La storia del Texas

A cura di Federico Galeotti


La vecchia bandiera del Texas. Clicca per INGRANDIRE

Nel 1821, a seguito di una guerra di indipendenza il Messico si svincolò dalla tutela coloniale offerta dagli spagnoli e dopo tre anni travagliati, riuscì a concretizzare una costituzione, diventando una Repubblica federale che adottava il cattolicesimo come religione di stato.
Nel mentre, lo stato del Texas e quello di Coahuila vennero raggruppati per motivi demografici, dando così forma al Coahuila Y Tejas, con capitale di riferimento Saltillo.
Moses Austin con l’aiuto del figlio Stephen Fuller Austin fecero arrivare in Texas i soprannominati Old Three Hundred, ovvero, 300 famiglie americane.
Scegliendo come capoluogo della colonia San Felipe de Austin; instituirono una milizia e un posto di giustizia, dando vita ai precursori della Texas Ranger Division.
Ben 24 imprenditori presero parte alla fondazione delle regioni, finanziando lo sviluppo e le difese per respingere gli indiani.


Austin recluta le famiglie

Pur essendo abolita la schiavitù nel 1829, gli immigrati americani si rifiutarono di rispettare la legge, provocando una minaccia militare da parte del presidente messicano Anastasio Bustamante; che infine decise di vietare il presidio degli americani nel territorio Texano.
Nonostante dei forti costruiti lungo il confine per fronteggiare le immigrazioni americane, l’afflusso degli statunitensi aumentò comunque da 7.000 a 30.000 persone, nel giro di soli quattro anni.
Tra il 1827 e il 1829, i presidenti Andrew Jackson e John Quincy tentarono di acquistare la regione del Texas affrontando la situazione come una vera e propria sfida geopolitica; ma non ebbero successo.
La guarnigione texana di Anahuac fu teatro di un attacco da parte dei ribelli nel 1832, e successivamente vinsero la battaglia di Velasco. Circostanze che portarono ad una riunione a San Felipe da parte di 55 delegati del Texas, che scrissero una petizione al governo messicano. La petizione chiedeva il riconoscimento del Texas come stato autonomo di pieno diritto e l’abrogazione delle leggi di colonizzazione. Nel 1833 un secondo convegno portò alla trascrizione di una Costituzione del Texas, consegnata di persona al Presidente Messicano Antonio Lòpez de Santa Anna da Stephen Fuller Austin, che però venne arrestato con l’accusa di tradimento.


Perry’s Point, poi Anahuac – clicca per INGRANDIRE

Il governo messicano trovandosi alle strette con gli eventi accaduti in Texas cedette a delle concessioni, abrogando l’articolo 11 della legge di colonizzazione; concedendo così il diritto agli immigrati americani di stabilirsi nel Texas e accettando l’inglese come seconda lingua.
San Antonio-Bexar, Brazos e Nacogdoches furono i tre dipartimenti divisi del Texas dopo che la capitale venne spostate a Monclova nel marzo del 1833.
Ma il periodo di pace durò ben poco, il governo messicano volle abolire il sistema federale per designare una gestione centralizzata, e così iniziò la rivoluzione del Texas.
Nell’ottobre del 1835 le truppe anglo-americane fronteggiarono i messicani nella battaglia di Gonzales. Poco tempo dopo, il 7 novembre San Felipe de Austin fu il luogo d’incontro dei rappresentati delle colonie del Texas, nella quale dichiararono di voler difendere a tutti i costi la Costituzione messicana del 1824.
Nel 1836, Samuel Houston venne nominato capo delle forze armate per guidare la guerra di indipendenza, fu così costituito un governo provvisorio e un parlamento.
Dal 23 febbraio al 6 marzo ci fu l’evento chiave della rivoluzione texana, la famosa battaglia di Alamo. Condotta dal generale messicano Antonio Lòpez de Santa Anna che assediò per 13 giorni la missione francescana di Alamo occupata dai ribelli. Le truppe messicane ben più numerose (5.000 contro circa 100 Texani inviati a presidiare il forte) ebbero la meglio e riuscirono con difficoltà ad entrare nel forte.
Si contarono circa 200 vittime tra i texani, compreso il celebre eroe popolare Davy Crockett; i sopravvissuti vennero tutti giustiziati sotto l’ordine del generale messicano.
I caduti di Alamo divennero l’emblema dell’eroismo che ispirarono i coloni texani e avventurieri di vari stati d’America a unirsi all’armata Texana per una vendetta.
La battaglia di San Jacinto del 21 ottobre 1836 pone fine alla rivoluzione.


