La “Dodge City Gang” di Las Vegas

A cura di Omar Vicari


Rapinatori all’opera
Nell’estate 1879 una banda di “desperados“ conosciuta in seguito come la “Dodge City Gang“, fece la sua comparsa a Las Vegas, una cittadina sorta ai piedi delle “Sangre de Cristo Mountain“ nel New Mexico.
Col primo treno a vapore che quell’estate raggiunse il territorio, arrivarono alcuni individui noti alle cronache del west come la “Dodge City Gang“, così chiamata per la provenienza dalla nota città del Kansas dei suoi componenti.
I vari banditi della banda, da fuorilegge quali erano, si appuntarono, col beneplacito di un giudice corrotto, la stella sul petto, divenendo di fatto rappresentanti della legge e come tali apposero la loro firma ad alcune rapine a treni e diligenze che si verificarono nei primi due anni della loro comparsa.
Non solo, essi organizzarono del tutto impuniti furti di bestiame e infine furono responsabili di molteplici omicidi e linciaggi.
La banda faceva capo a un leader riconosciuto, un giudice per giunta, che rispondeva al nome di Hyman G. “Hoodoo Brown“ Neill. Tra le sue fila spiccavano i nomi del city marshal Joe Carson, del deputy US. marshal Dave “Mysterious“ Mather, noto pistolero, nonché quello di Tom Pickett che più tardi avrebbe acquisito fama al fianco di Billy The Kid.
Affiancavano costoro, il poliziotto John Joshua Webb, Dave Rudabaugh, altro noto pistolero, Dutch Henry Borne, il più noto ladro di cavalli del west, Bill Nicholson, John Pierce, Jordan Webb e altri più o meno noti “gunmen“ della frontiera.
Dave Mather
Alcuni di questi individui (per esempio Dave Rudabaugh) erano gli esecutori materiali delle rapine, mentre ad altri spettava il compito di coprire le loro azioni criminose.
Nell’agosto 1879, presso Las Vegas (New Mexico) si verificarono due rapine ai danni di altrettante diligenze, mentre nel mese di ottobre si verificò un’altra rapina a carico di un treno.
Per la cronaca, il 18 agosto 1879 la diligenza “Barlow & Sanderson“ venne attaccata da tre uomini vicino il villaggio di Tecolote nel New Mexico. Per il fatto vennero arrestati John Clancy, Jim Dunagan e Antonio Lopez che riuscirono comunque a evitare la condanna grazie alla connivenza del giudice.
Appena due settimane più tardi, il 30 agosto 1879, un’altra diligenza della “Barlow & Sanders“ venne attaccata e in quella circostanza vennero arrestati Bill Nicholson, John Pierce e Jordan Webb.
Anche costoro, come gli altri, evitarono la condanna. In seguito Dave Rudabaugh avrebbe confessato il crimine commesso in combutta col marshal di Las Vegas Joe Carson e con un tale di nome Joe Martin.
Il 14 ottobre 1879, nella contea di Las Vegas, un treno venne rapinato da alcuni uomini mascherati.
Al momento della rapina, il marshal Charlie Bassett, Chalk Beeson e Harry E. Gride, tutti di Dodge City, vennero reclutati assieme a John Joshua Webb dall’”Adams Express Company“ per le indagini del caso. Non è certo se al momento J. J. Webb, il poliziotto di Dodge, fosse già sospettato di essere in combutta coi fuorilegge di Las Vegas.
La città si stava facendo una cattiva reputazione nel resto del paese e la causa era la violenza esercitata da quelli che invece avrebbero dovuto tutelare la legge. Sebbene non conosciuta come altre selvagge città del west quali la stessa Dodge City, Tombstone o Deadwood, Las Vegas è sicuramente stata il peggio del peggio tra le città del vecchio west.
Il “Dodge City Times“ riportava che le sparatorie erano ormai all’ordine del giorno a Las Vegas.
Charlie Bassett
Miguel Otero, più tardi governatore del New Mexico, scrisse che in un mese circa 29 uomini erano stati uccisi in città e dintorni. Sembrava che tutta la feccia del Kansas, del Texas e del Colorado si fosse concentrata in Las Vegas.
Il 22 gennaio 1880, quattro cowboys texani, T. J. House, JamesWest, John Dorsey e Bill Randall, piuttosto ubriachi, stavano mettendo a ferro e fuoco la città a suon di pistolettate.
Quando i quattro entrarono nel “Close & Patterson“ saloon, il marshal Joe Carson, accorso sul luogo, chiese loro di consegnare le armi. Al rifiuto dei cowboys si verificò una sparatoria nella quale Carson venne subito ucciso. L’assistente del marshal, Dave “Mysterious“ Mather che aveva accompagnato Carson, non ci pensò due volte a stendere Bill Randall e James West. John Dorsey, sebbene ferito, riuscì a scappare assieme a T. J. House.
Il 5 febbraio, i rappresentanti della legge (…si fa per dire, visto che si trattava di gente come Dave Mather e Dave Rudabaugh) vennero a conoscenza che i due fuggitivi si trovavano presso la casa di Juan Antonio Dominguez a Buena Vista, trenta miglia a nord di Las Vegas.
Dave Rudabaugh e J. J. Webb, l’ex poliziotto di Dodge City, assieme ad altri cinque uomini circondarono la casa chiedendo ai due di arrendersi. House e Dorsey acconsentirono chiedendo in cambio protezione per eventuali vendette da parte dei cittadini di Las Vegas.
I due vennero condotti nella vecchia prigione del paese, ma di li a poco alcuni vigilantes li prelevarono di forza per condurli nella piazza con l’intenzione di impiccarli. Fatica sprecata, perché d’improvviso spuntò dal nulla il fucile della signora Carson, moglie del marshal ucciso il mese prima dagli stessi cowboys. Con freddezza la donna sparò alcuni colpi che uccisero all’istante i due uomini prima che questi fossero impiccati.
Dopo la morte di Joe Carson, Dave Mather venne nominato marshal e J. J. Webb suo vice.
Questi, sebbene non risultasse nulla a suo carico circa le rapine al treno e alle diligenze dell’anno precedente, era comunque fortemente sospettato di essere in combutta con gli uomini di “Hoodoo Brown“, i quali continuavano a fare il bello e cattivo tempo in città forti della immunità da parte del giudice.
La sera del 2 marzo 1880, tale James Allen, associato alla “Dodge City gang“, uccise James A. Morehead, un commesso viaggiatore, all’interno del St. Nicholas hotel in cui Allen lavorava.
L’alterco tra i due, causato dalla scarsa qualità delle vivande servite da Allen, portò alla lite conclusasi con la morte di Morehead.
Un altro incidente avvenuto alle prime ore dell’alba di quello stesso giorno coinvolse il vecchio amico di Doc Holliday, J. J. Webb, ora vice di Dave Mather.
Doc Holliday
Il 9 marzo 1880, il “Ford County Globe“ riportava sulle proprie pagine quanto era stato scritto dal “Daily Optic“ di Las Vegas a proposito dell’episodio: “Circa alle ore quattro di questa mattina tre uomini, tra i quali Michael Kelliher, si trovavano all’interno del “Goodlet & Robert“ saloon per una bevuta tra amici. Kelliher, che sembrava essere il capo del gruppo, pare avesse una pistola con se sebbene ci fosse il divieto di portare armi in città.
La cosa non era sfuggita ai poliziotti che, entrati da una porta secondaria del locale, intimarono a Kelliher di posare l’arma sul bancone del bar. L’uomo rifiutava adducendo il pretesto di non voler girare disarmato dal momento che recava con se una certa somma di denaro. Kelliher, comunque, aggiungeva anche che non avrebbe creato problemi con quella pistola. Nel dire questo l’uomo portava istintivamente la mano verso l’arma volendo con ciò mostrare solamente che non c’era nulla da temere. Il gesto, mal interpretato, causava la reazione dei poliziotti. Michael Kelliher veniva raggiunto da tre colpi, uno alla testa e due al torace. La morte di Kelliher era istantanea.”

