Nevada City, la regina delle miniere del nord

A cura di Angelo D’Ambra

Una spettacolare vista di Nevada City
Circa sei mesi dopo la scoperta di Coloma, Jonas Spect trovò l’oro sul fiume Yuba. Era il 2 giugno 1848.
Paradossalmente Spect aveva ispezionato il fiume gomito a gomito con Marshall, lo scopritore dell’oro di Coloma. Entrambi non ritennero giustificabile la creazione di scavi permanenti nell’area. Fu solo l’anno seguente, nel 1849, che le cose cambiarono… e cambiarono perché ormai i minatori si riversavano in California cercando ovunque, scavando ad occhi chiusi, invadendo canyon e ruscelli con le loro pentole alla ricerca febbrile di pietruzze scintillanti.
In quell’anno, in quella che è ora conosciuta come Gold Hill nella Grass Valley, George McKnight scoprì una pietra di quarzo carica d’oro. Così si ebbe un cambiamento centrale nella storia mineraria del west. La maggior parte dei minatori, privi di istruzione, accorrevano in California pensando di trovare oro nei fiumi, risultato di uno sbriciolamento di un fantastico monte d’oro collocato da qualche parte. McKnight capì invece che le ricchezze provenivano in realtà da vene d’oro incorporate nel quarzo della roccia dei pendii della Sierra Nevada. Ciotole e pentole furono allora messe da parte e si iniziò ad estrarre ammassi di roccia.


Una bella cartolina che riprende Nevada City al tempo delle miniere

Nel 1850 George Roberts individuò la vena di Ophir Hill, che sarebbe poi diventata la miniera Empire. Nel 1851, vicino a Wolf Creek su Auburn Road a circa un miglio a ovest di Empire Mine, una squadra di minatori francesi scoprì la vena dell’oro che sarebbe divenuta la North Star Mine. Altra nota miniera della contea di Nevada fu l’Idaho Maryland Mine, scoperta da Samuel P. Dorsey nel 1861. Queste tre miniere insieme avrebbero prodotto oro per quasi 300 milioni di dollari.
La contea di Nevada, in effetti, ha fornito la maggior parte dell’oro della California.
Nevada City fu fondata nel 1849. L’anno dopo era di fatto la città mineraria più importante della California e s’era guadagnata il titolo di “Regina delle Miniere del Nord”. Tutte le sue ricchezze ruotavano attorno ai rinvenimenti del Gold Tunnel, sul lato nord del Deer Creek, un affluente del fiume Yuba, la prima miniera della città.
Centinaia di uomini trascorsero l’inverno tra il 1849 e il 1850 alla ricerca di oro, vivendo principalmente in tende o capanne frettolosamente costruite e serviti da un solo negozio di proprietà di Truex e Blackman. La dimensione della città non doveva essere più di tre miglia quadrate, con i confini settentrionale e meridionale entro un miglio e mezzo dal negozio.
L’area era chiamata Ustomah dalla tribù dei nativi americani del luogo, la Nisenan. I Nisenan avevano sino ad allora avuto rapporti pacifici con i coloni europei, ma la Gold Rush li ridusse alla fame. Furono scacciati dalle loro terre, privati dell’acqua, colpiti da malattie e decimati da violenze, rifugiandosi sulle colline della Sierra Nevada. E mentre gli indiani pativano queste sofferenze, Nevada City cresceva…


Cercatori d’oro della Nevada County

Nel 1851, la regione di Nevada City fu separata dalla contea di Yuba e Nevada divenne il capoluogo della contea, ma un capoluogo di legno era destinato ad aver vita breve ed infatti ai primi del 1851 un incendio devastò Nevada city. Un mese dopo, la parte inferiore di Main Street fu ricostruita ed ampliata. Altri sette incendi imposero una ristrutturazione totale della città che divenne un grande centro fatto d’un migliaio d’edifici ampi e moderni.
Intanto un numero di canali erano sorti lungo e miglia per fornire acqua per l’agricoltura, l’estrazione mineraria e la popolazione, ed un dipartimento dei vigili del fuoco sorse con lauti finanziamenti delle signore della città. Anzi, addirittura le squadre di pompieri per diversi anni furono due e rivali.
Nella primavera del 1851 iniziò una corsa giornaliera tra Nevada City e Sacramento e nacque anche il primo giornale, il Nevada Journal di Warren B. Ewer. Nevada City era il centro dell’intera contea, vi affluiva gente da tutta la regione investendo le proprie fortune, ma a differenza di molte altre città minerarie, Nevada City fu sempre un posto piuttosto tranquillo fatto di gente abituata ai grandi centri dell’Oregon e dunque immediatamente orientata a dotarsi di leggi chiare prima che problemi ne imponessero l’urgenza: allevare bestiame o andare a cavallo sui marciapiedi fu messo fuori legge, pena una multa di dieci dollari o cinque giorni di prigione; ancora una multa di 25 dollari o cinque giorni di carcere furono le pene per chi si fosse reso protagonista di “divertimenti rumorosi” nelle strade del centro.

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