e Olandesi: anche se esplodevano animosità personali e razziali, gli interessi commerciali assicuravano sempre che i conflitti si mantenessero al minimo.
Indiani della Nuova Olanda – 1671
Il primo e ultimo conflitto importante con i Mohawk era avvenuto nel 1626, quando il comandante Crickenbeek si era immischiato nella guerra tra Mohawk e Mahican, pagando con la vita. I Mohawk in seguito si scusarono delle uccisioni affermando che non avevano mai colpito dei bianchi prima e chiesero «la ragione per cui quello si era immischiato; fosse stato altrimenti, non avrebbero agito come avevano fatto». Ovviamente era linguaggio diplomatico, dato che i Mohawk sapevano molto bene perché gli Olandesi si erano infilati in un conflitto causato dalle mire Mohawk di monopolizzare il commercio delle pellicce con gli Olandesi e dalla non volontà dei Mahican di lasciar libero il passaggio per Fort Oranije.
Per il 1628 i Mohawk avevano cacciato i Mahican dalla regione e avevano così stabilito uno schema commerciale che sarebbe durato a lungo. Gli Olandesi avrebbero preferito trattare con il maggior numero di tribù possibili, mettendole in concorrenza tra loro e tenendo bassi i prezzi. Ora dovevano trattare solo con i Mohawk: agli Olandesi questo sviluppo non piaceva affatto e tentarono di rompere la pace tra Mohawk, Francesi e Algonchini settentrionali. I Mohawk si imposero agli Olandesi come mediatori esclusivi e tentarono allo stesso tempo di stabilire relazioni amichevoli con i Francesi. I Mohawk non avevano altra scelta.
A causa dell’aumentata forza dei loro vicini indiani di lingua algonchina e degli Uroni di lingua irochese, rischiavano di essere circondati e tagliati fuori dall’importante commercio europeo. Con una guerra spietata essi avevano cacciato via i Mahican, dopo essersi prima assicurati nel 1624 che il loro fianco settentrionale con i Francesi fosse reso sicuro con un trattato di pace.
I coloni erano numericamente alla mercé dei Mohawk, ma gli Indiani avevano bisogno delle merci europee, così gli Olandesi avevano poca paura dei Mohawk, ma lungo le rive del basso Hudson entrarono ripetutamente in conflitto con quelle tribù, che li vedevano occupare le proprie terre.
Gli abitanti dei villaggi settentrionali avevano bisogno della protezione dei Mohawk contro quegli “indiani del fiume” che appartenevano al gruppo di tribù di lingua algonchina e che vedevano gli Olandesi come alleati dei loro tradizionali nemici, i Mohawk. Il conflitto tra i Mohawk e i Mahican durò fino a coprire gran parte del decennio 1660.
Guerriero Mahican
Le guerre contro gli indiani Esopus (un gruppo Lenape, ossia Delaware, che prendeva il nome dall’omonimo fiume) furono il risultato della politica inetta del governo a Nuova Amsterdam. Gli Olandesi di Fort Oranije sapevano che la colpa era dei compatrioti e fecero ogni sforzo per compiacere i Mohawk sperando di impedire un “fronte comune” tra Irochesi e Algonchini contro di loro. Fino al 1671 non ci fu pace tra le varie tribù lungo l’Hudson; i coloni di Fort Oranije avrebbero preferito la pace prima, ma Jeremiah van Rensselaerwyck non era poi così indipendente da New York.
I Francesi avevano un problema: mantenere l’amicizia con i Mohawk avrebbe alienato loro sia gli Algonchini che gli Uroni. La pace tra gli Irochesi e gli Algonchini minacciava di spostare il commercio delle pellicce da Quebec a Fort Oranije; così una pace nella regione S. Lorenzo – Grandi Laghi avrebbe favorito i Mohawk se le pellicce fossero fluite maggiormente verso Fort Oranije da parte del maggior numero di tribù possibile, con loro stessi come esclusivi mediatori. Le altre tribù irochesi preferivano la pace finché potevano commerciare con gli Olandesi e i Francesi, ma si risentivano del dominio Mohawk; la pace avrebbe beneficiato i Francesi finché potevano mantenere il controllo sulla loro alleanza con gli Uroni e impedire che le pellicce fluissero verso l’Hudson. Ovviamente con tante mire contraddittorie una pace durevole era quasi impossibile da ottenere, anche se tutte le parti capivano che le guerre interferivano seriamente con il commercio delle pellicce. I Mohawk e gli Olandesi, comunque, comprendevano di avere tutto da perdere e niente da guadagnare dalle ostilità reciproche . “Le due razze si consideravano ladri di grano, intrusi o meschini, ma anche una fonte di prosperità economica; di conseguenza la pessima opinione reciproca non aveva importanza.”
