Sul “Coteau” del Missouri, dal 1650 al 1770
A cura di Gianni Albertoli
To-Ka-Cou, un capo della nazione Sioux
Gli indiani Dakota, meglio noti come “Sioux”, stando al George E. Hyde, venivano dal sud giungendo nel XVI secolo sull’alto corso del Mississippi, in una regione ricca di laghi e paludi pianeggianti che attraversarono grazie a canoe e ad imbarcazioni di fortuna. I Dakota si riferivano a sé stessi come “Otchenti Chakowin” (“Seven Council Fires”), erano le più selvagge e bellicose delle tribù Siouan, e quando le incontriamo per la prima volta all’inizio del XVII secolo, le vediamo attaccare vigorosamente le tribù Algonchine che abitavano le terre in direzione nord e nord-est. Inizialmente i Sioux ebbero la meglio su questi nemici ma i gruppi Algonchini, entrando in contatto con i francesi nel Canada, e poco dopo con gli inglesi nella Hudson Bay, ottennero armi di metallo e da fuoco e con il loro equipaggiamento superiore ribaltarono la situazione. Leggi il resto
La battaglia del Belly River
A cura di Paolo Brizzi
Il drammatico momento della battaglia di Belly River
Camminando lungo le rive dell’Oldman river a Lethbridge, Alberta, magari su una pista dell’Indian Battle Park, puoi sentire lo scorrere delle auto sulla Whoop-up Drive o l’occasionale fischio di un treno. Malgrado l’ambiente ormai urbanizzato, non è difficile immaginare un tempo ormai lontano di quell’area verde di Lethbridge quando la terra era percorsa solo da una pista carovaniera la Whoop-up Trail, i soli uomini bianchi presenti erano avventurieri e il fiume era conosciuto come Belly river da indiani e commercianti. Quello che è più difficile da immaginare è che quasi 150 anni or sono quell’area fu interessata da grida di guerra e spari di moschetto causati dall’ultima battaglia intertribale tra combattenti indiani. Quella serena vallata fu teatro della battaglia del Belly River. Leggi il resto
La rivolta di Poundmaker e del popolo Cree
A cura di Pier Vittorio Stefanone
Capo Poundmaker dei Cree
Tra i numerosi protagonisti di quei tempi turbolenti – la seconda metà del XIX secolo, ndr – compare Poundmaker capo dei Cree del Canada, che rappresentò un personaggio in grado, unitamente a Joshua Kelso (uno scout bianco protagonista del romanzo a sfondo storico di Clay Fischer “Yellow Hair” del 1973), la capacità degli indiani del Canada di opporsi all’invasione dei bianchi. Alla civiltà dei colonizzatori bianchi nella sua ansiosa corsa per il progresso e la crescita economica, presto sarebbero occorsi insegnamenti e pratiche di altre del passato, anche di quelle che aveva cercato di cancellare per sempre. Leggi il resto
Nunaga, di Duncan Pryde
A cura di Angelo D’Ambra
Duncan Pryde con i suoi cani da slitta in Canada
“Nunaga” è una storia vera e biografica ambientata nel Grande Nord negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. E’ la storia dello scozzese Duncan Pryde, un racconto di vita che ha dell’incredibile, dell’avventuroso, forse del folle.
A diciotto anni, con alle spalle tre di servizio nella marina mercantile e poi un tranquillo impiego alla Singer, Pryde si presentò in un ufficio della Compagnia della Baia di Hudson e si fece assumere. Leggi il resto
Nelle terre del Saskatchewan con Alexander Henry e David Thompson
A cura di Gianni Albertoli
Il 13 settembre 1808 la spedizione di Alexander Henry e David Thompson, proveniente dalle terre del Red River, si diresse verso le “Butte des Saulteurs” per dar riposo agli esausti cavalli. A “Les Deux Grosses Buttes” (Two Big Hills) la spedizione avrebbe visto in lontananza Fort Vermilion, posto proprio all’entrata del Vermilion River. Nella zona vi era “un grande campo di indiani Slaves”. La spedizione venne ben accolta all’interno della postazione della Hudson Bay Company, mentre gli indiani erano “desiderosi di visitarci”; il comandante del forte, “Mr. Hallette” voleva conoscere i nuovi sviluppi della situazione in Europa. Fort Vermilion era posto nel territorio del Saskatchewan, proprio sulle rive del fiume Vermilion, ma non deve essere confuso con l’omonimo Fort Vermilion sul Peace River. Durante l’estate i traders commerciavano tranquillamente, anche se spesso vi erano problemi tra gli “Slaves” e i Crees, le due tribù si combattevano ormai da lungo tempo. Leggi il resto
Le grandi pianure
A cura di Pietro Costantini
Tutti i miti delle società indiane delle Grandi Pianure facevano riferimento all’accettazione della natura e ai metodi per affrontare le diverse condizioni ambientali, accennando frequentemente alla transitorietà della vita nelle Pianure e sottolineavano il fatto che il popolo aveva sempre effettuato spostamenti: le variazioni stagionali e le migrazioni della selvaggina imponevano flessibilità e mobilità essenziali alla sopravvivenza. Vi era sempre la necessità pressante di spostarsi verso zone in cui vi fosse disponibilità di selvaggina. Spesso il malato o l’anziano, riconoscendo che i propri familiari si sarebbero esposti al pericolo se avessero indugiato per aver cura di lui, pregava i parenti di partire. Leggi il resto