Il paese dei pistoleri

A cura di Luca Barbieri

Geuda Springs è uno sputo di paese in mezzo a un nugolo di ghost-towns, non me ne vogliano i duecentodieci abitanti ma non trovo altri termini per definire questo pugno di case gettate nella smisurata prateria del Kansas, nell’estremo meridione, quasi a confine con l’altrettanto sconfinato mare d’erba dell’Oklahoma. “Uno sputo di paese”, già, ma qui, ad esempio, venne a morire Luke Short, dandy dal cappello sulle ventitré la cui apparenza da gentiluomo nascondeva uno dei più freddi e spietati killer delle cronache del West, e gli amorevoli Bonnie & Clyde (amorevoli tre loro, è chiaro) ci venivano talvolta a svernare tra una rapina e l’altra; senza contare i fugaci passaggi, simili a frustate di fulmini, dei ragazzi Dalton. Chi abita da queste parti ha dunque familiarità col secco suono di un revolver usato per fendere carne umana; e allora nulla di strano se, recentemente, questo “sputo di paese” è tornato agli onori delle cronache col soprannome di “paese dei pistoleri”. Leggi il resto

La frontiera delle “città del miraggio”

A cura di Renato Genovese

L’Hotel Empire, definito pomposamente “uno dei migliori alberghi di tutta l’alta California”, non era altro che una baracca due piani, costruita con grosse tavole di legno con il tetto coperto da un semplice telone.
Ma aveva ben tre finestre a vetri che si affacciavano sulla “main street”, la polverosa strada principale della cittadina mineraria di Rich Bar, e questo dettaglio veniva considerato dei ricercatori del luogo come il massimo della sciccheria. L’interno, poi, secondo il metro di giudizio di quegli uomini rudi e senza pretese, che passavano le loro giornata a scandagliare il fondo del fiume Feather per ricavare qualche oncia di polvere d’oro, era ancora più lussuoso: a parte l’angolo adibito a magazzino (con padelle, lardo, palle, piccoli, sacchi di patate, barili di sottaceti e merce di tutti i generi ammonticchiata alla rinfusa di qua e di là), e trascurando le latrine a cielo aperto poste sul retro della costruzione, tutto il resto dell’hotel era foderato di quella orribile stoffa rossa damascata così diffusa nei più rinomati bordelli dell’epoca. Leggi il resto