L’Esopus Creek nel primo autunno – dipinto di Alfred Thompson
L’arrivo degli Europei ebbe profondi effetti sugli Indiani della regione dei Grandi Laghi – San Lorenzo e diede agli Irochesi l’opportunità di trarre il massimo dalla loro casuale posizione geografica. La Confederazione Irochese non aveva iniziato come poderosa macchina militare. I konoshioni [haudenoshone] o “popolo della Lunga Casa” erano stati una società agricola e caccia di sussistenza con una forte tradizione di cacciatori – guerrieri. Erano stati un popolo piccolo e relativamente poco intrusivo che era stato scacciato dai propri territori dagli Uroni e dalle tribù algonchine. Invece di impedire il sorgere di una potente nazione irochese, come Parkman e altri storici romantici hanno sostenuto, l’arrivo degli Europei offrì agli Irochesi un’occasione d’oro che usarono astutamente e non come pedine delle potenze europee. La Confederazione Irochese non dovrebbe essere sopravvalutata e non cominciò effettivamente a esistere fino al decennio 1630, poiché gli Irochesi stavano ancora considerando sé stessi su base tribale individuale. Ciascuna delle Cinque Nazioni continuò a farlo in proporzioni notevoli anche dopo quella data e le Relazioni Gesuite, come pure i documenti degli Olandesi e degli Inglesi di New York, sono pieni di incidenti per i conflitti scoppiati tra le cinque nazioni soprattutto a causa di contrasti per il commercio delle pellicce e del dominio Mohawk su quel commercio. Per esempio Peter Stuyvesant trovò necessario avvisare i Seneca di non usare polvere da sparo olandese contro i Mohawk. Anche quando, nel tardo XVII secolo, i Seneca stavano lottando contro l’intrusione dei Susquehannock, dovettero combattere le loro battaglie senza l’appoggio dei loro fratelli Irochesi. Il meglio che si può dire della Confederazione Irochese è che impedì lo spargimento di sangue tra i suoi membri.
Arrivo di Peter Stuyvesant a New Amsterdam
L’arrivo delle armi da fuoco europee ebbe un profondo effetto sulle relazioni intertribali. Mentre prima la guerra era condotta con armi dell’età della pietra, l’uso dei fucili alzò considerevolmente il livello delle perdite. Molto è stato detto del ruolo degli Olandesi nel fornire armi agli Irochesi, ma molte argomentazioni sono basate sulle Relazioni Gesuite e altre fonti francesi che non possono essere considerate neutrali. I Padri tendevano a sposare il punto di vista francese e spiegavano gli avvenimenti più in termini religiosi che socioeconomici. I documenti mostrano che gli Olandesi non vendevano armi nel 1626. William Bradford riferì nel 1628 che i Francesi vendevano armi agli indiani. Molto probabilmente da entrambe le parti avvenivano vendite illegali da parte di intrusi. Il 31 maggio 1630 il governo coloniale olandese emise un’ordinanza che comprendeva la pena di morte per chi vendeva moschetti, polvere o piombo agli indiani. Comunque ciò fu applicato principalmente in vista dell’atteggiamento ostile degli indiani lungo il basso Hudson: nella parte settentrionale della colonia il controllo era molto più difficile. La fornitura di fucili agli Irochesi da fonte olandese aumentò di molto dopo la rinuncia al monopolio da parte della WIC, poiché i commercianti indipendenti sfuggivano alla vigilanza. Quando un gruppo di Mohawk il 5 giugno 1641 arrivò a Trois Rivières (Quebec) per tentare ancora una volta di fare la pace con i Francesi, i guerrieri avevano 36 moschetti ed erano “abili come i Francesi”.
Fucili!
