Le colonie Austin e Robertson in Texas

A cura di Angelo D’Ambra

L’insediamento della colonia di Austin in Texas
La colonia di Robertson sorse in un’area a nord di San Antonio, tra i fiumi Navasota e Colorado, negli anni Trenta dell’Ottocento, grazie a Sterling C. Robertson che capitalizzò gli sforzi della Texas Association di Nashville per colonizzare il Texas ancora messicano. Sterling scrisse così una delle pagine più importanti della storia texana ed è singolare che l’abbia fatto in aperta ostilità con quello che è riconosciuto come il “padre del Texas”, Stephen F. Austin. Vediamo insieme cosa avvenne.
Il 21 novembre 1825, trentadue uomini guidati dal medico Felix Robertson, sindaco di Nashville, lasciarono il Tennessee, per esplorare l’area ottenuta in concessione da Robert Leftwich, nel Texas, all’epoca ancora messicano.
Leftwich era un membro della Texas Association, un gruppo di investitori di Nashville che cercava di ottenere finanziamenti dal governo messicano per colonizzare quella regione. Della Texas Association facevano parte circa settanta persone, tra cui Sam Houston, Ira Ingram, Robert Leftwich, Andrew Erwin e Sterling C. Robertson, cugino di Felix, destinato ad aver grande importanza nella nostra storia.


