I trapper ed i “rendezvous”

A cura di Gualtiero Fabbri

Sui leggendari “trapper” o mountain men americani del primo ottocento si può trovare scritto: “Questo era il modo di vivere libero e semplice, in cui l’uomo aveva tutto il proprio tempo a disposizione, e (non vi era) nessuno che potesse negarglielo. Acquistava così un corpo che sentiva familiare ogni cosa che gli era attorno, la terra e il cielo, il bufalo e il castoro e la gialla luna di notte. Era meglio che essere circondato da mura, meglio che respirare aria viziata, o sentirsi come un topo in gabbia…”
Meno disincantato e per nulla “new-age” quest’altro parere: “Costantemente esposti a pericoli di ogni genere, non conoscono la paura, e considerano la vita umana alla stregua di quella animale e non si fanno scrupoli nel por fine ad entrambe, così come non esitano a mettere a repentaglio la propria.” Leggi il resto

Sulle orme di Jim Bridger

A cura di Luciano Guglielmi

Jim Bridger, nasce nei dintorni di Richmond Virginia il 17 Marzo 1804, pensate la Lewis e Clark era al debutto. La sua famiglia era di origine Inglese, ma si trattava di una discendenza di antichi emigranti del primo periodo coloniale.
Jim cresce in ambiente pionieristico e parla disinvoltamente l’Inglese ed il Francese, si trasferisce giovanissimo, in cerca di occupazione, a Ovest.
Nel 1822 risponde al manifesto di chiamata di William Ashley, “100 Giovani Uomini Intraprendenti”, si arruola aveva 17 anni, era il più giovane della brigata. Sarà l’inizio della sua vita tra le montagne, egli è riconosciuto come il massimo esploratore delle Rocky Mountain dal Colorado al Canada.
Il suo Biografo Grenville Dodge lo ha descritto come “Un uomo molto socievole. Di persona era più di un metro e ottanta, dritto come una freccia, agile, scarno e potente d’ossatura, occhi grigi, capelli castani abbondanti anche in età avanzata, l’espressione mite e gradevoli maniere. Fu ospitale e generoso, ed era sempre fidato e rispettato.” Leggi il resto

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