La miniera perduta di Saber

A cura di Sergio Mura

Era ormai arrivato l’autunno nel 1876, quando John Saber, un uomo d’affari capace, originario della Georgia, arrivò a Prescott, in Arizona, per tentare la fortuna cercando l’oro. Era una chiamata, quella dell’oro, che in tantissimi e a più riprese avvertivano come irresistibile, al punto da spingere a mollare qualsiasi cosa e partire. John Saber non fece diversamente e una volta in Arizona acquistò rapidamente alcune piccole attività minerarie (i cosiddetti “claim”) lungo il Lynx Creek, ma nonostante la zona fosse piuttosto ricercata e persino “affollata” di ricercatori, lui era in cerca di un posto che potesse produrre più quantità di oro del Lynx Creek, un posto senza nessun altro cercatore nei dintorni.
Così, nella primavera del 1877 Saber partì in solitaria da Prescott verso le pericolose Bradshaw Mountains portando con sé solo il suo cavallo e un mulo da soma sul quale aveva caricato pochi rifornimenti e un notevole equipaggiamento minerario. La zona era poco battuta perché c’era il pericolo di cadere vittima di un attacco di qualche banda di guerrieri indiani.
Nel giro di appena un mese tornò in città con due bisacce piene di splendidi quarzi tempestati d’oro. Con l’occasione acquistò altri due muli da soma e li caricò con tutte le provviste che riuscì ad accumulare e ancora più attrezzature minerarie della volta precedente.
Un capitano di stanza a Fort Whipple si propose generosamente di scortare il cercatore d’oro con il suo distaccamento almeno fino a Rose Peak (successivamente rinominato Antelope Peak) poiché – disse – gli Apache si erano recentemente resi protagonisti di alcune scorrerie nelle montagne vicine.
John Saber accettò di buon grado l’offerta del militare e fece presente che la sua miniera, recentemente avviata, era a un solo a un giorno di viaggio da Rose Peak.
Una volta in cima al Rose Peak e dopo essersi accampati lì per due giorni, il piccolo distaccamento militare proseguì nel suo lavoro di pattuglia e Saber tornò tranquillamente alla sua miniera. Quella fu l’ultima volta che i cittadini di Prescott e i militari videro John Saber vivo.


Una miniera in Arizona

Durante la fine dell’estate, un operaio cinese che raccoglieva legna da ardere da uno dei tanti campi minerari si imbatté in un uomo morto, poggiato in posizione eretta al tronco di un pino; il suo cavallo e un animale da soma erano nelle vicinanze vistosamente assetati. Successivamente arrivarono sul posto altre persone che constatarono che in quello che era stato l’accampamento di quell’uomo non c’era alcun segno di agguato o conflitto. Esaminando i vestiti del morto, gli uomini trovarono dei documenti da cui si evinse che si trattava del povero John Saber. Trovarono anche un libro e un orologio da tasca.
A un esame più attento si riuscì alfine a individuare la causa della morte: Saber era stato morso da un serpente a sonagli e a causa di ciò patì una morte lenta e straziante.
In uno degli zaini di Saber c’erano 100 libbre di ricco minerale d’oro frantumato che era pronto per la fusione. Fu semplice dedurre che Saber si stava recando in città per far analizzare adeguatamente i minerali e, probabilmente, presentare richiesta di registrazione della miniera, ma purtroppo non ce la fece.
Nessun tentativo fu fatto a quel tempo per trovare la miniera di Saber, poiché i Monti Bradshaw erano battuti da bande di Apache che facevano irruzione nei campi minerari e nei ranch locali in cerca di bottino.
E così la miniera di Saber non venne mai stata trovata e l’unico, vero indizio che si possedeva e si possiede è che si trova a un giorno di viaggio dall’allora Rose Peak (oggi Antelope Peak).

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