Una certificazione della Texas Association

La legge del 4 gennaio del 1823, voluta dal governo Iturbide favoriva la colonizzazione dei territori texani garantendo a tutti la cittadinanza, sebbene precisasse che non potesse essere professata altra fede che quella cattolica. Dopo Itrubide, altre leggi messicane andarono nella stessa direzione e, tra i molti che ne approfittarono, ci fu pure Leftwich che riuscì a concludere il primo contratto di colonizzazione stipulato dallo stato di Coahuila. Egli si portò a Città del Messico ed ottenne la terra che voleva, lungo il fiume Brazos, ma a titolo personale. Le attuali contee del Texas coperte da questo accordo erano Bastrop, Bell, Brazos, Burleson, Burnet, Comanche, Coryell, Falls, Hamilton, Lampasas, Lee, Limestone, McLennan, Milam, Mills, Robertson e Williamson. Tuttavia Leftwich dovette mettere da parte i suoi sogni a causa di problemi di salute ed i progetti della Texas Association furono raccolti dal medico Felix Robertson.
I trentadue uomini che Felix Robertson guidò oltre il confine restarono favorevolmente colpiti dal territorio che si palesò ai loro occhi. Esplorarono la distesa verde tra i fiumi Brazos, Little, Leon, Lampasas, Salado e San Gabriel prima di tornare nel Tennessee, nell’aprile 1826, con l’idea di ritornare presto in Texas. Robertson stabilì gli ufficiali della compagnia in un posto sul Brazos, vicino all’odierna Marlin, e allo stesso tempo stabilì, sempre lungo il Brazos, un villaggio che chiamò “Nashville”, dove sarebbero dovuti essere collocati i coloni. La prolungata malattia di Leftwich, che alla fine lo condusse alla morte, ed i ritardi causati dal riadattamento degli affari della Texas Association, ora conosciuta anche come “Nashville Company”, sotto il controllo di Felix Robertson ritardarono l’introduzione dei migranti in modo tale che fino al 1829 nessun colono era ancora entrato in Texas. Il contratto originale della società, inoltre, richiedeva l’adempimento dell’accordo entro sei anni dalla sua data e quindi sarebbe scaduto il 14 aprile 1831. In considerazione di ciò, Robertson si mise attivamente a lavorare per assicurare finalmente i coloni ma gli appelli al governo messicano affinché il contratto stipulato con Leftwich fosse trasferito in capo all’associazione non ottennero rapidi riscontri.
Un ritratto di Sam Houston
Nella primavera del 1830, pochi mesi prima della scadenza del contratto, Sterling C. Robertson, cugino di Felix, e il suo il socio Alexander Thomson Jr., subentrarono negli affari della Texas Association e raccolsero l’adesione di diverse famiglie intenzionate a trasferirsi in Messico, però una nuova normativa impedì loro di stabilirsi nella concessione di Leftwich. La legge messicana del 6 aprile 1830 provava a frenare un fenomeno migratorio di cui già erano palesi le conseguenze. Per impedire che il Texas fosse annesso agli Stati Uniti si stabilì che: “ai cittadini di paesi stranieri che si trovano adiacenti al territorio messicano è vietato stabilirsi come coloni negli stati o territori della repubblica confinanti con tali paesi. Quei contratti di colonizzazione, i cui termini sono contrari al presente l’articolo, e che non sono ancora stati rispettati, saranno di conseguenza sospesi”. I coloni di Robertson tentarono di raggiungere il territorio della Nashville Company, ma non possedevano i permessi richiesti dalla nuova legge e così il colonnello Piedras, comandante militare di Nacogdoches, si rifiutò di consentire loro il passaggio. Il colonnello si limitò a dare a Robertson la possibilità di recarsi nella colonia di Stephen F. Austin, da dove avrebbero potuto mettersi in contatto con emissari del governo per discutere della loro situazione. Il permesso fu concesso a condizione che Robertson lasciasse le famiglie di coloni a Nacogdoches e che fosse tornato a riprenderle entro venti giorni per poi lasciare il Texas. Dopo alcuni giorni, invece, Robertson e Thomson si presentarono di notte a Nacogdoches, presero con sé le famiglie di coloni e, sfuggendo alla sorveglianza di Piedras, si precipitarono nella colonia di Austin. Quando le autorità messicane furono a conoscenza dell’accaduto, impartirono ordini a tutte le autorità militari e civili del Texas di espellere Robertson e i suoi dal Paese. Nel frattempo il decreto del 6 aprile 1830 fu abrogato ma lo stato di Coahuila non esitò ad attuare una vera e propria rappresaglia punendo Robertson con lo scioglimento del contratto con la “Nashville Company” e la consegna delle sue terre ad Austin.
Stephen Austin
