I volontari di Massimiliano

A cura di Angelo D’Ambra

La Legione Belga, volontaria in Messico
Massimiliano d’Asburgo in Messico non si appoggiò solo sulle armi francesi, finanziò invece la costituzione di un esercito imperiale, costituito da messicani. Ad ottobre del 1863, l’esercito imperiale contava sei battaglioni di fanteria, sei squadroni di cavalleria, uno squadrone scout, una compagnia di artiglieria e un corpo di fanteria per un totale di settemila uomini. C’erano poi le forze ausiliare, ovvero dieci battaglioni di fanteria, dodici squadroni di cavalleria, una batteria di artiglieria da campo e una sezione di obici da montagna. L’esercito crebbe rapidamente e nell’estate del 1864 contava 19.437 uomini.
L’anno dopo l’imperatore aveva il proprio stato maggiore e riorganizzò il suo esercito in 12 battaglioni di fanteria di linea, 2 battaglioni di fanteria leggera, 6 reggimenti di cavalleria, 12 compagnie di cavalleria presidenziale, 1 battaglione di artiglieria da campo composto da sei batterie, 1 reggimento di artiglieria di 4 batterie da montagna e 4 batterie di artiglieria a cavallo, un corpo di ingegneri con un battaglione di zappatori d’élite, un corpo amministrativo di medico e altro personale di supporto, una legione della gendarmeria e un compagnia della Guardia Palatina d’élite. C’erano in totale 1164 ufficiali e 22.374 soldati. Tuttavia, nella realtà, i battaglioni che avrebbero dovuto consistere di 800 uomini spesso ne avevano meno di 400, quindi i numeri erano molto inferiori.
Accanto a questo esercito c’erano anche volontari provenienti dal Belgio e dai territori dell’Impero asburgico. La legione belga era guidata dal tenente colonnello Alfred Van der Smissen, mentre il generale boemo Franz Graf von Thun-Hohenstein comandava il corpo austriaco.


Il corpo dei volontari Austriaci

I belgi furono impegnati in diverse operazione. L’11 aprile a Tacambaro furono attaccati dalle truppe del generale Nicolas Regules, superiori in numero, e furono costretti a capitolare. Van der Smissen arrivò a Tocambaro carico di rabbia per l’accaduto e se la prese col maggiore Emile Tydgat, suo connazionale, che aveva ordinato la resa. Tydgat, gravemente ferito durante i combattimenti, morì poche ore dopo. Il 16 luglio, Van der Smissen si rifece della batosta, vincendo la battaglia di Loma davanti agli occhi di generale Porfirio Díaz. Tuttavia per la legione belga la campagna messicana fu molto costosa, infatti, solo la metà dei 1.500 soldati inviati ritornarono in patria.
L’azione più audace di Thun fu l’occupazione della sierra Norte de Puebla, nel luglio del 1865. Nell’impresa, tentata due anni prima, avevano già fallito i francesi. Bisognava riprovarci. La sierra rappresentava un punto strategico importante perché s’affacciava su tre basi operative repubblicane, quelle di Tetela da Ocampo, Xochiapulco-Huahuaxtla e l’area di Zacatlán-Ahuacatlán. Franz Thun-Hohenstein accettò la sfida sapendo che era in gioco il suo prestigio militare.


Massimiliano d’Asburgo in Messico

Quando subentrò Thun le operazioni erano già in corso. Il 2 febbraio 1865 Alfonso von Kodolich, colonnello dello Stato maggiore dell’esercito imperiale, aveva occupato Teziutlán. Nei giorni seguenti erano cadute Chignautla, Puebla, Messico e Tlatauqui. Il 17 gli austriaci erano entrati a Zacapoaxtla e nel mese di marzo avevano occupato Xochiapulco. Fallirono però nel tentativo di prendere Xochiapulco. La città fu investita alle tre del mattino del 14 marzo 1865 da cinquanta soldati austriaci e venti messicani comandati dal tenente Becker. Dopo un iniziale sbandamento i repubblicani respinsero l’attacco facendo morti e prigionieri e sottraendo al nemico ben 50 fucili. Becker finì tra i prigionieri. La settimana dopo la disfatta, il Ministero della Guerra offrì al conte Thun di prendere il comando dei volontari.
Come prima cosa Thun, tra il 14 ed il 15 aprile, inviò messaggi ai capi repubblicani di Xochiapulco, il generale Juan Francisco Lucas ed il colonnello Luis Antonio Diaz, ma costoro rifiutarono ogni proposta di resa. In loro possesso c’erano, oltre a Xochiapulco, anche Ahuacatlán, Tetela e Cuahuíctic. Andavano tutte portate alla corona di Massimiliano.
Il 16 luglio scattò l’attacco imperiale. Thun comandò movimenti su due fronti, quello di pianura “Zacatlan-Chgnahuapan”, dove ordinò la carica della cavalleria ungherese (gli “ussari rossi”) appoggiata dagli zuavi francesi, e quello di montagna “Zacapoaxtla-Xochiapulco”, la parte più ripida della montagna, dove agì la fanteria (“Jägers”) ed egli stesso fu presente.
Tetela fu eroicamente difesa dal generale Juan N. Méndez, che aveva solo quattrocento reclute del VI Battaglione della Guardia Nazionale e duecento miliziani agli ordini del colonnello Dionisio Leal. La popolazione dovette rifugiarsi sulle colline, mentre le forze repubblicane furono respinte verso la vetta del Moragco (El Puerto), dove il generale Méndez sfuggì ai fucili nemici salvandosi miracolosamente la vita protetto dal suo cavallo. Un grido di “Viva Tetela!” fece pensare agli imperiali che stessero sopraggiungendo rincalzi repubblicani e così gli austriaci si ritirarono a Tetela. La città viene rasa al suolo.
Non andò bene a Ahuacatlán. Settecento austriaci guidati dal generale Karl Kurtzrock-Wellingbuttel respinti, dovettero rifugiarsi nella chiesa, dove si barricarono per diverse ore, finché l’edificio fu dato alle fiamme. Kurtzroch, ferito ad una gamba, fu giustiziato. Rimasero solo ventotto sopravvissuti tra gli austriaci.


