L’artiglieria da campo dell’Armata del Nord Virginia

A cura di Angelo D’Ambra

L’Army of Northern Virginia fu il principale esercito della Confederazione, quello meglio organizzato ed equipaggiato, il più efficiente sui campi di battaglia. Guidato dal brillante generale Robert E. Lee, l’esercito del Nord Virginia rappresentò il nemico più temuto dall’Unione e il rilievo che in esso assunse l’artiglieria da campo fu un aspetto peculiare e modernissimo.

Gli albori
Al principio del conflitto il corpo di artiglieria da campo della Virginia poteva dirsi imponente se paragonato ad altri stati della Confederazione. Di base disponeva, infatti, di 290 pezzi di artiglieria da campo e di milizie esperte. Soltanto in Virginia c’erano gli artiglieri della Richmond Howitzer Company (formata il 9 novembre 1859), i Norfolk Light Artillery Blues, i Portsmouth Light Artillery e l’Alexandria Artiller del capitano Delaware Kemper.


La capacità di reclutamento di queste milizie volontarie era molto elevata perché esse costituivano una componente di un certo status sociale, erano delle vere e proprie associazioni delle élite cittadine, dedite all’organizzazione di eventi e feste, gente colta, spesso imprenditori, e quindi far parte dei loro ranghi era un onore per chi vi entrava. In effetti i giovani imprenditori e il ceto impiegatizio di Richmond, fornirono la maggior parte delle reclute per la Richmond Howitzer Company. Stranamente si ritiene che in Virginia più che altrove rivivesse lo spirito aristocratico inglese e che l’equitazione e la scherma fossero più diffusi, invece i giovani si sentivano attratti dalla modernità delle batterie. Ragazzi istruiti, appena usciti dai college come Robert Stiles, laureato alla Yale University e divenuto maggiore del corpo di artiglieria da campo dell’Esercito della Virginia del Nord, si affiancarono a uomini come Thomas J. “Stonewall” Jackson che aveva insegnato tattiche di artiglieria presso il Virginia Military Institute.
Queste unità di artiglieria della milizia avevano un addestramento notevole, spirito di corpo, buona organizzazione e disciplina. Esse costituirono il nucleo del corpo di artiglieria da campo dell’Esercito del Nord Virginia, un’armata che sfornò gente come il maggiore John Pelham, il colonnello J. Thompson Brown, il colonnello S. Crutchfield, il colonnello R. L. Walker, il colonnello J. B. Walton, il tenente colonnello Thomas H. Carter e il tenente colonnello RS Andrews, tutti nomi di grande fama nel corpo di artiglieria.

I cannoni dell’Army of Norther Virginia
All’inizio della guerra, dunque, l’esercito della Virginia conosceva una situazione radicalmente diversa rispetto alla penuria delle artiglierie che caratterizzava il resto degli stati confederati.
Le batterie erano ben equipaggiate, ad esempio, la Beauregard’s Battery of Artillery aveva quattro cannoni rigati parrott da dieci libbre, seppure complessivamente il numero delle armi rigate in dotazione dei sudisti fu di gran lunga inferiore a quello dell’Unione.
A differenza di qualsiasi altro stato nella Confederazione, la Virginia aveva sessantanove pezzi di artiglieria da campo in ottone e duecentoventuno in ferro, prima dell’inizio delle ostilità. Tutte le batterie, entro giugno, furono fornite di cavalli e armi Blakely rigate.


Cannonieri confederati

La situazione dell’Esercito della Virginia del Nord era, da questo punto di vista, estremamente rosea, non solo se paragonata agli stati del Sud, ma anche a quelli del Nord. Si stima che Robert E. Lee, che subentrò al comando nel 1862, abbia goduto di un rapporto di nove cannoni ogni 1.000 fanti, lì dove i confederati dell’Esercito del Tennessee ne aveva meno di quattro ogni 1.000 fanti e l’Unione una media di tre cannoni ogni 1.000 fanti.
L’Army of Northern Virginia, nel 1862, aveva ventotto cannoni “Napoleon”, di fatti il cannone più potente ed efficiente della guerra, e 102 pezzi di artiglieria, in larga parte obsoleti.
Lee si avvide della differenza delle prestazioni delle vecchie armi a canna liscia rispetto alle nuove rigate, come capì l’inadeguatezza dei cannoni da sei e dodici libbre rispetto ai napoleon da dodici libbre e si impegnò per rivedere tutto. Il 5 dicembre 1862 scrisse al Segretario alla Guerra chiedendo che tutti i cannoni a canna liscia da sei libbre e gli obici da dodici fossero rifusi in napoleon, voleva che tutte le sue batterie fossero composte da napoleon e parrott da dieci libbre. Il presidente Davis tentò sempre di accontentarlo.
I napoleon erano cannoni lisci da dodici libbre, che pesavano 500 libbre in meno rispetto al vecchio modello di obice da dodici del 1841, erano più corti e molto più manovrabili. Un anno dopo l’Army ne aveva novantotto, assieme ad altri centodiciassette pezzi rigati, mentre non aveva più i cannoni da sei libbre. A fine anno ricevette altri quarantanove nuovi napoleon.

