I pericoli per i cercatori d’oro
A cura di Alessandro Giannubilo
Nella seconda metà del 1800 si era in piena corsa all’oro verso la California. Era un movimento di persone di dimensioni spaventose che causò forti cambiamenti sociali e persino geografici. I cercatori d’oro erano famosi per il loro stile di vita rude ed essenziale. Il loro unico scopo era trovare l’oro, era un chiodo fisso come un’ebrezza che non li abbandonava mai, avevano la “Febbre dell’oro”. La vita di frontiera era già al limite della sopravvivenza e il futuro non era certo roseo, ma nulla poteva distogliere i cercatori dal sogno di trovare il proprio El Dorado.
Uomini armati di volontà sopra ogni altra cosa, venivano da tutto il mondo, avventurandosi nel lungo viaggio verso la terra dell’oro, la California.
Molti di loro morivano per malattie come il colera dovuto soprattutto alla scarsa igiene e un’insufficiente disponibilità di acqua potabile, incidenti e altri pericoli.
I fortunati che riuscivano nell’impresa erano messi a dura prova sia nel fisico che nella mente, forgiando il proprio carattere per sempre.
Una carovana diretta verso la California
L’uomo di frontiera, di privazioni ne subiva tante, e doveva fare del suo meglio per tenersi lontano dal pericolo e lontano dalle malattie curandosi con rimedi di varia natura, la maggior parte delle volte improvvisati.
All’epoca le malattie rimanevano il più grande pericolo, Pasteur sviluppò il vaccino per diverse malattie solo 40 anni più tardi e la penicillina fu scoperta da Alexander Fleming solo 80 anni dopo.
Gli animali selvaggi erano un altro grande pericolo da affrontare, come serpenti a sonagli, orsi e puma, solo per citarne alcuni, un’altro pericolo anche se banale, era dovuto a cadute, annegamenti, incendi, avvelenamenti e altri incidenti di varia natura.
Questi lunghi viaggi lasciavano diverse tombe lungo il cammino, come testimonianza della forza di volontà di questi intrepidi cercatori e sognatori. Un altro problema molto sentito erano i furti; i cercatori venivano derubati anche se l’oro era ben nascosto. Per risolvere questo problema il sistema di giustizia di frontiera era piuttosto brutale: impiccagioni e punizioni corporali venivano eseguiti liberamente per ogni tipo di trasgressione.
Anche le grandi feste, erano fonte di pericolo, soprattutto nelle boom town (1), dove si radunavano centinaia di persone di tutti i tipi, con immaginabili problemi di ordine pubblico.
La festa dell’Indipendenza era più grandiosa del giorno di Capodanno, veniva anche letta la Dichiarazione di Indipendenza con un lungo discorso, accompagnato da canti, balli e dal consumo di bevande alcoliche in grande quantità. Venivano allestiti grandi bracieri dove arrostire pecore e buoi, consumati con grande avidità dai partecipanti. Si proseguiva con canti e grida fino a quando la voce dei partecipanti diventava troppo rauca per continuare.
La giustizia si amministrava senza regole
Come in molte zone minerarie, i fuochi d’artificio erano fatti sparando in aria con le armi da fuoco. Come è facile intuire, la miscela di alcool e polvere da sparo è una combinazione piuttosto pericolosa. Non era raro che un colpo vagante raggiungesse una ignara vittima. Nei casi più fortunati il proiettile veniva fermato da un osso o era solo un colpo di striscio. Il responsabile veniva punito e raramente veniva risparmiato. La pena di morte poteva essere commutata in esilio solo per evitare di portare sventura all’atmosfera festosa.
Cercatori d’oro
In una visione romantica, possiamo immaginare lo stato d’animo del malcapitato con una ferita di arma da fuoco, che ringrazia il cielo per lo scampato pericolo. Sicuramente non dovrà mai abbassare la guardia visto l’ambiente selvaggio e le condizioni di vita di quel tempo ma per il momento può tirare un sospiro di sollievo, vicino alla sua capanna con la ferita medicata, mentre si gusta il suo tabacco da pipa in compagnia del suo cane.
NOTE FINALI
(1) Città costruite velocemente in prossimità di giacimenti minerari.