Sam Houston alla guida dei texani

Un esercito di 900 uomini condotto da Sam Houston prevalse contro l’esercito messicano. Dopo la battaglia il generale messicano venne catturato e dovette firmare i trattati di Velasco il 14 maggio del 1836, che sancirono l’indipendenza del territorio texano.
La presidenza della Repubblica del Texas fu affidata a Sam Houston, riconosciuta ufficialmente nel marzo del 1837 dagli Stati Uniti, ma non dallo stato messicano.
Sam Houston nel 1837 scelse Houston come capitale per la nuova Repubblica del Texas, e successivamente si trasferì nel 1839 ad Austin.
Il Messico sfruttò le deboli frontiere texane e l’11 settembre del 1842 invase San Antonio sotto il comando del generale Adrìan Woll.
Mathew Caldwell liberò con la sua milizia la città occupata dai messicani e di conseguenza a questa invasione il Texas fece domanda di adesione al governo degli Stati Uniti d’America.
Il Texas entrò quindi a far parte degli Stati Uniti, ma non istantaneamente, ne fece parte solo dopo che James K.Polk divenne presidente degli Stati Uniti nel 1845. Inizialmente non era ben vista l’entrata di un paese schiavista nell’Unione, ma il governo americano non nascose l’intenzione di espandersi fino al Rio Grane e di annettere così anche la California messicana.
Dopo l’unione, il governo americano chiede al governo messicano un’indennità per compensare le perdite subite durante la rivoluzione. Queste richieste accesero una nuova miccia che fece scaturire la guerra messicano-statunitense che durò dal 1846 fino al 1848.
I messicani guidati da Mariano Arista nel 1846 occuparono il Fort Brown vicino al Rio Grande, e gli statunitensi risposero con la spedizione guidata dal generale Zachary Taylor, vincendo nella battaglia di Palo Alto.


La Battaglia di Palo Alto, nel 1846

La capitale messicana fu occupata da parte degli americani il 14 settembre del 1847, i messicani firmarono il trattato di pace il 2 febbraio 1848, dichiarando la cessione dei territori Nuevo México, Santa Fe e dell’Alta California; in cambio di 15 milioni di dollari.
La guerra messicano-statunitense trovò un attimo di pace con la firma di un trattato nel 1850, definendo i confini attuali del Texas e ricevendo 10 milioni di dollari di risarcimento per i terreni che gli furono stati concessi alle regioni vicine.
Solamente l’Oklahoma Panhandle restò una terra contesa fino alla creazione del territorio dell’Oklahoma nel 1890.
A causa dello sviluppo delle piantagioni di cotone, dal 1848 il numero dell’immigrazione in Texas aumentò in maniera esponenziale.
Il Texas entro a far parte degli Stati Confederati d’America come stato schiavista il primo marzo del 1861.
Ebbe un ruolo fondamentale durante la guerra di secessione svoltasi tra il 1861 e il 1865, fornendo viveri e armi direttamente al fronte. Ma nel 1863 il nord nel Mississippi venne occupato con lo scopo di interrompere il collegamento con l’esercito texano nella parte est del fiume.


La Battaglia di Palmito Ranch

A Palmito Ranch nel 13 maggio del 1865 si svolse l’ultima importante battaglia della guerra portando alla resa del generale Lee ad Appomattox il mese successivo.
Nel 1865 si concluse la Confederazione e il territorio texano fu reintegrato nell’unione nel marzo del 1870. In quel periodo il Texas e gli altri stati sudisti ebbero una profonda crisi agricola e un forte segregazionismo verso i neri.

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