La cartuccia 44 – 40 (44 W.C.F.)
A cura di Gian Carlo Benedetti
Winchester 1873 Sporting Rifle cal. 44 – 40 canna da 24 pollici
Il 1873 fu un anno veramente fecondo per le armi e munizioni nordamericane. Ne vennero alla luce ben tre, tutte diventate icone di un epoca mitica: la Colt “Peacemaker” cal. 45, lo Springfield Allin “trapdoor” cal. 45 – 70 ed il Winchester ’73 cal. 44 WCF.
Il Winchester ’73 enfaticamente, ma non senza buona dose di verità, fu poi reclamizzato come “L’arma che conquistò il West”. Mutuava, con leggeri miglioramenti (chiusura e leveraggio irrobustiti e “dust cover”), la meccanica dello snodo a ginocchio dal suo predecessore “Yellow boy” mod. 1866 che, a sua volta, l’aveva ereditata dall’Henry 1860.
L’innovazione principale consisteva nel materiale costruttivo del castello: non più il bronzo (non ottone come molti erroneamente scrivono) ma solido acciaio. Affermazione corretta ma da integrare: la sua immediata fortuna derivò pure dalla cartuccia: non più l’anemica 44 Henry a percussione anulare (rimfire) ma la più potente 44 – 40 (alias 44 WCF – Winchester Center Fire) a percussione centrale.
Nel 1879 fu aggiunto il calibro 38 – 40 (38 WCF), nel 1882 il 32 – 20 (32 WCF) ed infine nel 1884 vari calibri .22.
Occorre precisare che questa cartuccia a polvere nera seppur più performante della 44 Henry non vantava rilevante oggettiva potenza. Le 44, 38 e 32 WCF erano tutte scarsamente potenti e pur essendo nate per arma lunga furono adottate in revolvers dell’epoca. Nel 1877 (o 1878) la Colt offrì la sua Model “P” anche nel 44 – 40 con l’indovinato nome di “Frontier Six Shooter”. Poter usare la stessa munizione per carabina e revolver era un grande vantaggio per chi viveva per lunghi periodi nella frontiera lontano dalle civiltà.
Colt Frontier Six Shooter cal. 44 – 40
Questa limitata potenza e gittata, pur a media distanza letale per gli esseri umani specialmente se con la… “pelle rossa”, non permise alla Winchester ’73 di partecipare allo sterminio del coriaceo bisonte americano. Nondimeno la 44 – 40 ebbe indiscussa popolarità e grande diffusione tra le forze dell’ordine (in dotazione alla Border Patrol), bad-men, civili e cacciatori: si afferma che abbia ucciso più cervi di tutte le altre coeve almeno sino all’avvento della 30 – 30 (30 WCF) a polvere infume del Winchester mod. 1894.
Fu camerata in carabine a leva ed a pompa di altre marche (Marlin, Remington, Colt, Burgess, Ballard, Bullard, ecc.) ed in tutti i revolvers di grosso calibro. Fu usata anche in Canada, Australia, Sud America ed in Spagna col nome di 44 Largo.
La nomenclatura statunitense dei calibri a polvere nera si esprimeva in maniera particolare. La sua esatta designazione sarebbe: 44 (calibro in centesimi di pollice -10.8 mm) – 40 (peso in grani della polvere – grammi 2,6) – 200 (peso della palla in grani – 13 grammi ). Nel 1886 fu offerta anche con palla da 217 grani. Esatta per modo di dire poiché, fatto comune a moltissime cartucce USA, l’indicazione commerciale del calibro è approssimativa: non è una .44 bensì una .42 (precisamente 427 – 428 millesimi di pollice).
Il bossolo “rimmed” (fondello sporgente) è impercettibilmente a collo di bottiglia (angolo di solo 4 gradi) che ne facilita l’estrazione. La lunghezza totale della cartuccia è di 1,592 pollici (40,4 mm), il bossolo è 1,305 (33,1 mm).
Sopra. Cartucce americane di varie ditte. Da sx: una 44 WCF della Robin Hood Ammunition Co, una .44 C.F. della Union Metallic (UMC), una 44 – 40 della Union Metallic “High Velocity”, due 44 – 40 della Winchester R. A. Co, l’ultima pure ad alta velocità per carabina W. Mod, 92.
