La leggenda di Jesse James

A cura di Sergio Mura
Il 2019 non si è ancora chiuso e noi siamo qui, ancora una volta, a segnalarvi una nuova brillante uscita editoriale del nostro genere preferito, la storia del west.
Stavolta si tratta di una gran bella biografia del famosissimo fuorilegge Jesse James, raccontata con una prosa che ci riporta al romanzo e che probabilmente è tra le più adatte ad una vita in costante movimento e con continui colpi di scena.
In un crescendo di colpi di scena, ne La leggenda di Jesse James si racconta la parabola della vita agitata del più famoso fuorilegge americano di tutti i tempi, a capo di una banda che per oltre un decennio dettò legge nel Missouri, all’indomani della guerra di Secessione, in un clima di aperta complicità da parte delle popolazioni locali. Leggi il resto

Capo Giuseppe

I Nasi Forati o Nez Pierce sono una nazione di pellerossa che viveva tranquillamente in pace con i bianchi finché un giorno si decise di togliergli le terre nelle quali vivevano per regalarle alle famiglie di agricoltori che a frotte stavano inondando il West nella seconda metà del 1800.
Questo accadeva nel 1877 e fu l’inizio della guerra dei Nasi Forati e della loro fuga attraverso il continente americano alla ricerca di un rifugio in Canada dove si sapeva che viveva in pace Toro Seduto.
Capo Giuseppe, un grande amante della pace costretto alla guerra da circostanze non volute da lui e dalla sua tribù guidò il suo popolo in fuga fino alla resa definitiva di fronte a forze preponderanti quando ormai pochi chilometri lo separavano dalla meta.
Una immane tragedia che colpì gli stessi americani di allora e che non mancherà di far riflettere voi. Leggi il resto

Gli spiriti non dimenticano

Questo è uno dei libri sui pellerossa e sul vecchio west più coinvolgenti. E’ stato scritto da un giornalista italiano che vive e lavora negli Stati Uniti ed ha potuto fruire di notizie attinte direttamente alla fonte.
Vittorio Zucconi, questo è il suo nome, ha saputo conquistare la fiducia della tribù del grande condottiero Sioux Cavallo Pazzo e ha ottenuto il permesso di parlarne dopo aver consultato montagne di documenti perlopiù non accessibili a tutti.
Ne è risultato uno splendido libro biografico che non ha pari anche per via della forma romanzata con la quale l’autore ci racconta le vicende di Cavallo Pazzo e dei suoi Sioux Oglala, fino all’epilogo della battaglia del Little Big Horn e della successiva breve fuga e infine la cattura e la chiusura nella riserva dove sarà ammazzato per mano di un altro pellerossa. Leggi il resto

G. A. Custer, la mia vita nelle grandi pianure

E’ uno spaccato di vita tra il 1867 e il 1874 dal quale emergono, sia pure in forma edulcorata e spiccatamente di parte, gesta avventurose e imprese militari importanti insieme ad azioni esecrabili e infrazioni al codice militare che portarono Custer a vivere la sua vita professionale in bilico tra la cacciata con infamia e le lodi per le sue imprese.
Tra tutto brilla il desiderio di emergere e di essere ricordato come esempio dai posteri di un uomo che a causa dell’incredibile e sconfinato culto di sé portò alla disfatta i suoi uomini nel giugno del 1876.
Quando condusse le sue truppe al massacro nella battaglia di Little Big Horn nel 1876, il generale Custer era indubbiamente il più noto avversario degli indiani e per molti coloni americani un eroe leggendario. Leggi il resto

Geronimo, la mia storia

Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di Geronimo. Ebbene, in questo libro si può leggere la storia di questo grande condottiero Apache che mise in scacco per anni e anni gli eserciti di Stati Uniti e Messico spesso coalizzati contro la sua gente al punto da imporre taglie in cambio di scalpi indiani di uomini, donne o bambini.
Geronimo stesso, ormai prigioniero, ha dettato la sua storia che è anche storia di gran parte del popolo Apache della seconda metà del 1800.
Nel 1906 Stephen Barrett, sovrintendente scolastico in Arizona, incontrò il vecchio capo indiano Geronimo, confinato nella riserva indiana di Fort Sill.
Mosso dalle migliori intenzioni, Barrett chiese a Geronimo di raccontargli la sua vita, allo scopo di far conoscere al mondo la storia delle guerre indiane dal punto di vista dei nativi americani. Leggi il resto

