La battaglia di Salado Creek

A cura di Sergio Mura

La battaglia di Salado Creek del 1842
Dopo il raid compiuto a San Antonio dal generale messicano Rafael Vásquez nel marzo del 1842, moltissimi volontari texani si riunirono in quella cittadina per organizzare e lanciare una spedizione punitiva in Messico. Tuttavia, mentre fervevano i preparativi, a sorpresa arrivò un gesto conciliante del Messico che consentì il rilascio ed il ritorno a casa dei prigionieri texani che erano stati catturati dall’esercito messicano a seguito della disastrosa “Texan Santa Fe Expedition” del 1841. Questo prezioso gesto interruppe i preparativi per la spedizione punitiva che era stata pianificata da lì a poco.
Da una parte e dall’altra c’erano stati gesti preziosi in favore della pace e non fu piccola la sorpresa quando l’esercito messicano, appena un mese dopo, tornò a colpire in una maniera persino più estesa di quella che aveva caratterizzato l’impresa di Vásquez.
In quei giorni, il Brigadier Generale Adrián Woll, un militare francese di ventura che serviva in quel tempo nell’esercito messicano, attraversò il Rio Grande con 1.000 fanti regolari, 500 uomini di cavalleria e due pezzi di artiglieria e l’11 settembre entrò a San Antonio.
La risposta americana non si fece attendere e in brevissimo tempo furono mobilitati circa 200 volontari da Gonzales, Seguin e da altri insediamenti del fiume Colorado. Tutti quegli armati si misero in marcia guidati dal capitano Mathew Caldwell fino a giungere alla riva orientale del Salado Creek, ad appena sette miglia da San Antonio. Lì si unirono alla compagnia di quattordici uomini del capitano John C. Hays che era stata cacciata dalla città all’arrivo di Woll. A Caldwell avrebbe anche fatto piacere ingaggiare subito battaglia con i messicani, ma la forte differenza tra le forze in campo lo spingeva a ricercare soluzioni diverse dallo scontro a San Antonio. All’alba del 18 settembre mandò gli uomini di Hays nella città per attirare in campo aperto il nemico. Caldwell era convinto che se Woll si fosse fatto adescare da Hays e i suoi fino all’aperta campagna fin nei pressi del letto del Salado Creek, i texani avrebbero saputo combattere in maniera agevole nonostante la condizione di inferiorità numerica.
Solo trentotto cavalli tra quelli presenti nel campo texano erano idonei alla missione pensata da Caldwell, quindi solo trentotto uomini potevano entrare a Bexar come esche. Hays, accompagnato da Henry E. McCulloch, William A.A. “Bigfoot” Wallace, Robert A. Gillespie e altri trentaquattro volontari texani, arrivarono a un miglio dalla città tra le nove e le dieci del mattino, smontarono da cavallo e prepararono un’imboscata.


I rangers di Hays

Hays e McCulloch poi rimontarono in sella e, portando con sé appena sei uomini, si avventurarono audacemente fino a mezzo miglio da Alamo, galoppando e schernendo la cavalleria messicana, cercando di spingerla a inseguirli. Hays aveva sperato di essere inseguito da quaranta o, al massimo, cinquanta messicani. Immaginiamo il suo stupore a vedere che per inseguirli i messicani avevano messo in campo tra i 400 e i 500 cavalleggeri che a spron battuto li inseguirono verso il Salado Creek.
Woll aveva saputo dell’arrivo di Caldwell e si era organizzato per fronteggiare i texani. Perciò, quando sbucarono Hays ed i suoi, i cavalleggeri messicani era praticamente già in sella e pronti a combattere. Il Brigadier Generale Woll aveva detto che avrebbe guidato i suoi soldati di persona per stanare i “ai lupi texani dai cespugli” in cui si erano nascosti.
Quindi cavalcò con decisione e con una buona parte dei suoi soldati, oltre ad un imprecisato numero di volontari abitanti di Bexar, per attaccare la posizione tenuta da Caldwell. Hays, McCulloch, e la loro mezza dozzina di compagni nel frattempo erano ritornati alla posizione di partenza, dove si erano nascosti gli altri amici per l’imboscata. Ma le cose erano ora enormemente diverse da quelle immaginate, perciò Hays ordinò a tutti di scappare via verso la posizione di Caldwell, dove i loro compagni erano accampati tra i pioppi, i cedri e le querce vive del fondo del torrente. Poco dietro c’erano già le avanguardie messicane che ad appena mezzo miglio facevano già sentire le loro urla. Il distacco si mantenne per circa quattro miglia, poi iniziò ad abbassarsi perché i cavalli dei messicani erano freschi, mentre quelli dei texani erano già abbastanza stanchi. Mentre i messicani guadagnavano terreno, i texani gettavano via le coperte, i cappelli e gli impermeabili, nel tentativo di alleggerire i carichi dei loro cavalli. McCulloch, al comando della retroguardia composta da dieci uomini scelti, si incaricò di impedire ai messicani di superare e stringere i texani da un lato. Nello stesso tempo mandava avanti un suo uomo alla volta alla ricerca del punto esatto in cui si sarebbero dovuti ricongiungere con Caldwell. Alla fine McCulloch aveva un solo uomo con lui, Creed Taylor. Questi due furono bersagliati dai messicani con non meno di 200 colpi di fucile sparati ad appena 150-200 metri di distanza. Nessuno dei due restò ferito!
Gli uomini al campo avevano macellato un manzo quella stessa mattina e dopo aver cucinato erano intenti a mangiare quando arrivarono i primi messaggeri per avvisare dell’arrivo del forte contingente di messicani. Nonostante la terribile sorpresa, lo stratagemma iniziale, quello di attirare i nemici nel letto del torrente, aveva in qualche modo funzionato.
Ogni uomo era al suo posto e pronto per l’azione, quando all’improvviso arrivò l’intero contingente messicano comandato da Woll, circa 1.500 uomini ben armati, che si dispose a poca distanza ad est iniziando subito un serrato fuoco di fila indirizzato contro i texani.
Caldwell inviò una richiesta di aiuto agli uomini degli insediamenti vicini: “I nemici sono intorno a noi da ogni parte, ma non li temiamo”. Promettendo di mantenere la sua posizione fino al rafforzamento, Caldwell invitò i texani ad unirsi a loro. “Hurra per il Texas”, scrisse.