Sopra. Cartucce 44 – 40 (44 Winchester) britanniche della Eley, Kinoch e National Arms di Birmingham ditta che operò dal 1872 al 1896.
Sopra da sinistra altra serie di cartucce 44 WCF: della Compania Brasileira de Cartuchos (per la copia della W. ’92 “El Tigre”), una canadese della Dominion Co. di Montreal, una tedesca Egerstorff di Linden ed una francese Gevelot di Parigi. A destra, una cartuccia identificata come una fantomatica ed improbabile 44 – 40 WCF Extra Long, lunga oltre un terzo della normale con carica di 50 grani. L’arcano è stato recentemente svelato: si tratta di diversa cartuccia cal. 44 -50 – 200 Spencer – Center Fire prodotta nel 1888 dalla UMC.
Confezione d’epoca di 44 – 40 della Dominion Cartridge Co. di Montreal (Canada)
Confezione originale di 44 – 40 della Winchester R. A, Co di New Haven
Furono prodotte anche da varie ditte europee e sudamericane.
Tutte queste cartucce hanno la cuspide della palla tonda (round) o piatta (flat) per evitare accensioni indesiderate causate nei caricatori tubolari.
La cartuccia ebbe un’evoluzione con l’avvento nel mercato del Winchester mod. 1892 con chiusura rivisitata e assai più solida del modello ’73.
La possibilità del ’92 di sopportare maggiori pressioni fece nascere caricamenti spinti della 44 – 40 più adatti per la caccia e difesa, con palla ramata per evitare impiombature della canna, che si affiancarono a quello vecchio previsto solo per il ’73 ed i revolvers.
La 44 – 40 classica aveva una velocità dichiarata di 900 piedi al secondo (fps) in un revolver con canna da 7,5 pollici, di 1300 fps in un fucile.
La 44 – 40 “High Speed” o “High Velocity” raggiungeva 1800 fps, se sparata nella una canna da 24 pollici tipica di tutti i Rifles.
Usare quindi una High Speed (o High Velocity) in un revolver o nel Winchester ’73, specie se d’epoca, non è affatto consigliabile ma sempre possibile, ragione per cui dopo la Seconda Guerra Mondiale il caricamento HV o HS fu abbandonato per tema delle azioni legali di danno tipiche della giurisprudenza anglosassone.
Winchester mod. 1892 cal. 44 WCF con meccanismo di chiusura a due tenoni progettato da J. M. Browning per il più potente modello 1886.
Caduta in disuso tra le due Guerre Mondiali ebbe nuova vita negli anni ’50/60 dello scorso secolo quando la Colt produsse a furor di popolo la Terza Generazione della mitica SAA. I caricamenti moderni pur mantenendo la designazione di 44 – 40 usano naturalmente un peso inferiore di polvere infume (più potente della BP) e palle comprese tra i 180 e 217 grani. Vi sono anche cariche leggere adatte per il tiro Cow Boy Action e per le armi d’epoca.
La conformazione del bossolo a collo di bottiglia poco pronunciato (quasi impercettibile e meno accentuato del 38 WCF) e pareti sottili rendono la 44 WCF un poco ostica per la ricarica tanto è vero che le moderne repliche dei Winchester ’73 e ’92 sono offerte anche nel calibro .45 Colt. All’epoca della frontiera questa pur ottima cartuccia non fu mai camerata nelle carabine a ripetizione poichè la forma del suo bossolo originale ne avrebbe compromesso l’estrazione a causa del fondello (rim) sfuggente e la parete cilindrica. Un altro “gap” della ricarica del 44 WCF è dovuto al fatto che le pallottole sfuse cal. 44 da noi in commercio sono tarate per la rigatura dei diffusissimi 44 Magnum o meno 44 Special il cui calibro millesimale è di . 429 pollici, più grande dei .427/428 del nostro.
L’indimenticabile James Stewart nel film “Winchester ’73” di Anthony Mann (1950), arma da sempre collegata al suo calibro elettivo 44 – 40 anche se disponibile in altri minori.