L’ultimo colpo in canna

A cura di Omar Vicari

Bill Fleming e gli Apache
Questa è una storia vera, una tra le tante riferite a quegli uomini che hanno contribuito a strappare agli Apaches quella terra selvaggia che era il territorio dell’Arizona. E’ la storia, a firma del giornalista Tom Baily, di un cavalleggero, Bill Flemming, che riuscì con un’impresa disperata a portare a casa la pelle sebbene gravemente ferito e accerchiato da numerosi guerrieri Apaches. Accanto a se aveva solo due borracce, una piena di whisky, l’altra di acqua e un fucile a ripetizione Henry con tredici cartucce in canna e altrettante allineate in ordine meticoloso di fronte a lui su di una pietra. Sei gallette e un pezzo di carne di daino costituivano le sue riserve di cibo. Oltre a ciò, per rimanere in vita, non aveva altro che la sua immensa volontà di vivere. La sua situazione era disperata: aveva una gamba rotta e una freccia indiana gli aveva provocato una ferita alla spalla che rischiava di andare in cancrena. Era a dieci miglia dalla più vicina pozza d’acqua conosciuta e il suo cavallo si stava aggirando da qualche parte del deserto. Leggi il resto

Revenant, il film su Hugh Glass il trapper

Nell’imminenza dell’uscita nelle sale del film dedicato all’avventurosa vita di Hugh Glass il trapper, di cui parliamo ampiamente – dal punto di vista storico – in questo nostro sito, ci è sembrato opportuno pubblicare una recensione di questo che sarà certamente un blockbuster e che noi tutti stiamo aspettando.
Il film si intitola Revenant – Redivivo (The Revenant) ed è del 2015, diretto, co-scritto e co-prodotto da Alejandro González Iñárritu.
Il film, basato sul romanzo omonimo del 2003 di Michael Punke, è stato scritto da Iñárritu e Mark L. Smith, ed è parzialmente ispirato alla vita del cacciatore Hugh Glass. Il film è interpretato da Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Will Poulter e Domhnall Gleeson.
La trama rispecchia la vita di High Glass per come la conosciamo, chiaramente con qualche abbondante concessione alle esigenze cinematografiche. Leggi il resto

Il mistero degli Irochesi del San Lorenzo

A cura di Giampaolo Galli

Ai tempi dei viaggi di Jacques Cartier, esistevano lungo il corso superiore del San Lorenzo, alcune popolazioni di lingua irochese che successivamente scomparvero senza lasciare traccia.
E’ un piccolo mistero della vecchia frontiera che ancora oggi appassiona archeologi e studiosi della Nouvelle France.
Nell’intricato contesto delle guerre tribali del Nordamerica, la loro scomparsa è un evento del tutto marginale, pur tuttavia, la loro importanza nella storia canadese è alquanto rilevante: sui resti dei loro antichi villaggi, oggi sorgono città come Quebec City e Montreal, centri pulsanti dell’America francofona, ed è grazie a loro se oggi il Canada è conosciuto con questo nome.
Nel suo primo viaggio in Canada, Cartier incontrò un gruppo di pescatori del villaggio di Stadacona nei pressi della penisola di Gaspè, e prese con sè due di questi indigeni, figli del capo Donnacona, per portarli in Francia. Leggi il resto

Autobiografia di Nuvola Rossa

Nuvola Rossa è l’unico capo dei nativi americani ad avere vinto una guerra contro l’esercito degli Stati Uniti. Negli anni intorno al 1860 attaccò e sconfisse le truppe del capitano William J. Fetterman, chiuse il Bozeman Trail e costrinse gli Stati Uniti a un trattato di pace. Brillante stratega, Nuvola Rossa si era fatto le ossa contro i tradizionali nemici del suo popolo (Pawnee, Shoshoni, Arikara e Crow) molto prima di battersi per impedire il passaggio lungo il Bozeman Trail. Questa biografia offre al lettore l’opportunità di conoscere per la prima volta gli anni della giovinezza di Nuvola Rossa, come li narrò lui stesso a un amico dalla pelle bianca negli anni ’90 del 1800. Dimenticata per anni negli archivi della Nebraska State Historical Society, ci introduce più di qualsiasi ricostruzione storica nella vita del più grande capo guerriero lakota prima di Cavallo Pazzo. Leggi il resto

Glenn Ford, la pistola più veloce dei film western

A cura di Agostino Bono

E’ stato uno degli attori più amati e al tempo stesso sottovalutati della storia del cinema. E’ morto lo scorso 30 agosto, quasi dimenticato dalle Majors, dalla critica e dai milioni di appassionati della settima arte in giro per il mondo.
Nacque in Quebec, il primo maggio del 1916, da una famiglia benestante di origine gallese. Trasferitosi in California all’età di sette anni, cominciò subito a mostrare la predisposizione per la recitazione. Fu un talent scout della 20th Century Fox, Tom Moore, a scoprirlo e a fargli firmare un contratto con la Columbia Pictures nel 1939. Il suo debutto avvenne, nello stesso anno, in “Heaven with a barbed wire”, al quale seguì una serie di ruoli minori nei primi anni quaranta. Nel 1942, in pieno secondo conflitto mondiale, decise di servire gli Stati Uniti arruolandosi nel corpo dei Marines. Assolse l’incarico di fotografo, curò un programma radiofonico per le truppe al fronte, “Halls of Montezuma”, e fu inviato in Francia, contribuendo alla costruzione di rifugi sicuri per coloro che erano in fuga dal nazismo. Leggi il resto

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