Organizzazione delle artiglierie
All’inizio della guerra l’organizzazione delle artiglierie da campo in entrambi gli schieramenti, blu e grigi, era inefficiente. Riprendeva il modello europeo che assegnava singole batterie di artiglieria alle brigate di fanteria in una struttura brigata-batteria assai limitata nella potenza di fuoco. Lee fu il primo a riconoscere questa carenza e correggerla. Si lasciò aiutare da commissioni di studio e da sottoposti esperti, come il generale di brigata Edward Porter Alexander, laureatosi all’Accademia militare di West Point. Fu proprio Alexander ad avere l’intuizione necessaria a costruire i battaglioni.
Nel giro di pochi mesi Lee dette il via ai battaglioni di artiglieria, dunque a corpi composti da più batterie, al seguito delle divisioni di fanteria. Il 22 giugno 1862, pubblicò l’ordine generale n. 71, che iniziò a rivedere tutto. L’ordine stabiliva che tutte le batterie ricadevano sotto il capo divisione, ma erano ancora assegnate brigate di fanteria.
Nella campagna del settembre 1862, le batterie non erano più assegnate alle brigate, ma riunite in gruppi di artiglieria separati sotto ciascuna divisione. Lee aveva pure creato due battaglioni di artiglieria di riserva per l’esercito, concentrandosi via via sulla loro preparazione. La prima menzione dei “battaglioni di artiglieria” si trova nell’organizzazione dell’Esercito della Virginia del Nord l’11 febbraio 1863.
Questa creazione di battaglioni di artiglieria non va sottovalutata. Ottimizzò l’efficacia delle artiglierie da campo con risultati immediati.

L’uso delle artiglierie nell’Army of Norther Virginia
L’uso delle artiglierie nel corso della guerra civile americana fu duplice, sia offensivo che difensivo.
L’impiego delle artiglierie nelle manovre di difesa trova i suoi massimi esempi per quanto riguarda l’esercito della Virginia del Nord nella battaglia di Fredericksburg, il 13 dicembre 1862, e nella battaglia di Cold Harbor, dal 1 al 3 giugno 1864.
Durante la battaglia di Fredericksburg, le batterie furono incisive nel concentrare la forza di fuoco da diverse posizioni e coprire l’intera lunghezza della linea di difesa di Robert E. Lee. Il Tenente generale Thomas J. “Stonewall” Jackson scrisse che “quando i quattordici cannoni fecero fuoco, riversarono una tale tempesta di colpi sulle file del nemico che prima lo costrinsero a fermarsi, poi a rinunciare e infine a cercare riparo rapidamente”. Il tenente generale James Longstreet, comandante del Primo Corpo osservò: “Questo fuoco è stato molto distruttivo e demoralizzante nei suoi effetti, e spesso creava vuoti nei ranghi del nemico che potevano essere visti aalla distanza di un miglio”.
I sei tentativi unionisti di sfondare le linee di Lee si risolsero in una carneficina. Il colonnello J. B. Walton, uno dei comandanti del battaglione di artiglieria di Longstreet, osservò che “ad ogni attacco il massacro era talmente grande che al momento del terzo attacco respinto, il terreno era così fitto di morti che i corpi ostacolavano pesantemente le mosse dei Federali… I morti erano ammucchiati a volte per tre, e quando spuntò la mattina, lo spettacolo che vedemmo sul campo di battaglia fu uno dei più angoscianti a cui abbia mai assistito”.


L’armata del Nord Virginia

Nella battaglia di Cold Harbor, il fuoco di artiglieria dell’Esercito della Virginia del Nord fu altrettanto efficace. Il generale di brigata E. M. Law confessò: “Avevo visto la terribile carneficina davanti a Marye’s Hill a Fredericksburg… ma non avevo visto nulla che superasse questo… La nostra artiglieria è stata gestita in modo superbo durante l’azione… raggiungendo non solo il fronte dell’attaccante, ma anche i suoi fianchi, così come quelli delle truppe di supporto”. Il tenente generale Ulysses S. Grant, comandante di tutte le forze federali durante la battaglia, stimò che le vittime di Cold Harbor superarono i 10.000 uomini e dichiarò: “Ho sempre rimpianto che sia stato dato l’ultimo assalto a Cold Harbor”.
Il più grande successo dell’Army of Norther Virginia nell’uso offensivo delle artiglierie, invece, fu durante la battaglia di Chancellorsville, Virginia, tra l’1 e il 4 maggio 1863. Il maggiore William J. Pegram descrisse gli effetti del fuoco della sua artiglieria mentre spostava le batterie in avanti: “Ho piazzato tutte le armi in posizione e aperto un fuoco obliquo sulle batterie nemiche… Il tiro è stato preciso ed ebbe un effetto significativo sulle batterie nemiche, facendo esplodere diversi contenitori di munizioni, uccidendo un certo numero di cavalli e allontanando i soldati dai loro cannoni… Su di loro si mantenne un fuoco omicida, uccidendone e ferendone in gran numero, finché la nostra fanteria non si avvicinò ai loro fianchi e noi li cacciammo completamente”.
Si contano circa duemila morti e feriti e secondo il colonnello Henry Cabell, comandante di uno dei battaglioni d’artiglieria di Lee, furono tutti causati dalle batterie. Il colonnello E. P. Alexander poté confermare: “Considero la parte sostenuta dall’artiglieria, nella sua pronta e ferma collaborazione con i valorosi assalti della fanteria, come la pagina più brillante della sua storia”.

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