L’ultima verità su Butch Cassidy

A cura di Guido Olimpio

Il ritratto di Butch Cassidy
Come si è potuto leggere nei più attenti giornali statunitensi, sembra che Butch Cassidy non sia stato ucciso in Bolivia nel 1908, come recita la storiografia, ma che sia morto nel ’37 dopo aver scritto la sua storia…
Insieme con quello di Billy the Kid è uno dei grandi misteri del West. Il bandito Butch Cassidy è morto con le pistole in pugno in Bolivia nel 1908 o invece è spirato nel suo letto nel 1937? Nessuno ha la prova del nove e questo ha creato, nel tempo, due “partiti” tra appassionati e ricercatori. L’ultimo a riaccendere la miccia è stato un collezionista di libri, Brent Ashwort, che è in possesso di una copia de Il bandito invincibile. Si tratterebbe di una versione più lunga di un romanzo scritto – ma mai pubblicato – da William T. Phillips, deceduto a Spokane nel 1937. Per Ashwort nel testo vi sono particolari che solo Butch Cassidy poteva conoscere e dunque Phillips era il famoso bandito. Leggi il resto

Cavallo Pazzo, il libro di Mari Sandoz

Visse nello stesso periodo di Toro Seduto, del quale era più giovane, e con lui condivise gli ultimi anni di libertà dei Sioux nel nord ovest americano tra una caccia al bisonte e all’antilope e una battaglia con i nemici giurati Crow.
Purtroppo i bianchi volevano tutto e, nonostante i trattati, spingevano per la guerra e a frotte penetravano nel territorio delle tribù Sioux del nord.
Il Grande Spirito aveva deciso che Cavallo Pazzo sarebbe stato il leader guerriero di questi Sioux che i bianchi, spudoratamente, chiamavano “ostili”.
E da vero leader Cavallo Pazzo seppe condurre a tante vittorie il suo popolo, compresa quella definitiva contro Custer nel 1876, anche se la resa dei Sioux sarebbe ritardata di poco.
Cavallo Pazzo morì in riserva a soli 33 anni, ammazzato (come Toro Seduto) con una scusa banale. Leggi il resto

Autobiografia di Nuvola Rossa

Nuvola Rossa è l’unico capo dei nativi americani ad avere vinto una guerra contro l’esercito degli Stati Uniti. Negli anni intorno al 1860 attaccò e sconfisse le truppe del capitano William J. Fetterman, chiuse il Bozeman Trail e costrinse gli Stati Uniti a un trattato di pace. Brillante stratega, Nuvola Rossa si era fatto le ossa contro i tradizionali nemici del suo popolo (Pawnee, Shoshoni, Arikara e Crow) molto prima di battersi per impedire il passaggio lungo il Bozeman Trail. Questa biografia offre al lettore l’opportunità di conoscere per la prima volta gli anni della giovinezza di Nuvola Rossa, come li narrò lui stesso a un amico dalla pelle bianca negli anni ’90 del 1800. Dimenticata per anni negli archivi della Nebraska State Historical Society, ci introduce più di qualsiasi ricostruzione storica nella vita del più grande capo guerriero lakota prima di Cavallo Pazzo. Leggi il resto

Quella calamità di Calamity!

A cura di Sergio Mura da un lavoro di William B. Secrest

“Accadde il giorno di paga… Lei era andata a bere con i soldati e dopo una colossale ubriacatura aveva fatto l’inferno con i suoi compari. Quando la portarono in guardina, era quasi nuda e completamente ubriaca. Si chiamava Calamity Jane.”
Nel maggio del 1901, lo scrittore Lewis Freeman era in viaggio lungo lo Yellowstone River. A quel tempo lavorava come cronista a Livingston, nel Montana, una cittadina che non era che un vago ricordo di quel che era stata durante i tempi d’oro del West. Freeman era a passeggio per le vie cittadine quando fu bloccato da una tipa che gli disse: “Ehi giovanotto! Puoi indicare ad una signora dov’è la sua casa?” “Mi dica qual è la signora…”, rispose Freeman.
E lei, senza scomporsi: “Sono io! Martha Canary, Martha Burke, oppure… Calamity Jane.”
Calamity Jane era probabilmente la donna più famosa della frontiera e quel giorno era appena arrivata a Livingston da Cody – una cittadina del Wyoming – ed aveva affittato una stanza. Poi era andata in giro, ma aveva scordato l’indirizzo del saloon. Leggi il resto

Toro Seduto

Toro Seduto è forse il capo indiano più conosciuto nel mondo in particolare perché seppe incarnare le virtù cardinali degli indiani delle pianure, unendole ad una grande forza ed una grande coraggio che lo resero capo amato e temuto nello stesso tempo.

Sotto la sua bandiera si raccolse la più grande coalizione di pellerossa di ogni tempo per battersi contro la cavalleria guidata dal generale Custer.
L’accampamento che ne nacque contava circa 12.000 indiani e decine di migliaia di cavalli al punto che una delle guide di Custer credette di aver visto una grande prateria calpestata laddove vedeva il color marrone dei cavalli che pascolavano. Leggi il resto

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