California Gold Rush: banche e prostitute

A cura di Angelo D’Ambra

Trovato l’oro cosa accadeva? Chi ne veniva in possesso come lo usava?
E’ curioso apprendere che, nonostante le incredibili ricchezze estratte durante la corsa all’oro, a San Francisco non esistette una banca fino al gennaio del 1849, così in tutta la California.
I commercianti erano gli unici che possedevano cassette di sicurezza, quindi divennero loro una sorta di banchieri: si ritrovarono a custodire depositi d’oro e a spedirlo un po’ ovunque.
Il grosso dell’oro trovato dai cercatori, però, non veniva affatto accumulato, veniva speso!
I cercatori facevano vite grame, in pochi si arricchirono, e soprattutto detestavano le banche. Non dimentichiamoci che erano per lo più di estrazione contadina e per essi le banche erano vere e proprie corporazioni di strozzini di cui diffidare.
Prima che i cercatori d’oro iniziassero fidarsi delle banche, dovettero abituarsi a violenze, estorsioni e furti. Dunque in molti preferirono a lungo nascondere le loro ricchezze in buche, in anfratti, in posti segreti, così anche negli spostamenti, magari costruendo carri con falsi fondi.
Furono solo i grandi investitori a dar credito alle banche.


Cercatori d’oro

Non c’è nulla di strano in questo. Nel west, ancora alla metà del diciannovesimo secolo, sostanzialmente la società era incentrata sul baratto, circolava poco denaro e pochissime lettere di credito. Il mezzo di scambio per i cercatori d’oro, non era la moneta, era direttamente la polvere d’oro! Con un pizzico di quella polvere effettuavano ogni pagamento… ed i principali pagamenti riguardarono donne e prestazioni sessuali.
La stragrande maggioranza dei minatori durante la California Gold Rush era composta da uomini. Un censimento del 1850 mostra che appena l’8% dei californiani era di sesso femminile.
L’estrema assenza di donne portò alla diffusione di comportamenti omosessuali, soprattutto a San Francisco dove, in numerosi dei 537 saloon cittadini, si esercitava la prostituzione di uomini travestiti da donne.
Chiaramente anche le poche donne che c’erano erano in larga parte meretrici.
Fu una donna, la cuoca Jenny Wimmer, a bollire la prima pepita della Sutter’s Mill per verificare che fosse oro, ma addurre questo esempio per sostenere un discorso sull’importanza delle donne nella ricerca dell’oro è poca roba. Le donne, nel paese dell’oro, fecero fortuna, ma come prostitute.


Prostitute in un bordello

Qualcuna di esse riuscì a guadagnare pure 50.000 dollari in pochi mesi, liberandosi degli sfruttatori ed investendo in case d’abboccamento. In molte divennero ricche. Pensiamo per esempio alle famose Ah Toy, una cinese che gestì una catena di bordelli, e Belle Cora, un’irlandese che divenne proprietaria di un bordello di lusso a San Francisco.
Per di più, se l’uomo giungeva in California a caccia di oro, gran parte del gentil sesso vi arrivava a caccia di marito e, tranne per quel che riguarda matrimoni combinati a distanza, nella maggior parte dei casi, queste donne trovavano marito proprio tra i loro clienti dei bordelli.

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