Quella di Austin era una figura estremamente potente. Nato in Virginia e cresciuto tra Missouri, Arkansas e Louisiana, già nel 1825 aveva condotto in Texas, con suo padre Moses, trecento famiglie statunitensi, note nella storia texana come “The Old 300”. Alla morte del genitore, Austin proseguì nell’impresa. Proprio in quegli anni il Messico si dichiarava indipendente dalla Spagna ed egli seppe guadagnarsi i favori del governo rivoluzionario partecipando attivamente alla repressione di oppositori politici ed indiani, persino guidò le forze texane nel vittorioso assedio di Bexar. Ottenne così ulteriori contratti per insediare altre 900 famiglie nei ricchi tratti di terra prossimi alle baie dell’est, ancora popolate dai karankawa. Questo popolo finì presto oggetto di una campagna d’odio di cui Austin non fu esente da responsabilità, le violenze sfociarono nel massacro di Skull Creek, quando un villaggio karankawa fu raso al suolo, e portarono ad uno sterminio totale dei nativi. Nel frattempo le ambizioni di Austin erano continuate a crescere, del resto legittimate da una riconosciuta capacità organizzativa. Aveva un’efficace autorità civile e militare sui coloni e la rafforzò imponendo il rispetto della costituzione di Coahuila y Tejas e, poi, organizzando quei nuclei di volontari armati che sarebbero divenuti i famosi Texas Rangers. Candidatosi alle elezioni presidenziali del 1836, fu sconfitto da Sam Houston che poi lo volle come segretario di stato. Austin tenne questa carica fino al dicembre di quell’anno, quando morì lasciando un grande vuoto nella società dell’epoca. In suo onore la capitale del Texas porta il suo nome.
Le aspirazioni di Austin lo portarono ad essere però scorretto con Robertson. Questi, in difficoltà coi messicani, chiese il suo aiuto di connazionale per ottenere un’esenzione che permettesse ai suoi coloni di occupare i territori sottoposti al vecchio contratto. Austin inizialmente accettò di fornire il suo autorevole supporto, poi però fece domanda, a suo nome, per una concessione di colonizzazione dell’area rivendicata da Robertson. Tra i due nacque un odio implacabile, anche perché Austin ottenne ciò che voleva con un accordo del 5 febbraio 1831.
Sterling C. Robertson
Sterling C. Robertson dovette attendere tre anni per rifarsi del torto subito. Nel 1834, infatti, Austin non era ancora riuscito a colonizzare l’area sottratta al rivale ed il governatore di Coahuila e Tejas, Agustin Viesca, cancellò il contratto e ne concesse uno nuovo a Robertson con l’unica richiesta di impiantarvi ottocento famiglia prima del 29 aprile 1839.
Fu così che Sterling C. Robertson entrò nella storia americana, ricordato per aver guidato l’insediamento di diverse centinaia di famiglie statunitensi nel Texas ancora messicano. Nacque così la colonia che da lui prese il nome, la colonia Robertson, estesa oltre i territori dati a Leftwich, alle attuali contee texane di Bosque, Brown, Callahan, Eastland, Erath, Hill, Hood, Jack, Johnson, Palo Pinto, Parker, Somervell e Stephens.
Il centro dell’insediamento fu stabilito nella contea di Falls, con capitale la città di Sarahville de Viesca, nome scelto in onore della madre di Robertson, Sarah Maclin Robertson, e del governatore amico Viesca.
Robertson era nato a Nashville, intorno al 1785. Suo padre era il capitano Elijah Robertson, giunto dalla Virginia anni addietro, suo zio, il padre di Felix, era l’esploratore James Robertson, noto come il “padre del Tennessee”. Irascibile quanto intelligente, Sterling C. Robertson aveva ucciso uno dei suoi cugini ed era stato condannato a cinque anni di carcere, ma non scontò mai la sua pena. Servì come maggiore delle truppe del Tennessee nella guerra del 1812 e del 1814, poi si dedicò all’agricoltura nella contea di Giles, prima di ritornare nella nativa Nashville. Intraprendente e avventuroso, in più anche ricco, si mise in testa di arrivare in Texas e ci riuscì.
L’accordo stipulato con Viesca precisava che ogni famiglia si sarebbe dedicata esclusivamente all’agricoltura ricevendo 177 acri di terra, chi si impegnava anche nell’allevamento di bestiame poteva ottenere ulteriori acri. Per ogni cento famiglie introdotte, poi, Robertson doveva ricevere delle terre come premio. In realtà però Robertson non riuscì a portare in Texas che seicento famiglie, prima del 1839 perché lo scoppio della rivoluzione in Texas rallentò la burocrazia e rese più difficoltosi gli insediamenti.
La vita del nostro in Texas non mancò di avventure e imprevisti. Nel 1835, per proteggere i suoi coloni dai raid degli indiani, sebbene la situazione dei suoi permessi non fosse ancora chiara, istituì una compagnia di ranger.


La dichiarazione di indipendenza del Texas

L’anno dopo fu tra i delegati alla Convenzione generale in cui fu ratificata la Dichiarazione di Indipendenza del Texas. Egli stesso fu tra i firmatari del documento. Nel trambusto della guerra fu di stanza ad Harrisburg, durante la battaglia di San Jacinto. Entrato in politica fu senatore del Distretto di Milam nel primo e nel secondo Congresso della Repubblica del Texas, dopo di che si ritirò in quella che era divenuta la Contea di Robertson, dove divenne il primo allevatore conosciuto di cavalli arabi in Texas. Morì il 4 marzo 1842.

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