Soldati messicani

Per tutto il giorno gli uomini di Caldwell spararono contro i messicani cambiando continuamente la loro postazione e la disposizione sul campo, in modo da far credere di essere più numerosi e organizzati di quanto realmente fossero.
Dopo una giornata di schermaglie, colpi di artiglieria e fuoco di armi leggere, le ali destra e sinistra dei messicani andarono all’attacco. Così facendo, però, lasciarono scoperte le posizioni centrali che, infatti, furono prontamente attaccate dai texani che impedirono ai messicani di usare il cannone e uccisero anche parecchi di loro, compreso Vicente Córdova, leader della fallita ribellione del 1838.
Dopo questo attacco coraggioso, secondo Thomas Jefferson Green, Woll “provò in ogni modo a spingere nuovamente i suoi uomini contro i texani, ma non riuscì mai a sfondare le loro posizioni trincerate.
Quando scese la notte la sparatoria cessò. Fu allora che Woll si ritirò dal campo. Durante la battaglia di quel giorno i messicani avevano perso sessanta uomini uccisi e molti altri erano rimasti feriti, mentre i texani avevano perso un solo uomo e tra nove e dodici erano rimasti feriti. Questo grazie all’accurata scelta della posizione da cui ingaggiare battaglia, assai favorevole a gruppi piccoli e complicatissima per un esercito.
La maggior parte dei volontari del Texas era desiderosa di contrattaccare per liberare i prigionieri trattenuti nelle linee di Woll.
Mentre i texani stavano vincendo sul Salado Creek, una vera tragedia si stava compiendo non molto lontano da loro. In risposta all’invasione dei messicani comandati da Woll, il capitano Nicholas M. Dawson aveva raccolto una compagnia di cinquantatré uomini e si era allontanato da La Grange. Avvicinandosi alla linea tenuta da Caldwell, furono intercettati da una colonna di diverse centinaia di cavalleggeri messicani irregolari sostenuti da una batteria di due pezzi di artiglieria da campo. Dopo un’inutile resistenza durante la quale la metà dei volontari venne abbattuta dal fuoco dell’artiglieria messicana, gli uomini di Dawson iniziarono ad arrendersi. Una volta disarmati i texani, i messicani gli spararono addosso da distanza ravvicinata (l’episodio è noto come “il massacro di Dawson”). Due di quelli riuscirono a fuggire e quindici vennero immediatamente trasferiti nella prigione di Perote in Messico. Di questi uomini, solo nove sarebbero sopravvissuti.
Sfortunatamente per i texani, una forte pioggia cadde durante tutto il giorno successivo e di conseguenza non si registrò alcun progresso. Verso mezzanotte alcuni dei texani entrarono nel campo dei messicani e scoprirono che Woll aveva lasciato accesi i fuochi, ma nel frattempo aveva evacuato la città approfittando dell’oscurità. Scoperta questa mossa, i texani decisero di mettersi all’inseguimento, ma dopo un po’ dovettero fermarsi all’attraversamento del fiume Medina sotto San Antonio.
Non ci fu alcun altro contatto con i messicani in ritirata finché Woll ed i suoi non furono superati nei pressi del fiume Hondo dalla compagnia di Hays che era mezzo miglio avanti al gruppo di Caldwell. Verso le tre del pomeriggio i ranger si avvicinarono alla retroguardia di Woll che era sostenuta da una batteria di artiglieria. Hays caricò la retroguardia messicana, ricacciandola verso la forza principale di Woll e scavalcando i cannoni prima che il nemico avesse modo di centrarli. L’audacia della carica prese di sorpresa l’esercito messicano salvando il comando di Hays. Il cavallo di Hays fu colpito e due dei suoi uomini furono feriti.
Woll scoprì che gli uomini di Hays non erano sostenuti dalla fanteria o dall’artiglieria e per questo contrattaccò recuperando il cannone che era rimasto indietro. Gravemente in inferiorità numerica, i texani arretrarono per tre o quattrocento metri in un letto di un torrente asciutto dove Caldwell li raggiunse.
Tra gli ufficiali texani c’erano opinioni contrastanti sul da farsi. Nel frattempo, il giorno 23, Woll spinse le sue truppe attraverso l’Hondo, diretto verso il Rio Grande e il Messico. L’autunno del 1842 era stato eccezionalmente piovoso e i fiumi tra San Antonio e il Rio Grande erano gonfi come mai prima di allora, ragion per cui i texani finirono per lasciare andare via l’esercito messicano.

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