Le quattro streghe (da una leggenda del popolo Navajo)
A cura di Paolo Secondini
Un giorno il Distruttore, figlio del Sole, se ne andò per il mondo in cerca di quattro terribili streghe, i cui nomi erano Freddo, Fame, Miseria, Morte.
La sua intenzione era quella di ucciderle, in quanto era persuaso che solo così gli uomini sarebbero riusciti ad avere un’esistenza un po’ migliore.
Strada facendo incontrò la prima strega, Freddo, la quale, sebbene indossasse un pesante mantello, tremava in tutte le parti del corpo.
«Io so chi tu sei,» gli disse la strega. «Tu sei il Distruttore, figlio del Sole.»
«In persona,» quegli rispose. «Sai anche perché sono qui?»
«Questo lo ignoro.»
«Sono venuto per ucciderti.»
Freddo non mostrò alcun segno di paura, anzi, con molto coraggio, esclamò:
«Puoi farlo, certo! Ma se mi sopprimi, in ogni luogo della terra ci sarà un caldo insopportabile, a causa del quale soffriranno uomini, piante e animali. Tutto seccherà inesorabilmente, per mancanza di acqua e refrigerio.»
Il Distruttore rimase un istante pensieroso, le braccia incrociate sul petto.
«Hai ragione,» disse alla fine. «Se ti uccido, la vita scomparirà in qualsiasi parte del mondo.»
Quindi, senza aggiungere altro, voltò le spalle e riprese il cammino.
Non molto tempo dopo, egli incontrò la seconda strega, il cui nome era Fame.
«Sai chi sono?» le domandò il figlio del Sole.
«Sicuro! E so anche perché mi hai cercato: per uccidermi.»
«Infatti!»
«Che aspetti, dunque?» disse Fame, quasi in tono di sfida. «Ma prima devi sapere che senza di me tutti gli esseri, su questa terra, periranno per troppo nutrimento.»
Il Distruttore rifletté su quelle parole, mentre distrattamente si accarezzava una guancia. Poi, con debole voce:
«Hai ragione anche tu!» disse. «Come mai non ci avevo pensato? Non ti ucciderò, sta’ tranquilla.»
Di nuovo riprese il cammino e, seduta per terra ai margini di un bosco, vide la terza strega, Miseria, che era magra, minuta, vestita di vecchi stracci.
«Uccidimi pure,» questa disse al figlio del Sole, quando apprese il motivo per cui l’aveva cercata. «In fondo desidero proprio che tu lo faccia. Sono stanca e infelice. Meglio farla finita con questa esistenza di privazioni e di stenti.» Rimase un momento in silenzio, poi, sostenendo lo sguardo del Distruttore, aggiunse: «Ma uccidendo me, gli uomini non avranno più alcuna ragione di lavorare o essere attivi per vivere, e ben presto, possedendo ogni cosa in abbondanza, cadranno nell’apatia, nell’inerzia, nella noia. È questo quello che vuoi?»
«No di certo!» l’altro rispose.
Anche questa volta, le parole della strega gli parvero vere e piene di saggezza.
Non la uccise.
Continuò a camminare e, finalmente, incontrò Morte, che era molto orribile a vedersi.
Intuendo il motivo per cui il Distruttore era lì, gli disse:
«Se tu mi sopprimi, gli uomini non moriranno mai più, ma tra alcuni anni il mondo sarà pieno di troppi popoli, per di più molto vecchi e inadatti a qualunque lavoro.»
Il figlio del Sole trovò che aveva ragione anche lei.
La risparmiò e, non appena fece ritorno al luogo da dove era partito, spiegò a tutti come stavano le cose, e cioè come il freddo, la fame, la miseria e la morte fossero indispensabili all’uomo, per avere continuamente stimoli, interesse e desiderio della vita.