Volontari Austriaci all’assalto

Ritrovarono la libertà quando la piazza fu finalmente presa dal sopraggiungere dei loro compagni. La sierra Norte de Puebla era finalmente delle truppe di Massimiliano d’Asburgo.
L’imperatore scrisse a Thun: “Mi congratulo con te e con il gruppo del corpo austriaco, da te guidato, per le vittorie ottenute, […] questo inizio della spedizione militare darà alle truppe abbastanza speranza per nutrire la loro convinzione di ottenere un lieto fine e piena di gloria […] La notizia della morte di un ufficiale coraggioso come il conte Kurzrock mi riempie di rimpianto, così come il triste destino dei suoi compagni in combattimento. È un serio monito per i sopravvissuti, a non lasciarsi trascinare dal desiderio di compiere atti eroici ed evitare così di agire frettolosamente”.
Controllare l’area conquistata non fu cosa semplice. La popolazione usava girovagare tra le montagne per nutrirsi di piante, radici e animali selvatici e poi c’erano i repubblicani che s’erano dati alla guerriglia. Si verificarono diversi scontri tra austriaci e repubblicani travestiti da contadini e mulattieri. Il 22 luglio il generale Lucas fece irruzione a Huahuaxtla e la occupò, ma il 24 gli austriaci già vi rientravano. Per stanare i guerriglieri, il 4 agosto 1865, quattro colonne di austriaci guidati personalmente da Thun attaccarono a sorpresa a Xochiapulco, dove s’era rifugiato Lucas.
La città fu data alle fiamme dai suoi stessi abitanti che preferirono distruggerla anziché lasciarla agli imperiali. Le truppe di Thun videro da lontano il fumo che s’innalzava nel cielo ma occuparono lo stesso l’abitato.
Combattimenti si svilupparono a Tetela, Huahuaxtla, Zautla e zone adiacenti. Alla fine Tetela de Ocampo fu persa. Era il 20 ottobre del 1865. Cadderò circa seicento austriaci in una imboscata ordita da Juan Francisco Lucas. L’area restò a lungo contesa e, a fine anno, la resistenza repubblicana subiva un nuovo rovescio. Caddero nelle mani degli imperiali Ixehuaco e Muyuapan. Guidò le azioni austriache il capitano Paul Zach.
Ancora nel giugno del 1866, gli austriaci guidati dal capitano Hammerstein presero la città di Papantla, ma si ritrovarono presto assediati da forze repubblicane cinque volte maggiori in numero. L’assedio durò ventisei giorni, poi gli imperiali, disperati per mancanza di cibo, rompono l’assedio e fuggono a Teziutlán.
Il 14 luglio 1866, a Pahuatlan, Puebla, in Messico, ebbero luogo pesanti combattimenti. Una colonna “austro-messicana” sconfisse i repubblicani occupando immediatamente la città. Dopo questo successo a Thun, insignito della Croce del Comandante dell’Ordine di Guadalupe, fu affidato il comando della II divisione territoriale messicana, oltre che quella del corpo di volontari austriaci. Sotto il suo comando ricadevano anche i due battaglioni di volontari belgi del tenente colonnello Alfred van der Smissen. Tuttavia insorsero presto problemi con il comandante in capo delle forze di intervento francesi François Achille Bazaine e Thun, sentendosi abbandonato anche dall’imperatore, lasciò il servizio tornando in Austria. Egualmente Leopoldo II, divenuto re, ordinò il rimpatrio immediato della “Legione belga”.


Volontari Belgi in marcia

Era desiderio di Massimiliano che i volontari, sia austriaci sia belgi, si accorpassero nell’esercito messicano, ma Thun non accettò la richiesta. Di fronte a questo rifiuto, Massimiliano I determinò lo scioglimento del Corpo austro-ungarico il 6 dicembre 1866.
La campagna costò tanto ai volontari asburgici. Dei 6.812 soldati che inizialmente formavano il corpo, solo 3.428 tornarono dal Messico. Solo ottocento restarono al servizio dell’imperatore. Tra essi c’erano i generali Alphons von Kodolich e Freiherr von Hammerstein-Equord ed il conte Karl von Khevenhüller. Questi ottocento presero parte alla difesa di Città del Messico distinguendosi per i loro valori di fedeltà. Mentre i messicani, saputo della cattura di Massimiliano a Querétaro, s’affrettarono a capitolare, il colonnello Kodolitsch dichiarò e insistette che gli austriaci avrebbero continuato a difendere la città a qualunque costo. Una lettera di Massimiliano lo invitò a evitare spargimenti di sangue. Accettarono la resa ma con l’onore delle armi e la promessa di raggiungere Veracruz per imbarcarsi verso l’Europa.

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