Nel 1642 i Mohawk catturarono un gruppo di Uroni che accompagnava padre Jogues: anch’essi portavano moschetti che, secondo i Francesi, avevano avuto dagli Olandesi. Nel 1643 padre Jogues riferì che i Mohawk avevano 300 moschetti, mentre nel 1644 il reverendo olandese Megapolensis (van Grootstede) menziona la vendita di moschetti olandesi ai Mohawk. De Vries nel suo “Viaggi dall’Olanda all’America, 1632 – 1644” stima che ci fossero 400 fucili tra gli Irochesi e riferisce anche che il controllo era difficile e politicamente poco saggio poiché gli Inglesi, gli Svedesi e i Francesi vendevano fucili. Inoltre gli Indiani operavano ben al di fuori di ogni legge stabilita dagli Europei e perseguivano i propri scopi. I Mohawk necessitavano ed esigevano armi da fuoco e munizioni: se gli Olandesi non volevano venderle sarebbero andati altrove. Tuttavia questi ultimi solevano imporre condizioni e poi allentarle a seconda della percezione della minaccia indiana e delle richieste dei coloni. Stuyvesant temeva di fornire armi ai Mohawk, che considerava “una tribù vanagloriosa, orgogliosa e audace”, già troppo arrogante dopo le vittorie sugli Uroni e i Francesi.
Guerriero Urone (illustrazione del 1600)
Dipendere da loro avrebbe reso gli Olandesi “spregevoli agli occhi delle altre tribù”, mentre gli stessi Mohawk sarebbero diventati più esigenti: “è perciò più sicuro stare sulle nostre gambe il più possibile”. Ma né gli Olandesi né i Mohawk ebbero molta scelta dopo i primi anni 1640, quando gli animali da pelliccia in territorio irochese erano stati cacciati fino quasi all’estinzione.
I Mohawk dovevano ottenere una quota del commercio franco-urone oppure dovevano espandersi verso occidente. I commercianti di pellicce olandesi lo compresero bene e sapevano che dovevano rifornire i Mohawk e le altre tribù irochesi dei fucili che li mettessero in grado di farlo. I Francesi, anche se avevano la politica di non vendere armi ai “pagani selvaggi”, vendevano armi ai convertiti e in effetti usavano le armi come strumento di conversione. C’erano sempre abbastanza convertiti da garantire un numero sufficiente di compratori, perciò se gli Irochesi nel 1649 erano meglio armati degli Uroni, ciò non era il risultato di una politica proibizionista francese, ma del fatto che i prezzi dei fucili francesi erano molto alti. La via commerciale più breve per le pellicce tra i Grandi Laghi e l’Atlantico passava per i fiumi Hudson e Mohawk e non via il San Lorenzo, quindi i Francesi dovevano spingersi all’interno per convincere gli Uroni a commerciare via Quebec. Gli Uroni preferivano commerciare con gli Olandesi e i Francesi e anche tribù Irochesi come i Seneca e gli Onondaga l’avrebbero preferito. La visita di padre Caron a Huronia faceva parte di tale sforzo. Il padre recolletto Sagard-Theodat scrive ingenuamente: «Ho sperato di promuovere una pace tra gli Uroni e gli Irochesi, in modo che il cristianesimo si possa diffondere tra loro e aprire le strade del commercio con molte nazioni che non erano accessibili, ma alcuni membri della Compagnia mi
hanno avvisato che ciò non era vantaggioso poiché se gli Uroni erano in pace con gli Irochesi questi ultimi avrebbero condotto gli Uroni a commerciare con gli Olandesi e li avrebbero allontanati da Quebec che è più distante».
Il Forte Sainte Marie a Huronia
Anche gli Olandesi temevano un dirottamento del commercio. Già dal 1634 il medico di Fort Oranije visitava gli Oneida, situati molto all’interno del territorio irochese e riferiva che c’erano “Indiani francesi nella loro terra e che gli Oneida avevano fatto una tregua perché volevano ricevere per le loro pellicce tanto quanto ottenevano gli Indiani francesi”. Anche se seguirono negoziati tra gli Olandesi e gli Oneida, in cui gli Indiani promisero di vendere le pelli solo agli Olandesi, in realtà intendevano continuare a commerciare con i Francesi. Fino alla metà degli anni 1640 gli schemi del commercio tribale con gli Europei restarono piuttosto flessibili. Convenienti trattati di pace venivano firmati tra le varie tribù e gli Europei che erano rotti altrettanto convenientemente quando la sfiducia reciproca causava una ripresa della petite guerre (guerriglia) fatta di imboscate. Così i Mohawk andavano dai Francesi a parley (parlamentare) a intervalli regolari: firmarono un trattato con Champlain già nel 1624 che comprendeva gli Algonchini e nel 1641 a Quebec addirittura affermarono che “avrebbero dato un calcio agli Olandesi, con cui non desideravano avere più alcun rapporto”, ma nessuno prendeva troppo sul serio tali pronunciamenti.
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