A una successiva ispezione sul corpo dell’uomo non venne trovata traccia dei soldi che Kelliher asseriva di portare con se e subito in paese si sospettò che l’uomo era stato ucciso solamente per appropriarsi della somma di denaro e che Hoodoo Brown ne era stato il mandante.
L’uccisione di Kelliher venne infatti considerata non come legittima difesa da parte delle forze dell’ordine, bensì come un omicidio in piena regola.
John Joshua Webb, l’agente che aveva ucciso Kelliher, venne arrestato per omicidio dai suoi stessi amici, Dave Mather e Dave Rudabaugh.
Subito dopo l’arresto di Webb, Dave Mather, fiutando il vento contrario, rassegnò le dimissioni da marshal e lasciò la città per raggiungere Dodge City.
La pazienza dei cittadini di Las Vegas dopo questi due ultimi incidenti aveva raggiunto il limite per cui il consiglio municipale della città decise di disfarsi delle mele marce che si appuntavano la stella sul petto.
Partito Dave Mather e con J. J. Webb in prigione, il resto della banda venne cacciata fuori dai confini del New Mexico. La città finalmente si liberava dal dominio del giudice “Hoodoo“ Brown e da quello dei suoi uomini.
Per la cronaca bisogna dire che nell’estate del 1879 molte celebrità del vecchio west si trovavano a Las Vegas. Per esempio i fratelli Earp, tra i quali Wyatt e Doc Holliday, titolare addirittura di un saloon.


Una vista di Las Vegas

La notte del 19 luglio, Holliday, tanto per non smentirsi, si trovò coinvolto in una delle tante risse che hanno accompagnato la sua breve vita. Un pistolero locale, tale Mike Gordon, quella notte ebbe la cattiva idea di litigare con la persona sbagliata. Holliday non ci mise molto a stenderlo con un colpo preciso al torace appena sotto la clavicola.
Dopo quell’incidente, Doc lasciò Las Vegas per tornarsene a Dodge City. Sua intenzione era quella di riunirsi a Wyatt Earp che aveva già lasciato Las Vegas qualche tempo prima.
Una volta in città, Doc venne a sapere che Wyatt era partito per Tombstone, una sperduta città dell’Arizona che stava vivendo il suo momento magico grazie alla scoperta di un ricco filone di argento.
La città sarebbe stata presto teatro dello scontro all’OK Corral, la più famosa sparatoria dell’intera storia del west.

Nota conclusiva

Questo lavoro di Omar Vicari è stato suddiviso in più parti per esigenze editoriali.
L’articolo completo si compone di questa parte (che racconta i fatti ed i misfatti che coinvolsero la Dodge City Gang di Las Vegas) e di altre quattro parti (le biografie dei principali protagonisti).

Le quattro biografie sono state pubblicate nell’arco di alcuni giorni e possono essere trovate qui:

Hyman G. Neill, noto come “Hoodoo Brown”
Dave “Mysterious” Mather
John Joshua Webb
Dave “Dirty” Rudabaugh

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